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Autore: funkia    22/11/2010    14 recensioni
Non mi sentivo più una bambina. Mi sentivo una donna in tutto e per tutto, con i problemi che hanno gli adulti, con l’esperienza necessaria per poter dire di aver lasciato l’adolescenza a tutti gli effetti. Avevo studiato e adesso avevo un lavoro da adulta, con tutte le responsabilità che l’essere adulto comporta. Ero più posata, più ragionevole. Avevo imparato a plasmarmi a seconda delle situazioni. Non era rimasto niente della vecchia Rose. Pensavo di averla lasciata per sempre, pensavo di essere cambiata. Ma soprattutto, pensavo di non amarlo più.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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La mattina dopo arrivai in ufficio un po’ più tardi, ero così stanca e stravolta che avevo dormito più del necessario

DON’T TELL DAD II

 

9. Just So You Know

 

Just so you know
This feeling's taking control of me
And I can't help it
I won't sit around, I can't let him win now
Thought you should know
I've tried my best to let go of you
But I don't want to
I just gotta say it all
Before I go
Just so you know                                 (Jesse McCartney)

 

 

 

La mattina dopo arrivai in ufficio un po’ più tardi, ero così stanca e stravolta che avevo dormito più del necessario. Irene mi salutò allegramente da dietro la sua scrivania, nonostante la solita aria pallida e sofferente. Lasciai la borsa ed altri effetti personali al mio solito posto e guardai se Malfoy mi avesse recapitato dei nuovi fascicoli da consultare. Come mi aspettavo non c’era niente.

 

Eravamo totalmente concentrati sull’omicidio di Jeremiah Kein e tutte le altre notizie passavano in secondo piano. Mi diressi verso l’ufficio di Malfoy e stavo quasi per aprire la porta quando sentii un’altra voce all’interno della stanza.

 

“Ti stai ammalando, non ti ho mai visto lavorare tanto come ora. Pensavo che con la Weasley che lavora per te, avresti trovato il tempo di svagarti.”

 

Corrucciai la fronte e premetti l’orecchio contro la porta per sentire meglio. Irene mi guardò accigliata ma io le feci cenno che andava tutto bene.

 

“Sta per sposarsi!” Arrivò la voce di Malfoy.

 

“Ma non è ancora sposata.” Arrivò la seconda voce. “Ehi, sei tu che hai detto che avresti voluto liberare la scrivania e…”

 

“Adesso basta, Dylan!” Urlò Malfoy esasperato. “Piantala una buona volta!”

 

Decisi che era il momento di entrare in scena e aprii la porta schiarendomi la voce, in modo da richiamare la loro attenzione. Malfoy e Zabini, non potevo che aspettarmi che fosse lui, mi fissarono allarmati. Io alzai un sopracciglio.

 

“Spero di non disturbare.”

 

Malfoy sembrò totalmente con le parole al perso, mentre Zabini fece un ampio sorriso e salutò con un cenno della testa. “Weasley, un bel po’ che non ci si vede.”

 

Entrai nella stanza chiudendomi la porta alle spalle. “Già, ma il tuo timbro è inconfondibile, Zabini. Dove passi tu non cresce più l’erba.”

 

“Era un complimento?” Chiese ammiccando.

 

Malfoy chiuse gli occhi e sospirò disperato. “Dylan, per favore… ci vediamo dopo il lavoro.”

 

Zabini si ricompose e annuì camminando verso la porta. “Come vuoi, vi lascio al vostro… lavoro. Ma sul serio ragazzi, cercate di divertirvi un po’ di più! Sembrate due cadaveri!” E con quest’ultimo commento se ne andò lasciandoci da soli.

 

Mi voltai verso Malfoy, stava a testa bassa cercando di riordinare dei fogli sulla sua scrivania. O forse faceva solo finta per non dovermi guardare in faccia. “Idiota” Borbottò tra sé probabilmente riferendosi a Zabini. O se stesso. Non avrei saputo dire.

 

“Vedo con piacere che la tua scrivania è ancora occupata e ingombra.” Dissi facendogli capire che avevo sentito la loro conversazione.

 

Malfoy non osò alzare la testa ma diventò improvvisamente teso. “Già.” Fece secco. “C’è un sacco di lavoro.”

 

Io non mollai la presa. “Non pensavo mi immaginassi ancora così.” Dissi impertinente. “Credevo non ti ripetessi.”

 

“Infatti.” Fece alzando finalmente gli occhi, mi guardò serio. “Le mie mani posso fermarle, per non fare niente di male. La mia bocca posso frenarla, per non dire niente di stupido. La mia mente… beh, per quella non posso farci proprio niente.”

 

Io cercai di reprimere un sorrisetto. Dovevo ammetterlo, ero un po’ lusingata ma anche molto divertita. “Non ti è mai stato detto che non si deve desiderare la donna d’altri.”

 

Malfoy continuò a guardare le sue carte. “Sì, sì, spero che tu e il tuo cane siate felici.”

 

“Non è che per caso sei geloso, Malfoy?” Chiesi incrociando le braccia al petto.

 

Lui sospirò e lasciò perdere i fogli. Tornò a guardarmi e scosse la testa. “No, non sono geloso. Penso solo che tu stia facendo il più grande errore della tua vita a sposare Jack Russell, tutto qui.”

 

Io lo fissai a bocca aperta. “Tutto qui? Stai praticamente mettendo in dubbio il mio matrimonio e tu dici tutto qui?”

 

Malfoy alzò un sopracciglio. “Perché, da quando dai peso a quello che dico?”

 

“Non l’ho mai fatto.” Dissi mentendo. “Ma si dà il caso che anche mio padre ed Al dicano esattamente la stessa cosa. Che cos’avete contro Jack, maledizione!”

 

“Non hai mai pensato che forse potremmo anche avere ragione?” Chiese Malfoy. “Forse io potrò non conoscerti così a fondo, ma di certo Potter e tuo padre la sanno lunga.”

 

Io rimasi un attimo presa alla sprovvista. Scossi la testa ridacchiando. “Per favore. Io so cosa è meglio per me.”

 

“Lo spero per te, Weasley.” Disse passandomi un foglio. “La lista dei membri del Wizengamot che usano la mano destra.”

 

La guardai di sfuggita. “Non usciamo ad indagare, oggi?”

 

“Non posso, ho un appuntamento con il Ministro per l’ora di pranzo.” Disse. “Chandice ti troverà qualcosa da fare oggi pomeriggio.”

 

“Oh.” Feci io delusa. Mi morsi un labbro. “Forse posso salire al primo piano e vedere se trovo qualche traccia…”

 

Malfoy mi fissò scettico. “Se non hai niente di meglio da fare.” Disse. “Cerca solo di non cacciarti nei guai.”

 

Io alzai un sopracciglio. “L’ho mai fatto?”

 

 

**

 

 

La mattina passò totalmente a rilento e quasi esultai di gioia quando Malfoy uscì per andare a pranzo con il Ministro. Senza perdere altro tempo salutai Irene e Chandice e mi scaraventai fuori dall’ufficio per prendere l’ascensore per il primo piano. Esattamente come l’ultima volta aprii un po’ i bottoni della camicia e sciolsi i capelli.

 

Quando l’ascensore si aprì di nuovo, al primo piano, mi guardai un attimo intorno cercando di individuare qualcuno.

 

“Signorina Miller?”

 

Mi voltai di scatto spaventata ma mi rilassai quando mi accorsi che era solo O’Rourke che mi sorrideva gentilmente dall’angolo della portineria. Ricambiai il sorriso e mi avvicinai, era in compagnia di una bella donna, distinta ed elegante.

 

“Signor O’Rourke, è un piacere rivederla.”

 

Lui si gonfiò tutto e sorrise gongolando. Poi sembrò ricordarsi della donna. “Oh prego, posso presentarle la vedova Kein?”

 

Io spostai rapidamente lo sguardo sulla donna, che mi fissò con la puzza sotto al naso. “Oh, le mie condoglianze.” Dissi sinceramente dispiaciuta, offrendole la mano.

 

Lei la strinse con riluttanza. “Lei conosceva mio marito?”

 

“Non… personalmente.” Dissi. “Ma chi non lo conosceva, qui al ministero?”

 

“Giusto.” Disse lentamente scrutandomi per bene. “Non posso dire la stessa cosa di lei, signorina… ho già dimenticato il suo nome.” Disse molto scortesemente.

 

“Miller.” Dissi abbozzando un sorriso. “Vanessa Miller.”

 

Mi lanciò un ultimo sguardo e si voltò di nuovo verso O’Rourke. “Dì pure a tua moglie che può passare quando vuole, sto facendo dei nuovi esperimenti e vorrei il suo parere. Lei sì che è un intenditrice.”

 

O’Rourke annuì con un sorriso. “Glielo riferirò senz’altro.”

 

La donna se ne andò senza neanche salutare. Io mi voltai verso O’Rourke con un sopracciglio inarcato e lui sorrise a mo’ di scuse. Aspettò che la vedova fosse salita all’interno dell’ascensore per parlare.

 

“Non è il massimo della gentilezza.” Disse. “Ma è una brava persona.”

 

“Già.” Dissi con una smorfia. “Di che cosa si occupa?”

 

“Oh, lavora al Ministero al quinto piano.” Disse O’Rourke. “Ma ha una totale passione per i fiori. Come mia moglie. Mi farà impazzire con tutte quelle dannate piante!”

 

Io sorrisi e scrollai le spalle. “Non lo dica a me, tutti non fanno altro che dirmi che profumo di rose.”

 

O’Rourke fece un sorrisino di scuse. “Mi spiace, non saprei distinguere il profumo di una rosa da quello del rosmarino.” Ridacchiò. “Posso aiutarla in qualche modo?”

 

“Rose?”

 

Mi ghiacciai sul posto. Conoscevo quella voce, la conoscevo fin troppo bene. Mi voltai lentamente, mia madre mi fissava perplessa dal fondo del corridoio opposto, ovviamente chiedendosi cosa diavolo ci facessi al primo piano. O’Rourke mi fissò allucinato.

 

“Perbacco! E’ riuscita a sentire il tuo profumo dal fondo del corridoio!” Disse esterrefatto.

 

Io sospirai sconsolata mentre mia madre si avvicinava. “Che ci fai qui?” disse.

 

Mandai un rapido sguardo a O’Rourke prima di bisbigliare a mia madre. “Sto indagando. Sono sotto copertura.”

 

Mia madre mi fissò come se fossi pazza. “Stai indagando qui? Al Wizengamot? Neanche agli Auror è permesso entrare senza un mandato!”

 

“Lo so.” Dissi. “Per questo sono sotto copertura. Tu piuttosto, che ci fai qui?”

 

“Stiamo discutendo delle pratiche per una legge che non riesce a passare al Wizengamot e…” mia madre si voltò verso O’Rourke accigliata. “Le dispiace?”

 

“Come? Oh! Oh, scusate.” Si allontanò trotterellando qua e là nel corridoio.

 

Mamma alzò gli occhi al cielo. “Ad ogni modo non dovresti indagare da sola. Pensavo che stessi collaborando con Scorpius. E sarebbe più prudente se chiamassi tuo padre per darti una mano, anche se non è più di loro competenza, è pur sempre un Auror e…”

 

“Mamma, per favore.” Dissi cercando di interromperla. “So quello che faccio. Non c’è niente di cui preoccuparsi, devo solo… Dustin!”

 

Haine era appena comparso alle spalle di mia madre, io sudai freddo. Potevo avere altri inconvenienti? Haine ci guardò un po’ perplesso ma sorrise gentilmente consegnando a mia madre altri fogli.

 

“Vanessa, è un piacere vederla di nuovo.” Si voltò verso mamma. “Non sapevo che vi conosceste.”

 

Mia madre mi mandò un’occhiata veloce. “Oh, spesso e volentieri ci incrociamo per lavoro. Direi che praticamente viviamo insieme.”

 

Io ridacchiai nervosamente. “Già…” cominciai ad arretrare. “Adesso se volete scusarmi ho un sacco di cose da fare e devo proprio tornare al mio lavoro. Spero di incontrarla di nuovo, Dustin. Hermione, noi… ci vediamo più tardi.”

 

Mamma alzò un sopracciglio. “Senza dubbio.”

 

Haine corrucciò la fronte. “Ma non è il suo ex marito, quello?” disse indicando dietro di me.

 

Sì, potevo decisamente avere altri inconvenienti.

 

Mi voltai lentamente, Scorpius era appena sceso dall’ascensore con il Ministro in persona. Si bloccò qualche secondo vedendoci tutti lì, ma fece finta di niente e continuò il suo discorso con il Ministro venendo lentamente verso di noi. Il Ministro fece un sorriso nella nostra direzione e aumentò il passo.

 

“Oh, signora Weasley! Speravo proprio di trovarla, ho bisogno di parlare con lei in privato.” Poi ridacchiò e si voltò verso di me. “Ed è un piacere vederla di nuovo signorina…”

 

“Anche per me.” Tagliai corto prima che potesse dire il mio nome. “Vedo che conosce il mio ex marito. Non mi aveva mai detto di essere in buoni rapporti con lei.”

 

Il Ministro rimase un attimo sconcertato ma non disse niente. Scorpius, al contrario, prese la palla al balzo e tese la mano verso Haine.

 

“Marc Miller.” Disse serio, come se si chiamasse davvero così. “Non credo di conoscerla.”

 

Haine gli strinse la mano un po’ a disagio, mandandomi un’occhiata veloce e cercò di sorridere. “Dustin Haine.” Disse brevemente. “Scusate, ho del lavoro da fare.”

 

Se ne andò via bruscamente senza neanche salutare il Ministro e mamma. Io tirai un sospiro di sollievo e solo quando Haine scomparve dietro al primo angolo, il Ministro si voltò verso di noi tra il confuso e il divertito.

 

“Oh, è così Scorpius è suo marito?”

 

Io feci una smorfia. “Ex marito.” Dissi prontamente. “Non abbiamo mai funzionato come coppia.”

 

Mamma strinse le labbra in una linea, cogliendo la mia frecciatina, mentre Scorpius rimase impassibile al mio fianco. Il Ministro semplicemente scoppiò a ridere.

 

“L’importante è che funzionate sul lavoro.” Disse. “Scorpius mi ha detto che è molto entusiasta di lei, signorina Weasley. E lo sono anche io. Finalmente Jordan ci manda qualcuno di un certo tono, perciò benvenuta a bordo!”

 

Io arrossii. “Grazie signore.”

 

Lui annuì e si voltò verso mamma. “Posso rubarle dieci minuti, signora Weasley?”

 

Mia madre sorrise gentilmente. “Può rubarmi anche tutto il pomeriggio, signor Ministro.” Disse incamminandosi con lui. “Rose, ci vediamo dopo a casa.”

 

Annuii guardandoli andare via, il Ministro continuò a ridere fino a metà del corridoio, evidentemente trovava davvero divertente la nostra finta storia d’amore. Mi voltai verso Scorpius con un sopracciglio inarcato e un fastidiosissimo sorrisino malizioso.

 

“Sei molto entusiasta di me, Malfoy?”

 

Scorpius mi lanciò un’occhiata scontenta. “Oh, chiudi il becco!”

 

 

**

 

 

“Sono semplicemente distrutta!”

 

Dissi buttandomi a pesce sul divano, non appena tornata da lavoro. Hugo ridacchiò, passando là vicino e mangiucchiando del gelato che sicuramente aveva trovato in qualche remota parte del frigo.

 

“Non vorrei demoralizzarti, ma credo che tu stia dimenticando qualcosa di molto importante.” Disse sorridendo divertito.

 

Voltai la testa verso di lui e corrucciai la fronte. Non avevo dimenticato niente, ero andata a lavoro, avevo svolto tutte le mie pratiche, avevo mandato un gufo a Vanessa, risposto ad una lettera di Jack e… Jack! Il vestito!

 

“Oh no! No, no, no, no, no!” Mi lamentai rigirandomi sul divano. “Ho la prova del vestito!”

 

Hugo si sedette sul bracciolo del divano continuando a mangiare il suo gelato. “Non disperare, è l’ultima prova, poi sarai finalmente una donna libera.”

 

Io alzai un sopracciglio. “Veramente credevo di stare per sposarmi.”

 

“In senso figurato, è ovvio.” Disse. “Ultimamente sei così presa dal lavoro che stai dimenticando tutto il resto, non è vero? Anche se, per essere sinceri, Vanessa non manda più lettere a casa lamentandosi con mamma perché non riuscite mai a vedervi.”

 

“Infatti, ho visto Vanessa molto spesso ultimamente.” Scrollai le spalle. “E il mio lavoro mi piace.”

 

Hugo fece una smorfia e smise per un attimo di mangiare. “Senti Rose, io non voglio sempre essere qua a fare il moralista ma… quanto spesso hai visto Jack questa settimana?”

 

Lo fissai al perso. Non ricordavo neanche quando fosse stata l’ultima volta. “Io… siamo stati entrambi molto impegnati e poi adesso che il campionato sta per finire devono impegnarsi molto.”

 

“Rose.” Fece Hugo sospirando. “Il campionato è finito due giorni fa. E scommetto che tu non sei neanche andata allo stadio.”

 

Che razza di persona ero? Affondai la faccia tra le mani. “Dio, mi sono fatta prendere così tanto da questo caso che… Jack mi ucciderà, non c’è dubbio. E Jack di solito mi chiamava sempre perché lo accompagnassi all’ultima di campionato. Andava tutto così bene, da quand’è che le cose hanno cominciato a precipitare così?”

 

Hugo fece una smorfia. “Vuoi davvero saperlo?”

 

Io gli lessi nel pensiero. “Non è per via di Malfoy.” Misi il broncio. “Se non altro adesso papà sarà contento. Jack non gli è mai piaciuto.”

 

“Invece di pensare a quello che pensano gli altri, perché non cerchi di capire se sposare Jack è davvero quello che vuoi.” Fece Hugo.

 

“Ma certo che lo voglio.” Dissi io. “Io lo amo.”

 

“Lo so.” Fece Hugo tristemente. “Ma forse non abbastanza.”

 

 

 

**

 

 

La conversazione con Hugo mi aveva lasciato totalmente sbigottita. Di solito non davo molto peso a quello che mi diceva la gente, soprattutto a mio padre o ad Al che cercavano di convincermi a non sposarmi. Ma Hugo si rivelava avere sempre ragione alla fine. Perciò non potevo fare altro che chiedermi se, arrivata a quel punto, stessi facendo la cosa giusta.

 

E forse già era troppo tardi, dato che ero dentro al mio vestito da sposa e mi stavo fissando allo specchio.

 

“Semplicemente meravigliosa!” Disse commossa la mamma di Jack. “Jack, sarà così fiero!”

 

Io cercai di sorridere e soprattutto di muovermi all’interno di quella specie di bomboniera gigante. Forse era un po’ troppo gonfio, ma era il vestito che la mamma di Jack aveva messo al suo matrimonio ed io non volevo essere scortese.

 

Anche mia madre mi fissò con le lacrime agli occhi. “Oh Rose, sembra solo ieri che partivi per Hogwarts e guardati adesso.”

 

Alzai gli occhi al cielo. “Mamma ti prego.”

 

Hugo e papà facevano del loro meglio per non ammazzarsi dalle risate. Il che veniva loro molto male. Cercai di lanciare un’occhiataccia almeno a papà, in modo che si contenesse davanti ai genitori di Jack. Che razza di figura.

 

“Sei sicura di non stare per esplodere?” Chiese Hugo trattenendosi per due minuti.

 

“Sto benissimo!” Dissi mettendomi le mani sui fianchi. “E adoro questo vestito!”

 

La mamma di Jack congiunse le mani, entusiasta. “Oh Rose, sono così felice di sentirtelo dire. E Jack non poteva davvero sperare di trovare una donna migliore di te. Siamo tutti così contenti di averti presto in famiglia.”

 

Io sorrisi gentilmente. “Grazie signora Russell.”

 

“Oh per favore, chiamami Helen.”

 

“Non vedo l’ora di vedere che faccia farà Jack quando ti vedrà con quel vestito.” Rise mamma.

 

Anche io sorrisi tra me e stavo quasi per voltarmi e andare a cambiarmi quando Jack quasi buttò giù la porta del negozio scaraventandosi dentro, si lasciò andare sulle ginocchia con il fiatone. Tutti restammo allibiti a fissarlo, io mi ero praticamente pietrificata sul posto. Mio padre lo aiutò ad alzarsi.

 

“Che succede, Jack?” Chiese preoccupato.

 

“Non era proprio la faccia che ti aspettavi, eh?” Mormorò Hugo a mamma.

 

Jack ancora non riusciva a parlare per via del fiatone. E doveva aver corso parecchio, dato che era un sportivo e correva tutti i giorni. Sua madre si fece avanti guardandolo male.

 

“Jack, ma insomma! Capisco che avevi voglia di vedere Rose ma porta sfortuna vedere il vestito prima del matrimonio!”

 

Qualcosa mi diceva che Jack non era affatto lì per me. Mi avvicinai a lui preoccupata. “Jack?”

 

“E’ Albus!” Riuscì a dire tra un respiro e l’altro. “Rose… hanno cercato… di ucciderlo!”

 

 

**

 

 

Scusate, lo so che non aggiorno da una vita ma è stato davvero un pessimo periodo. E pessimo è fargli un complimento. Non sono proprio dell’umore né per scrivere né per aggiornare, ma mi dispiace anche lasciare in sospeso questa storia che io stesso adoro.

 

Spero che continuiate comunque a seguire, anche se in pochi, e spero che tutto si rimetta presto a posto.

 

Al prossimo capitolo con “We Are”

Love, Zia funkia!

   
 
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