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Autore: Shinalia    22/11/2010    5 recensioni
Estratto capitolo:
Non appena la notizia le fu comunicata, Isabella scoppiò in un pianto convulso, attanagliata dal terrore di ciò che il suo bambino stava subendo e temendo di esserne stata lei stessa la causa, per una sua disattenzione. «Qualunque cosa accada pensate al bambino!» sussurrò debolmente al dottor Cullen prima di abbandonarsi all’effetto dell’anestesia.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Salveee! Eccomi con il capitolo 2 *O* ho risposto alle vostre recensioni mediante il nuovo sistema previsto da Efp ahahaha uno sfizio pazzesco. XD

Un bacioneeeeeee

2.

« Jake, credo sia opportuno che io riporti Daniel a casa. Sai quanto diventa irritabile se non mangia. » mormorò Isabella, dondolando docilmente il piccolo tra le braccia. Avevano trascorso la mattina in giro per i boschi, il bambino pareva calmarsi durante quelle passeggiate. Il calore del sole, i colori della natura, lo scrosciare dell’acqua del fiume erano per lui fonti inesauribili di interesse, in grado di calamitare la sua naturale curiosità infantile.

Oramai aveva poco più di sei mesi.

Jacob sorrise divertito, constatando quanto suo figlio gli somigliasse. Cresceva velocemente ed era piuttosto robusto per sua età. Ogni giorno gioiva per la scelta che aveva compiuto qualche mese prima.

Aver chiesto a Carlisle di trasformare Bella era stato provvidenziale, non avrebbe mai potuto vivere la sua vita senza di lei. L’amava e, benché in quella condizione lei si figurasse come l’incarnazione del suo naturale nemico, le cose non erano affatto cambiate.

Almeno non da parte sua. Nonostante tutto aveva notato una crescente freddezza di Bella nei suoi confronti. Evitava il più possibile qualsiasi contatto fisico e spesso era ben lieta di rimandare le loro visite. Jacob tentava di convincersi che fosse frutto della sua natura di neonata, come vampira che da poco era entrata nella non-vita, l’instabilità era più che naturale. Purtroppo una parte di lui temeva non fosse quello l’unico motivo. Una parte di lui sospettava che lei potesse covare del rancore per la sua scelta egoista: strapparle la sua anima perché troppo spaventato dall’idea di perderla.

Come avrebbe reagito lui al suo posto?

Non lo sapeva. Forse l’avrebbe odiata, forse avrebbe maledetto lei e la sua decisione.

Eppure…  Jacob non si pentiva.

Ogniqualvolta osservava gli sguardi amorevoli che Isabella e il loro bambino si scambiavano comprendeva cosa avrebbero perduto. Non sarebbe stato in grado di occuparsi di lui, da solo. Avrebbe osservato quel viso tondo con il dolore di chi rammenta a cosa ha rinunciato e cosa rimpiange.

« Ti accompagno? » domandò speranzoso.

Lei scosse il capo. « Non preoccuparti, sono certa che avrai altri impegni... »

Scrollò le spalle placidamente, allungando le braccia verso di lei, per prendere Daniel. Il piccolo gorgogliò paroline incomprensibili, gesticolando divertito per attirare l’attenzione, abbandonandosi ad uno dei suoi sproloqui insensati, almeno per i grandi che in quel momento erano troppo impegnati a negare i loro problemi per dargli peso.

« La ronda inizia tra due ore, ho tutto il tempo di accompagnarti dai Cullen.» si giustificò Jake, stampandole un bacio sulle labbra, prima di correre verso il confine sotto lo sguardo dolente di Bella.

La vampira seguì suo marito. La situazione era ormai divenuta più che incresciosa, era infastidita dalla continua ricerca di contatto che Jake tentava, così come dagli sguardi languidi ed innamorati.

Il senso di colpa era prepotente in lei e difficilmente riusciva a non farsi schiacciare dal suo peso. Ormai casa Cullen era divenuta la sua oasi felice. L’unico posto dove la presenza di Jake era nei limiti ed in cui lei poteva rilassarsi senza remore, dedicandosi al suo bambino.

Avrebbe voluto parlargli, confessargli che ormai tutto era mutato. Il rancore del branco verso entrambi, la lontananza necessaria, la sua vita… la loro vita, l’amore. I sentimenti genuini che un tempo aveva serbato erano svaniti, evaporati insieme alla speranza di un futuro insieme.

Voleva che Jake fosse vicino, ma esclusivamente per Daniel.

Se non fosse stato per l’amore che nutriva verso quest’ultimo avrebbe potuto ipotizzare che la freddezza dei suoi sentimenti fosse causata dal cuore immobile nel suo petto,  ma non era così.

Lei era in grado di amare, ma non Jacob. Non più.

Giunti in prossimità dello spiazzo però la loro corsa si arrestò, risvegliandola dalle sue elucubrazioni, e non potè non notare i muscoli di Jacob tendersi, mentre inspirava l’aria freneticamente. Una smorfia di disgusto si dipinse sul suo volto, riconoscendo immediatamente quel fetore che impregnava l’aria.

« Ci sono vampiri! » sibilò, riuscendo a stento a non ringhiare.

Bella lo affiancò immediatamente prendendo il piccolo Daniel tra le sue braccia, timorosa di una repentina trasformazione del licantropo. « Calmati, potrebbero essere degli amici di Esme e Carlisle... allontanati. » lo intimò allarmata.

Una certa apprensione prese possesso di lei, i due coniugi non le avevano comunicato se attendevano o meno qualcuno. Non sapeva come queste cose venivano gestite nel mondo immortale, ma supponeva che anche per i vampiri potessero aver luogo visite a sorpresa.

Jacob si voltò di scatto, fulminandola. « Non vi lascio da soli in mezzo a dei succhiasangue! » protestò con vigore, mentre il suo corpo veniva scosso dai primi tremiti , guadagnandosi un’occhiata per nulla benevola di Isabella. Odiava quel termine tanto usato alla riserva, e non solo perchè lei si ritrovava a condividere quella natura, ma soprattutto perché tutto quell’odio e quel disprezzo era totalmente ingiustificato,  in particolar modo se rivolto a persone stupende come Esme e Carlisle.

Arricciò il labbro ringhiando. Come osa? « Vai via... » soffiò, mentre i suoi occhi si scurivano pericolosamente.

Quel sibilo incattivito e lo sguardo furioso che lo accompagnò, fecero comprendere a Jacob quanto le sue parole fossero state inopportune e, recuperando il controllo di sé, si limitò ad annuire, fuggendo verso la foresta.

Un flebile scusa riecheggiò nella boscaglia, accompagnato da un ululato.

_____________________________________

Alice si ritrovò immersa in una visione leggermente sfocata.

« Stanno arrivando. » comunicò con entusiasmo, attirando su di sé gli sguardi colmi di aspettativa dei presenti.

Il sorriso radioso che si dipinse sul volto di Esme non sfuggì a nessuno. La vampira si alzò dal divano, sul quale era accomodata, trotterellando allegramente verso la cucina per immergersi nelle pappine del piccolo licantropo.

L’arrivo di Bella e Daniel nella loro famiglia era stato accolto con enorme entusiasmo ed era certa che anche i suoi figli avrebbero gioito della loro presenza. Quella ragazza appariva ai suoi occhi tanto dolce da meritare tutto l’affetto possibile e la sua forza, la capacità di gestire la condizione difficile in cui si trovava, giustificava la grande stima che i coniugi Cullen nutrivano per lei.

Ciò che non sapevano era che da lì a poco molte cose sarebbero cambiate, mutando quel clima di serenità che si era momentaneamente creato.

La porta di casa Cullen si aprì lentamente, mentre Bella, leggermente impaurita faceva il suo ingresso. Benchè avesse allontanato Jake non poteva di certo dirsi sicura, temendo che un vampiro privo di controllo potesse fare del male al suo piccolo. Stringeva Daniel tra le braccia, con una presa salda e sicura, pronta a scattare e a portarlo lontano al primo accenno di pericolo.

Non avrebbe mai permesso a qualcuno di avvicinarsi abbastanza anche solo per sfiorarlo. Lo avrebbe protetto ad ogni costo ed era sicura che, quelli che ormai considerava alla stregua dei suoi genitori, avrebbero reagito nel medesimo modo.

 «Esme, Carlisle?» sussurrò titubante, con quella sua nuova voce alla quale non riusciva ad abituarsi, suadente e morbida, anche quanto permeata dalla paura come in quell’istante. La natura di vampiro aveva in sé un fascino indiscutibile.

Era stato strano svegliarsi in quel nuovo corpo, tanto simile quanto diverso. Il suo viso, i suoi lineamenti, tutto si era perfezionato, raggiungendo quella armoniosità eterea che connotava la sua natura. Una pelle liscia e luminosa, labbra rosse e perfette, occhi di un inquietante color cremisi che non il tempo stava scemando verso un caldo color oro.

Per lei che era sempre stata anonima, era stato una scoperta entusiasmante.

Non era mai stata vanitosa o particolarmente attaccata al suo aspetto, forse perché si reputava un caso irrecuperabile che non avrebbe mai potuto aspirare a nulla di meglio. Al suo risveglio, lontana da Jacob, si era chiesta cosa avrebbe pensato lui.

Era certa che sarebbe stata una piacevole sorpresa anche per lui, invece l’espressione del suo volto fece eco alla sua: disgusto, paura.

Era stato un colpo al suo cuore morto, una ferita che non si sarebbe mai rimarginata.

Avrebbe serbato in eterno quell’immagine, ormai impressa a fuoco nella sua memoria.

« Bella, entra! » la voce sicura di Esme le provocò un lieve sobbalzo, ma quanto il volto della donna comparve sullo stipite della porta, ostentando il suo dolce sorriso, Bella non potè fare altro che rilassarsi. Emise un sospiro di sollievo, rendendosi conto solo in quell’istante della rigida postura che aveva assunto e sorridendo imbarazzata seguì la donna nella sala da pranzo, rivelandosi ai cinque vampiri che incuriositi iniziarono a fissarla.

« Tesoro, questi sono gli altri membri della famiglia. Ti avevamo parlato di loro e… »

Prima che Carlisle potesse terminare la frase, un piccolo tornado dai capelli neri si catapultò verso di lei con un sorriso estatico, iniziando a ciarlare con frasi sconnesse riguardando ore di shopping sfrenato, rifare un certo guardaroba, considerato eccessivamente sfornito per una Cullen, e di giocattoli per bambini. Tutto sotto lo sguardo incredulo dei presenti e di una Bella piuttosto spaventata.

Come al solito Alice, un passo avanti a tutti loro, a causa del suo dono, aveva agito quasi come conoscesse quella ragazza da tempo. Effettivamente era apparso il suo viso, sebbene sfocato, in molte sue frammentarie visioni. Quei lineamenti dolci, le labbra piene e la cascata di capelli castani ormai le erano noti.

Peccato non potesse dirsi il contrario. Bella gettava sguardi titubanti alla sala e alla ragazzetta dall’aria fin troppo allegra, avvolgendo Daniel nel suo abbraccio. La tensione del suo corpo era visibile, era pronta a scattare da un momento ad un altro. Sarebbe bastato un minimo cenno di pericolo.

Ecco un’altra delle caratteristiche acquisite con la natura di vampira. La sua mente, lavorando frenetica, valutava le possibilità di riuscire ad uscire indenne dallo scontro con la piccoletta e al contempo vagliava le vie di fuga.

Non che in realtà fosse necessario, l’espressione di benevola condiscendenza di Esme le rivelava che non vi erano pericoli, eppure lei non riusciva a tranquillizzarsi del tutto.

Non rammentavano la sua natura di instabile vampira neonata? Si domandò irritata, gettando uno sguardo colmo di disappunto a Carlisle che si passava esasperatamente divertito la mano tra i folti capelli biondi.

Bella comprese che quello strano comportamento non era una novità, come ebbe modo di appurare in seguito. Si sarebbe affezionata ad Alice con una velocità che non avrebbe mai ritenuto possibile. Sarebbe diventata una sorella e una grande amica, un sostegno in quel periodo devastante che da lì a poco avrebbe affrontato.

Non è vero che sono le prime impressioni quelle che contano, perché esse si fermano a quella superficie che le persone ostentano. Quella maschera che manifestano, talvolta, e che poco corrisponde al loro vero io.

Nel profondo di ognuno c’è molto più di quello che si può intuire a colpo d’occhio, fortunatamente. Se non fosse così la vita sarebbe mortalmente noiosa, se non fosse così non sarebbe possibile riscoprirsi ogni giorno, nel bene e nel male che sia.

Nessuna imprevedibilità.

Siamo come un puzzle.

Siamo composti da milioni di pezzetti che formano nel complesso la nostra personalità, ma ognuno di essi, per quanto piccolo ha il suo valore. Le sfaccettature del nostro essere non potranno mai essere comprese appieno, ma questo non ci deve impedire di tentare.

«Tesoro, la stai spaventando. – mormorò dolcemente un ragazzo dalla chioma leonina, mentre una calma innaturale si diffondeva nella sala, facendo man mano scemare anche l’euforia di Alice, permettendole di riacquistare un minimo di contegno. - Possibile tu sia sempre così irruente. continuò in tono bonario, rivolgendosi a sua moglie che li fissava con un sorriso imbarazzato. Solo in quell’istante si era resa conto di non essersi nemmeno presentata alla loro ospite, preda dall’entusiasmo di ciò che le sue visioni le avevano rivelato.

Esme scuotendo il capo divertita si avvicinò a Bella allontanandola dalle grinfie del folletto e accompagnandola verso il divano per effettuare le dovute presentazioni.

«Ragazzi, questa è Isabella e lui è il piccolo Daniel Blake. Come vi stavamo raccontando, Bella è sposata con l’alfa del branco dei licantropi e di conseguenza per lui è stato revocato il patto. »

Tutti annuirono, sebbene alcuni di loro non propriamente convinti. Jasper era a conoscenza dell’impulsività dei licantropi e temeva seriamente per l’incolumità della propria famiglia. Nonostante ciò preferì non replicare, notando lo sguardo sereno di Esme e la tranquillità che aleggiava in casa.

La vampira si voltò verso la nuova venuta, pronta a concludere le presentazioni, indicando ad uno ad uno quelli che considerava alla stregua di suoi figli. «Loro sono Alice, Jasper, Emmett, Rosalie ed infine Edward. »

Il suo sguardo imbarazzato si posò su ognuno di loro, limitandosi ad un lieve cenno del capo, almeno sino a quando non incrociò gli occhi color oro del vampiro dai capelli bronzi. Rimase piuttosto sorpresa constatando l’avvenenza di quest’ultimo ed inevitabilmente il suo sguardo indugiò su di lui più del dovuto.

Ma non molto.

Sorpresa da se stessa deviò immediatamente l’attenzione su di un quadro esposto nel salone, fingendo di apprezzarne la bellezza, lieta della natura di vampira che non le permetteva di arrossire.

Edward dal canto suo la fissava incantato, ignorando i richiami mentali di Jasper che gli intimava di recuperare il controllo, rammentandogli il legame di lei con il branco dei licantropi.

Edward, per cortesia cerca di riprenderti! Stai letteralmente sbavando.

Naturalmente la sua aria assente era stata colta anche dagli altri membri della famiglia, che non mancarono di schernirlo o rimproverarlo.

Guardati beone, sembra  non abbia mai visto una donna in vita tua. Eddino Edduccio si farà strapazzare da un licantropuccio. Cantilenava Emmett ghignando divertito, immaginando la reazione del marito di Isabella.

Un licantropo e la gelosia non erano un connubio auspicabile.

« Il piccolo vivrà qui? » il sussurro di Rosalie ridestò i presenti, compreso Edward. « Cioè vivrete entrambi qui, con noi?»

Giuro che se per colpa dei suoi sguardi languidi l’alfa non le permetterà più di vivere qui insieme al bambino, lo strangolo.

Tutti si voltarono ad osservarla, mentre si torceva le mani, notando l’espressione di malcelata speranza. Isabella le rivolse un sorriso radioso, Esme le aveva parlato di lei e le aveva comunicato che, con certezza, la vampira bionda sarebbe stata più che entusiasta di affiancarla nelle sue mansioni materne.

Bella aveva compreso immediatamente il motivo di una tale affermazione. Il sapere di non poter generare un proprio figlio affliggeva lei stessa, che tanto avrebbe desiderato dare un fratellino oppure una sorellina al suo Daniel. Eppure lei aveva la fortuna di avere il suo piccolo.

Immaginava il disagio e la tristezza che doveva aver arrecato loro quella condizione ed era sua intenzione ripagare Esme e quella meravigliosa famiglia delle attenzioni e della bontà che le stavano rivolgendo, nonostante il disprezzo che Jacob manifestava verso di loro.

Assurdo considerando che per lui l’avevano trasformata in una di loro, le avevano dato una casa quando il branco l’aveva allontanata, le avevano donato la protezione da se stessa e dal mondo. Come poteva essere a tal punto ingrato?

Lei non si sarebbe comportata in quel modo.

A quella famiglia doveva tutto. La sua vita, la sua felicità… il suo bambino.

« Vuoi prenderlo in braccio? » chiese in risposta, desiderosa di guadagnarsi la fiducia della vampira.  Conscia che il piccolo Daniel fosse profondamente addormentato ed abituato ad essere stretto da braccia gelide glielo porse senza remore, guadagnandosi un’occhiata colma di gratitudine anche dal mastodontico vampiro al suo fianco.

Alice euforica decise di porre fine ai convenevoli, troppo impegnata a vagliare le ipotesi dell’incerto futuro che iniziava a prospettarsi ai suoi occhi.

« Credo che un giro al centro commerciale potrebbe essere un’ottima idea! » sentenziò pronta a girare tra i negozi di qualche mega centro commerciale.

« Tesoro, ma siete appena arrivati. - mormorò Esme che non comprendeva il motivo di un così frettoloso progetto. – Potremmo approfittare della serata per permettere a Bella e Daniel di conoscervi. »

Un piccolo broncio si disegnò sulle labbra della vampira dai capelli corvini. « Io sono certa che la mia sorellina sarà più che felice di dedicarsi ad un po’ di sano shopping con me. » sussurrò volgendo uno sguardo speranzoso ad Isabella che la fissava sinceramente commossa.

L’aveva realmente definita sua sorella? Si chiese. Quella parola così semplice riuscì a trasmetterle un immenso senso di calore. Lei, che non aveva mai avuto una famiglia realmente unita non poteva non apprezzare quel piccolo gesto e sebbene non fosse entusiasmata dall’idea di venir trascinata per i negozi, decise ugualmente di acconsentire. Qualcosa nello sguardo di Alice le diceva che le sue non erano parole vane e che, forse grazie al suo dono, era riuscita ad accettarla realmente in quella famiglia, pur non conoscendola di persona.

« Mi farebbe piacere. » asserì sorridendo, rammentando però che per Daniel probabilmente non sarebbe stato opportuno.

Stava per ribattere, ma la piccola veggente fu più veloce.

« Daniel resterà con Esme e Rose, loro saranno più che liete di occuparsi di lui. – comunicò mestamente. – mentre Edward e Jasper ci accompagneranno. Qualcuno dovrà pur portare le buste. » sentenziò mentre un cipiglio increspava il volto di Isabella.  Qualcosa le lasciava presupporre che la concezione di shopping della piccoletta era estremamente diversa dalla sua. Quando aveva scelto l’arredamento della sua nuova camera con Esme aveva appurato quanto il denaro non fosse un problema per loro e come non si premurassero di risparmiare su nulla.

Osservando gli abiti indosso alla vampira dinanzi a lei, griffati e palesemente nuovi, intuii che quello doveva essere un vizio di famiglia. Peccato che lei non disponesse di cifre astronomiche e che al contrario le sue finanze fossero tutt’altro che cospicue.

Con un sospiro sommesso si arrese, in fin dei conti non le pareva di avere molte scelte.

Edward silenzioso osservò la scena senza proferir parola, evitando di ribattere come era solito fare. Odiava quando Alice gli imponeva qualcosa senza premurarsi di chiedere il suo consenso, ma la curiosità per la nuova vampira lo spinse a non crucciarsi oltre.

Era seriamente intenzionato a conoscerla, in parte anche per comprendere come potesse vivere in una situazione tanto insolita, non era di certo usuale trovare una vampira amorevolmente sposata con un licantropo e per giunta con un bambino.

Decise di sondare i suoi pensieri, esortato da Jasper ancora preoccupato da questione, ma quello che accadde non fu certo un buon segno.

« Bene, andiamo a prepararci! » il trillo entusiasta di Alice pose fine alla discussione, preannunciando un pomeriggio di sano e sfiancante shopping e di prime conoscenze, sotto lo sguardo vacuo di Edward. Non riusciva a leggere i pensieri della nuova vampira.

 

 

   
 
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