Salveee! Eccomi con il capitolo 2 *O* ho risposto alle vostre recensioni mediante il nuovo sistema previsto da Efp ahahaha uno sfizio pazzesco. XD
Un bacioneeeeeee
2.
« Jake,
credo
sia opportuno che io riporti Daniel a casa. Sai quanto diventa
irritabile se
non mangia. » mormorò Isabella, dondolando
docilmente il piccolo tra le
braccia. Avevano trascorso la mattina in giro per i boschi, il bambino
pareva
calmarsi durante quelle passeggiate. Il calore del sole, i colori della
natura,
lo scrosciare dell’acqua del fiume erano per lui fonti
inesauribili di
interesse, in grado di calamitare la sua naturale curiosità
infantile.
Oramai aveva
poco più di sei mesi.
Jacob sorrise
divertito, constatando quanto suo figlio gli somigliasse. Cresceva
velocemente
ed era piuttosto robusto per sua età. Ogni giorno gioiva per
la scelta che
aveva compiuto qualche mese prima.
Aver chiesto a
Carlisle di trasformare Bella era stato provvidenziale, non avrebbe mai
potuto
vivere la sua vita senza di lei. L’amava e, benché
in quella condizione lei si figurasse
come l’incarnazione del suo naturale nemico, le cose non
erano affatto
cambiate.
Almeno non da
parte sua. Nonostante tutto aveva notato una crescente freddezza di
Bella nei
suoi confronti. Evitava il più possibile qualsiasi contatto
fisico e spesso era
ben lieta di rimandare le loro visite. Jacob tentava di convincersi che
fosse
frutto della sua natura di neonata, come vampira che da poco era
entrata nella
non-vita, l’instabilità era più che
naturale. Purtroppo una parte di lui temeva
non fosse quello l’unico motivo. Una parte di lui sospettava
che lei potesse
covare del rancore per la sua scelta egoista: strapparle la sua anima
perché
troppo spaventato dall’idea di perderla.
Come avrebbe
reagito lui al suo posto?
Non lo sapeva.
Forse l’avrebbe odiata, forse avrebbe maledetto lei e la sua
decisione.
Eppure… Jacob non si pentiva.
Ogniqualvolta
osservava gli sguardi amorevoli che Isabella e il loro bambino si
scambiavano
comprendeva cosa avrebbero perduto. Non sarebbe stato in grado di
occuparsi di
lui, da solo. Avrebbe osservato quel viso tondo con il dolore di chi
rammenta a
cosa ha rinunciato e cosa rimpiange.
« Ti
accompagno?
» domandò speranzoso.
Lei scosse il
capo. « Non preoccuparti, sono certa che avrai altri
impegni... »
Scrollò
le
spalle placidamente, allungando le braccia verso di lei, per prendere
Daniel.
Il piccolo gorgogliò paroline incomprensibili, gesticolando
divertito per
attirare l’attenzione, abbandonandosi ad uno dei suoi
sproloqui insensati,
almeno per i grandi che in quel momento erano troppo impegnati a negare
i loro
problemi per dargli peso.
« La ronda
inizia tra due ore, ho tutto il tempo di accompagnarti dai
Cullen.» si
giustificò Jake, stampandole un bacio sulle labbra, prima di
correre verso il
confine sotto lo sguardo dolente di Bella.
La vampira
seguì
suo marito. La situazione era ormai divenuta più che
incresciosa, era
infastidita dalla continua ricerca di contatto che Jake tentava,
così come
dagli sguardi languidi ed innamorati.
Il senso di
colpa era prepotente in lei e difficilmente riusciva a non farsi
schiacciare
dal suo peso. Ormai casa Cullen era divenuta la sua oasi felice.
L’unico posto
dove la presenza di Jake era nei limiti ed in cui lei poteva rilassarsi
senza
remore, dedicandosi al suo bambino.
Avrebbe voluto
parlargli, confessargli che ormai tutto era mutato. Il rancore del
branco verso
entrambi, la lontananza necessaria, la sua vita… la loro
vita, l’amore. I sentimenti
genuini che un tempo aveva serbato erano svaniti, evaporati insieme
alla
speranza di un futuro insieme.
Voleva che Jake
fosse vicino, ma esclusivamente per Daniel.
Se non fosse
stato per l’amore che nutriva verso quest’ultimo
avrebbe potuto ipotizzare che
la freddezza dei suoi sentimenti fosse causata dal cuore immobile nel
suo
petto, ma non era
così.
Lei era in grado
di amare, ma non Jacob. Non più.
Giunti in
prossimità dello spiazzo però la loro corsa si
arrestò, risvegliandola dalle
sue elucubrazioni, e non potè non notare i muscoli di Jacob
tendersi, mentre
inspirava l’aria freneticamente. Una smorfia di disgusto si
dipinse sul suo
volto, riconoscendo immediatamente quel fetore che impregnava
l’aria.
« Ci sono
vampiri! » sibilò, riuscendo a stento a non
ringhiare.
Bella lo
affiancò immediatamente prendendo il piccolo Daniel tra le
sue braccia,
timorosa di una repentina trasformazione del licantropo. «
Calmati, potrebbero
essere degli amici di Esme e Carlisle... allontanati. » lo
intimò allarmata.
Una certa
apprensione prese possesso di lei, i due coniugi non le avevano
comunicato se
attendevano o meno qualcuno. Non sapeva come queste cose venivano
gestite nel
mondo immortale, ma supponeva che anche per i vampiri potessero aver
luogo
visite a sorpresa.
Jacob si
voltò
di scatto, fulminandola. « Non vi lascio da soli in mezzo a
dei succhiasangue!
» protestò con vigore, mentre il suo corpo veniva
scosso dai primi tremiti ,
guadagnandosi un’occhiata per nulla benevola di Isabella.
Odiava quel termine
tanto usato alla riserva, e non solo perchè lei si ritrovava
a condividere
quella natura, ma soprattutto perché tutto
quell’odio e quel disprezzo era
totalmente ingiustificato, in
particolar
modo se rivolto a persone stupende come Esme e Carlisle.
Arricciò
il
labbro ringhiando. Come osa?
« Vai
via... » soffiò, mentre i suoi occhi si scurivano
pericolosamente.
Quel sibilo
incattivito e lo sguardo furioso che lo accompagnò, fecero
comprendere a Jacob
quanto le sue parole fossero state inopportune e, recuperando il
controllo di
sé, si limitò ad annuire, fuggendo verso la
foresta.
Un flebile scusa
riecheggiò nella boscaglia, accompagnato da un ululato.
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Alice si
ritrovò
immersa in una visione leggermente sfocata.
« Stanno
arrivando. » comunicò con entusiasmo, attirando su
di sé gli sguardi colmi di
aspettativa dei presenti.
Il sorriso
radioso che si dipinse sul volto di Esme non sfuggì a
nessuno. La vampira si
alzò dal divano, sul quale era accomodata, trotterellando
allegramente verso la
cucina per immergersi nelle pappine del piccolo licantropo.
L’arrivo
di
Bella e Daniel nella loro famiglia era stato accolto con enorme
entusiasmo ed
era certa che anche i suoi figli avrebbero gioito della loro presenza.
Quella
ragazza appariva ai suoi occhi tanto dolce da meritare tutto
l’affetto
possibile e la sua forza, la capacità di gestire la
condizione difficile in cui
si trovava, giustificava la grande stima che i coniugi Cullen nutrivano
per
lei.
Ciò che
non
sapevano era che da lì a poco molte cose sarebbero cambiate,
mutando quel clima
di serenità che si era momentaneamente creato.
La porta di casa
Cullen si aprì lentamente, mentre Bella, leggermente
impaurita faceva il suo
ingresso. Benchè avesse allontanato Jake non poteva di certo
dirsi sicura,
temendo che un vampiro privo di controllo potesse fare del male al suo
piccolo.
Stringeva Daniel tra le braccia, con una presa salda e sicura, pronta a
scattare e a portarlo lontano al primo accenno di pericolo.
Non avrebbe mai
permesso a qualcuno di avvicinarsi abbastanza anche solo per sfiorarlo.
Lo
avrebbe protetto ad ogni costo ed era sicura che, quelli che ormai
considerava
alla stregua dei suoi genitori, avrebbero reagito nel medesimo modo.
«Esme,
Carlisle?» sussurrò titubante, con
quella sua nuova voce alla quale non riusciva ad abituarsi, suadente e
morbida,
anche quanto permeata dalla paura come in quell’istante. La
natura di vampiro
aveva in sé un fascino indiscutibile.
Era stato strano
svegliarsi in quel nuovo corpo, tanto simile quanto diverso. Il suo
viso, i
suoi lineamenti, tutto si era perfezionato, raggiungendo quella
armoniosità
eterea che connotava la sua natura. Una pelle liscia e luminosa, labbra
rosse e
perfette, occhi di un inquietante color cremisi che non il tempo stava
scemando
verso un caldo color oro.
Per lei che era
sempre stata anonima, era stato una scoperta entusiasmante.
Non era mai
stata vanitosa o particolarmente attaccata al suo aspetto, forse
perché si
reputava un caso irrecuperabile che non avrebbe mai potuto aspirare a
nulla di
meglio. Al suo risveglio, lontana da Jacob, si era chiesta cosa avrebbe
pensato
lui.
Era certa che
sarebbe stata una piacevole sorpresa anche per lui, invece
l’espressione del
suo volto fece eco alla sua: disgusto, paura.
Era stato un
colpo al suo cuore morto, una ferita che non si sarebbe mai rimarginata.
Avrebbe serbato
in eterno quell’immagine, ormai impressa a fuoco nella sua
memoria.
« Bella,
entra!
» la voce sicura di Esme le provocò un lieve
sobbalzo, ma quanto il volto della
donna comparve sullo stipite della porta, ostentando il suo dolce
sorriso,
Bella non potè fare altro che rilassarsi. Emise un sospiro
di sollievo,
rendendosi conto solo in quell’istante della rigida postura
che aveva assunto e
sorridendo imbarazzata seguì la donna nella sala da pranzo,
rivelandosi ai
cinque vampiri che incuriositi iniziarono a fissarla.
« Tesoro,
questi
sono gli altri membri della famiglia. Ti avevamo parlato di loro
e… »
Prima che
Carlisle potesse terminare la frase, un piccolo tornado dai capelli
neri si
catapultò verso di lei con un sorriso estatico, iniziando a
ciarlare con frasi
sconnesse riguardando ore di shopping sfrenato, rifare un certo
guardaroba,
considerato eccessivamente sfornito per una Cullen, e di giocattoli per
bambini. Tutto sotto lo sguardo incredulo dei presenti e di una Bella
piuttosto
spaventata.
Come al solito
Alice, un passo avanti a tutti loro, a causa del suo dono, aveva agito
quasi
come conoscesse quella ragazza da tempo. Effettivamente era apparso il
suo
viso, sebbene sfocato, in molte sue frammentarie visioni. Quei
lineamenti
dolci, le labbra piene e la cascata di capelli castani ormai le erano
noti.
Peccato non
potesse dirsi il contrario. Bella gettava sguardi titubanti alla sala e
alla
ragazzetta dall’aria fin troppo allegra, avvolgendo Daniel
nel suo abbraccio.
La tensione del suo corpo era visibile, era pronta a scattare da un
momento ad
un altro. Sarebbe bastato un minimo cenno di pericolo.
Ecco
un’altra
delle caratteristiche acquisite con la natura di vampira. La sua mente,
lavorando frenetica, valutava le possibilità di riuscire ad
uscire indenne dallo
scontro con la piccoletta e al contempo vagliava le vie di fuga.
Non che in
realtà fosse necessario, l’espressione di benevola
condiscendenza di Esme le
rivelava che non vi erano pericoli, eppure lei non riusciva a
tranquillizzarsi
del tutto.
Non rammentavano
la sua natura di instabile vampira neonata? Si domandò
irritata, gettando uno
sguardo colmo di disappunto a Carlisle che si passava esasperatamente
divertito
la mano tra i folti capelli biondi.
Bella comprese
che quello strano comportamento non era una novità, come
ebbe modo di appurare
in seguito. Si sarebbe affezionata ad Alice con una velocità
che non avrebbe
mai ritenuto possibile. Sarebbe diventata una sorella e una grande
amica, un
sostegno in quel periodo devastante che da lì a poco avrebbe
affrontato.
Non è
vero che
sono le prime impressioni quelle che contano, perché esse si
fermano a quella
superficie che le persone ostentano. Quella maschera che manifestano,
talvolta,
e che poco corrisponde al loro vero io.
Nel profondo di
ognuno c’è molto più di quello che si
può intuire a colpo d’occhio,
fortunatamente. Se non fosse così la vita sarebbe
mortalmente noiosa, se non
fosse così non sarebbe possibile riscoprirsi ogni giorno,
nel bene e nel male
che sia.
Nessuna
imprevedibilità.
Siamo come un
puzzle.
Siamo composti
da milioni di pezzetti che formano nel complesso la nostra
personalità, ma
ognuno di essi, per quanto piccolo ha il suo valore. Le sfaccettature
del
nostro essere non potranno mai essere comprese appieno, ma questo non
ci deve
impedire di tentare.
«Tesoro,
la stai
spaventando. – mormorò dolcemente un ragazzo dalla
chioma leonina, mentre una
calma innaturale si diffondeva nella sala, facendo man mano scemare
anche
l’euforia di Alice, permettendole di riacquistare un minimo
di contegno. -
Possibile tu sia sempre così irruente. continuò
in tono bonario, rivolgendosi a
sua moglie che li fissava con un sorriso imbarazzato. Solo in
quell’istante si
era resa conto di non essersi nemmeno presentata alla loro ospite,
preda
dall’entusiasmo di ciò che le sue visioni le
avevano rivelato.
Esme scuotendo
il capo divertita si avvicinò a Bella allontanandola dalle
grinfie del folletto
e accompagnandola verso il divano per effettuare le dovute
presentazioni.
«Ragazzi,
questa
è Isabella e lui è il piccolo Daniel Blake. Come
vi stavamo raccontando, Bella
è sposata con l’alfa del branco dei licantropi e
di conseguenza per lui è stato
revocato il patto. »
Tutti annuirono,
sebbene alcuni di loro non propriamente convinti. Jasper era a
conoscenza
dell’impulsività dei licantropi e temeva
seriamente per l’incolumità della
propria famiglia. Nonostante ciò preferì non
replicare, notando lo sguardo
sereno di Esme e la tranquillità che aleggiava in casa.
La vampira si
voltò verso la nuova venuta, pronta a concludere le
presentazioni, indicando ad
uno ad uno quelli che considerava alla stregua di suoi figli.
«Loro sono Alice,
Jasper, Emmett, Rosalie ed infine Edward. »
Il suo sguardo
imbarazzato si posò su ognuno di loro, limitandosi ad un
lieve cenno del capo,
almeno sino a quando non incrociò gli occhi color oro del
vampiro dai capelli
bronzi. Rimase piuttosto sorpresa constatando l’avvenenza di
quest’ultimo ed
inevitabilmente il suo sguardo indugiò su di lui
più del dovuto.
Ma non molto.
Sorpresa da se
stessa deviò immediatamente l’attenzione su di un
quadro esposto nel salone,
fingendo di apprezzarne la bellezza, lieta della natura di vampira che
non le
permetteva di arrossire.
Edward dal canto
suo la fissava incantato, ignorando i richiami mentali di Jasper che
gli
intimava di recuperare il controllo, rammentandogli il legame di lei
con il
branco dei licantropi.
Edward, per cortesia
cerca di
riprenderti! Stai letteralmente sbavando.
Naturalmente la
sua aria assente era stata colta anche dagli altri membri della
famiglia, che
non mancarono di schernirlo o rimproverarlo.
Guardati beone,
sembra non abbia
mai visto una donna in vita tua. Eddino
Edduccio si farà strapazzare da un licantropuccio. Cantilenava Emmett
ghignando divertito,
immaginando la reazione del marito di Isabella.
Un licantropo e
la gelosia non erano un connubio auspicabile.
« Il
piccolo
vivrà qui? » il sussurro di Rosalie
ridestò i presenti, compreso Edward. «
Cioè
vivrete entrambi qui, con noi?»
Giuro che se per
colpa dei suoi sguardi
languidi l’alfa non le permetterà più
di vivere qui insieme al bambino, lo
strangolo.
Tutti si
voltarono ad osservarla, mentre si torceva le mani, notando
l’espressione di
malcelata speranza. Isabella le rivolse un sorriso radioso, Esme le
aveva
parlato di lei e le aveva comunicato che, con certezza, la vampira
bionda
sarebbe stata più che entusiasta di affiancarla nelle sue
mansioni materne.
Bella aveva
compreso immediatamente il motivo di una tale affermazione. Il sapere
di non
poter generare un proprio figlio affliggeva lei stessa, che tanto
avrebbe
desiderato dare un fratellino oppure una sorellina al suo Daniel.
Eppure lei
aveva la fortuna di avere il suo piccolo.
Immaginava il
disagio e la tristezza che doveva aver arrecato loro quella condizione
ed era
sua intenzione ripagare Esme e quella meravigliosa famiglia delle
attenzioni e
della bontà che le stavano rivolgendo, nonostante il
disprezzo che Jacob
manifestava verso di loro.
Assurdo
considerando che per lui l’avevano trasformata in una di
loro, le avevano dato
una casa quando il branco l’aveva allontanata, le avevano
donato la protezione
da se stessa e dal mondo. Come poteva essere a tal punto ingrato?
Lei non si
sarebbe comportata in quel modo.
A quella
famiglia doveva tutto. La sua vita, la sua
felicità… il suo bambino.
« Vuoi
prenderlo
in braccio? » chiese in risposta, desiderosa di guadagnarsi
la fiducia della
vampira. Conscia
che il piccolo Daniel
fosse profondamente addormentato ed abituato ad essere stretto da
braccia
gelide glielo porse senza remore, guadagnandosi un’occhiata
colma di
gratitudine anche dal mastodontico vampiro al suo fianco.
Alice euforica
decise di porre fine ai convenevoli, troppo impegnata a vagliare le
ipotesi
dell’incerto futuro che iniziava a prospettarsi ai suoi occhi.
« Credo
che un
giro al centro commerciale potrebbe essere un’ottima idea!
» sentenziò pronta a
girare tra i negozi di qualche mega centro commerciale.
« Tesoro,
ma
siete appena arrivati. - mormorò Esme che non comprendeva il
motivo di un così
frettoloso progetto. – Potremmo approfittare della serata per
permettere a
Bella e Daniel di conoscervi. »
Un piccolo
broncio si disegnò sulle labbra della vampira dai capelli
corvini. « Io sono
certa che la mia sorellina sarà più che felice di
dedicarsi ad un po’ di sano
shopping con me. » sussurrò volgendo uno sguardo
speranzoso ad Isabella che la
fissava sinceramente commossa.
L’aveva
realmente definita sua sorella? Si chiese. Quella parola
così semplice riuscì a
trasmetterle un immenso senso di calore. Lei, che non aveva mai avuto
una
famiglia realmente unita non poteva non apprezzare quel piccolo gesto e
sebbene
non fosse entusiasmata dall’idea di venir trascinata per i
negozi, decise
ugualmente di acconsentire. Qualcosa nello sguardo di Alice le diceva
che le
sue non erano parole vane e che, forse grazie al suo dono, era riuscita
ad
accettarla realmente in quella famiglia, pur non conoscendola di
persona.
« Mi
farebbe
piacere. » asserì sorridendo, rammentando
però che per Daniel probabilmente non
sarebbe stato opportuno.
Stava per
ribattere, ma la piccola veggente fu più veloce.
« Daniel
resterà
con Esme e Rose, loro saranno più che liete di occuparsi di
lui. – comunicò
mestamente. – mentre Edward e Jasper ci accompagneranno.
Qualcuno dovrà pur
portare le buste. » sentenziò mentre un cipiglio
increspava il volto di
Isabella. Qualcosa
le lasciava
presupporre che la concezione di shopping della piccoletta era
estremamente
diversa dalla sua. Quando aveva scelto l’arredamento della
sua nuova camera con
Esme aveva appurato quanto il denaro non fosse un problema per loro e
come non
si premurassero di risparmiare su nulla.
Osservando gli
abiti indosso alla vampira dinanzi a lei, griffati e palesemente nuovi,
intuii che
quello doveva essere un vizio di famiglia. Peccato che lei non
disponesse di
cifre astronomiche e che al contrario le sue finanze fossero
tutt’altro che
cospicue.
Con un sospiro
sommesso si arrese, in fin dei conti non le pareva di avere molte
scelte.
Edward
silenzioso osservò la scena senza proferir parola, evitando
di ribattere come
era solito fare. Odiava quando Alice gli imponeva qualcosa senza
premurarsi di
chiedere il suo consenso, ma la curiosità per la nuova
vampira lo spinse a non
crucciarsi oltre.
Era seriamente
intenzionato a conoscerla, in parte anche per comprendere come potesse
vivere
in una situazione tanto insolita, non era di certo usuale trovare una
vampira
amorevolmente sposata con un licantropo e per giunta con un bambino.
Decise di
sondare i suoi pensieri, esortato da Jasper ancora preoccupato da
questione, ma
quello che accadde non fu certo un buon segno.
« Bene,
andiamo
a prepararci! » il trillo entusiasta di Alice pose fine alla
discussione,
preannunciando un pomeriggio di sano e sfiancante shopping e di prime
conoscenze, sotto lo sguardo vacuo di Edward. Non
riusciva a leggere i pensieri della nuova vampira.