Il
mattino dopo si presenta a lezione con un paio di grandi
occhiali da sole, le occhiaie sono troppo profonde per nasconderle.
Si ripromette che la prossima volta non avrebbe neanche provato a
dormire, un paio d'ore costellate da incubi sono più deleterie di
una notte insonne.
Entra in classe in ritardo, con una sigaretta
in bocca. La divisa non sapendo dove fosse finita l'ha sostituita con
una maxi maglia nera ed un paio di leggins neri, ai piedi degli
stivali al ginocchio, stranamente senza tacco. Sarà l'aria stanca o
l'abbigliamento, ma per la prima volta tutti sembrano rendersi conto,
o per lo meno ammettere ad alta voce, che la sua magrezza sta
arrivando a livelli patologici. Un idiota fa partire una raffica di
vento per vedere se sarebbe volata via.
Si dirige al suo banco
scuotendo la testa infastidita, indifferente alla McGranitt che
la fulmina.
-Alla buon ora signorina Granger-
-Meglio tardi che
mai, no?- ribatte sprezzante.
-Forse una punizione potrebbe farle
ricordare di guardare l'orologio-
-Certo, potrebbe. Dicono che la
speranza sia l'ultima a morire-
La classe trattiene il respiro. La
Granger sta apertamente sfidando "LA" professoressa.
-Forse
un richiamo...- comincia irata, non considerando la reazione della
ragazza che ancora in piedi si volta e le si avvicina lentamente
arrestandosi a soli dieci centimetri dal suo viso. Le sputa il fumo
in faccia e a bassa voce, per far sentire solo a lei, le chiede
rabbiosa -a chi verrebbe mandato questo richiamo?-
Non piange, le
lacrime le si sono cristallizzate. Si permette questo lusso solo
quando è sola.
La donna la guarda scossa, non sapendo come
rispondere.
-Mi ha rotto, manderò qualcuno a chiedere il giorno e
l'ora della "punizione"-
Prosegue verso la porta e
se la sbatte dietro nel silenzio più assoluto.
Si dirige
sulla Torre d'Astronomia a fumarsi una canna. Seduta proprio sul
parapetto guarda di sotto.
Sarebbe così semplice. Una spinta e
tutto sarebbe finito.
Basta
così poco.
Si convince da sola. Chi
sentirebbe mai la mancanza di un mostro?
Ma
non ci riesce. Passa il pomeriggio così...in
bilico.
Ed un sorriso amaro le sfigura il viso.
A cena non sa che
un paio di occhi la cercano impazienti, non sa che quella stessa
persona che la sta aspettando, la difende anche dalle malelingue
della scuola così da far desistere anche le più pettegole. Non sa
che a quegli occhi, che da mesi non provano altro che rancore, rabbia
ed un pò di timore ha donato un guizzo di curiosità e forse anche
un paio di aspettative. Questo non sfugge a chi gli sta intorno che
per un attimo prova speranza.
Strano come una singola ragazza
possa sconvolgere la vita di così tante persone, strano come senza
accorgersene persone che non ha mai considerato possano legarsi
indissolubilmente a lei. Ma come già detto, lei non lo sa.
A
mezzanotte decide di fare una passeggiata in riva al lago. Il freddo
le spezza il respiro, annebbiandole i sensi e facendola sbandare. Si
siede sotto il suo salice preferito e si accende una sigaretta.
Nevica ancora, per un momento tira fuori la lingua aspettando
paziente che un fiocca vi cada sopra.
Lo faceva sempre da piccola
insieme a sua madre. Avevano i loro rituali con quei fiocchi
ghiacciati: alla prima nevicata uscivano di casa facendo giravolte ed
esprimendo un desiderio, alla seconda ne raccoglievano due bicchieri
e ci mettevano dello sciroppo alla giliegia e alla terza si
dedicavano ai pupazzi e agli angeli.
Scuote la testa a quei
ricordi, sono tempi che non torneranno mai più.
Ma vi era così persa da non rendersi conto di qualcuno che le si è
seduto a fianco.
Draco Malfoy la fissa in silenzio e lei ricambia.
Nessuno dei due sembra aver voglia di rovinare quell'atmosfera con
delle sciocche parole.
Lui le porge una canna che accetta sempre
immersa nel mutismo.
Non sa cosa pensare di questa situazione. Lui
non può starle vicino. E' il figlio di un Mangiamorte...e in un
lampo le viene un dubbio: si sarà già unito a loro?
Prima di
poterci anche solo pensare lancia un incantesimo al suo braccio
sinistro facendo cadere in pezzi la manica della camicia.
Draco
appena capisce il perchè del suo gesto si alza di scatto.
-Vuoi
controllare più da vicino?- le urla
Lei alza lentamente lo
sguardo -Voglio solo sapere chi ho di fronte.A quando il lieto
evento?- il suo tono è totalmente indifferente, come se stessero
parlando del tempo.
-Non parlare di cose che non conosci,
Mezzosangue- sputa velenoso.
-Ti ho già detto che non devi
permetterti- e con la bacchetta che stringe ancora in mano lo
schianta contro l'albero. Perde conoscienza per qualche secondo e
aprendo gli occhi ritrova il viso a pochi centrimentri dal
suo.
-Ringrazia la tua buona stella, se il tuo braccio non
fosse ancora incontaminato a domani non ci saresti arrivato-
-Tu
puoi ringraziare il mio buon cuore per non averti ancora reso i
colpi- dice riferendosi anche a quello del giorno prima.
Rimane un
attimo spiazzata perchè effettivamente lui non ha mai neanche fatto
la mossa di difendersi o comunque non ha provato a vendicarsi.
-Ed
ora io torno dentro, ti consiglio di fare lo stesso-
Senza
aspettare una risposta si volta e va via sorridendo, consapevole che
la ragazza lo sta fissando.
Hermione quella notte riprova a
dormire ma quando prende finalmente sonno, i soliti incubi le tornano
a far visita.
Sua madre urlante, il viso del padre deformato dal
dolore. Si risveglia urlando e con le lacrime agli occhi.
Non sarà
mai in pace, e questo lo sa bene, può solo annebbiarsi con delle
pozioni.
Aspetta sul davanzale che facciano effetto, ripetendosi
di essere un mostro come sempre.
Lei è un mostro. Lei deve
stare sola. Chi la circonda soffre.
Lei
è un mostro.
[Sono
un mostro.
Sono
un mostro.
Sono
un mostro.
Sono
un mostro.
Sono
un mostro.]
Se
lo ripete sempre. Sempre.
Angolo
di UN IDIOTA A CASO
scusate
gli eventuali errori ma non ho avuto il tempo neanche di rileggerlo,
non oso proprio immaginare cosa posso aver scritto XD
grazie
mille a chi ha recensito e a chi mi ha messo tra i preferiti/da
ricordare/seguite! Siete troppo carini :)
Spero
di aggiornare presto e con un capitolo migliore :)
Un
bacio