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Autore: Jazz Hyaenidae    23/11/2010    1 recensioni
"Gli occhi di Grace" è un racconto (speriamo non troppo lungo) ispirato da fatti e personaggi realmente esistiti. Non ha una collocazione storica ben precisa poiché sarebbero particolari di poca rilevanza dal momento che il tema è la "drammaticità" di come la vita (qualsiasi vita che sia un cantante o un operaio) possa cambiare da un giorno all'altro, ciò che non avresti potuto aspettarti dalla tua vita "perfetta", accade e ti stravolge il senno della ragione.
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO PRIMO 

"SANGUIGNO"



Quel giorno era arrivata di tutta fretta, nettamente in ritardo. Lui aspettava nella hall seduto, pensieroso come suo solito.

-Allora?
-Allora che?-rispose lei.
-E' in ritardo lo sa?
-E' la vigilia di natale lo sa? C'è un traffico che neppure volando sarei arrivata qui in orario signor Markovic. Ora la prego di non essere indisposto con me, sono qui per lavoro ed io ci tengo,al contrario di quello che lei penserà di me.
-Ah sì? Guardi che buffo, io ero qui perché adoro le hall a tre stelle... e sì figuri se potrei mai pensar male di una giovane donna che mira a diventare un critico musicale.
- Trovo di pessimo gusto questo suo sarcasmo. Possiamo iniziare l'intervista?
-Lei ha smesso di frugare nella borsetta? Cosa cerca? Ho qui io una agenda sulla quale prendere appunti.

Diegor tirò fuori dalla giacca, un'agenda nuova fiammante di pelle nera.
-La prenda prego, è sua.
La giovane donna, più giovane di dodici anni rispetto al cantante, continuava a girar sotto sopra la grande sacca di camoscio bordeaux farneticando:
-Odio questa borsa, odio chi me l'ha regalata.La odio perché è troppo grande e odio chi me l'ha regalata perché questa mattina mi ha messo nelle condizioni di arrivare in ritardo... no io, non posso accettare,si tenga pure l'agenda, mi farò dare dei fogli dalla reception.
-Ah, ah... iniziamo proprio male. Greta.-
Allora lei smise di scuotere la borsa.

-Mi chiamo Grace.
-Perché non lavora con un registratore audio?Fa molto prima...Grace.
-Quelle diavolerie le lascio alla gente che non è in grado di scrivere abbastanza velocemente. Ma ora lei crederà che qui le hanno mandato la prima pivella di periferia che deve ancora finire gli studi, mentre io signor Markovic...
-Smettila di darmi del signor... sembra che mi prendi in giro.- Schizzò di botto lui.
-Come vuole.. allora...prendo in prestito l'agenda.
-Non le hai mai viste le giornaliste in tv? Non danno del lei all'intervistato.
-Sì ma loro sono loro, io sono io. Mi faccia andare avanti. -

Si accomodò così che lui ebbe finalmente l'intensione di guardarla bene. No, a dire il vero non sembrava proprio la pivella di cui tanto lei parlava. Era distratta, quello era facile da notarsi, ma il suo colloquiante pareva essere proprio sintonizzato sulla stessa frequenza.
La gente intanto passava da lì ed era un altro ambiente a se.
C'era confusione quella mattina, ma sembrava che lui, con il suo bicchiere di scotch ,avesse già le idee molto chiare su cosa dire.

-Comunque mi chiamo Diegor, chiamami Diegor.
Lei sorrise.
-E' un nome d'arte vero? Devo aver letto da qualche parte che lei non va d'accordo con il suo cognome.
-I cognomi indicando l'appartenenza ad una famiglia. Io non ho famiglia Greta, non provengo da alcuna gente, non l'ho mai avuta e quando i miei figli verranno al mondo,saranno figli di qualcuno che era nessuno. Riguardo ai nome d'arte, li trovo semplicemente ridicoli.
-Questa non la segno se non le dispiace.
-Allora hai capito tutto.
-So fare il mio mestiere le ripeto. Iniziamo da....perché ha deciso di lasciare la musica per dedicarsi alla scrittura di un romanzo?
-Bene, sia ben chiaro che non ho lasciato la musica. Ho soltanto chiuso una parentesi di dieci anni, in cui abbiamo, io assieme al mio gruppo, praticamente esaurito le cartucce ormonali della giovinezza punkettara. Mi ci vuole una pausa in cui dedicarmi ad altro;la scrittura mi ha sempre appassionato. Proiettare ciò che accade e ciò che non accade. Più che uno scrittore mi sento un proiettore che non risponde ai comandi di nessuno uomo. -

La ragazza esitò qualche secondo. Sì aggiustò i capelli, si grattò il naso, accavallò le gambe. Strizzò gli occhi.
-Un proiettore automatico?
-Un proiettore automatico che funziona male. Non ne capisco di scrittura, non credo di avere le basi per esser considerato uno scrittore.
-Diceva la stessa cosa quando ha iniziato a suonare. Non si definiva un musicista poiché diceva che i musicisti suonano solo musica classica.
-Ha perfettamente ragione. Il concetto è sempre quello. Prima ero, e lo sono ancora, un mangianastri scassato... se mi si chiama musicista solo perché strimpello ad orecchio chitarra e pianoforte, è solo per una cattiva abitudine dei giornalisti ignoranti.
-Le faccio una domanda non prevista allora: quanto crede di valere come artista?


E più la conversazione andava, più lei strizzava gli occhi, inclinando la schiena in avanti, verso lui.
Lui, dall'altra parte del tavolino, si allontanava dall'immagine scorbutica dei primi minuti, sorrideva e sorseggiava il suo scotch.
-Valgo poco, però sa una cosa... ho provato sempre amore per le cose trovate in pessime condizioni, agli angoli dei cassonetti stradali. Solo per il gusto di metterli a nuovo, portavo a casa tanta di quella roba...
-Lei poi è lo stesso che critica la musica pop moderna poiché spicciola e orecchiabile... si definisce però un artista di poca qualità.
-Io non guadagno molto. Anzi, diciamo che quel che guadagno nei concerti basta sufficientemente a mantenermi lo studio in cui suono. Gli pseudoartisti di cui lei parla, vanno in giro con autisti in auto costose; ma guardi... io non disprezzo mica quella schiera, anzi..mi dispiace perché la maggior parte non arriva al terzo album, ebbene io disprezzo questo; forse sono una persona con suoi pregiudizi.

Grace scriveva e poi sbarrava, scriveva e scarabocchiava sopra.
-Sa Diegor... vorrei tanto capire cosa sta dicendo, ma temo non ci sia il tempo. Andiamo avanti.
Perché il titolo è “Daimyo”? Non le sembra una citazione abbastanza scontata, il richiamo della cultura orientale in questi giorni? Siamo sommersi da programmi televisivi o riviste musicali che portano lo stesso genere di nomi.

-Francamente non guardo molta televisione e, se per musica intendiamo la scelta dei nomi,solo per fonetica, come le posso garantire che avviene oggi giorno, beh, allora siamo un po' lontani dalle mie intenzioni. Il daimyo era una figura abbastanza bastarda in Giappone e per quanto banale le potrà sembrare, è ciò che spiritualmente mi riconduce in modo veloce ai samurai che oggi siamo.
Il samurai sa come finisce? Finisce male ecco. Una vita di sbattimento per il suo daimyo, sforzi quasi sempre mal pagati, mignoli amputati e anche poco sesso e droga temo. Il daimyo è un nobile, il nobile di per sé non vale un cazzo. Non discende dal samurai attenzione, il daimyo non ha dovuto fare proprio un bel niente, rispetto ai sacrifici di un samurai. E lei mi chiederà... poteva scegliere un nobile europeo! Non è una lotta sociale quella di cui parlo. Un sistema metafisico che può essere spiegato solo con un'altra storia “quasi reale”, dico quasi perché io poi amo mischiare le carte in tavola, mi piace unire tante esperienze in una sola. Tant'è che non voglio scrivere molti libri in futuro.

-Io ho letto il suo libro, mi pare solo una storia tristissima che termina malamente con un doppio suicidio. Anche abbastanza scontato il modo delle spade. Ma se lei mi conferma che è colpa del sistema...
-Ahahaha ti prendi gioco di me Greta? Parli proprio come la mia personalissima parte critica... quando leggo un mio racconto per correggere gli errori grammaticali.
-Ma tanto questo mio parere non lo scrivo... e poi conta poco, l 'ho letto in due sole notti.
-Notti in cui magari hai fatto troppo sesso con il tuo ragazzo.
Lei sbigottita:
-Vabbè, questo non è affare suo Diegor...!
-Cosa avrò mai detto?
-Ha detto che invece di leggere il suo libro, mi “divertivo”, quando invece no, ho impiegato le due notti per leggerlo. Non è colpa mia se sono stata avvisata solo due giorni prima di questa intervista.
-Questa intervista. Come sei infelice di stare qui.
-Quanto si concederà per questa pausa dalla musica?
-Due anni, il tempo di visitare un po' il mondo con voli lowcost. Comunque l'intervista finisce qua se non ti dispiace, devo incontrarmi con il mio editore tra una mezz'ora.
-Si prepara prima di incontrare il suo editore? Questa sì che è una cosa da scrivere... si tolga quella sbavatura di rossetto che l'è rimasta ancora sotto il labbro, sarà più presentabile.
-No, è che puzzo di alcol, odio puzzare di cose che non mi appartengono, proprio come lei dopo aver fatto l'amore a casa sua, con il suo ragazzo ha presente?
-Lei è un pazzo.
-Lei è una cretina. Arrivederci.

   
 
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