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Autore: Saeko_chan    23/11/2010    1 recensioni
E' la mia prima storia originale fantasy, siate clementi xD
Ataltide e Mu, due continenti scomparsi milioni di anni fa, ma se invece fossero stati risucchiati in un universo parallelo e si stessero per dare guerra?
E se Atlantide cercasse il prescelto che li potrebbe salvare da una fine ormai certa?
Questa è la storia di Marco, un ragazzo italiano, e di Arthem, il figlio dell'imperatore d'Atlantide.
Spero che vi abbia incuriositi^^
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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5° capitolo


 

I due giovani si trovano nuovamente nel giardino posteriore della villa dove viveva Francesco, il quale aveva nuovamente rialzato le mani al cielo.

La pioggia cominciò a venir giù, poi, d'un tratto un temporale allucinante cominciò a scendere sulle loro teste e su tutto il giardino.

Una bolla d'acqua si formò davanti a Francesco.

Il giovane si stava concentrando moltissimo e pareva essere intenzionato a continuare quel lavoro ancora per molto.

La bolla si alzò in cielo.

Marco era rimasto bloccato nel vedere tutto ciò, non riusciva ancora a capire come mai stesse succedendo tutto ciò e non capiva chi fosse realmente Francesco, il suo Francesco...

-Adesso ti starai domandando che cosa sta succedendo, vero? Beh, i tuoi sogni hanno un senso logico e pure il tuo tatuaggio ce l'ha... anche la prima volta che sei venuto a casa mia e hai visto il temporale creato da me sei rimasto sbalordito, o sbaglio?- Marco non sapeva proprio che dire, non trovava le parole adatte e non riusciva più neppure a pensare normalmente.

A quel punto si chiese pure se il nome dell'amato fosse proprio Francesco.

Non credeva che le storie fantastiche potessero accadere veramente, non credeva che la magia esistesse veramente.

Non aveva mai creduto al soprannaturale, ma adesso doveva ricredersi, se no non avrebbe mai trovato una risposta logica a tutto quello che stava accadendo.

-Sì, me lo sto chiedendo...- Disse, poi, con un fil di voce, avvicinandosi Francesco e prendendogli una mano.

Lentamente il temporale cessò e tutto tornò come prima, pure la bolla era scomparsa.

Francesco si girò verso il compagno e lo abbracciò.

-La città dei tuoi sogni, Torguz, esiste veramente. Io in realtà provengo da lì.- Ciò che Francesco gli disse fu quello che fece quasi svenire Marco.

Quella città non poteva esistere, era troppo strana!

E poi, Francesco non veniva da Pisa!?

Guardò l'altro senza capirci nulla e fu allora che Francesco decise finalmente di spiegargli tutto, di non nascondergli più nulla.

La verità stava venendo a galla e finalmente Marco avrebbe capito tutto.

-In quei sogni era presente pure un ragazzo identico a me, no? Tu vieni da Torguz, quella è la tua città... la capitale di Atlantide...- Marco si staccò dall'abbraccio di Francesco e lo guardò quasi impaurito.

Ma che gli prendeva al biondo!?

Era per caso divenuto pazzo!?

Però, c'era un senso logico in tutto quello che stava accadendo.

Il temporale di prima, la sfera d'acqua, il potere di Francesco, il potere di poter controllare l'elemento dell'acqua non era qualcosa di umano, ma quasi di alieno.

Però, se lui proveniva da un continente come Atlantide...

No, non poteva essere così, Atlantide non poteva esistere, era una cosa assurda!

-Atlantide esiste, fattene una ragione, ti ci posso portare, anzi, devo. Il mio dovere primario è sempre stato quello di condurti nuovamente nel tuo vero mondo e di farti alleare a noi per poter così sconfiggere Mu e il suo sovrano. Vogliono distruggerci, tu sei la nostra unica speranza, Marco...- Il ragazzo chiuse gli occhi e sospirò.

Lui era una specie di prescelto, quindi...

Non credeva che dopo quindici anni di vita potesse scoprire una cosa del genere, ma pareva averla appena scoperta.

Doveva arrendersi, Francesco non era pazzo.

-Ma allora, dove si trova adesso Atlantide? Dove sono quei continenti? E Francesco è il tuo vero nome? Prima, mi prendevi in giro!?- Stava trattenendo le lacrime.

Aveva paura che quel ragazzo gli avesse detto di amarlo soltanto per avere, così, la sua fiducia.

Alla fine le lacrime cedettero, uscirono dai suoi occhi e lui rimase impassibile davanti a Francesco con gli occhi chiusi e le mani serrate a pugno.

Non riusciva a capacitarsi di tutto ciò, non riusciva a credere che Francesco non lo amasse.

Quel bacio sembrava così sincero...

Il suo cuore era a mille e non voleva proprio saperne di calmarsi, anzi, sembrava voler esplodere da un momento all'altro.

Fu allora che si ritrovò nuovamente abbracciato dal corpo caldo di Francesco.

Il biondo accarezzò la testa del moro e tentò di calmarlo, senza successo.

-Io ti amo, ti amo con tutto me stesso. Comunque, il mio vero nome è Arthem De Luxio, ma non potevo presentarmi in questo mondo dicendo ci chiamarmi così, non è un nome italiano, no? Atlantide e Mu sono stati risucchiati in un universo parallelo al vostro e tu un tempo vivevi lì, tu sei rinato in questo mondo, quel ragazzo che ti appariva in sogno ero io, ho il potere di modificare i sogni, ti stavo preparando.- Marco cominciò a piangere liberamente, abbracciando Arthem senza smettere di versare le sue lacrime neppure per un istante.

Quindi lui doveva salvare un intero continente, lui era il prescelto per quella missione, lui avrebbe dovuto lottare...

Forse anche Marco possedeva un elemento...

Fu allora che il giovane si staccò dall'amato e lo guardò negli occhi.

-Portami nella nostra città nativa, ma prima dimmi una cosa. Tu chi sei in realtà?- Era strano stare insieme a qualcuno che ti aveva mentito per più di un mese, ma Marco lo capiva ed accettava questo atteggiamento da parte di Arthem.

Lo aveva fatto per il bene della sua gente, lo aveva fatto per il bene di tutti.

-Sono il figlio dell'imperatore d'Atlantide. Il futuro erede al trono. Mio padre mi ha mandato qui con mia madre per trovarti, Marco...- Fu allora che il biondo posò le sue calde labbra su quelle di Marco e gli mise una mano fra i capelli dell'amato.

Poi, gli prese una mano e con l'altra creò un varco tridimensionale per poi guardare Marco e staccare le proprie labbra da quelle del moro.

-Andiamo, allora...- Fu così che i due entrarono dentro il varco e vennero come risucchiati in un altro posto.

Si ritrovarono in un altro mondo, in una città strana, dalle case tonde e piccole.

La gente vestiva come nel medioevo.

Marco si sentì spaesato, ma la mano dell'altro stretta nella sua lo rassicurò quasi subito.

Poi, il moro si sentì finalmente a casa e si ricordò tutto.

Millenni addietro Mu ed Atlantide stavano sulla Terra, ma poi, come per magia vennero risucchiati in un universo parallelo e tutto ciò accadde tramite una luce bianca, una luce potentissima.

Lui, infatti, morì proprio lì.

La nostalgia si fece sentire, ma adesso doveva pensare ad altro, adesso era con Arthem.

La gente, alla fine, li vide e riconobbe il biondo, inchinandosi e salutandolo cortesemente.

-Buon giorno, principe.- Arthem li salutava a sua volta ed alla fine si voltò verso l'amato.

-Questa è Torguz.- Disse, con estrema tranquillità.

 

 

Angolo autrice:

 

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