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Autore: shine_gr    23/11/2010    1 recensioni
…ad invocare il mio perdono,
questa è la mia vendetta,
il mio piatto prelibato
e non voglio rinunciare
al sapore del tuo dolore.
Per niente potrei rinunciare
Al piacere del tuo dolore…
-La vendetta- Alessandro Bianchi
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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Salve ragazze come va? Anche oggi eccovi il capitoletto. Spero tanto che vi piaccia. Non vi anticipo niente perchè questo è uno dei miei pezzi forti, posso sperare che non mi uccidiate soltanto. Ringrazio tutte le ragazze che hanno messo la mia storia tra le seguite, grazie davvero ^^

@Martogola: Sono troppo contenta che ti piacciano i miei capitoli, spero che anche quest'ultimo abbia lo stesso effetto XD

Abyss

Libro secondo

17° capitolo 

Ogni passo che compievano le mie gambe mi portavano sempre più vicino a lui, sempre più vicino alla persona che amo, alla persona che mi mancava terribilmente. Avrei fatto di tutto pur di stare con lui solo per un attimo ma allo stesso tempo quegli attimi mi sembravano talmente impossibili e lontani. Non potevo scegliere io il destino della vita sua. Non sarei di certo stata io la causa della sua morte, ne lo sarà nessuno. Darei la mia stessa vita, la vita dell’intero universo pur di salvare la sua, più preziosa e rara di qualsiasi altra cosa.

Mi sembrava di esser tornata a 6 anni fa, allo scontro con i Volturi, alla nostra falsa vittoria. E credere che son passati sei anni, sei anni della mia vita vissuti a pieno amando la mia metà, la mia piccola, la mia famiglia, i miei cari. 

Ma ora so a chi incolpare. Son sempre loro. La morte e il dolore son tornati a cercarmi. Sembra quasi un abitudine tornare ad affrontarli. La mia vita è una continua lotta con essi. Fin ora ho sempre vinto, ma, testardi come sono, non si arrendono mai e adesso son tornati a cercarmi riuscendo a strapparmi dall’unica ragione della mia vita. Questa volta il dolore ha avuto la meglio. Prima la morte di mia madre, adesso tutto questo. Sembra che la bilancia da qualche tempo penda dalla parte sbagliata. Credo proprio, che dopo quello che adesso dovrò affrontare, la felicità sia un orizzonte irraggiungibile. Ora dovevo attendere solo la morte, in un modo o nell’altro.

Quella porta mi sembrava sempre più distante, ad ogni passo lei si allontanava sempre di più.
La terra tremava sotto i miei piedi, o forse era il mio corpo a tremare ed io non me ne accorgevo neppure.

Al posto dello spazio vuoto dove una volta il mio cuore batteva all’impazzata solo percependo la presenza di Edward, mi ritrovai un macigno, un blocco di ghiaccio, talmente pesante, talmente freddo, talmente doloroso da essere impossibile a sostenere.

Il respiro divenne sempre più affannoso, la testa divenne così pesante che l’avrei staccata volentieri dal mio corpo solo per far subire un po’ di dolore a questo corpo così sfortunato.

Brusii vennero da quella porta ancora troppo distante da me, urla, imprecazioni e il rumore di oggetti rotti.

Non pensai più a niente, corsi fino alla porta e prendendo un ultimo respiro graffiandomi la gola, la aprì.
Per un attimo i miei occhi si incorniciarono con quelli del mio amato.

Finalmente il mio olfatto poteva risentire l’odore meraviglioso di mio marito, finalmente i miei occhi potevano perdersi nella visione meravigliosa del suo corpo, dei suoi occhi, del mio amore per lui, del meraviglioso sorriso che regalava a me, a me soltanto, finalmente le mie mani avrebbero potuto sfiorare il suo corpo, finalmente la mia anima era di nuovo intera.

Ma i miei occhi il quel momento mi fecero un brutto scherzo, o forse era talmente tanta la voglia vi rivedere nuovamente il sorriso di Edward da non rendermi neppure conto di quello che gli stava accadendo.

Edward, è vero mi stava guardando, ma il suo sguardo era talmente diverso, e il suo sorriso anche se meraviglioso nascondeva un dolore inimmaginabile. L’ho fatto soffrire, lo sapevo, non mi merita, dovrò marcire all’inferno per tutto il dolore che sto facendo patire alla sua anima. Ma cosa posso fare, maledizione? Non posso condannarlo a morte, ma a me si. Il problema è che qua non si decide il mio destino, se no sarei già nell’aldilà. Qui si sta parlando della sua preziosa vita. Come posso fargli questo? Sono egoista! Lo sto uccidendo pian piano lo leggo dai suoi occhi, ma… ma… non so più cosa fare, non so niente.

Rimasi a fissare i suoi occhi per leggerci dentro qualcosa, per capire come ha passato questi 7 giorni senza di me e quel che vidi fu peggio di quel che credevo. Non trovavo più quella gioia e quella vitalità che in lui risiedeva, vedevo un corpo morto, donato al dolore, senza più vita, senza più niente per vivere.

Vidi i suoi occhi diventare lucidi, ma senza che una lacrima potesse idratarli a causa della nostra natura. Vidi un sorriso dolce, innamorato farsi strada nelle sue labbra. Vidi la sua mano, alzarsi da terra e indicando me. Voleva stringere le nostre mani, voleva risentire la superficie della mia pelle, voleva risentire il contatto dei nostri corpi.

Impercettibilmente mi avvicinai a lui, presa da una voglia irrefrenabile del suo corpo, ma poi la ragione mi fermò.

Non potevo farlo, non potevo avvicinarmi a lui. Se lo avessi fatto, la morte lo avrebbe accolto all’istante. Eccola lì, che aspettava impaziente di accoglierlo fra le sue braccia: un avvoltoio, ecco cos’era. Io non lo avrei mai permesso.

Lo guardai nuovamente cercando di controllare le mie emozioni, cercando di fargli capire l’errore che venendo qui aveva commesso.

Ecco un’altra pugnalata al suo cuore. Lo sguardo addolorato e sconfitto, lo sguardo di chi capisce che aveva perso tutto.

Vorrei corrergli incontro, abbracciarlo, stringerlo forte a me per consolarlo, per dirgli che lo amavo più della mia stessa vita, per confidargli tutto, ma come sempre non potevo.

Questo era il mio inferno, questo era il fuoco che pian piano bruciava la mia pelle.

Volevo staccare un attimo il mio scudo , urlargli Edward Ti amo, ma poi Aro se avesse ascoltato i suoi pensieri e son sicura che lo farà, lo avrebbe percepito e allora sarebbe stata la fine.

Non potevo fare niente, niente. Potevo solo farlo soffrire.

Mi sembrò che lo spazio intorno a noi scomparisse e mi ritrovai nel nulla assoluto con Edward, lui accasciato a terra, senza sapere alcun motivo, dolorante con lacrima scendergli dagli occhi ed io lontana, fredda come il ghiaccio, senza più amore, senza più vita.

No, non sono così. Io Ti amo Edward, grissino, ti amo. Ti prego capiscilo. TI AMO ma… ma.. non posso… non posso…

“ Bella.” ecco, quello che mai a questo mondo avrei voluto sentire. La sua voce dolorante, supplicarmi accarezzando il mio nome come se fosse la cosa più preziosa di questo mondo.

“ Bella… Bella…” continuava a dire, mentre il mio corpo ad ogni sua parola si sgretolava.

Non si dava per vinto. Nei suoi occhi continuavo a vedere amore anche se sconfitto, nella sua voce sentivo calore anche se ghiacciato.

Dio, Edward perché sei venuto. Perché dobbiamo soffrire così? Perché?

“ Be...lla…” Disse un’ultima volta, sprofondando nella disperazione. I suoi occhi divennero scuri e vuoti come l’interno di una tomba, il suo viso divenne vecchio, grezzo e stanco, il sorriso scomparì dal suo volto e cedendogli le gambe si accasciò a terra.

Non mi importo più niente, gli andai incontro, finche qualcosa di grosso e pesante non mi fermò. Era Felix. Iniziai a strattonarmi, a urlargli contro. Volevo andare da lui, non mi importava più niente, volevo andare, dovevo andare.

“ Lasciami Felix, lasciami. LASCIAMI” Dicevo continuando a divincolarmi.

“ Bella.” Mi ammonì Aro, con uno sguardo furente. Sapevo cosa cercava di dirmi. Sapevo che se avessi anche solo detto un’altra parola o mi fossi avvicinata a lui, Aro avrebbe dato il via libera alle guardie.

Edward mi guardava, con una voglia irrefrenabile di me. Ed io guardavo lui con la stessa intensità. Dentro di lui, vidi che sorse un dubbio, che non disse ma che in lui fece scattare qualcosa.

Si alzò e trovandosi davanti al trono di Aro, sputò nei suoi piedi.

Aro rise di gusto e guardando prima me, poi Edward ed infine Afton disse: “ Bella, questo e per punizione mia cara. Afton?”

Io rimasi paralizzata, tra le braccia di Felix, mentre Afton mi rivolse uno sguardo fulmineo dove io cercai di supplicarlo. Si avvicinò ad Edward, mentre lui non muoveva un muscolo.

Lo guardò negli occhi e…

Un urlo di dolore uscì dalla bocca di Edward, un urlo che mi fece crollare l’intero universo addosso.

No… non potevo permetterlo, ma non trovavo la forza di muovermi mentre ai miei occhi si spalancò la scena di Edward, urlante accasciato a terra che si divincolava mentre Afton con nonchalance lo continuava a guardare ed ha infliggergli quel dolore.

Il mio sguardo si posò ai Volturi, Aro e Caius se la spassavano mentre Marcus proprio come me e Edward, soffriva.

Finalmente trovai la forza, sentendo le continue suppliche di Edward.

Riuscì a liberarmi dalla morsa di Felix e immediatamente avvolsi Edward nel mio scudo.

Tutti mi guardarono. Mentre io fiera mi prostravo davanti ad Aro. Sia Afton che Edward mi osservavano, anche se in maniera diversa presumo. Non volevo guardare mai più il volto di Edward, mai più mi sarei perdonata tutto ciò che oggi, ieri e domani gli farò patire.

Mi distaccai dal mio scudo, mentre avvolgevo ancora Edward. Porsi la mia mano ad Aro, che la guardò avido e stupito. Gli avrei fatto leggere soltanto alcuni miei pensieri, ormai ero capace di bloccarne alcuni e di proiettarne altri. L’unica cosa che da adesso in poi dovrò fare, sarà quella di proteggere nel mio scudo o i Volturi o Edward.

Aro prese la mia mano  avido pensando di leggere chissà che cosa. Ma non appena la prese, rimase deluso. A quel punto proiettai il mio pensiero per farglielo leggere. Mio caro Aro, ti ho dato la mia parola, non me ne andrò da qui e tu non devi torcere neppure un capello ad Edward. Se no potete dire addio sia ai Cullen che a me. In un modo o nell’altro troverò la morte non preoccuparti.

Aro rimasi per un attimo perplesso. Edward era ancora avvolto dal mio scudo, quindi non poteva leggergli nel pensiero.

“ Come vuoi Bella cara. Questa tua prova mi ha davvero affascinato.” E dicendo questo mi baciò la mano.

Edward, prendendoci alla sprovvista, prese parola. “ ALLONTANATI DA LEI, BASTARDO.”

Non so da dove prese quella forza, dopo quello che aveva subito. Mi si avvicinò subito e cingendo i miei fianchi mi portò dietro di lui per proteggermi.

Nel punto in cui i nostri corpi si sfiorarono una scarica elettrica prese vita.

Ci ritrovammo nuovamente a fissarci mentre Felix ringhiò.

Edward si girò verso di lui, fulminandolo con lo sguardo, finchè anche dalla sua bocca uscì un ringhio basso e terrificante. Mi guardò nuovamente, poi con amorevolezza e accompagnando quelle parole con una dolcezza unica mi disse: “ Bella, perché?”

Ed ora che potevo rispondergli? Ora che potevo dirgli? Ora che dovevo fare?

Amore mio, perché chiedi a me? Non lo so… Non so perché il fato stia giocando con la nostra vita. Non so perché la nostra vita sia una continua lotta tra il bene e il male, tra l’amore e l’odio, tra la felicità e il dolore.

 Non ebbi modo di trovare una soluzione, perché Felix  prese dal collo Edward, strozzandolo. Rimasi basita e non seppi nuovamente cosa fare. Edward, riuscì a liberarsi e con un calcio in faccia spedì Felix contro un muro. Jane si fece avanti, ma notò che Edward era protetto dal mio scudo perché non riuscì a torcergli un capello. Tutti compresero e tutti si misero in posizione d’attacco.

“ Basta, tutti voi. Un po’ d’ordine prego.” Urlò Aro, alzandosi dal trono e avvicinandosi ad Edward.

Aro scese quei tre gradini col lentezza e con grazia, finche non si trovo a distanza di un centimetro dal corpo di Edward.

“ Mio caro amico, vieni qui senza un invito e portando scompiglio alla mia famiglia. Non è educato Edward caro, mi deludi parecchio.” L’espressione di Aro era indecifrabile. C’era quell’aria da psicopatico, c’era falsità nel suo tono, nel suo portamento eppure percepivo altro, ma non riuscivo a capire cosa fosse.

"Sono venuto a ripredermi mia moglie. MIA moglie" sputò Edward.

"E cosa ti fa credere che lei voglia venire con te?" gli chiese Aro ridendo di gusto.

Il quel momento mi sentivo imponente, non sapevo cosa fare, non sapevo cosa dire.

Edward mi guardò nuovamente negli occhi, come se il resto del mondo non ci fosse, come se gli unici abitanti in questa terra fossimo noi due. Nel suo sguardo c’era intimità, calore, amore. Ti amo Edward, ti amo… portati nel cuore tutti i nostri ricordi, perché se non vuoi sacrificare la tua e la nostra vita, ti resteranno solo quelli.

“ Io la amo, e lei mi ama, gli e lo leggo negli occhi.” Si voltò verso di me, volgendo le spalle ad Aro, il quale, ancora ridendo gli rispose: “ Beh mio caro, anche se lei ti ama non vuol dire che torni con te. Giusto Bella cara?”

Lì son morta, lì volevo supplicare l’entità suprema che sceglie la nostra sorte di uccidermi, lì rimasi immobile, con gli occhi fissi su Edward.

Lui mi guardava invogliandomi a dire ciò che pensavo. Il suo sguardo era affettuoso e dolce, era lo sguardo che in questi sette giorni non visti negli occhi di nessuno dei Volturi.

Si, amore mio, ti amo più della mia stessa vita. Verrei con te adesso, anzi se fosse stato per me, non ti avrei mai lasciato. Ma questa è la realtà e non un sogno o un brandello di felicità che ha volte essa ci concede. Nella vita reale il male vince sul bene, nella realtà i prepotenti vincono sugli indifesi, nella realtà la felicità e vaporosa e invisibile, puoi percepirla ma non potrai mai possederla.

Guardai Aro, perché stavo per mandare al diavolo tutto e scappare con Edward, ma mi accorsi di un piccolo particolare che fino a poco fa mi era sfuggito. Caius, seduto e apparentemente indifferente a tutto questo, aveva la mano alzata e guardava con ferocia e voglia di uccidere Edward.

Senza il suo potere sembrava perso, senza il suo potere Edward non si stava accorgendo di ciò che realmente stava accadendo in questa stanza, o forse era la rabbia a dominare sulla ragione.

Aro mi guardò, il suo sguardo era indecifrabile, sembrava dolce e affettuoso, ma infondo nascondeva un avvertimento. Mi voltai nuovamente verso di Edward che assisteva alla scena in religioso silenzio. Continuava a guardarmi come se non credesse ai suoi occhi, come se tutto la messa in scena architettava brillantemente dai Volturi fosse talmente ben fatta, che stava facendo breccia nelle sue certezze e nel nostro amore.

Non riuscivo a parlare, non riuscivo a comandare le mie labbra. Sembravano incollate. Abbassai soltando la testa e allontanai il mio sguardo da Edward.

A quel punto Edward scoppiò.

“ COSA LE AVETE FATTO? COSA LE AVETE FATTO? VI DISINTEGRO, UNO A UNO… QUESTA ARO TE LA FARO’ PAGARE, E’ L’ULTIMA VOLTA CHE FARAI SOFFRIRE LA MIA FAMIGLIA.” Poi rivolgendosi a me e alzandomi il viso come faceva tutte le volte che da umana voleva guardare i miei occhi per leggerci dentro qualcosa, cercava di guardarmi negli occhi. Ma il mio sguardò si abbassava sempre sconfitto e la mia testa si abbassava anch’essa. Lui cercava ripetutamente di alzarmela finche non mi urlò: “ Bella, bella amore, ti prego dimmi cosa ti hanno fatto. Bella ti scongiuro non ce la faccio a vederti così. Bella? Bella.”

Ma niente. Io volevo soltanto piangere, volevo provare dolore, volevo castigare il mio corpo.

Lo sguardo di Edward si fece furente e voltandosi verso Aro si preparò allo scontro.

Fu un segnale. Centinaia di vampiri della guardia entrarono e si posizionarono davanti a lui in posizione d’attacco.

Ritornai in me e mettendomi davanti a lui, urlai contro ad Aro: “ Aro, Aro smettila, smettetela. TE ne prego, me l’hai promesso. Fammi parlare con lui, per favore.” La mia voce trasmetteva tutto il mio dolore, tanto che lo stesso Aro si sedette sulla sedia sfinito e guardandomi con compassione, una compassione falsa mi disse: “ E sia.” Nel suo sguardo vi lessi: Ma stai attenta a ciò che dici.

L’unica persona dispiaciuta veramente in questa stanza era Marcus. Sul suo volto si rispecchiavano le mie stesse emozioni. Il suo sguardo era vacuo come se lui non ci fosse e il suo corpo fosse vuoto.

Felix era stupito, mi guardava e nel suo sguardo vedevo dolore. Era dispiaciuto per quello che mi stava accadendo. Il resto della guardia era immobile ad aspettare un comando, qualunque esso sia.

Edward mi si avvicinò e mi prese la mano. Io senza rendere quel gesto evidente e traumatico per lui, lentamente sciolsi le nostre mani intrecciate. Se dovevo far andare Edward da qui, sano e salvo, lui doveva credere che io non lo amavo più. Ma ci sarei mai riuscita?

Per la sua vita, per nostra figlia e per i Cullen ci riuscirò.

 Entrammo in una stanzetta subordinata alla sala dove accadde tutto, dove la mia morte, il mio inferno arrivarono.

Appena entrammo, quella stanza divenne calda ed accogliente. Percepivo lo stesso profumo della mia casa, percepivo l’intimità che il corpo mio e di Edward producevano. Una forza invisibile attirava il mio corpo al suo, le mie labbra alle sue, le mie mani alle sue ma mi trattenevo, cercavo di frenare il mio irrefrenabile desiderio di baciarlo, di farmi confortare dalle sue braccia, di farmi amare come solo e soltanto lui riusciva a fare. Ma non potevo, dovevo lasciarlo, dovevo ferirlo, dovevo salvargli la vita.

Si avvicinò a me e accarezzandomi il viso mi disse: “ Bella… Non sai quanto mi sei mancata.” Mi sciolsi al suo contatto, tutti i miei pensieri, tutta la mia determinazione sparì. Senti il suo afrodisiaco respiro, entrare nelle mie narici ed eccitare il mio corpo. Senti la pelle tremare, sentì il mio amore accendersi di desiderio. Ma non era il momento, ne mai lo sarebbe stato.

“ Edward, per favore…” Dissi cercando di allontanarmi.

“ Cosa? Perché?” Perchè non capiva? Perché mi poneva queste domande stupide ed insensate? Perché era venuto? Perché non mi ha dimenticata? Perché non fa mai quello che gli dico di fare?

“ Perché cosa?” Chiesi indifferente. Mi staccai dal suo braccio e mi affacciai alla finestra. Leggevo dal suo sguardo che non capiva i miei strani comportamenti. Non riconosceva più la Bella che lui amava e che lei amava lui.

“ Perché tutto questo? Perché tu sei qui? Perché mi hai abbandonato? Perché te ne sei andata all’improvviso.” In quel momento tutto il suo dolore, tutto il suo rancore esplose. “ Pensavo che fosse tutto finito, che tu non soffrissi più, pensavo che il mio amore e l’amore di Nessie ti bastava, ma è questo il mio problema io penso sempre ma non chiedo. Scusami amore, ti prego torna da me. Qualunque cosa io abbia fatto cercherò di rimediare ma non lasciarmi, non mi abbandonare perché io senza di te sono niente, senza di te sono perso.”

Lui si credeva il responsabile? Lui mi diceva tutte quelle cose meravigliose, lui ha detto ciò che il mio cuore da ore urla, lui è la mia vita, lui è la mia aria. Da oggi Isabella Cullen è morta. Ciò che vive è un essere ignobile.

“ No… no… no…” Dissi abbracciandomi a lui, mentre le sue braccia mi avvolsero. “ Non devi assolutamente credere che la colpa sia tua Edward. Tu non centri niente. Tu sei perfetto, tu sei… tu sei… sei…” Tu sei la mia vita.

“ E allora perché tutto questo? Son stati loro vero? Amore dimmi, insieme possiamo sconfiggerli.”

Come possiamo sconfiggerli? Come? Morendo? Abbandonando finalmente questa vita dolorosa. Abbandonando nostra figlia, abbandonando la nostra famiglia? Io l’ho già fatto, ma un'altra perdita non la sopporterebbero.

“Come hai fatto a trovarmi?”

“ Quando arrivò la sera e non ti vidi tornare mi preoccupai. Andai subito da Leah che mi disse che tu te n’eri andata da un pezzo. Iniziammo le ricerche, tutti sia noi che i lupi. Sentivamo le stesse tracce che da mesi sentivamo e sentivamo il tuo odore insieme a loro. Poi a un chilometro da casa nostra il tuo odore scomparve. Ti abbiamo cercato tutta la notte, una parte di me mi diceva di andare alla nostra radura, ma non sapevo il perché. Decisi di seguire il mio istinto e lì trovai il tuo messaggio. Non potevo crederti, non potevo. Continuammo a cercarti senza fermarci un attimo. Alice non era nemmeno d’aiuto perché non aveva più tue visioni era come se fossi morta. Ma non potevo crederci e continuavo, continuammo, finchè non mi vennero in mente i Volturi. Inizialmente non potevo crederci ma solo loro gli unici vampiri talmente meschini e malvagi da fare una cosa simile. Non ho detto niente a nessuno di loro. Mi son preso l’aereo e adesso sono qui. E’ ho fatto bene a venire perché avevo ragione.”

“No, i volturi non… centrano… niente. Io, la colpa è mia… mia soltanto.”

  Abbassai lo sguardo, per non far leggere le mie incertezze ad Edward.

 Lui per un po’ rimasi basito, poi riprendendo lucidità si infuriò. “Puoi mentire a tutti ma non a me. Bella te ne prego ti supplico, dammi un indizio, dimmi qualcosa, dimmi quello che posso fare per te e lo farò senza esitare.”

Questo era il momento. Con un briciolo di forza mi preparai a lasciarlo.

“ Vattene.” Dissi fredda come il ghiaccio, guardandolo negli occhi.

Lui rimase sconcertato dalla mia richiesta. Mi guardò e pensando di non aver capito mi chiese: “ Come?”

“ Hai capito bene Edward. Hai detto che faresti qualsiasi cosa per me senza esitare. Bene, falla. Vattene, non voglio più rivederti.”

“ Ma… ma… cosa stai dicendo amore? Come… Come puoi dire certe cose.”

“ Edward devi andartene, non ti voglio vedere mai più. Vattene, vattene, vattene da qui.” Iniziai ad urlare. E dopo un po’ anche lui urlò.

“ Come puoi dirmi certe cose? Come posso lasciarti qui.?

“Vattene, perché sei venuto? Vattene” queste erano le uniche cose che riuscivo a dire.

“ Perché sono venuto? PERCHE’ TI AMO BELLA, PERCHE’ PENSAVO AVESSI BISOGNO D’AIUTO. T’HO CERCATO IN TUTTO IL MONDO IN QUESTE SETTE GIORNI, NON E’ PASSATO MINUTO CHE TI CHIAMAVO, CHE TI INVOCAVO. QUESTI GIORNI SENZA DI TE SONO STATI UN INFERNO E ORA CHE TI HO TROVATA TU MI MANDI VIA. NON TI LASCIO QUI. NO!”

“ Edward te ne prego vattene. Vattene, per favore.” La mia voce invece andava scemando.

“ Me ne vado solo ad una condizione. Devi guardarmi negli occhi e devi dirmi che non mi ami più.”

Lo guardai stupita. Come poteva chiedermi una cosa del genere. Già per me era difficilissimo dirgli di andarsene, ma arrivare al punto di guardarlo negli occhi e dirgli che non lo amavo più, era impossibile.

Ma se restava qui, lui si sarebbe fatto uccidere, non poteva stare un minuto di più.

Alzai lo sguardo e mi persi nei suoi occhi. Erano più duri, non erano liquefatti come qualche minuto fa. Avevo iniziato a ferirlo. Ma non bastava. Dillo Bella, dillo e per il suo bene.

Continuavo a guardarlo ma non riuscivo a trovare la forza di dirgli. No… Edward… non… Non riuscivo nemmeno a pensarlo.

Io lo amo, lo amo più della mia stessa vita. Non potevo dirgli una cosa del genere, non potevo.

Sconfitta abbassai lo sguardo e sussurrando gli dissi: “ Edward, per il mio e il tuo bene, vattene.”

“ PERCHE’ BELLA? COSA TI HANNO DETTO COSA TI HANNO FATTO?”

“ Niente, ti ho detto. Non mi hanno fatto niente. Ma tu devi andartene.”

“ Ti avevo promesso che me ne sarei andato solo se tu guardandomi negli occhi mi dicevi che non mi amavi più. E non l’hai fatto. Non ci sei riuscita, quindi io starò qui con te. Nel bene o nel male.”

Credimi Edward. Se solo il mio cuore potesse negare il mio amore, l’avrei fatto. Tu non sai in che guaio ti sei cacciato non lo sai.

“ Amore, amore. Io ti amo, tu mi ami. Cos’è più importante?”

La tua vita. “ Vattene, vattene, vattene…” Iniziai a genere, mentre davo pugni al suo petto.

“ Bella… Bella.. calmati.” Mi disse Edward cercando  di farmi calmare. MA qualcuno bussò la porta e l’apri senza aspettare il nostro consenso.

 Entrò Afton accompagnato da Jane e Alec.

“ Aro vi vuole.” Disse Afton.

“ Il tempo ha vostra disposizione è finito.” Questo era Alec.

“ Spero vivamente che mi dai il piacere, mio caro Edward, di farti assaggiare il mio potere se insulterai un'altra volta Aro.” Incenerì con lo sguardo Jane, la vipera.

Entrammo nella sala. Davanti c’era Afton. Io ero accanto ad Edward e dietro di noi c’erano Jane e Alec.

“ Bella cara, sei riuscita a convincerlo. Altrimenti dovremmo utilizzare le maniere forti.”

“ Vattene Edward, vattene Edward.” Continuavo a dire ma lui non prestava assolutamente attenzione a me.

“ Ho una proposta da farti Aro.” Si avvicinò Edward a lui, sicuro di quello che stava per dire.

“ Ti ascolto Edward.” Chiese Aro, interessato.

“ Voglio entrare nella guardia reale.” Quello che disse mi lascio stupita. Mi guardò. “ Se lei non vuole venire con me, allora io resterò con lei.”

Lo amavo, lo amavo. Stava sacrificando tutto, tutta la sua vita per me, ed io invece? Cosa stavo facendo per lui? Niente.

“ So che lei mi ama, ed io amo lei. Non riesco a starle lontano è più forte di me. Allora Aro, cosa mi dici?”

Aro sembrava pensieroso, ma in realtà già avevo preso la sua decisione. “ La tua offerta mi alletta molto mio caro Edward. MA vedi, il tuo potere non mi serve più e poi saresti una fonte di distrazione per la mia Isabella. Mi dispiace mio caro, non accetto la tua proposta.”

Edward divenne furente. Un ringhio basso, uscì dalla sua gola, un ringhio terrificante.

“ Edward ti faccio una proposta adesso io. Scegli la vita, andandotene adesso o la morte restando.”

Edward mi guardò negli occhi. Fu il nostro ultimo addio. Mi sentì male, terribilmente male.

“ In un modo o nell’altro morirò comunque.” Disse ad Aro, dopo di che, voltandosi a me, e aspettando la morte, mi disse: “ Bella ti amo e t’amerò per sempre.”

A quel punto non resistetti più, una rabbia incontrollabile mi scaturì dentro di me. Dovevo salvarlo, lui non doveva morire, non doveva.

“ Edward, devi andartene, te ne devi andare. Non ti voglio più mi hai capita. Basta, non ti voglio più vedere. Vattene vattene.” Lo guardavo in faccia, mentre il mio corpo diventava di ghiaccio e il mio cuore urlava e mi malediva.

Non se l’aspettava una cosa del genere lui. Mi guardò negli occhi sconvolto mentre anche il suo mondo piano piano si frantumava.

“ Non ti credo Bella, non ti credo. Sono loro, sono loro… Cosa ti hanno fatto?” Mi urlò disperato, mentre i suoi occhi divennero un buco nero, un buco di dolore, non buco che procurava anche a me dolore.

“ No, non sono loro Edward. Non sono loro. TE ne devi andare.” Poi guardandolo negli occhi: “ Non ti amo più.” Il cuore si contorse e il mio corpo fu trafitto da mille lame.

Il dolore che provai fu più intenso quando vidi il viso di Edward. Non mascherava niente. Tutte le sue emozioni, tutto ciò che provava erano li in bella mostra. Soffriva, soffriva. Stava morendo, stavamo morendo insieme.

“ Puoi ripetere Bella.” Mi disse sussurrando allo stremo delle sue forze. Si poggiò sulla sedia, mentre si teneva il petto.

Ti amo. “ Non ti amo più Edward.” Dissi nuovamente guardandolo negli occhi.

Rimasimo nuovamente soli. Lui distante da me, ma vicino al mio cuore. Dio Edward, ti amo, ti amo, perdonami.

“ Non ti credo.” Era allo stremo delle forze. Ma ormai il dubbio si era insinuato nella sua mente. Questo era solo l’ultimo barlume di speranza.

A quel punto mi venne un flash. Mi avvicinai a Felix e senza pensarci lo baciai. Tolsi lo scudo sia a me che a Edward. Non ti amo più.

Edward guardò le labbra legate mie e di FElix come se quello fosse il vero modo di ucciderlo.

Ecco lo avevo ferito e adesso se ne sarebbe andato.

Io non riuscivo a pensare, non volevo pensare perché pensare poteva solo farmi più male.

Gli occhi di Edward divennero una tomba e freddi come non mai. Si girò e senza degnarmi di un ultimo sguardo se ne andò.

Non riusci a reggere a quel distacco, a quella indifferenza. Non riuscivo a reggere tutto questo.

Perdonami. Pensai togliendomi lo scudo. Lui si fermò ma non si voltò, si mise a correre verso l’uscita e arrivato le mie orecchie sentirono il suo urlo di dolore.

Il mondo mi crollò a dosso.

Sono morta, non merito più niente, merito solo dolore e inferno dopo quello che avevo fatto.

Mi girai verso Jane. “ Adesso hai trovato il mio punto debole. Attaccami Jane.”

Lei mi guardò sconvolta.

Io chiusi gli occhi e aspettai la mia punizione.

Arrivò ed urlai. Urlai per quel dolore che provavo. Ma non era il bruciore o il dolore degli attacchi di Jane, urlavo per il dolore più grande che il mio cuore provava. Avevo fatto soffrire Edward, io lo amo, e gli ho fatto questo. Questo, questo era il mio dolore, questo era il dolore che mi bloccava il respiro che mi faceva urlare.

“Più forte Jane.” Urlavo e lei mi accontentava.

Dolore. Dolore. Dolore. Questo Isabella Swan meritava.

Allora non commento nemmeno adesso, sono davvero sconvolta. Non so' come mi sia venuta in mente una cosa del genere.
E adesso cosa succederà? Edward e Bella torneranno mai insieme? Oppure Bella diventerà a tutti gli effetti un membro dei Volturi?
Lo saprete solo continuando a seguirmi ^^

Shine_gr

   
 
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