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Autore: angiebear_chan    23/11/2010    2 recensioni
questa è la storia di un angelo con un nome terribile per ogni creatura angelica odiata ed evitata dai suoi simili... anche per il suo lavoro... un giorno viene mandata negli inferi e lì...
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salomè, ad occhi chiusi, aspettò il colpo che avrebbe stroncato la sua esistenza; emise un sospiro di rassegnazione ma, all'improvviso, sentì un altro sospiro più profondo del suo; e il colpo non arrivava... riaprì gli occhi e vide che Felix aveva abbassato la spada e la fissava con sguardo disperato
-Non posso... non posso ucciderti! Sei mia amica, ti sei rifiutata di tradirci, hai rischiato la tua vita per noi... non posso ripagarti uccidendoti- disse abbassando lo sguardo e lasciando cadere la spada
-Felix io...-
-Salomè... se vuoi dirmi che non è colpa tua, che tu non volevi o che non avevi mai avuto intenzione di collaborare o, peggio ancora, che è stata tutta una manovra per incastrarti allora puoi anche evitare- disse lui fulminandola con lo sguardo
-Ma è vero! Io, da quando mi hanno dato l'incarico di venire qui a spiarvi, non ho mai avuto la minima intenzione di collaborare con gli angeli!-
-E perché non avresti dovuto? Tu sei una di loro!- e la fissò con disprezzo... quel disprezzo Salomè lo conosceva bene: tutti sin da quando era nata l'avevano guardata con la stessa espressione, anche i suoi genitori... la fissavano facendole capire a chiare lettere quello che pensavano di lei:

'Non sei una di noi, finirai per tradirci, noi siamo superiori, noi siamo puri, tu sei sporca, sei sporca! Sei una traditrice, tu non sei una di noi, non sei una di noi e non lo sarai mai! Nemmeno se ti sforzi di diventarlo con tutta te stessa!'

E ora Felix la guardava con la stessa identica espressione...
-Non guardarmi così, ti prego!- mormorò barcollando, se Felix avesse continuato a guardarla in quel modo sarebbe sicuramente svenuta... non le era mai successo ma tutte quelle emozioni e il disgusto che leggeva negli occhi del suo primo vero amico minacciavano di schiacciarla
-Perché scusa, come ti starei guardando?- chiese Felix con voce atona senza il minimo mutamento nell'espressione
-Con odio, disprezzo, disgusto...-
-Non è vero!- cercò di difendersi Felix
-Sì che è vero! Io conosco bene questo sguardo... lo vedo da quando sono nata- disse abbassando gli occhi
-Che intendi dire?- chiese Felix strizzando gli occhi con aria sospettosa
-Che è da quando sono nata che le persone con cui vivo mi rivolgono sguardi simili! Hai visto le mie ali no? Riesci ad immaginarti la reazione degli angeli al mio nome e al colore delle mie stramaledette ali?-
Stava crollando, ancora poco e si sarebbe messa a piangere...
-È vero... sono un angelo, sono stata mandata qui come spia ma il colore delle mie ali è assolutamente vero, com'è vero che questo per me è il paradiso e che voi siete i  miei angeli... voi siete stati i primi in tutta la mia vita che mi hanno accettata così come sono; siete stati i primi ad avermi trattata come una vostra pari e siete stati i primi a non guardarmi con sguardo carico di disgusto... lo stesso sguardo che ora mi stai rivolgendo...-
-Salomè...-
-Sai cosa vuol dire essere guardata sempre dall'alto in basso? Sai cosa vuol dire essere odiati da persone che nemmeno conosci? Sai cosa significa sapere che tutti hanno dei pregiudizi malvagi su di te anche se non ti hanno mai nemmeno parlato? Sai cosa vuol dire dover seguire la carriera militare perché è l'unico modo che hai per sfogare la rabbia che ti porta dentro in modo da evitare di impazzire? Sai cosa si prova quando i tuoi meriti in battaglia vengono assegnati a qualcun altro solo perché tu non hai le ali bianche? Sai cosa significa essere definiti 'sgualdrine dell'esercito' solo per il lavoro che fai? Sai cosa significa essere mandati in un paese nemico per fare la spia solo perché la tua vita fa talmente schifo che non hai niente e nessuno da perdere? Lo sai?- sbottò scoppiando a piangere...
-Salomè, mi... mi dispiace! Io non credevo... non sapevo...- mormorò Felix guardandola con occhi tristi
-Non preoccuparti Felix, ci sono abituata... tutti dopo aver scoperto la mia identità finiscono per odiarmi ed abbandonarmi... ormai non soffro nemmeno più, me la caverò...-
-Ma Salomè io... io non avevo intenzione di...- si interruppe e la guardò
-Non avevo intenzione di farti soffrire così tanto... tu ormai sei una di noi... ormai sei un demone... poco importa dove tu sia nata, in fondo al cuore sei sempre stata una di noi-
-Sono... sono una di voi?-
-Sì, esatto... una di noi-
Salomè sentì il cuore scaldarsi, ingrandirsi come se qualcosa di ghiacciato al suo interno si stesse sciogliendo, calde lacrime le rigarono il volto... all'improvviso perse le forze e cadde in ginocchio con le mani sul viso singhiozzando...
-Hey Salomè, ma adesso perché piangi?- chiese Felix chinandosi e mettendole una mano sulla testa...  lei sollevò lo sguardo e lo fissò con occhi brillanti e pieni di lacrime
-Io... io sono così dannatamente felice! Non puoi nemmeno immaginarlo... è la prima volta che... o mio dio, una di voi!-
-Su su, non siamo poi così speciali... anzi... no, hai ragione a piangere dalla gioia... siamo fantastici!- ridacchiò Felix
Salomè scoppiò a ridere con ancora il volto inondato di lacrime, ma la tempesta si stava placando... sarebbe andato tutto bene... tutto si sarebbe sistemato...
-Bene, ed ora occupiamoci di questo piccolo ricattatore-assassino a tradimento... - disse Felix fissando il cadavere dell'angelo che giaceva ancora nella stanza poco distante da loro... si portò la mano alla bocca e si morse un dito sino a farlo sanguinare; poi, col sangue, disegnò uno strano simbolo sulla fronte del giovane... immediatamente il cadavere prese fuoco, scompare in pochi secondi in una fiammata inodore e che non trasmetteva minimamente calore... anche il sangue che era stato versato scomparve senza lasciare traccia...
-Ecco... ora è tutto finito... - disse poi tirando un sospiro di sollievo...
-Ne sono felice- mormorò Salomè fissandolo negli occhi
Lui si avvicinò lentamente e la circondò con le braccia... Salomè, travolta dal calore di quell'abbraccio premuroso ed affettuoso, abbandonò la testa sul suo petto sospirando e chiuse gli occhi... era così stanca...
All'improvviso però la porta venne spalancata... Salomè e Felix, ancora abbracciati, si voltarono per vedere chi fosse l'intruso:
-Lucifero!- disse Salomè sbarrando gli occhi per la sorpresa: che ci faceva lui in quella stanza?
-Capo!- disse Felix nello stesso momento, poi, notando l'espressione del nuovo arrivato, i due si separarono... evidentemente Lucifero aveva frainteso il significato del loro abbraccio.
Improvvisamente si girò ed uscì dalla stanza, senza dire una parola ma incenerendoli con uno sguardo carico di odio e rabbia omicida...
-Lucifero!- gridò Salomè seguendolo e facendo cenno a Felix di non intervenire
-Lucifero!- gridò ancora senza riuscire a fermarlo...
Lui continuava ad andare avanti, senza voltarsi, senza degnarla della minima attenzione... Possibile che fosse in qualche modo venuto a conoscenza della vera identità di Salomè?
Lei riuscì a raggiungerlo solo dopo che Lucifero era già rientrato nel suo ufficio; in silenzio chiuse la porta e si avvicinò alla figura muscolosa di quell'uomo che amava ma che in quel momento le dava le spalle e sembrava odiarla...
-Lucifero... amore mio...-
Lui si girò di scatto e la fissò con occhi fiammeggianti d'ira... per la prima volta da quando lo conosceva  Salomè ne ebbe paura... per la prima volta capì il perché della sua fama sanguinaria...
-Non osare chiamarmi per nome, e non osare nemmeno chiamarmi 'amore'... mi sembra chiaro che sia una cazzata bella e buona!-
-Ma che stai dicendo?-
-Che tu non mi hai mai amato ed è per questo che non devi chiamarmi 'amore'!-
-Ma chi ti dice che non ti ho mai amato?! Io ti amo Lucifero! Ti amo! Perché non dovresti credere alle mie parole!?-
-Perché tu stessa, poco fa, mi hai mostrato chi ami veramente!-
-Che cosa... non capisco...- mormorò Salomè confusa
-Quel dannato demone ecco a cosa, o meglio, a chi mi riferisco!-
-Chi, Felix? Ma lui è solo un mio amico!-
-Ah... e ti aspetti anche che ci creda?-
-Ma... ma è la verità!-
-Non raccontarmi simili stronzate! Cosa ci facevi nell'unica stanza senza telecamere di sorveglianza se non per amoreggiare con quel dannato tizio!?-
-Non stavamo amoreggiando!- urlò Salomè sull'orlo di una crisi di nervi... la rabbia la riempiva a ondate, alternandosi alla disperazione...
-E allora cosa diavolo stavate facendo?- chiese urlando Lucifero che, invece, sembrava pieno solo e soltanto di rabbia...
-Beh... ecco... noi...- balbettò Salomè... non poteva certo raccontargli la verità! Ma non le veniva in mente nulla!
Lucifero la guardava con un sopracciglio alzato e lo sguardo carico di rabbia... dopo qualche secondo di silenzio, osservando Salomè che aveva distolto lo sguardo sbuffò e scoppiò a ridere voltandole le spalle...
-Che c'è? E adesso perché ridi?-
-Non c'è minimamente bisogno che ti scervelli così tanto... non me ne importa un fico secco sai? Tutto questo per me, noi due, il nostro viaggio... i nostri momenti insieme, sono stati solo un gioco, un passatempo... di te non me ne è mai importato nulla... se tu te ne andassi tornerei semplicemente a vivere la vita che vivevo prima... per me tu non vali nulla- sussurrò piegandosi verso di lei con gli occhi malignamente socchiusi...
Salomè vacillò... per lei era stato come ricevere un colpo nello stomaco... il colpo di grazia che Felix non le aveva inferto...
-Che c'è Salomè? Ti vedo pallida, stai male?- chiese Lucifero fingendosi malamente preoccupato...
-N-no... sto benissimo grazie...- rispose lei appoggiandosi alla scrivania e facendo un mezzo sorriso... mai, mai si sarebbe mostrata debole davanti a quel dannato bastardo!
-Bene allora... lasciami solo... devo lavorare- disse Lucifero sorridendo felicemente... con lo stesso sorriso stampato in faccia l'accompagnò fino alla porta, fece uscire Salomè, e la richiuse alle spalle della donna... non appena la porta si fu richiusa il sorriso scomparve sostituito da un'espressione di profonda sofferenza... si passò una mano fra i capelli, barcollò sino alla scrivania e si accasciò sulla poltrona...
-Salomè...- mormorò con voce rotta dal dolore -Perché? Perché?-
   
 
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