Videogiochi > Professor Layton
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Autore: Kastel    24/11/2010    1 recensioni
L' idea è nata da Pixiv e da alcune fan art che ho visto.
Quindi no spoiler.
Una marionetta non può scegliere come muoversi, non può scegliere cosa pensare.
Una marionetta è guidata dal suo marionettista e basta.
Una marionetta è una semplice bambola.
Ti regalerò una rosa.
La prima, rossa, per dirti quanto ti amo.
La seconda, bianca, per averti come sposa.
La terza, nera, per colorare i nostri incubi.
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ti regalerò una rosa.
La prima, rossa, per dirti quanto ti amo.
La seconda, bianca, per averti come sposa.
La terza, nera, per colorare i nostri incubi.

 

 

Le rose vanno regalate in numero dispari, così mi hanno detto.
Le ho raccolte, sai, nel giardino qui fuori. Sono così belle...
Ho scelto tre colori diversi, perché, sai, sono i tre colori dei miei sogni.
Rosso: il sangue.
Bianca: il dolore.
Nero: la morte.
Ma tu non pensare che io voglia vederti soffrire, eh! Semplicemente volevo darti una traccia di me, una parte di me stesso.
Percorrere questi corridori bianchi mi fa strano ora, con questi fiori in mano. Mi fanno sentire una celebrità, cosa che mi capita raramente.
Sorrido nel vederti, quasi correndo se potessi, mi trattengo solo perché qui è vietato farlo.
“Professore!”
Non ti giri a fissarmi, non fai nulla: non mi aspettavo altro, del resto.
“Professore, guarda qui!”
Gli sbatto i fiori davanti al naso, così li dovrà vedere per forza.
Osservali e amali, come ti amo io.
“Sono per te, sai?”
E, improvvisamente, si gira a fissarmi.
Lo so quanto male mi fa, lo so fin troppo bene.
“Mi vuoi bene, vero?”
Sorride, il mio amato professore.
“Si, Luke, ti voglio bene.”
Ecco, mi hai ucciso, professore. Lo sai, vero?
Sarò pazzo, ma so soffire.
“IO NON SONO LUKE!”
Urlo, perché qui non c'è altra scelta per farsi sentire. Quasi gli salto addosso, per fortuna mi trattengono degli infermieri.
Mi portano lontano, talmente lontano che non so neanche dirlo.
Mi legano al termosifone e quasi sembro un angelo, le mie ali legate a quel freddo metallo.
Non esiste scelta per noi malati di mente, non esiste via di fuga per noi pazzi.
Lasciatemi morire.
Lasciatemi solo tre rose.

 

Per essere libero.
Per essere amato.
Per essere me stesso.

   
 
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