Impudico
e Crudele
Parte V: Caduta degli Angeli
Ribelli
Nella
soffitta del palazzo dei Conti di Phantomhive esiste un luogo nascosto a cui
solo poche persone possono accedere. E’ una stanza senza finestre, una
camera oscura come la notte. Lì dentro sono racchiusi due segreti, al
sicuro da sguardi indiscreti, oggetti che secondo la stolta apparenza
andrebbero mostrati, ma che il proprietario della dimora mantiene al sicuro.
Sono due quadri, due semplici quadri.
Ciel
Phantomihive li osserva con espressione severa alla luce di un candelabro
appoggiato sull’unico mobile presente, ovvero un tavolino di legno. In
realtà se un osservatore esterno potesse spiare quel volto fanciullesco,
noterebbe leggere strie umide sulle sue gote pallide e un lieve gonfiore
arrossato appena al di sotto dell’unico occhio scoperto.
Il primo
ritratto una volta è già stato perduto. Ora è di nuovo al
suo posto, dove nessuno può vederlo.
Quel
ragazzino dal petto scoperto, glabro e ossuto è tornato a casa, troppo
debole per vivere fuori, troppo gracile per non essere divorato
all’istante da tutti quei lupi famelici.
Nella
sua prigione di mattoni, però, non è più così solo.
Accanto a lui ora c’è un altro quadro.
La
pittura ad olio è ancora brillante, poiché fresca. E’ stato
eseguito da poco dal grande artista venuto
dall’Inferno senza utilizzare nemmeno un modello.
“Dipingi l’ossessione che mi divora, Sebastian. Tu sai di cosa parlo.”
Gli ha detto, ed egli ha eseguito l’ordine senza battere ciglio, forse
solo sorridendo un poco, mentre iniziava a disegnare le sagome con un
carboncino. Nessuno avrebbe saputo rendere meglio ciò che tanto opprime
l’animo del padrone.
Ciel
osserva il dipinto senza riuscire a staccarsi. In quei giorni gli capita spesso
di sentirsi costretto ad andarlo a vedere, colpito da una folle forma di
assillo che lo rende altresì irritabile più del solito.
Prima
che tutto accadesse, aveva pensato che il giorno della morte di Alois Trancy si
sarebbe liberato del tormento della sua immagine di diafano tentatore e della
sua voce incorporea e seducente. Quel verme insulso non è nemmeno
riuscito a vendicarsi per lo sprezzante regalo che gli ha fatto, prima di
morire, meschino e miserabile fino all’ultimo respiro.
Il Conte
avrebbe dovuto essere felice di quella prematura dipartita, magari incentivata
dalla lama di una spada conficcata nella tenera carne del suo addome. In
effetti un lieve sorriso soddisfatto è scappato tra sue labbra, nel
momento in cui Sebastian lo ha prontamente informato sulla notizia…
E allora perché quell’amaro in bocca?
Perché quel macigno pesante incastrato nello
stomaco?
Avrebbe
voluto eliminarlo con le sue stesse mani, serrare le dita attorno al suo collo
fino a vedere quegli occhi
imbrattati dal fango dei vizi spegnersi, e le pulsazioni delle arterie
affievolirsi fino a cessare, mentre un liquido scarlatto sarebbe stillato dal
suo inguine violato per l’ultima sadica volta da un ipotetico strumento
di tortura fatto costruire appositamente per lo scopo.
Ormai
però nulla ha importanza… Alois è morto, ma il suo ricordo
maledetto non è sparito come si aspettava.
Ciel si
morde il labbro inferiore, inquieto. Non è cambiato niente dopo quella
dipartita, anzi, la situazione è peggiorata. Il cadavere è ancora
caldo e i suoi sogni proibiti sono infarciti dalla sua immagine depravata. Gli
sembra di sentirlo sempre di più, mentre lo sfiora, lo accarezza, lo
stringe, e, diamine, lo lambisce con
la punta della lingua, calda e umida sulla pelle sottile della sua spalla per
forzarlo ad emettere qualche piccolo gemito singhiozzante… Vergognoso e
deplorevole.
Un
brivido gli percorre la colonna vertebrale per tutta la sua lunghezza. Un
disonore macchiato dallo spirito di un cadavere putrido già in
vita…
Non
può controllare cosa sta accadendo, questo lo rende furioso. Ciel
Phantomhive è abituato ad avere tutto tra le mani, tutti i pezzi della
scacchiera tra le dita. Nemmeno Sebastian gli è parso utile
all’inizio.
All’inizio.
Il
giovane Conte accarezza con i polpastrelli della mano destra i due Angeli nudi
stretti in un abbraccio disperato, volgare, i visi rapiti dall’estasi
passionale, le loro labbra lucide incollate febbrilmente l’una
all’altra. Sono ripugnanti, immersi nel nero abisso del completo Nulla, avvinghiati come serpenti senza
onori né glorie. Uno con i capelli di piombo, l’altro biondo come
un campo di grano, hanno fattezze puerili e delicate, completamente
contrastanti con i loro gesti macchiati di turpe abominio, entrambi
inconsapevolmente già reclutati tra le schiere del Demonio.
Il pallore
della loro pelle, la finezza dei loro lineamenti non possono coprire
l’impudenza di chi sceglie di essere dannato.
Ciel
vorrebbe fare a pezzi quel quadro orribile, che lo spaventa e attira allo
stesso tempo.
Non lo
farà.
Gli
Angeli Ribelli rimarranno celati per sempre al sicuro nel loro palazzo di tela
e intonaco, in modo da non torturare oltre il Conte di Phantomhive.
Fine
†ANGOLINO INSANGUINATO
DELL’AUTRICE†
Scusate il ritardo!
Ecco il capitolo
finale, spero non vi abbia delusi!^^
Il nostro Ciel ha
seppellito in soffitta anche un quadro che raffigura la sua debolezza verso
Alois, deluso e adirato per la fine del loro “gioco” di
crudeltà e sensualità. Chissà se riuscirà a
dimenticarlo in questo modo come è successo con la sua parte puerile…
Voi che ne dite? Sono curiosa di sapere le vostre opinioni!
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avermi seguita, sono stata davvero incoraggiata dalle recensioni!
Grazie ancora, e a
presto! Spero che mi seguirete ancora!^^
Un bacio sanguinoso!<3
LoLLy_DeAdGirL