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Autore: LyhyEllesmere    25/11/2010    4 recensioni
Rose è una ragazza dolce e solare, pronta ad aiutare il prossimo, ma anche ironica e un po' troppo saccente. Scorpius è cresciuto nell'amore dei suoi genitori, da un padre diverso, un Draco che nessuno immagina. Ma su di lui aleggia un male sconosciuto.
Una ragazza fugge dall'Europa, per dimenticare un passato che, indelebile, la fa annegare nel dolore. Molti cercano di aiutarla, ma nessuno ci riesce; perché solo un paio d'occhi verdi le permetteranno di dimenticare quelli neri impressi nella sua mente.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 17 – Partita
 
“Non lo so, signore… c’è qualcosa che non quadra”
Ellyssa Ryan camminava in tondo nell’Ufficio del Preside col solito passo felpato e inudibile. I ritratti dei Direttori precedenti la seguivano incuriositi. In particolare Albus Silente, che sorrideva dall’alto degli occhiali a mezzaluna. In un angolo un vecchietto con una trombetta cercava disperatamente di ascoltare la voce fin troppo leggera della ragazza, mentre Severus Piton e Phineas Nigellus Black sbuffavano con aria sprezzante.
“Cosa, cara?” chiese Vitious con voce squillante e al contempo paterna.
Elly scosse la testa, quasi a volersi liberare di un insetto tra i capelli. “Non ho mai avuto queste… capacità, non capisco cosa stia succedendo. La testa mi sta scoppiando, vedo ovunque…” soffocò un ringhio. Odiava quegli occhi neri, così come la risata satanica del proprietario. Si portò le mani alle tempie, nel tentativo di placare il tormento. Da quando… non ci avevo più pensato. Ero riuscita a dimenticare… almeno una parte.
“Non devi vedere tutto in modo negativo, Elly” rispose Daniel Pool, anche lui nell’Ufficio del Preside “Forse ti stai rafforzando, stai sviluppando dei poteri nuovi. Potrei insegnarti degli esercizi di meditazione…” si scompigliò i capelli corti. Si sentiva a disagio quando non riusciva ad aiutare le persone. Non oso pensare cosa potrebbe fare fuori controllo. Potrebbe dar fuoco all’intera Hogwarts, e non come questa sera a cena…
Elly si portò le mani alle tempie.Fuoco. Fiamme. Caldo, gente che urla, scappa. Dolore.
Cadde in ginocchio, la visuale rallentata, quasi stesse svenendo. Era questo che provavano i maghi che praticavano la pirocinesi?
Un sorriso dolce e strafottente, occhi chiari, ridenti.
Cominciò a saltellare, sempre più veloce, sempre di più, come quando usava la corda durante le lezioni di Rimbalzo, finché lo spostamento dei piedi non divenne più distinguibile ad occhio nudo. Doveva svuotare la mente, a tutti i costi. Ma la testa non la voleva smettere, le mostrava immagini che cercava di dimenticare. Avrebbe desiderato un Oblivion,  poter ricominciare da capo. La quiete, la pace, il dolce saper nulla. I curiosi erano solo dei cerca grane, a parer suo. Delle volte, solo non sapere ti permette di vivere, di vivere davvero.
Però sapeva che a lui non sarebbe piaciuto, che non avrebbe voluto. Lui, che l’aveva lasciata, abbandonata a se stessa, credendo che sarebbe andata avanti.
“Ti farò preparare un infuso soporifero dal professor Lumacorno, almeno placherà il mal di testa” decise Vitious. Non sopportava vederla in quello stato, sembrava piccola e indifesa, col suo metro e sessantacinque scarso.
La ragazza si ricompose improvvisamente, quasi avesse preso la scossa. Non le piaceva farsi vedere in quella situazione, anche se era Vitious, il Preside, lì apposta per aiutarla. Perché lei non doveva essere debole.
“La ringrazio professore, ma non è necessario” Doveva combattere da sola le sue battaglie interne, imparare ad andare avanti. Scomparve dietro la porta prima che uno dei due potesse dire “Quidditch”.
“Non mi piace vederla in quello stato” mormorò Pool.
“Non è stata una nostra decisione, Daniel”
“Già, a cosa avrà pensato quel ragazzo, prima di…”
“Loro erano due parti di un unico intero. È ovvio che stia male, pensa se ti strappassero a forza una gamba e un braccio. Dobbiamo dare tempo al tempo. Tuttavia, ciò che lui ha fatto è stato il gesto d’amore più grande che io conosca. Non biasimarlo”.
 
 
Scorpius entrò in Sala Comune, perso nei suoi pensieri. Era stato alla torretta, a riflettere. In un certo senso, era sollevato. Elly non avrebbe parlato. Tuttavia, tenere nascosto questo segreto si stava rivelando sempre più difficile. Scorpius sapeva che prima o poi avrebbe dovuto parlarne, sorbirsi quegli sguardi stupiti. Sarebbe stato diverso, decisamente: come ritornare al Primo Anno, i bisbigli alle spalle, sempre, nei corridoi, in classe, nella Sala Grande, sguardi di pietà e commiserazione. Prima di Hogwarts, per la verità, non glien’era mai importato più di tanto. Si era abituato, la sua vita era sempre rimasta la stessa. I suoi genitori non lo ritenevano un difetto, Dlot non aveva fatto una piega. A Scorpius non era mai importato il giudizio degli altri, che non capivano. Era la commiserazione che lo mandava in bestia. Perché lui era una persona come tutte le altre, non un fenomeno da baraccone. Sei anni prima, solo l’amicizia di Rose e Al e, sì, anche quella di James, lo aveva sostenuto, fermato dal trucidare mezza popolazione di Hogwarts. Si, be’, era un eufemismo. Io non sono violento si disse. Gli venne in mente quando al Secondo Anno Lucas Shitter, un colosso del Quinto di Serpeverde, aveva dato della Mezzosangue a Madeleine Scharim. Lui e Al avevano scontato un mese di punizione per avergli fatto crescere i peli su tutto il corpo, fino a farlo diventare un gorilla. Quella era un’eccezione, aveva insultato Mad.
Quello che lo mandava in bestia era d’essere incolpato di azioni che non aveva commesso. Tutti lo guardavano con aria superiore, alcuni paura, come stesse sempre per esplodere come un pazzo psicopatico. Ma era stato suo padre a diventare Mangiamorte a sedici anni, non lui. E ancora oggi, Scorpius ne era consapevole, Draco pagava il prezzo del suo errore. Perciò continuava a rimandare. Anche se un senso di colpa e di insoddisfazione lo colmava. Avrebbe voluto parlare con qualcuno come Al, a volte. Che si sarebbe seduto sul letto e lo avrebbe ascoltato con calma. Lo sperava. Così sarebbe riuscito finalmente a sentirsi tranquillo, svuotato, finalmente in pace con se stesso. Perché il peso del segreto che portava lo stava piegando sempre di più, sempre di più, come un fuscello in balia della tempesta Ma se non fosse stato così? Se Al non l’avesse capito, gli avesse voltato le spalle? E poi c’era Rose, che all’inizio si sarebbe arrabbiata. Non l’avrebbe perdonato D’altro canto, mancava solo un anno e mezzo alla fine della scuola, e poi…
“Ehi, eccoti qui, amico, non ti trovavamo più!” Da quando in qua Al lo chiamava amico? Stare per troppo tempo con James gli faceva male. O forse voleva farsi sbranare subito.  Gli rivolse un’occhiataccia, quindi si guardò intorno. Per tutta la Sala Comune giravano gruppetti di ragazzi incravattati. Alcuni studiavano, altri bisbigliavano con quel pss pss insopportabile che gli faceva pizzicare le orecchie. Si voltò nuovamente verso l’amico, che aveva un’espressione sollevata e al contempo preoccupata
Be’, non troppo almeno. Di solito, quando stava per sfiorare la crisi di stress/panico gli veniva quell’antiestetico tic all’occhio che aveva ereditato dalla madre Ginny. Rose, accanto a lui, sembrava ancora persa nei suo pensieri. Forse le sto attaccando il vizio. Al pensiero gli venne da sorridere, ma non passò inosservato.  La ragazza sembrò ridestarsi. Scosse a testa, ballonzolando qua e là i boccoli ramati.
“Perché ridi?” le venne naturale chiedere, sconcertata. Stava ancora pensando al fuoco nella Sala Grande.
Scorpius la guardò. In effetti, quando s’incantava Rose spalancava ancora di più gli occhi, blu come le bocce dei pesci rossi. Scosse le spalle, colto da un altro attacco di risatine. “Niente” borbottò.
“Sì, e io sono riccioli d’oro”
“Ho sempre pensato che il biondo ti donasse. D’altronde, è il colore migliore per i capelli” scosse la zazzera color grano con fare principesco.
“Ma dove?? Si vede lontano un miglio che sei tinto” scherzò lei.
“No, cara, la natura è stata generosa con me. A differenza di qualcun altro…” Volse gli occhi al cielo. Luce.
“Che cosa stai insinuando?” sbottò Rose, le mani sui fianchi. Era così adorabile, con quell’espressione imbronciata. Sembrava uno dei quei cartoni giapponesi che gli amichetti Babbani di Scorpius guardavano da bambini. Come si chiamavano? Animi?1
“Che sei bella come una dea, amore” E lo pensava sul serio.
Rose non riuscì a impedire al suo cuore di perdere un battito. Né alle sue guance di arrossarsi. No, no… Ma sentiva il sangue confluirvi. Odio essere una Weasley… perché mamma non ha sposato Viktor Krum???
Scorpius, se possibile, allargò ancora di più il sorriso, in un ghigno quasi strafottente. Broccolo.
“Stai arrossendo, pomodorella!”
 In quel momento aveva voglia di prenderlo a schiaffi. Perché, senza volerlo, stava giocando coi suoi sentimenti. Pensa a qualcosa. Il leggendario zio Bilius, l’anima delle feste, a detta di Fred.
“Non sono arrossita per quello, testa di zucchina” Wow, Rose, hai più fantasia di zio Percy ai preliminari. Povera zia Audrey.
Scorpius inarcò un sopracciglio. “E perché allora?”
“Pensavo” Che fine hanno fatto le tecniche che ti ha insegnato Lily? Zitta.
“La scoperta della pozione calda. Come se non avessi mai pensato in tutta la tua vita”
“Fatti i Merlini tuoi”
Ehm, ehm” tossicchiò Al, imbarazzato.
“Che c’è?” chiesero i due, voltandosi in sincrono.
“Scusate se non voglio fare il terzo incomodo”.
Quattro fanali, due blu e due verdi, si posarono su di lui, sconcertati.
“Oh, insomma!” scoppiò infine Al, intirizzito. “Sembrate una vecchia coppia di sposati! O ci prendete gusto?”
Scorpius si voltò verso Rose, il sopracciglio ancora inarcato. “Tu hai capito che sta blaterando?”
“No, per niente. Ma James lo faceva cadere spesso, da piccolo”
Al sentì il forte bisogno di schiaffeggiarli. Per fortuna era un pacifista. Davvero, la prossima volta che ne incontro uno, gli affibbio ‘sti due. Vediamo che succede. “Lasciamo stare” capitolò alla fine. Tanto discutere era tutto inutile, erano  l’avvocato uno dell’altro.
“Dov’eri finito, prima?” chiese a Scorpius. “Sei letteralmente scomparso, dopo… be’, dopo cena” In effetti anche Elly si è praticamente volatilizzata…
Scorpius lo sentiva, stava per andare in panico. “Dovevo cercare… Pool” sparò il nome del primo professore che gli venne in mente.
Rose inarcò un sopracciglio. “Pool? E per cosa?”
Maledetto scetticismo. Lo adoro e lo odio.
“Dovevo chiedere… delucidazioni per il prossimo tema”.
Al e Rose lo fissarono, sul viso la stessa espressione stupita e sconcertata. In effetti, se vedeva che erano cugini. Scoppiarono a ridere.
Scorpius si sentì punto sul vivo. Scosse un braccio, come per scacciare un invisibile zanzara. “Che c’è, ora?” sbottò.
“Per Bathilda…” Rose si teneva la pancia, stentava a parlare. “De…lu…cidazioni?”
“E allora?” Proprio non li capisco. Sarà un qualche gene Weasley.
Al era caduto in ginocchio. “Da quando… parli così?”
“Da ora, amico” Scorpius incrociò le braccia, offeso.
“Ok, basta” Rose riuscì a ricomporsi. Si spazzolò la gonna, la camicia spiegazzata. Solo quei due riuscivano a farla ridere in quel modo genuino, sincero. Il mio migliore amico e l’amore della mia vita.
Aveva detto, cioè, pensato, l’amore della mia vita? Sì. Perché Rose sapeva che, anche se Scorpius la avrebbe sempre considerata un’amica, l’amica, lei lo avrebbe portato per sempre nel suo cuore. E magari, un giorno si sarebbe innamorata di qualcun altro.
“Tu cosa ne pensi, Scorpius?” gli chiese d’un tratto.
“Di cosa?” Rose aveva ancora quel brutto vizio di dimenticarsi il soggetto della frase.
Lei alzò gli al cielo. “Del fuoco di prima, in Sala Grande”.
“Oh” In effetti gli era passato di mente, con tutta la questione di Elly. “Boh, non saprei. Non era un semplice Incendio, vero?” si sedette sulla sua poltrona preferita, vicino al fuoco. Non si accorse che era già occupata da un minuscolo primino.
“Ahi!”
“Oh, scusa”
“Scorp, sei una frana”
“Non è una novità. Ehi, piccoletto” richiamò l’attenzione del ragazzino, che era letteralmente fuggito via, come punto da uno Schiopodo Sparacoda. “Scusa. Non ti avevo proprio visto” Li fanno sempre più piccoli.
Rose ridacchiò, mentre si faceva cadere assieme ad Al su un soffice divanetto rosso.
“No, sicuramente non è stato un semplice Incendio” disse Hugo, appena entrato in Sala Comune. “Ehi, fa’ spazio, sorellina”
Si infilò a forza tra lei e Al, spiaccicandoli sui bordi del divanetto. Nell’ultimo anno Hugo, nonostante il fisico snello e la crescita non ancora completa, aveva messo su un paio di spalle niente male.
“Perché? Cosa sai Hughie?” chiese Rose con voce soffocata.
 “Non molto. L’avete visto anche noi che non ha bruciato nulla, no? Gli insegnanti non sanno che pesci pigliare. Anche se, secondo me, Vitious sa qualcosa”
“Perché?”
“L’ho incontrato prima, in un corridoio al Quarto Piano. Non sembrava particolarmente turbato.”
“Chissà cos’è stato…” Rose non poteva farci nulla. La curiosità la stava divorando, come una grande rana dalla bocca viscida.
“Be’, almeno una cosa l’ho imparata oggi” continuò Hugo, stiracchiandosi ben bene le braccia, col risultato di spiaccicare ancora di più sorella e cugino.
Vuole diventare figlio unico?
“E sarebbe?”
“La Ryan, Elly. Sembra che nulla possa scomporla. Non ha battuto ciglio davanti alle magie della McGranitt, alle armature che ululano. Nemmeno alle acrobazie di James, e bisogna riconoscerlo, James coi giri della morte ci sa fare”
“E cosa c’entrano i giri della morte di Jam con Elly?” chiese scettico Al.
“Ah, giusto, scusate, mi stavo perdendo. Be’, ha una paura fottuta dei coltelli. Elly, intendo”.
“Le parole!” lo rimproverò Rose. Poi, però, sembrò rifletterci su.“Scusa, come l’avresti capito?”
“Be’, hai presente proprio prima della fiammata?  Ti avevo tirato il coltello, no? Lei si è allontanata terrorizzata, cioè, per quanto si possa vedere dalla sua faccia. Sembrava le fosse scoppiato un uovo di Thestral davanti”.
“I Thestral non fanno le uova, Hugh” non riuscì a trattenersi Rose. “E poi, scusa, se ti passa un coltello davanti, non avresti l’istinto di ritrarti?” Le piaceva Elly. Passavano parecchio tempo insieme. Non voleva parlarle alle spalle.
“Oh, andiamo, non si scompone davanti ad un Ippogrifo impazzito, si spaventa coi coltelli di Hogwarts? Ma se non tagliano neanche la ricotta! Tutti i ragazzi usano l’Incanto Tagliuzzante, appena lo imparano”
“Io no” mormorò lei, con una vocina flebile flebile.
“Questo perché vuoi dare il buon esempio, sorellina”
“E perché sei l’Incredibile Hulk” puntualizzò Scorpius. Da piccolo il suo amico Billy gli aveva regalato i fumetti.
“Scusa, perché allora non mi hai prestato il tuo coltello, se non lo usavi?” Rose cercò di portarsi le mani sui fianchi, invano.
Hugo scosse le spalle. “Era una questione di principio”.
“Ma…” Rose non riuscì più a dire nulla, i tre si erano coalizzati per farle il solletico. Anche se rideva come una forsennata, cercava di fuggire a quella tortura e si sentiva in colpa, non poteva fare a meno di riflettere sulle parole del fratello. Elly ha una paura fottuta dei coltelli.
 
 
La domenica mattina Rose si alzò presto, come sempre prima di ogni partita. Il corpo era in fibrillazione, ma la mente era lucida, come aveva imparato nel corso degli anni.
Cercò di rilassarli sotto una doccia fredda. L’acqua gelata cancellò le ultime tracce di sonno e la lasciò fresca e riposata. Fece un respiro profondo, mentre si osservava allo specchio. Si vestì in fretta, leggera, nonostante fosse Dicembre. Dopotutto il Quidditch riusciva a scaldarti come Burrobirra bollente. Indossò dei semplici pantaloni neri, comodi e scoloriti dal tempo, con una t-shirt scura. Si sarebbe cambiata più tardi, negli spogliatoi. Legò i capelli in una coda alta e fermò i ciuffi ribelli con varie forcine colorate. Fece un altro respiro profondo. Uscì per svegliare Elly, dato che prima se n’era dimenticata. Il letto, però, era vuoto, rifatto e in ordine. Doveva essere uscita. Lanciò uno sguardo veloce alla foto sul comodino, prima di osservarsi intorno. Sullo sfondo, verde e montuoso, otre alle due ragazze che aveva intravisto settimane prima, si stagliavano altre due figure. Prima che potesse avvicinarsi, però, la porta del Dormitorio si aprì ed entrò Elly.
“Oh, eccoti qui, ti stavo giusto cercando. Sei pronta per la partita?”
La ragazza, notò Rose, nonostante fosse passato più di un mese dal suo arrivo, non aveva ancora perso il vizietto di non rispondere.
“Be’, io vado giù, Al mi aspetta. Sbrigati, o non riuscirai a fare colazione”
Elly annuì impercettibilmente.
“Bene, a dopo”.
La ragazza, finalmente rimasta sola, si sedette sul letto. Be’, sola si fa per dire: altre tre Grifondoro russavano indisturbate attorno a lei. Prese la fotografia sul comodino e quella che teneva sotto il cuscino. Carezzò leggermente la figura di un ragazzo che sorrideva all’obiettivo e alla vita.
 
Becco d’Ambra e Rosa dei Venti, un Ippogrifo dalle piume rosa, si rincorrevano sul prato. Per arrivarci, avevano volato a lungo.
“Forza, aiutami” le stava dicendo Janyssa. Stavano distendendo una tovaglia da pic-nic a quadri. Una brezza leggera carezzava loro il viso, com’era tipico da quelle parti.
“Jan, Jan” una ragazzina dai capelli bianchi corse loro incontro. “Dopo possiamo giocare a pallavolo? Ho portato il pallone!” Sorrise, i grandi occhi viola spalancati a mo’ di Gatto con gli stivali.
“Va bene, Del” rispose Jan, riportando una ciocca ribelle rossiccia dietro l’orecchio. Il verde dei suoi occhi era come quello del prato che le circondava. Un pugno in un occhio accanto a quelli di Elly.
“Siiiii” la ragazzina improvvisò un balletto sul posto.
“Più tardi, però” puntualizzò Elly. “Ora pranziamo”.
“Va beeene” Del accettava tutto, purché si giocasse “Allora siete te e Jan, contro me e…”
“Elly!” La ragazza si voltò verso la fonte della voce. Lui le fece segno di avvicinarsi.
“Dimmi”.
Lui sorrise.
“Guarda”
Davanti a loro, oltre il burrone, si stagliava un paesaggio mozzafiato. Le montagne più belle del mondo, le Alpi, si incastravano in una catena verdeggiante che racchiudeva un lago dalle acque cristalline.
“Non è bellissimo?” I suoi occhi erano così luminosi alla luce del sole, di quel colore introvabile in natura, tra gli uomini.
“Già” rispose lei.
Sotto di loro, un burrone di oltre cento metri era l’unica via per raggiungere il lago.2
“Vuoi chiamare Becco e Rosa?”
“Nah, non ci sarebbe gusto” Nei suoi occhi persisteva sempre quella luce birichina, da bambino.
“Lo supponevo”
Si avvicinarono al ciglio, pronti a saltare.
“Ehi, voi due, conservate le acrobazie per dopo, è ora di mangiare” Del li raggiunse. Sapeva che avrebbe dovuto trascinarli a forza.
“E ti pareva” borbottò Elly. Lui si limitò a ridacchiare.
Per pranzo c’era insalata di riso, prosciutto e melone, l’ideale per una giornata così torrida.
“Perché non facciamo una foto?” propose Jan.
“Con l’autoscatto?” Elly sembrava scettica.
Lui, Del e Jan si sbatterono una mano in faccia.
“Che c’è?”
“Elly” lui le poggiò le mani sulle spalle “piccola dolce Elly…”
“E smettila di chiamarmi con quel nomignolo”
Lui la ignorò. “…tu hai il potere della telecinesi e vorresti usare l’autoscatto?”
“Oh”
“Eh, già” risposero i tre in coro.
“Be’, scusate se non sono sofisticata come voi, io” ribatté.
Phydel le porse la macchina fotografica. Con un gesto della mano, Elly la fece svolazzare ad un paio di metri da loro. Si misero in posa. Jan, Del, lei, lui. Sorrisero.
 
Elly si alzò di scatto, il cuore a mille.
“Tutto bene?” le chiese Madeleine Scharim, con voce impastata.
“Sì” la sua voce, tremante, era appena un sussurro. Si rifugiò in bagno. Basta. Aveva giurato a se stessa che non avrebbe mai mollato. Non poteva farsi demolire da ogni ricordo.
Si fece una doccia gelata, per tonificare i muscoli. Da quando non andava più in missione, si era un po’ irrigidita. Doveva fare più allenamento, pesi, combattimento… magari alla Torre di Astronomia. Oppure la Stanza delle Necessità.
Si vestì in fretta, o sarebbe arrivata in ritardo. T-shirt e pantaloncini neri. Fasciò con una benda in più il ginocchio destro, quindi mise quelle specie di ginocchiere che aveva già portate alle selezioni e durante gli allenamenti. Legò i capelli anche lei in una coda alta ed indossò gli occhialoni a specchio. Uscì in fretta, estrasse la scopa blu e argento e sparì per le scale.
 
 
“Truppa, siamo tutti pronti?” James aveva l’adrenalina alle stelle. Non riusciva a stare fermo, saltellava sul posto per riscaldarsi. Al faceva respiri profondi insieme a Rose, che giocherellava con la mazza. Scorpius e Hugo sembrava stessero meditando: erano fermi in mezzo alla stanza, ad occhi chiusi. Mancava solo avessero congiunto i pollici e cominciato a dire ohm. Lily chiacchierava con Robin a vanvera, agitata. Elly rimaneva seduta in un angolo, tranquilla.
Al richiamo di James, tutti si avvicinarono intorno al Capitano. Quello prese un profondo respiro, pronto per il discorso inaugurale.
“Ricordate: Scorpius, Rose, attenti alle Battitrici. Zoe Lenim è forte, ma imprecisa. La Fever invece è da tenere d’occhio, non si sa mai cosa farà. Controllatela. Quest’anno hanno cambiato Cercatore, visto che Nott ha fatto i M.A.G.O. Ora è Thomas Warrior. Stai attento, Al. Da quello che ho capito e potuto vedere è bravo, veloce e furbo. Non gioca neanche tanto sporco. Il portiere è sempre Ermergardin Average. Elly, tu sei la più veloce: Average ha una presa ferrea, ma riflessi lenti, di solito conta sulla difesa della Lenim e dei Cacciatori. Flitt bara, starò attento io. Lily, come sempre la Merlin è tua: sai cosa fare”. Lily annuì. “Overlines è bravo a sparire. Elly, marcalo stretto”. Anche lei annuì.
“Siamo una squadra forte e unita”. Poggiò lo sguardo su Robin, che gli sorrise con fare incoraggiante. Aveva i denti candidi. “Ce la possiamo fare. Schemi 5, 1 e 3a. Compreso? Oh, Scorpius, ricordati della Fever. Con molta probabilità cercherà di colpire Al”. Fece un’altra pausa.
“Bene, andiamo” Si diresse a passo di marcia verso l’entrata del campo.
“James?” La voce di Robin lo richiamò. Gli sembrava ancora strano non vederla giocare al suo fianco.  Quel giorno aveva lisciato i capelli, che ricadevano morbidi oltre le spalle, tirati indietro da un sottile cerchietto. Gli occhi erano giganteschi e luminosi, come sempre.
“Dimmi, mostriciattolo” sorrise scherzosamente.  Lei gli prese la mano e la strinse, con espressione seria.
“Vinci anche per me”.
La abbracciò. Abbracciare Robin gli sembrava naturale, come respirare. Era così… morbida? E poi aveva sempre quel fresco odore di muschio.
“Devo andare”.
“Vai”.
“Ed ecco che anche il Capitano della squadra Grifondoro James Potter fa la sua entrata!!”
Tre quarti della platea, munita di coccarde, sciarpe e striscioni rosso-oro, lo applaudì, seguiti da una schiera di buuu Serpeverde.
Al megafono magico, accanto alla professoressa McGranitt, c’era Sabrina Jordan, figlia di Lee, a fare la cronaca. Dal padre aveva ereditato la pelle color caffelatte, in contrasto con gli occhi nocciola e i capelli innaturalmente biondi.
James raggiunse il resto della squadra  al centro del campo. Madama Bumb, nonostante gli anni, era ancora insegnante di volo.
“I capitani si diano la mano” Flitt e James si avvicinarono. Sembrava stessero cercando di spezzarsi la mano a vicenda.
“In sella alle scope!”
“Sembra che la squadra di Potter non sia cambiata molto. I fratelli Albus e Lily, i cugini Rose e Hugo Weasley e Scorpius Malfoy. Al contrario delle maldicenze, secondo cui Potter avrebbe avvantaggiato i suoi familiari, l’anno scorso Grifondoro ha vinto la Coppa. Ricordiamo che la Cacciatrice Robins si è infortunata solo poche settimane fa ed è stata sostituita da Elly Ryan.  La squadra Serpeverde: Lenim, Fever, Average, Merlin, Overlines e Warrior, la nuova entrata, capitanati da Blake Flitt! Oh, sarà una gran brutta gatta da pelare…”
Gli altri buuu dei Serpeverde furono coperti dal fischio d’inizio. “Ed ha inizio la partita!”
Al fece un giro del campo, per tenere d’occhio la situazione. L’aria gli scompigliava i capelli e lo faceva sentire libero, finalmente.
“James è in possesso della Pluffa, passa a Lily, James, di nuovo Lily, a Ryan. Ehi, hanno accerchiato quella povera ragazza!”
Era vero. Zoe Lenim, Alexander Overlines e Blake Flitt si stavano minacciosamente avvicinando a lei. Una poi aveva pure la mazza. Rose si voltò: doveva fare qualcosa. Prese la mira e sparò un Bolide diretto verso la capoccia di Overlines, che lo schivò. Ma la magia era rotta, Elly riuscì a liberarsi.
“Ryan passa a James, che si avvicina alla porta di Serpeverde…sta per tirare… no! La passa alla sorella CHE SEGNA! Dieci punti per Grifondoro!”
“Palla ai Serpeverde…Flitt, Merlin, Merlin scansa un Bolide di Malfoy, ma PERDE la Pluffa! Ora è Potter, pardon, James, Lily, Ryan, Ryan si sta avvicinando, passa a James, che schiva Lenim…intercetta Overlines, Overlines, Flitt, Merlin, di nuovo Overlines, ho il cuore a mille! Overlines tira…ma Weasley PARA! Bella presa, Hugo!!”
La partita andò avanti. Grifondoro riuscì a segnare altre tre reti, poi Serpeverde si riscosse e ne segnò due.
“Va bene così, Hugo! Non perdere la concentrazione!” urlò James.
Avremmo già vinto se potessi usare la mia scopa come si deve. Flitt, la Lenim e Ovelines continuavano a marcare Elly stretta, lasciando il grosso del lavoro a James e Lily.
Intanto Al cercava il Boccino. Doveva fare in fretta: se Warrior lo avesse acchiappato, Grifondoro avrebbe perso. All’improvviso, Warrior sembrò riscuotersi: doveva aver visto qualcosa. Cadde in picchiata, con Al al seguito nonostante non vedesse alcun Boccino.
“E sembra che Warrior abbia visto qualcosa, anche se Potter non è molto convinto!”
Si stavano avvicinando all’ala Serpeverde, verso i Cacciatori Grifondoro. Al capì. “Elly!” riuscì ad urlare. Quella ebbe appena il tempo di vedersi il Cacciatore addosso, prima di rivoltarsi con la scopa. Warrior aveva scambiato i suoi occhiali a specchio per il Boccino. Non riuscì a trattenersi: “Deficiente!
Warrior, un po’ per il vento, un po’ perché non era la sua lingua, un po’ perché si era appena scontrato con Flitt, non capì.
“Ryan ha sicuramente degli ottimi riflessi! Ha schivato Warrior, che ha preso a capocciate il suo Capitano! Intanto, Pluffa ai Grifondoro!”
Lily procedeva spedita verso la porta avversaria, erano 60 a 30 per Grifondoro, marcata stretta da Morgana Merlin.
Elly era stufa. Decise in fretta. “Potter!”
James si voltò. “Che c’è?”
“Ti fidi di me?”
La guardò, quella ragazza stramba dagli occhialoni e la scopa migliore del mondo. Sì, si fidava.
“Perché?”
“Quando sono marcata stretta, passami la Pluffa”
“Che cosa?”
“Fidati”
Che cosa ha intenzione di fare? James non sapeva che pesci pigliare. Lily gli lanciò la Pluffa. Con la coda dell’occhio, vide Elly di nuovo accerchiata.
Oh, al diavolo.
“Potter passa la Pluffa a… Ryan?? James, ci sei con la testa? È accerchiata! Aspettate un momento…Ryan è scomparsa… ah, no, eccola,vicino alla porta di Serpeverde?? Grifondoro segna!!!”
“Grande, Elly!” le urlò Rose. Lei e Scorpius tenevano d’occhio Verity Fever, che però non sembrava molto coinvolta nella partita.
“Come hai fatto?” James era semplicemente sbalordito.
“La mia scopa è veloce” borbottò Elly.
“Ci puoi scommettere!”
“Pluffa di nuovo ai Serpeverde… questa partita si sta rivelando un vero e proprio scontro! Flitt, Merlin, evita un Bolide di Weasley, intercetta Potter, Lily, Ryan, Lily, prende Overlines, Merlin… wow, bel colpo Malfoy!” Scorpius aveva costretto Morgana a capovolgersi, lasciando cadere la Pluffa.
“Prende James, passa a Lily, Ryan, James, Ryan è quasi alla porta avversaria, si prepara a tirare, com’è che non la marcano più??”
Questo è per te. Elly era distratta. Non si era accorta di essere perfettamente nella traiettoria di Verity Fever, che aveva aspettato quel momento per tutta la partita.
Rose se ne accorse troppo tardi. “Elly, attenta!” riuscì ad urlare.
Elly si spostò. Ma non fu abbastanza veloce, perché il Bolide le colpì di striscio la gamba destra. Strap. Trattenne il respiro, un urlo acuto di dolore le morì in gola. Poggiò la mano libera sul ginocchio destro. Noli stillare, mormorò. Avrebbe retto per poco. Lanciò la Pluffa.
“Altri dieci punti per Grifondoro! Ora i rosso-oro conducono per 80 a 50!”
Verity Fever tremava di rabbia.
“Sembra che Albus Potter abbia adocchiato il Boccino! Vai, Al!”
Un buuu dei Serpeverde rispose a Sabrina.
“Ehi, sono una Tassorosso adottata dai Grifondoro, no?” ribatté indignata.
Intanto Al rincorreva il Boccino, alle calcagna Thomas Warrior.
“Vai, vai!” spronò la sua Firebolt 900. Allungò la mano e sentì le alucce schiudersi. Alzò in alto il pugno.
“GRIFONDORO VINCE!!!” urlò Sabrina Jordan.
Un coro di grida di gioia la seguì. Al si sentì tirato giù dalla scopa e abbracciato dagli altri membri della squadra.
“Abbiamo vinto!” continuava a urlare James, mentre abbracciava Robin (era scesa in campo subito dopo il fischio di fine partita).
“Abbia-mo vinto! Abbia-mo vinto!” canticchiavano Rose e Lily, a braccetto, mentre Scorpius e Hugo urlavano come Banshee.
“Andiamo in Sala Comune, si festeggia!” propose Robin.
“Certo!”
Pian piano, uscirono tutti dal campo. Elly fu l’ultima. Non voleva farsi vedere zoppicare.
 
 
La festa impazziva nella Sala Comune di Grifondoro. Persino Rose si era sciolta ed aveva sostituito la divisa con un paio di jeans scuri e una canotta azzurrina. Lily saltellava a ritmo di musica assieme a David. Rose li trovava dolcissimi insieme. James stava facendo lo sborone – al solito – con un paio d’imbucate ochette Tassorosso. Hugo chiacchierava con Sabrina Jordan e Paz Amigos, Scorpius rideva con Madeleine Scharim. Ne mancava solo una all’appello. Rose si voltò verso Albus. “Hai visto Elly?”
“Non la vedo da dopo la fine della partita” rispose Al, un sopracciglio teso in segno di preoccupazione.
In quel momento, il ritratto della Signora Grassa si aprì e lasciò entrare la ragazza in questione.
“Ehi, dov’eri finita?” urlò Rose, per sovrastare la musica. Le Sorelle Stravagarie erano un classico che non moriva mai, nonostante fossero ormai ultracinquantenni.
“A fare un giro”
“Be’, dai, vieni a festeggiare, è anche merito tuo se abbiamo vinto!”
“Prima vado a sistemarmi” rispose Elly.
Entrò nel Dormitorio: era vuoto.
Tanto meglio. In bagno si tolse le ginocchiere. Dovette trattenere un urlo, anche se dubitava la potessero sentire con la musica sparata magicamente a quel volume. Prese le bende che si era portata da casa, più resistenti, e le legò strette attorno al ginocchio destro.
Noli stillare. Dubitava sarebbe durato molto, ma ci doveva provare. Non poteva certo farsi vedere da Madama Chips. Indossò un paio di pantaloni larghi e una canottiera nera. Pulì il bagno in fretta. Osservò il sangue – il suo sangue – scendere giù, lungo il lavandino, prima di tornare alla festa.
 
 

A Rick.
E chi vuole intendere, intenda.

 
1 – Animi: Scorpius intendeva dire anime, ovvero i cartoni animati giapponesi
2 Questo è il lago, per chi è interessato. Se vi va, provate a indovinarne il nome.
 
Salve a tutti. Sì, lo so perfettamente che mi state per lapidare, ma anche i condannati a morte hanno diritto ad un ultimo desiderio no? Questo è un capitolo ch mi è sempre piaciuto, uno dei pochi che avevo in programmazione dall’inizio. In realtà è stato un po’ difficile da scrivere, soprattutto le prime pagine. Il momento Scorpius/Rose non mi convince per niente – e nella versione originale era ancora peggio  per cui vi prego di dirmi dove sbaglio e, se ne avete, di darmi qualche consiglio. Purtroppo in questo periodo sto avendo una specie di blocco con loro due. Spero sia una fase passeggera. Mi è piaciuto tanto, invece, scrivere il ricordo di Elly. Ricordatevelo, perché, anche se non sembra, è fondamentale. Spero lo apprezziate. Ed è venuto fuori da dove viene la cara ragazza, all’incirca. Se vi va, provate nuovamente ad indovinare. Altra domanda essenziale: la partita è venuta realistica? Quando l’ho scritta su carta, quest’estate, mi sono divertita un mondo. Ma la mia priorità era rimanere coerente con le cronache di Lee Jordan nei veri Harry Potter. Spero sia venuto qualcosa di accettabile. L’ultima parte ve l’aspettavate? E ne verranno delle belle! Infine, è saltato fuori dal caro Hughie che Elly è terrorizzata dai coltelli (sempre il solito melodrammatico..). Che ne pensate? Mi scuso nuovamente per il ritardo, ma questo è il primo momento libero che ho da… be’, un paio di mesi. Oddio, mi spavento da sola XD. Siete andati a vedere I Doni della Morte? Io vado domani… Per le risposte alle recensioni, pensavo di usare la nuova novità di efp, per cui non le leggerete più nei capitoli, a meno che non me lo chiediate espressamente. Il prossimo capitolo si intitolerà Bacchette ma non so ancora quando lo pubblicherò. Penso introno a Natale. Mi dispiace che gli aggiornamenti siano così lenti, ma non posso fare altrimenti. Avete scelto proprio l’autrice che è più brava in matematica e scrive per diletto, a colpi=D. comunque, grazie per aver letto questo lunghissimo commento, e alla prossima! 
 
 
 

   
 
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