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Autore: angiebear_chan    25/11/2010    2 recensioni
questa è la storia di un angelo con un nome terribile per ogni creatura angelica odiata ed evitata dai suoi simili... anche per il suo lavoro... un giorno viene mandata negli inferi e lì...
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dunque... voglio ringraziare innanzitutto tutti coloro che seguono questa storia, coloro che l'hanno inserita tra i preferiti e, soprattutto, coloro che la recensiscono in modo tanto entusiasta... credo che questa storia sta volgendo al termine, non so ancora quanti capitoli mi ci vorranno per finire ma spero che continuerete a seguire le vicende di Salomè come avete fatto sinora... tanti saluti, mille grazie Angiebear_chan ^_^



Salomè, barcollante, uscì dal quartier generale... sentiva le lacrime che, con insistenza,  le pungevano gli occhi cercando una via d'uscita ma lei si rifiutava di mettersi a piangere per l'ennesima volta in una giornata; il colpo che Lucifero le aveva inferto era stato davvero disastroso per lei: non riusciva a respirare, le tremava tutto il corpo e la vista era appannata... ma si sarebbe ripresa, si disse fiduciosa, certo ora stava male come non le era mai successo in tutta la sua vita ma tutto si sarebbe sistemato, tutto sarebbe tornato come prima... la sua vita sarebbe tornata com'era prima di conoscere Lucifero... tutto sarebbe tornato al suo posto... tutto...
-Ma non voglio...- mormorò mentre una piccola lacrima le scivolava lentamente lungo la guancia...
-Non voglio...!-
Si coprì il volto con le mani cercando, invano, di trattenere le lacrime...


-Eccola... non credevo che fosse anche in grado di piangere... -
-Già... guardala, sembra così fragile...-
-Ricordati: quella non è una donna! È una dannatissima macchina per uccidere!-
-Sisi, hai ragione... avanti, prepara il necessario-
-Sì, va bene...-
Gli uomini estrassero un sottilissimo pugnale e si avvicinarono di soppiatto a Salomè che, nel frattempo, era caduta in ginocchio continuando a piangere disperatamente...


Salomè stava piangendo... non si accorse dei sue che le si avvicinavano... sentì solo la leggera puntura del pugnale sul collo; velocemente si tolse le mani dal volto ma, con lo sguardo confuso dalle lacrime, vide solo confusamente il volto dei due uomini; ebbe solo il tempo di realizzare quello che stava accadendo, poi lo sguardo le si confuse e svenne...


-Ecco! Ce l'abbiamo fatta! Te l'avevo detto che ci saremmo riusciti!-
-Non raccontare cagate! Eri tu il primo a dire che ci avrebbe ammazzati!-
-Ehm... no! Non è vero!-
-Bugiardo...-
-Bugiardo sarai tu!-
-Aaaaaah!!-
I due cominciarono ad accapigliarsi ma, ricordando la loro missione, si fermarono, afferrarono Salomè e corsero verso l'uscita... nessuno sembrava aver visto quello che era successo... nessuno tranne un uomo, che da una finestra dell'edificio, aveva visto tutto ciò che era successo... l'uomo si passò una mano fra i lunghi capelli neri e chiuse gli occhi grigi...
-E ora che faccio?!- mormorò


Quando si svegliò Salomè era legata, le mani le erano state ammanettate sopra la testa e sentiva dolori terribili ogni volta che provava a muoversi... si guardò intorno: era in una stanza piccola, buia ed umida... non c'erano finestre; solo una parete di vetro che le permetteva di vedere un corridoio apparentemente interminabile...
-Oh merda... - credeva di sapere dove si trovava: le prigioni del paradiso... le aveva visitate moltissime volte a causa del suo lavoro... le aveva sempre trovate disgustosamente squallide...
-Ti sei svegliata!- disse una voce poco lontano da lei; aguzzando gli occhi Salomè notò una figura che le si avvicinava... quando fu abbastanza vicina Salomè poté riconoscere l'uomo che le aveva parlato: il comandante supremo.
-Che ci faccio io qui?-
-Molto semplice: non riveli i nostri piani e le nostre informazioni più segrete al nemico... -
-Dannato bastardo come hai osato rapirmi? Non appena mi libererò te la farò vedere molto ma molto cara!-
-Mi spiace, tu non verrai mai liberata... a meno che il Santo Tribunale non ti dichiari colpevole di tradimento e, come tale, ti condanni a morte...-
-Ti sbagli! I miei amici vedranno subito che sono scomparsa!-
-Impossibile... -
-No! Loro mi conoscono! E poi tutte le mie cose sono rimaste là...-
-Ti sbagli, abbiamo provveduto a farle prendere... sono in un magazzino al piano di sopra... tutto tranne... queste...- disse mostrando le sue spade ed i suoi pugnali
-Era un sacco di tempo che sognavo di possederle... ho sempre trovato orribile che dei simili capolavori finissero nelle mani di una dannata sgualdrina come te... ma ora, ora sono mie!-
-Dannato figlio di puttana! Non osare toccare le mie spade!-
Il comandante supremo le sorrise malvagiamente e si fissò le spade ed i pugnali addosso...
-Si accorgeranno tutti di quello che è successo! Verranno a cercarmi!-
-E chi? Lucifero? Lui ti odia... ti ha usata solo per placare la sua lussuria... non gliene frega nulla di te, si limiterà a trovarsi un'altra sgualdrina... non sarà né grave né difficile per lui...-
Salomè non rispose: su questo il comandante aveva perfettamente ragione... Lucifero non si sarebbe di sicuro mobilitato per cercarla... e Felix, Adam e Nicolas avrebbero potuto far ben poco se avessero saputo tutto quello che era successo, ma purtroppo lo ignoravano...
-Dannazione!- imprecò
-Te ne sei resa conto eh? Nessuno verrà a salvarti; e sai perché? Perché nessuno ti ama né potrà mai amarti! Non ti si può nemmeno considerare un rifiuto della società perché anche un rifiuto un tempo è stato utile... se tu non fossi mai nata la vita sarebbe stata migliore per moltissime persone!-
-Dannato bastardo! Sei solo un maledetto stronzo!- urlò Salomè
-Mmmmh vedo che ancora non sei convinta della veridicità delle mie parole... ci penseremo noi a toglierti la voglia di ribattere... schioccò le dita e, all'improvviso comparvero due enormi guardie che entrarono nella cella, slegarono Salomè e se la caricarono in spalla... lei non riusciva a muoversi: probabilmente le avevano iniettato una sostanza immobilizzante...
-Dove volete portarmi?-
-Sai... alla fine ci sarai in un certo senso utile... farai da cavia per questo nostro nuovo macchinario...- disse il comandante ignorando la domanda di Salomè e spalancando una porta del corridoio che conduceva in una stanza completamente vuota se si escludeva una sorta di poltrona al centro di essa collegata ad un mucchio di fili e di computer
-Che cosa volete farmi dannati bastardi!?- urlò Salomè tentando inutilmente di muoversi...
I due scimmioni la scaricarono assai poco garbatamente sulla poltrona alla quale la legarono con delle cinghie...
Nessuno ascoltava le proteste, le urla o gli insulti che Salomè rivolgeva loro...
-Molto bene... - disse il comandante -diamo inizio all'esperimento...-


Lucifero richiuse dietro di sé la porta di casa... a lavoro non aveva più avuto notizie di Salomè; non che si aspettasse di riceverle... ma una piccola parte di lui aveva sperato che lei cercasse almeno di discolparsi, di riconquistarlo... ancora non poteva credere che Salomè fosse stata in grado di tradirlo... probabilmente era stato tutto un malinteso!
-Ma sì, sarà così! Deve essere così! Deve!-
Così dicendo si precipitò su per le scale... probabilmente Salomè era nella sua stanza... poco importava la sua reazione quando l'avesse visto comparire... lo poteva insultare, maledire, picchiare ma lui non si sarebbe arreso! L'amava! L'amava troppo per rinunciare a lei!
-SALOMÈ!- gridò aprendo la porta della stanza della ragazza...



Felix attraversava, con fare agitato, la stanza; davanti a lui Adam e Nicolas lo fissavano a bocca aperta, l'espressione a dir poco sconcertata...
-Tu ci stai raccontando una bellissima e fantasiosissima cazzata...- mormorò Adam, alle sue parole Nicolas annuì convinto
-Vi dico che è tutto vero! Dovete credermi!- disse Felix passandosi una mano fra i capelli
-Cioè, tu ci stai dicendo che in realtà Salomè, la nostra Salomè, è un angelo... che è stata mandata qui per spiarci ma lei si è affezionata talmente tanto a noi che non ci ha mai tradito... e che ora è stata rapita? Da due angeli? Subito dopo che un altro angelo aveva tentato di ucciderla? Ma sei impazzito?!-
-No! Vi giuro che è tutto vero! Dobbiamo andare a salvarla! In paradiso come all'inferno i traditori vengono puniti con la pena di morte! La uccideranno!-
-E Lucifero?-
-Pensa che Salomè lo abbia tradito, credo proprio che non interverrà a meno che noi non gli raccontiamo tutta la verità... avanti ragazzi! Come potrei scherzare su una cosa simile?-
-Ci stai davvero dicendo la verità?-
-Si! Si! E da due ore che cerco di farvelo capire!-
-Beh... allora la cosa è una sola... alziamo il culo da qui e andiamo a salvare la nostra mascotte!-


...Vuota... la stanza era vuota; di Salomè nessuna traccia: il letto era fatto, le finestre chiuse, le tende tirate... in casa regnava il più assoluto silenzio...
-No no no no no no no no non può essere!- mormorò Lucifero entrando nella stanza e guardandosi intorno... si diresse verso la cabina armadio e la spalancò... era piena dei vestiti, dei gioielli e delle scarpe che lui le aveva comprato ma le cose con cui lei si era trasferita erano scomparse... erano rimasti lì anche tutti i souvenir della loro gita sulla Terra...
-No... - disse cadendo in ginocchio sul pavimento... -No...-
Lei se ne era andata, se ne era andata forse per sempre...


-Ecco, questa è la casa di Lucifero...- mormorò Felix mentre si avvicinavano alla porta e bussavano delicatamente... la porta venne aperta da un Lucifero alquanto sciupato e dall'espressione abbattuta... non li degnò nemmeno di uno sguardo, si girò lasciando aperta la porta e disse:
-Se volete entrare entrate... Salomè se n'è andata... se non avete qualcosa di importantissimo da dirmi potete anche andarvene...-
-Abbiamo una cosa importantissima da dirvi signore... riguarda Salomè... è stata rapita-
Lucifero si voltò di scatto verso di loro, gli occhi brillavano di una luce scura...
-Raccontatemi tutto quello che sapete...- mormorò con voce incupita dalla rabbia...


-Maledetti bastardi lasciatemi andare!- urlò Salomè... nessuno la ascoltava...
'Come sempre' pensò d'un tratto 'nessuno mi ha mai ascoltata, nessuno mi ha mai apprezzata, nessuno mi ha mai voluto bene... mi faccio schifo, sono un essere inutile... sarebbe stato meglio se non fossi mai nata' … smise di urlare e di divincolarsi lasciandosi travolgere da quei pensieri...
-Ecco... la nostra macchina è entrata in funzione- mormorò il comandante supremo osservandola soddisfatto...
-Grazie a quel capolavoro d'ingegneria tra poco quella dannata e comune sgualdrina non avrà più la minima voglia di vivere... -
Una lacrima scivolò leggera sul volto pallido e tirato della donna...
-Non essere mai nata...- mormorò...
   
 
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