Due
La creatrice
innaturale di un universo
Elyse era
immersa nel mondo dei sogni, cullata dalla cetra di Orfeo. Correva in un prato
verde, una città all’orizzonte e la luna splendente ad illuminarle la via. I
capelli scuri turbinavano nell’aria ed un enorme e spontaneo sorriso era dipinto
sul suo viso rivolto al cielo. Teneva le braccia spalancate come per abbracciare
la vita e continuava a sentire una grande gioia solo per il motivo di
esistere.
E poi vide
qualcuno. Era una persona conosciuta, anzi, di più. Era una sua creatura.
Jessan Wind si
avvicinava a passo veloce alla sua progenitrice, i lineamenti resi indefiniti
dall’atmosfera del sogno.
Elyse smise di
correre e l’euforia si attenuò, sostituita dalla sorpresa e l’allegria di vedere
la sua amata creatura lì, vicino a lei.
«Jessan! Cosa fai qui?» chiese
felice.
Jessan sembrava in punto di piangere, ed Elyse notò che, proprio come
aveva sempre immaginato, teneva i pugni stretti e la testa bassa, coi ricci
biondi a coprirgli il viso. Si sentì in colpa per non poter evitare di pensare a
quanto fosse bello avere vicino la propria creatura nemmeno vedendolo
soffrire.
«Tu stai male.
Cos’è successo?»
«Si tratta di Okaydothan, il nuovo capitano dell’esercito
degli alchimisti.»
Elyse si
irrigidì. «Cos’ha Othan?»
«Vuole te. Dice che tu hai ucciso Seran, e ha
rapito Phoebe, per ricattarti. Ti prego… vieni…»
Jessan stava
piangendo. «Se non vieni la ucciderà. Ha trovato il modo per fartela
dimenticare… Non so come…»
Elyse gli posò le mani sulle spalle.
«Non
preoccuparti, ci penso io.»
Jessan sollevò la testa e la piccola scrittrice
si tirò indietro. Il suo sguardo era tutt’altro che
amichevole.
«Tu. E’ tutta
colpa tua. Posso essere felice quanto vuoi perché mi hai portato l’amore, ma non
fai altro che procurarci nuovi dolori. Che bisogno c’era di far morire Seran? ME
LO SPIEGHI?»
Gli ultimi
residui di gioia scomparvero dal viso della ragazza, che scoppiò in lacrime.
«Io… Volevo solo che la storia… scorresse… con colpi di scena… E poi, senza
dolore… Non c’è gioia…»
Jessan l’afferrò per le spalle. «Tu credi che sia più
importante la storia della nostra vita?!? Hai ucciso la sorella di Phoebe, hai
idea di quanto ci sia stata male? Anzi, sì che ne hai idea! Anche la sua
sofferenza è colpa tua! Sei solo una ragazzina ingenua e stupida che crede alle
favole! Quale lieto fine ci sarà per Okaydothan senza la sua Seran?!? Pensi di
farlo innamorare di nuovo???»
Elyse piangeva
sommessamente e il viso era rosso e gonfio.
Jessan allentò
la presa. «Sei solo una bambina. Io ti voglio bene, Elyse, ma devi capire che
non puoi decidere di troncare una vita solo perché ti va, capiscimi. Io non
posso essere tranquillo pensando che i nostri dolori servono solo a rendere più
avvincenti la tua storia. Dai, vieni…»
Elyse annuì e
seguì Jessan Wind nel sogno successivo: il pianeta Sothano, dimensione parallela
da lei stessa creata attraverso le numerose storie lì ambientate.
Elyse
attraversò, come faceva solo in occasioni particolari, il varco per Sothano, ed
entrò nella Valle delle Porte in versione corporea.
Poco lontano da dove si trovavano vide, sotto il Pesco del Tempo – leggendaria pianta che nutre Sothano – la sua creatura favorita. I capelli castani erano scompigliati, e gli occhi nero carbone socchiusi. Un rivolo di sangue rosso rubino scorreva sulla pelle color biscotto. Phoebe Phoenix, con una familiare lama nera puntata contro il collo stretta dal pugno di un personaggio di origini diverse dagli altri. Pelle chiara, occhi dorati e lunghi capelli color nube al vento, giaccone nero e appesa alla schiena la grande Route, il cerchio alchemico d'acciaio e affilato come una spada.
Okaydothan, la Perla D’Oriente sorrise malvagiamente mentre strappava le pagine di una vecchia storia. La sua vecchia storia...
Ringrazio Lulabi per i gentili commenti e Alaire94 per gli utili consigli, purtroppo non ho molto tempo per scrivere con la scuola e tutto il resto. Comunque cercherò di essere costante. Baci,
Elyse