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Autore: _blackapple    27/11/2010    2 recensioni
Tutte le ragazze sono strane, o per un verso o per un altro, e se una non è strana vuol dire che è ancora più strana delle altre.
{ Primo Levi, La chiave a stella }
Robert Pattinson non ha mai girato twilight, perchè è stato rifiutato ai provini, ma per il resto è come lo conosciamo. Timido, perennemente scarmigliato, amante della buona musica, e in più...è innamorato. Forse.
STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Robert Pattinson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Rob è qui. Pensai, con uno strano senso di sollievo che si spandeva nel petto, nonostante non lo collegai subito al fatto che Rob era lì. E’ comprensibile, avevo la mente annebbiata e vedevo a fatica ciò che mi circondava. Aspetta, chi era dove? Dove era Rob?
Arrivai non so come nella mia camera, e dopo un tempo indefinito, o forse subito, sentii qualcosa scuotermi con violenza. Era terribile, come se il mio cervello stesse sbattendo forte dentro la testa. Mugugnai e mi ritrassi, pregando perché quella tortura smettesse.
Qualunque cosa fosse mi lasciò andare, o almeno credo, e ci fu il calore. Poi il buio.


Robert POV

Erano passate quattro ore da quando ero arrivato nell’appartamento di Nina e lei dormiva ancora. Intanto la preoccupazione non scemava, ma cominciava a venirmi fame e visto che i suoi genitori e sua sorella non sembravano intenzionati a tornare a casa, decisi che mi sarei cucinato il pranzo.
Mi alzai dalla poltrona stiracchiandomi e guardai la pila di vestiti schiacciati sui quali mi ero seduto. Non che cambiasse molto da prima.
Canticchiando e sforzandomi di rimanere allegro mi diressi in cucina e trovai del pollo crudo in frigo, rimasi un momento indeciso: potevo davvero comportarmi come un villano, facendo come se fossi a casa mia?
Poi ricordai che , invece, la casa era di Nina e se c’era qualcuno che non si sarebbe fatto problemi questa era lei.  
Lanciai nella padella sfrigolante qualche pezzo di pollo e delle fette di limone, annusando con appetito il profumo delizioso che veniva dalla padella e lasciandomi cadere sulla sedia della cucina. Mi versai un bicchiere di vino e lo sorseggiai lentamente, sembrava che tutto fosse attesa quel giorno.
Quando il pollo fu pronto mi alzai e cominciai ad affaccendarmi intorno alla padella per trovare qualcosa con cui metterlo in un piatto.
D’improvviso sentii due mani gelide chiudermisi intorno al petto e una testa appoggiarsi alla mia schiena.
Chiusi gli occhi, assaporando la sensazione della pelle di Nina contro la mia.

Nina POV
Quando mi risvegliai stavo un po’ meglio, nonostante sentissi tutti i miei muscoli doloranti, come se mi fosse passato sopra un tram . Mi alzai a fatica dal letto e barcollai.
Quando vidi che qualcuno mi aveva coperto, il mio sguardo saettò sul pavimento, dove ricordavo vagamente di aver lasciato la siringa. Non c’era.
Maledissi tutti gli dei del cielo e della terra, sapendo che quella volta i miei mi avrebbero buttata fuori, ma sul serio non solo per qualche giorno come era successo l’anno prima. >
Misi la testa fuori dalla camera e sentii un invitante profumino di cibo spandersi per l’aria. Ero troppo affamata per evitare ancora a lungo mia madre e così scivolai in cucina.
Quello che vidi, davanti al fornello, ebbe il potere di rincuorarmi così tanto che sospirai e sorrisi, avvicinandomi a Robert.
La sua schiena ampia, coperta da una camicia a quadretti, era la cosa più bella che avrei mai potuto vedere in quel momento.
Quando era arrivato? Chi lo aveva fatto entrare? Mi avvicinai in punta di piedi e lo abbracciai, sentendomi come una donna innamorata, nonostante, naturalmente, non lo fossi.

Quando lui si girò avrei preferito che non l’avesse fatto: il suo sguardo era un misto tra il preoccupato e l’indagatore e realizzai subito che avrei dovuto rispondere ad una serie di domande scomode.
Mah, sempre meglio lui che i miei genitori. Mi staccai e mi sedetti su una sedia, incrociando le gambe.
«Prima il cibo, poi parliamo.  »


Robert POV
L’avrei presa a testate, se solo non fosse stata così piccola e messa male già di suo. Aveva il potere di irritarmi oltre ragione quando si comportava così, sembrava una bambina dispettosa.
Senza dire una parola rovesciai di malagrazia il pollo in un grande piatto e mi sedetti di fronte a lei, mentre mangiavamo in silenzio la osservai: aveva grandi occhiaie scure e un taglio sulla guancia, i capelli scompigliati e le labbra immancabilmente rosse.
Le osservai, sentendomi un po’ confuso e con lo stomaco girato al contrario.
Come faceva a farmi un effetto così, solo guardandola?

«Avanti, adesso puoi tormentarmi con tutte le domande che vuoi» mi disse appena finimmo di mangiare «Ma ricordati che posso sempre non risponderti. »
Sospirai e cominciai, sporgendomi un po’ verso di lei
«Che cosa ti è successo?» lei sbuffò e girò la testa, cominciando a giocherellare con la forchetta. Irritante. «Ti sei drogata?»
«Quanta perspicacia eh!» rispose lei acidamente. Ora però evitava il mio sguardo di proposito.
«Posso sapere almeno perché lo hai fatto? Sei una tossica?»
Dopo una piccola pausa si decise a rispondermi: «Dovevo festeggiare. Farò una mostra fotografica… Ti rendi conto?» ora i suoi occhi erano accesi di eccitazione «Io! Una mostra fotografica! Ieri ho deciso di portare delle mie fotografie al proprietario di una galleria d’arte in città e … gli sono piaciute! Non lo avrei mai creduto possibile, davvero. »
Gesticolava come una bambina, ravviandosi indietro i capelli e mordendosi le labbra.
«Non avevo dubbi che ce l’avresti fatta. » Sorrisi io e mi sporsi per abbracciarla. «Quando comincerà?»
«Tra una settimana, il tempo di far stampare le foto in dimensioni più grandi e di appenderle ai muri. Purtroppo si occuperanno loro di mettere a posto i locali, ma non posso lamentarmi comunque! »
«Sono sicuro che tanta gente verrà a vederle.»
«Davvero, è una galleria famosa! » tacque un secondo, abbassando gli occhi «Per questo ho pensato di… festeggiare, ecco. E’ un sogno che si realizza capisci? Anzi, è il sogno.»
«Spero che vorrai realizzarne altri e non perderti nella droga, Nina. » le dissi serio. Mi resi conto di essere noioso perfino per me stesso e di star combattendo una causa persa, ma non potevo far finta di niente. «Ci sono altri modi per festeggiare, non credi? Modi che ti fanno stare ancora meglio! »
Lei mi sorrise, da dietro un ciuffo di capelli e annuì piano.

Rimasi basito, era davvero Nina quella ragazza? Così remissiva, così arrendevole? Subito dopo, mi resi conto che era vestita solo da una felpa troppo grande per lei.  
E mi resi conto di come avesse potuto interpretare le mie parole.
Avvampai.
Oh cazzo. 
   
 
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