Non poteva essere davvero quel Sasuke Uchiha: il pianista che in cinque anni aveva inciso tre splendidi album di cui ricordavo a memoria ogni singola nota, di cui sapevo ogni dettaglio umanamente conoscibile da un fan, la persona che avrei dato qualsiasi cosa per sentire parlare a quella distanza, senza microfoni né schermi, se ne stava lì a chiacchierare con la Rosa girando pigramente lo champagne nel bicchiere. Impossibile.
[Impaginazione e titolazioni rivisitate, Dicembre 2011]