Ed eccomi ancora col diciannovesimo capitolo, non vi siete stancate di me?!
Comunque solo un paio di cosette... questo capitolo è un po' diverso dal solito, meno basato su dialoghi e personaggi attivi, ma piuttosto passivi.
Seconda cosa, ho cercato di impegnarmi di più nello stile, perchè mi sono resa conto che gli ultimi capitoli che ho scritto, erano scritti un po' alla cazzo.
Terza cosa, che gradirei leggeste, ho aperto qualcosa come dieci minuti fa, una PAGINA AUTORE SU FACEBOOK. Se passaste mi fareste MOLTO piacere <3
ecco il link:
http://www.facebook.com/home.php?#!/pages/Herms/168279513203631?v=wall
CAPITOLO DICIANNOVESIMO: Lyra e Perseus
Hermione guardò fuori dal finestrino della carrozza. Il sole splendeva sopra i prati innevati, illuminando tutta la campagna.
Grazie alla sua posizione di Organizzatrice era riuscita a ottenere un passaggio dall'Espresso di Hogwarts verso la scuola, un paio di giorni prima del rientro previsto dalle vacanze. Così, quella mattina si era recata al binario 9 3\4, scortata dalla famiglia Weasley al completo più Harry.
Li aveva abbracciati uno a uno, ringraziato mille volte Molly per averla ospitata, ed era riuscita a convincerli che aveva bisogno di tornare a scuola con qualche giorno d'anticipo.
Ma non era vero. Non che non volesse stare dai Weasley per carità, voleva loro molto bene e l'avevano trattata benissimo, ma desiderava lasciarli soli per qualche giorno, fargli godere appieno gli ultimi giorni di vacanza in famiglia.
Ed allora era lì, da sola, sul treno, diretta a quella che ormai era diventata la sua casa. Così tanti ragazzi avevano trovato una casa, una famiglia, a Hogwarts: da Harry a Voldemort, da Lily a Piton, fino ad arrivare a lei. Sarebbe stato veramente difficile andarsene da lì, una volta finiti gli esami. Avrebbe voluto potervi restare più a lungo, o anche solo potervi tornare una volta diplomata. Beh, un modo c'era, e lei era sempre più convinta a farlo. Sapeva che sarebbe stato difficile, molto, ma voleva farcela.
Chiuse gli occhi, la testa appoggiata al vetro del finestrino, e cadde in un sonno leggero.
******************************
Hermione socchiuse le palpebre e fu accecata da un'ondata di luce. Si sfregò più volte le palpebre, cercando di abituarsi nuovamente ai raggi del sole.
Stirò braccia e gambe, e si alzò in piedi per far passare un fastidioso formicolio che le aveva preso la caviglia destra. E mentre saltellava su un piede solo, sentendosi particolarmente stupida, si accorse dal paesaggio che mancava poco all'arrivo a scuola.
Fece
per buttarsi sulla borsa e indossare la divisa di tutta fretta,
quando si rese conto che dopotutto non ce n'era bisogno, era ancora
in vacanza e si sarebbe potuta cambiare al castello. Si risedette
accanto al finestrino e guardò fuori. Doveva aver dormito parecchie
ore, era pomeriggio inoltrato, ormai.
Un attacco di starnuti la
colse all'improvviso.
- Maledetta allergia! - pensò asciugandosi
gli occhi che gocciolavano.
Infilò una mano nella pochette per
cercare un pacchetto di fazzoletti, ma, invece di quello, si ritrovò
in mano un pacchettino verde.
Un flash le attraversò la
mente.
Ecco dov'era finito! Pensò sollevata.
Il giorno
dopo Natale, l'aveva cercato in lungo e in largo, ma poiché non
l'aveva trovato, si era ritrovata a pensare di esserselo
immaginato.
Felice del ritrovamento tolse delicatamente la carta
del pacchetto e ne tirò fuori un astuccio elegante di velluto verde.
Accarezzò il morbido tessuto, per poi far scattare l'apertura dell'astuccio.
Ne estrasse un ciondolo molto bello d'oro bianco a forma di rametto di ulivo. Per qualcun altro avrebbe rappresentato semplicemente un simbolo di pace, ma non per lei. Riconobbe in esso la pianta consacrata alla dea della saggezza, Atena.
Un sorriso le sorse spontaneo sul volto, mentre si allacciava la collana al collo.
Passo sue dita sul ciondolo, continuando a sorridere ma chiedendosi chi avrebbe potuto farle un regalo così azzeccato.
Una persona le spuntò subito in mente: Malfoy.
Che lui...? si chiese, timorosa anche solo di formulare il pensiero, forse perchè non voleva che le si insinuasse il dubbio nella mente, o forse perchè non voleva cominciare a pensare a quell'eventualità che avrebbe finito con l'illuderla.
Ripose delicatamente l'astuccio in borsa, continuando a girarsi il ciondolo tra le dita. Per la sua sanità mentale decise di pensarci in un altro momento e piuttosto di godersi il panorama che scorreva veloce fuori dal finestrino. Erano splendidi i prati innevati, ma Hermione cominciava ad essere stanca del freddo, dell'immobilità del paesaggio. Voleva la primavera, vedere tutto rinascere, i prati riempirsi di fiori, e sentire il profumo di erba alla fine di un temporale. Le mancava tutto ciò, dopotutto la primavera era da sempre la sua stagione preferita.
Riflettendo su ciò le venne in mente un'idea. Quale giorno migliore del 21 Marzo per fare il Ballo? Il primo giorno di primavera, quando la notte e il giorno hanno la stessa durata, sarebbe stato perfetto.
Doveva parlarne subito con i suoi compagni, Malfoy in primis.
Dove cavolo sono le piume quando ti servono?! Pensò nervosa, svuotando in malo modo la borsa.
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Un giovane biondo si stava allacciando la cravatta nera guardandosi allo specchio.
Indossava un completo da uomo nero, elegante ma abbastanza giovanile, ovviamente su suggerimento delle Greengrass.
Si scompigliò i capelli con la mano, spostando il ciuffo che gli ricadeva sull'occhio.
Toc, toc.
- Avanti – esordì Draco Malfoy in direzione della porta.
- Sei pronto Draco? - domandò un'elegantissima Narcissa, entrando con passo regale nella camera.
- Sì mamma – rispose il ragazzo. Ancora gli sembrava strano chiamarla con un nome così affettuoso, e non “madre”, ma da quando erano rimasti soli tutto era cambiato.
- Indossi la collana che ti ho regalato – constatò poi il biondo, accennando al pendente al collo della madre, composto da uno zaffiro blu oceano a forma di stella circondato da una sottile montatura di piccoli diamanti.
- Sì, è molto bella – rispose lei accarezzando il ciondolo con la mano destra.
- Dobbiamo andare, i Greengrass ci aspettano per cena – lo avvertì poi.
- D'accordo, scendo subito – la rassicurò il ragazzo, vedendola poi sparire fuori dalla porta.
Raccolse la giacca dalla sedia sulla quale l'aveva appoggiata, e tolse dalla tasca un astuccio di velluto verde gemello a quello che aveva inviato alla Grifondoro.
Lo aprì velocemente fissando la scritta attaccata al ciondolo, Athena, scritto in lettere greche, come aveva fatto più volte in quegli ultimi giorni.
Quando
aveva comprato i gioielli pensava di mandarglieli entrambi, ma alla
fine aveva realizzato che quella scritta poteva averla inviata solo
lui, e non voleva che la cosa fosse così evidente. Quindi aveva
mandato solamente l'altro ciondolo, e anche
se era certo che Hermione avrebbe capito chi fosse il mittente, aveva
preferito non renderlo così palese, ma solo insinuare il dubbio
nella ragazza.
Ripose l'astuccio nel cassetto del comodino accanto
al suo letto, e si smaterializzò accanto al portone d'ingresso dove
l'attendeva Narcissa.
Percorsero
velocemente il viale d'accesso a Malfoy Manor e salirono in carrozza,
prima Narcissa e poi Draco.
Per l'intero tragitto la donna
continuò a rigirarsi il ciondolo tra le dita, nervosa.
- Cosa ti
preoccupa? - le chiese Draco stupito. Sua madre era una delle persone
più glaciali che avesse mai incontrato, e non mostrava mai se era
turbata o nervosa, era impenetrabile. Ma non quella sera.
- Lyra
ha invitato Andromeda - disse lei dopo un attimo, scrutando il buio
fuori dal finestrino.
- Andromeda? Anche Dora? - chiese lui
scioccato.
- Sì, con lupo al seguito - commentò Cissa vagamente
disgustata.
- Come mai? -
- Sostiene che ora che siamo entrambe
rimaste sole, dobbiamo starci vicine come non lo siamo state per anni
-
- Ma si conoscono? -
- Sì. Sai, Lyra
ha frequentato Hogwarts con me, ed era amica mia, di Andromeda e di
Bella. Eravamo un gruppo molto unito, fiere purosangue che regnavano
sulle Serpi. Ma quando Andromeda si è innamorata di Ted, il gruppo
si è allontanato sempre di più, soprattutto per colpa di Bellatrix.
Così Lyra
ha scelto di restare con me e Bella, anche se credo che l'abbia fatto
per stare vicina a me, temeva che l'influenza di mia sorella mi
avrebbe portata alla distruzione. Però sono convinta che abbia
mantenuto i contatti con Andromeda, dopotutto era più legata a lei,
che a noi. - raccontò la donna, gli occhi vacui e persi nei
ricordi.
- Andrà tutto bene - le disse Draco stringendole la
mano, per farle sentire che lui c'era, e ci sarebbe stato sempre.
*********************
Narcissa bussò al portone di palazzo Greengrass.
Dopo poco la porta si aprì, mostrando un'elegantissima Lyra Rosier in Greengrass che li fece accomodare in un enorme salone d'ingresso.
La donna abbracciò Narcissa e poi Draco, pettinandogli il capelli con la mano.
- Quante volte ti ho detto che stai meglio così? - gli domandò lei sorridendo.
- Sono anni che tento di convincerlo Li, ma temo che sia impossibile – commentò Cissa.
- Ma sono più bello così! - esclamò il ragazzo con finta aria scandalizzata.
Mentre si svolgeva questo dialogo tipico, le giovani Greengrass raggiunsero gli ospiti.
Si salutarono brevemente, per poi dirigersi verso la sala da pranzo. Il salone era ampio e illuminato da centinaia di candele e candelabri, arredato con splendidi mobili di mogano scuro, dalle venature nere, e pareti bianco panna.
Si accomodarono tutti al grande tavolo che si trovava al centro della stanza, e poco dopo furono raggiunti dal padre di Daphne e Astoria.
- 'Sera Perseus -
- 'Sera Cissy. Draco – aggiunse stringendo la mano al ragazzo.
- Tutto bene le vacanze? - chiese l'uomo accarezzandosi la folta barba bruna. Gli occhi neri brillavano d'interesse, sembrava sempre che qualunque cosa lo appassionasse, lo interessasse, non per niente era uno scienziato. Oggettivamente Perseus Greengrass era un bell'uomo, alto sul metro e settantacinque, bruno, occhi neri con venature blu, veramente particolari. Ci si chiedeva come fosse possibile che le due sorelle fossero venute bionde con gli occhi azzurri e la pelle diafana, certamente avevano entrambe preso dalla madre, che era il loro ritratto spiccicato, ma dall'espressione identica che si rifletteva dal volto di lui su quello delle figlie, era tale che nessuno osava dubitare la loro parentela.
- Tutto a posto, abbiamo passato il giorno di Natale a casa degli Zabini, ma quest'anno i Parkinson non si sono fatti vedere, non che mi dispiaccia dopotutto. - rispose Narcissa.
- Nemmeno noi li abbiamo visti, e ne sono felice. Erano anni che vi dicevo di smetterla di frequentarli..- ribadì Lyra.
I ragazzi si sorrisero complici, attirando l'attenzione di Perseus, che per buon conto decise di non indagare oltre e di spostare l'attenzione generale su un altro argomento.
- Narcissa tua sorella? - domandò l'uomo.
Il gelo scese nella stanza.
- Non lo so. Lyra? -
- Dovrebbe arrivare tra poco – rispose la signora Greengrass.
In quel esatto momento, come se fosse stata evocata, una carrozza arrivò davanti alla Villa. I presenti si ammutolirono al suono delle ruote sul vialetto, e con molta nonchalance Lyra si alzò e si diresse velocemente all'ingresso.
La tensione era visibile sul volto di Narcissa, rigida come non mai, quasi un pezzo di ghiaccio.
Dopo qualche minuto la donna rientrò seguita a ruota dagli ultimi ospiti.
Andromeda procedeva tranquilla chiacchierando con la padrona di casa, come se non fossero passati decine di anni dall'ultima volta che si erano visti tutti assieme.
Dietro di lei c'erano Tonks, dall'espressione tesa e i capelli biondi legati in un acconciatura elegante che non era minimamente adatta a lei e alla sua pesonalità effervescente, e Lupin, impassibile, ma nel profondo intimorito dall'ambiente.
Il gruppetto si avvicinò al tavolo, e mentre Tonks e Lupin salutavano il padrone di casa e i ragazzi, Andromeda si avvicinò alla sorella e si fermò proprio accanto a lei, che si voltò a guardarla.
- Ciao Cissi – esordì Andromeda, un dolce sorriso sulle labbra.
E Narcissa capì. Quel sorrisetto significava moltissimo per lei, significava che sua sorella capiva le sue scelte, che sapeva che Bellatrix l'aveva sempre sottomessa, e che l'aveva, o l'avrebbe presto, perdonata.
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Fineee :D
Che ne pensate?
Allora, che dire... beh, i nomi dei genitori delle mie sorelle preferite non sono attestati quindi sono andata a cercare tra le costellazioni nomi che mi ispirassero, e Perseus mi sembrava perfetto, in onore del semi-dio Perseo. Non vi racconto la sua storia perchè ne potrei scrivere un libro.
Questa volta voglio fare le cose per bene, rispondendo alle recensioni. A proposito, vi siete arrabbiate che l'ultima volta non ho risposto? Perchè me ne avete lasciate solo 3... sigh :(
Risposte:
Leilah lent: si la febbre è una palla, ma è passata abbastanza in fretta a forza di Oki :)
Comunque sì, a fine anno si terrà il ballo ufficiale, quello di Natale mi serviva per fare una prova :D
Io ADORO Luna, e mi sembrava un'idea carina quella delle foto, così ho unito le due foto.
Spero che ti piaccia anche questo capitolo.
Bacii :)
MissChanel:
hahah sono cattiva, faccio apposto a creare suspance, ma ora ha
aperto il regalo :)
Abbastanza? Sai, non volevo fare nulla di
eclatante, ma piuttosto qualcosa di molto significativo, ed ecco qui
i tre acquisti dal gioielliere.
Spero che il capitolo ti piaccia
:)
A presto!!
Queen73: ciao Cara, che ne pensi del regalo
di Dra?
Comunque non ti eri persa la sorpresa di Luna, sono solo
io che, da brava stronza, vi faccio venire dei dubbi per mantenere
vivo un po' d'interesse :D
Sì, i genitori i Herm sono morti,
l'avevo accennato qualche capitolo fa, credo in quello della scena in
biblioteca, quando Draco poi parla con Blaise in infermeria, e mi
sembrava stupido e superficiale accennare la cosa ma non trattarla
per niente... Credo proprio che ne parlerò ancora più avanti...
A
presto!!
Herms <3