Rossi
i tuoi capelli, verdi i tuoi occhi, nera l’anima mia.
[Severus Piton
– Lily Evans – Sirius Black]
I capelli rossi e
liscissimi gli cadevano sul viso, quasi a caschetto, mettendole in
risalto la
bellezza del volto e degli occhi color smeraldo. Teneva in
mano un libro, sfogliandolo
leggermente, ascoltando quasi il rumore delle pagine e sentendo
l’odore della
carta stampata da poco.
La faceva sentire
bene, al sicuro, come se quando leggeva un libro riuscisse ad
immedesimarsi
completamente in esso, vivendo lei stessa le avventure raccontate da
altri: era
un modo per proteggersi quando aveva paura o sentiva il freddo attorno
a sé.
Lily alzò
il viso,
vedendo il suo amico venirle incontro: il volto, i capelli e
l’espressione
facevano di lui pura tristezza, malinconia e un velo d’odio.
A volte Severus la
spaventava perché sapeva che per quanto potessero essere
così vicini, incredibilmente
amici e l’uno riversato nel cuore dell’altro, era
certa che in lui c’era
qualcosa di feroce: non necessariamente cattivo o malvagio, ma qualcosa
di
intenso, pronto a scoppiare da un momento all’altro, pronto a
diventare magia
potente, sopra ogni limite, proprio quella di cui lei aveva tanta paura.
“..Non credo
proprio.”
Disse Severus sedendosi accanto a lei ed appoggiando la testa sulla
spalla di
Lily, lasciando cadere i capelli corvini sulla divisa di Grifondoro,
quasi
cercando un conforto.
Lily lo
fissò nei suoi
occhi, perdendosi per qualche secondo come ogni volta, chiudendo poi il
libro e
adagiandolo sull’erba, vicino alle sue gambe chinate.
“Cos’è
che non credi,
Sev?”
Gli occhi di Severus,
quasi sempre spenti e glaciali, si accesero per qualche secondo,
brillando, ma
non di felicità o chiarore ma di paura. Si lasciò
andare per qualche secondo,
distruggendo quella maschera che portava sempre: infondo era accanto
alla sua
Lily, alla sua preziosa amica, alla donna amata da sempre, sin dal
primo
incontro.
Con lei sapeva di
potersi aprire completamente, di poter essere completamente se stesso,
con i
suoi pregi e i suoi difetti, con tutto quello portava dentro da sempre
e che in
quel quarto anno ad Hogwarts lo stava lentamente distruggendo,
portandolo alla
disperazione a cui era tanto abituato da piccolo.
“Mancano
pochi giorni
a Natale, Lil.”
Lily capì
immediatamente. Non erano necessarie ulteriori spiegazioni per capire
quello
che l’amico stava passando perché conosceva
perfettamente la paura che si instaurava
dentro di lui.
Natale più
che un
paradiso fatto di dolci e di amore, per Sev era un inferno terribile in
cui l’amore
e l’amicizia erano qualcosa di talmente lontano da
considerarsi anche quasi
inesistenti.
“Sev?”
Severus
alzò il viso,
incontrando nel suo sguardo quell’amore che sapeva di non
poter ritrovare in
nessun altro: era lì per lui, come sempre, quando tutti gli
altri lo
abbandonavano ed anche giorno per giorno, senza che lei gli chiedesse
nulla e
senza che lui dicesse nulla.
“Bussa alla
mia porta.”
“Cosa?”
“Bussa alla
mia porta,
Sev. Ricordi ancora come si fa?” disse Lily, sorridendogli
leggermente. “Quando
non ce la fai più, quando vorresti far del male a tuo
padre.. e credimi,
Severus, lo capisco, ma non farlo.
Vieni da me, alzi la
tua mano e bussi alla mia porta, possibilmente senza picchiare Tunia,
ok?”
Severus
scoppiò a
ridere, facendo sentire la sua voce a tutte le persone che passavano
per il
parco.
“Non te lo
posso
promette questo, Lily.”
Entrambi iniziarono a
ridere, senza più riuscire a fermarsi, senza volerlo infondo
perché in quel
momento nient’altro importava: c’erano
solo loro due che ridevano come pazzi, in preda a qualche stupida
battuta, ma
felici, semplicemente felici.
Severus
l’abbraccio,
inebriandosi per qualche minuto del profumo della pelle di Lily che
assomigliava tanto ai fiori che crescevano accanto al castello: quasi
un misto
di rosa e gelsomini.
“Andremo al
parco se vuoi,
Sev. Andremo là e salteremo dalle altalene,
divertendoci.”
“Come
bambini?”
“Come
bambini, Sev.”
Severus la
guardò.
Era quello il motivo
per cui l’amava più di quanto avesse mai osato
amare in tutta la sua vita.
Lei sapeva fargli
capire cosa valeva veramente, cosa era importante e soprattutto sapeva
dimostrargli che non era solo, che su di lei poteva sempre contare
perché loro
erano veri amici, anche se lui aveva
sempre desiderato essere di più.
La guardò,
desiderando
le sue labbra più di qualsiasi altra cosa. Batté
la testa contro il tronco dell’albero,
cercandosi di riprendersi da quei pensieri eccessivamente lussuriosi.
Qualche secondo dopo,
però, sorrise, rendendosi conto che anche se non aveva la
sua pelle, il suo
corpo e le sue labbra, lui, Severus Piton, aveva il cuore di Lily Evans.
La sera lentamente si
avvicinava, macchiando quel pomeriggio di dicembre, portando con
sé una
miriade di nuvole nere. Severus si fermò ad osservarle: gli
era sempre piaciuta
la pioggia, il tempo cattivo, quello che ti costringe a stare sotto le
coperte,
quello che ti costringe al freddo e al gelo.
“Evans!”
Entrambi alzarono lo
sguardò, vedendo Potter avvicinandosi a loro, mentre emise
uno ghigno di puro
disprezzo nei confronti di Severus.
“Vattene
Potter” disse
velocemente Severus, stanco di quel ragazzo, della sua immensa
stupidità e
della sua enorme cotta per la sua
Lily, mentre i suoi occhi diventarono ancora più scuri e
neri di quanto non
fossero già. James Potter, minacciando il suo territorio, lo
irritava
incredibilmente e faceva uscire il lato più insensibile di
Sev.
“Zitto
Mocciosus, o
vuoi che ti cali ancora i vestiti? Sai, è
divertente.”
Lily
s’irrigidì,
mentre il suo volto si colorava di rosso, quasi come se disegnasse la
sua
rabbia sul viso.
“Ha detto di
andartene
Potter, non l’hai sentito? Vat-te-ne!”
“Evans, un
giorno ti
conquisterò!”
“Si, come
no.
Preferisco morire che anche solo pensare di uscire con uno come te. Mi
disgusti, Potter.”
James se ne
andò,
lasciando Severus e Lily ancora soli.
“Sev,
andiamo in Sala
Grande? Ho freddissimo.” Severus annuì,
mettendogli la sua giacca sulle spalle.
Sentì un
piccolo
rumore venire da lì vicino, senza però riuscire a
scorgere nulla.
Qualche secondo dopo
da un tronco vicino a dove c’erano precedentemente Severus e
Lily, spuntò un
ragazzo con dei lunghi ricci, un petto scolpito ed uno sguardo
particolare,
affascinante e deciso.
Si appoggiò
all’albero,
guardando i rossi capelli di Lily caderle sulla schiena, ondeggianti e
i suoi
piccoli passi, vicinissimi a quelli di Piton.
“Sirius!
Dov’eri
finito?”
Sirius si
alzò,
cercando di far apparire la sua solita arroganza sul viso, celando
così la
tristezza dovuta al suo doloroso martellare del petto. “Ero
uscito un attimo.”
“James ti
sta
cercando, come al solito. Un altro tentativo con la Evans
fallito.”
Sirius
pensò a James,
chiedendosi quello che stava realmente facendo. Non era giusto; non
poteva
provare quei sentimenti per l’unica ragazza che interessasse
al suo migliore
amico, non poteva più passare il tempo a guardarla.
Sirius volse lo
sguardò
verso Lily, ormai troppo lontana dalla sua vista così seguì subito dopo
Remus
verso il castello.
Note dell'autore:
Seriamente
non ci posso credere di averlo fatto, di aver scritto e questo e di
aver mille idee su come continuare questa specie di bizzarro triangolo.
*-*
Poche cose vorrei precisare: James non sarà trattato bene e
non sarà minimamente apprezzato, anche se sarà
presente a causa del senso di colpa di Sir, e dell'ossessione che ha
per Lil.
Severus avrà un ruolo non importante, ma di più.
Severus è il fulcro della storia che però
girà attorno alle decisioni e ai sentimenti di Lily. Sirius
cercherò di renderlo più possibile IC anche se in
alcune cose potrà ricadere un pò fuori, ma
cercherò di evitarlo.
So che un triangolo tra questi tre è un pò
abominio però ce li vedo, esasperati dall'amore per lei.
Spero che vi possa piacere. Ad eventuali recensioni
risponderò tramite il "Rispondi"
Al prossimo capitolo.,
Lara.