Il ragazzo
mescolava lentamente la paura con le passioni. Resta fermo, seduto e taciturno,
le mani in mano senza nulla da fare. Deliri
d’amore nella sua mente. Così flemmaticamente prende dal tavolo al
suo fianco una scatolina di ferro. La poggia sulle ginocchia, la apre e ne estrae come d’abitudine una pallina di colore
marrone, no troppo intenso, l’odore pungente si espande nell’aria.
Dalla tasca tira fuori un pacchetto morbido e spiegazzato di sigarette,
scegliendone una particolarmente stropicciata. Nella mano svuota
il contenuto della sigaretta, un odore di tabacco rancido sfiora le se
nari. Quindi con un accendino scalda il filtro della
sigaretta e vi poggia l’odorosa pallina castana. Pian piano scalda
anch’essa, riducendola in piccole parti e mettendosele in mano. Poggia la
nauseabonda e conturbante mistura in una cartina e vi applica un filtrino di cartone, evidentemente preparato in precedenza.
E’ solo sulla sedia. Esegue tutto metodicamente sena l’eccitazione
che accompagnerebbe un comune diciassettenne.
Il
ragazzo vive sin da quando è nato, diciassette
anni orsono, in un paese sui monti Piemontesi. Il
volto contorniato da lunghi capelli castani è
dolce e delicato, un pizzetto ben curato spadroneggia su esso
poggiandosi su grandi labbra carnose. L’insieme è completato da una naso pronunciato e da occhi scuri, che gelano al primo
incrociarsi, ma stranamente capaci di scaldare chi gli è di fronte. Il
paese è a circa due ore da Torino. Il cuore di Manuel è a circa
due ore dal suo corpo.
Nella
sala troneggiano note distorte e devastanti, lampi al suo auriglio; una fiamma, un rivolo di fumo, odore intenso di
propaga nell’aria. Sta fumando, ma risulta
annoiato. Così si alza ed inizia a camminare per la stanza.
A
circa due ore da lì, un ragazza su
un’auto posteggiata al fianco di una strada sta consumando un fugace
amore. E’ sera, la stellata notte torinese circonda
l’auto e le sue grida d’incommensurabile piacere. Ella risulta affascinante d’aspetto e di persona. Seni prorompenti nel suo corpo e vita stretta, gambe che di certo
non passano inosservate, che si mostrano con classe. Ed
il volto pare un quadro di perfezione, occhi seducenti, labbra succose.
E’ di forma allungata, il viso, e sembra coronato da capelli castani di
media lunghezza, con riflessi biondo rame.
Ora, nuda, sembra
emblema di meraviglia. Lancia urletti spontanei,
acuti e pregni d’erotismo. Se passasse qualcuno per la strada
capirebbe immediatamente che là, in quella vettura, una sta incoronando
un amore con un villano. Lui sta volgarmente “scopandola”, sa di
non amarla ma non glie lo confesserà mai. Ha
troppa fame di sesso. A chiunque abbia scelto di vivere da
uomo, e non da bestia, egli farebbe schifo. Lei, mentre si lascia
penetrare in quella fredda automobile, pensa all’amore ce prova, puro, e gli accarezza le natiche sode. Narciso
bastardo, la usa.
Nel
frattempo, lei non lo sa, ma il cuore del lontano paesano
fluttua sopra di loro. Quello spinello è riempito di sangue, ora, e
bagnato di lacrime. Non capisce come, ma sa ch’ella
sta copulando. Così d’istinto, alza la cornetta del telefono e
compone il numero di lei. Non si fermano,
pur la suoneria di quel cellulare si espande nell’aria. Ella lo cattura come ragno nella tela, spingendolo al suo
interno e cingendolo con le gambe. Prende il telefono e visto il numero, chiude
la chiamato e spegne il moderno attrezzo.
Allora,
il paesano cade a terra producendo un tonfo sordo. Sembra svenuto. Il respiro
è lento e regolare. Il petto si alza e si abbassa. In quell’istante, e proprio in quell’istante,
l bastardo nella macchina ha trovato il coraggio di
sussurrarle alle orecchie:”Devimi”. Sangue giunge agli occhi di lei, che con colpo secco, lo spedisce fuori di sé,
come se volesse obbedirgli, toglie il guanto a lui scagliandoglielo sul volto,
apre poi lo sportello e con spinta possente fa cadere l’uomo dalla
macchina. Ventata gelida penetra nell’abitacolo. Il motore si accende
rapidamente ed ella, ancora nuda e sudata, si
allontana rapidamente alla guida dell’auto. Egli nudo, seduto sul ciglio della
strada, per la prima volta sta piangendo per lei.