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Autore: Loveya15    28/11/2010    0 recensioni
Si può amare una persona, soffrire per lei, e poi scoprire che si era trattato tutto di un errore? E' proprio vero che tra migliori amici c'è sempre il rischio che uno di loro si innamori? Potresti ritrovarti ad un tratto a dover fare decisioni che potrebbero determinare il resto della tua vita? Si può amare una persone fino alla morte?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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//Nota: Primo capitolo. Spero vi piaccia//


Capitolo 1.
-Alexandra Margareth Lovato, rispondimi immediatamente!!- disse la ragazza minuta che si trovava accanto a me e che mi scrutava con i suoi occhi color nocciola. Chiusi il mio armadietto sbuffando.
–Zitta Josephina- dissi guardandola e sorridendo.
–Non chiamarmi con quel nome orribile, sai che lo odio!- disse lei guardandomi male. Il mio sorriso si allargò ancora di più.
–Come vuole signorina Gomez- dissi continuandola a prendere in giro.
–Alex!- disse lei esasperata.
 Ridacchiai e iniziai a camminare, dirigendomi verso l’aula di chimica con la mia migliore amica accanto.
–Allora, mi vuoi rispondere?- mi chiese lei dopo qualche secondo passato a guardarmi attentamente.
 Sospirai. –No Juliet, oggi non ho impegni- dissi, poi la guardai.
–Perché?- le chiesi, anche se conoscevo benissimo la risposta.
–Alex, lo sai! Devi aiutarmi con i compiti di fisica, altrimenti questo Natale mamma mi spedirà da zia Natalie in Alaska e tanti saluti alle nostre giornate- disse lei con una punta di tristezza.
–Non preoccuparti, ok? Hai qui davanti a te l’unica ed inevitabile Alex Lovato, il genio della classe- le dissi sorridendole. In quel momento suonò la campanella.
–Ora muoviamoci, altrimenti chi lo sente il professore- dissi prendendola per un braccio e trascinandola in aula.            
Le ore di lezione passarono velocemente, finchè finalmente non suonò la campanella che annunciava l’inizio della pausa pranzo. Io e Juliet ci avviamo insieme in mensa e ci sedemmo al nostro solito tavolo. La guardai attentamente; non avevo fatto caso a come si era vestita quella mattina. Aveva un minigonna di jeans che le stava a pennello, una camicetta aderente e un paio di stivaletti, quelli che le avevo regalato io per il suo compleanno, mentre i suoi capelli erano raccolti ordinatamente in una treccia. Sorrisi mentre la guardavo. E pensare che erano passati solo 4 anni da quando ci eravamo conosciute, ci eravamo incontrate il 1° anno di liceo nell’aula di biologia ed eravamo capitate insieme per i lavori di gruppo. Era una delle persone più importanti della mia vita, mi aveva completamente cambiata, così come avevo fatto io con lei. Quando l’avevo conosciuta era timidissima, chiusa nel suo mondo, timorosa di far vedere agli altri il suo carattere, con me invece era riuscita ad aprirsi, ci divertivamo, ci scatenavamo, era diventata una vera pazza. Anche il mio carattere era cambiato, ero diventata più disponibile e gentile, quando ero piccola ero insopportabile. Avrei dato la mia vita per lei. Quel pensiero mi riportò subito indietro nel tempo, esattamente 6 mesi fa, quando vivevo felicemente insieme alla mia migliore amica, il mio migliore amico e il mio amato fidanzato. Kevin. Era da quando mi aveva lasciata dicendomi che non mi amava più ed era partito per l’Europa che non avevo più udito la sua voce nemmeno per sbaglio. Durante i primi mesi dopo la sua partenza ero del tutto paranoica, lo vedevo dovunque andassi, ma per quanto mi sforzassi non riuscivo a prendere quel dannato cellulare e comporre il suo numero.
-Alex, ci sei?- la voce squillante di Juliet mi svegliò dai miei pensieri.
-Dimmi- dissi io sorridendo.
-Stai bene? Prima continuavi a guardarmi, poi sembravi del tutto assente- disse lei guardandomi in modo preoccupato.
-Stavo solo pensando… che stamattina sei davvero carina- dissi evitando di parlare di Kevin. Quando parlavo di lui si arrabbiava, non perché gli fosse antipatico o qualcos’altro, ma perché diceva che dovevo andare avanti ed essere felice.
-Grazie. Hai visto?! Ho messo gli stivaletti che mi hai regalato tu- disse con un sorriso pieno di entusiamo.
-Si, ho visto- dissi sorridendole. Mi sembrava quasi impossibile immaginarla senza il suo sorriso che sprizzava felicità da tutti i pori. Mi guardai intorno, cercando con lo sguardo quello sbadato di Nicholas, chissà dove si era cacciato.
-Cerchi Nick?- mi chiese Juliet mentre beveva un sorso d’acqua dalla sua bottiglina.
-Esatto- dissi io continuando a cercare il mio migliore amico.
-Prima l’ho visto entrare nella caffetteria- disse Juliet mentre cominciava a mangiare.
Guardai verso la caffetteria e finalmente lo vidi. Si stava avvicinando velocemente a noi. Lo guardai sorridendo, mentre vedevo quei suoi ricci stupendi che si muovevano. Indossava un jeans con una camicia a quadrettoni, la mia preferita. Si sedette accanto a me sorridendo.
-Salve ragazze- disse lui salutandoci ed iniziando a mangiare.
-Come sono andate le tue lezione Nicholas? Hai preso qualche 4?- gli chiese divertita Juliet.
-Spiritosa. Per me sono arrivati i regali di Natale in anticipo: 6 in fisica, 7 in filosofia e… una telefonata inaspettata- disse lui. Quando pronunciò l’ultima frase si voltò lentamente verso di me.
-Non guardare me, non ti ho fatto nessuno scherzo- dissi alzando le mani. Lui continuò a guardarmi, senza dire niente. In quel momento capii di quale genere di telefonata si trattava, sentivo il cuore battere a mille.
-Che ti ha detto?- chiesi con il tono più distaccato possibile.
-Che non sa quando tornerà ma che di sicuro non passerà le vacanze con noi- disse lentamente, come se mi servisse tempo per assimilare quelle parole. Il mio cuore si spezzò per l’ennesima volta. Ero sicura che non sarebbe venuto, ma una parte di me ci sperava ancora, ma quella frase mise a tacere ogni mia speranza.
-Ok- dissi freddamente, cercando di mascherare la delusione.
-Alex, devi smetterla di stare così, ok? Si è comportato da stronzo, e non è certo uno stronzo che ti meriti. Non voglio più vederti così, altrimenti giuro che prendo un areo, vado in Europa e lo prendo a calci in culo- disse Juliet decisa.
Abbozzai un piccolo sorriso. Riusciva sempre a farmi sorridere.
-Non è così facile da dimenticare come credi- dissi poi ritornando triste.
-Incontrerai qualcun altro più simpatico, dolce e perfetto, come dicevi tu, di lui- disse lei, allungò una mano e la mise sulla mia sul tavolo. –Troverai un ragazzo fantastico degno di te-.
Non potei fare a meno di sorridere. –Come farei senza di te- dissi continuando a sorridere.
-Grazie della considerazione- disse Nick.
-Sei uno stupido, sai che ti voglio bene- dissi sorridendogli e abbracciandolo. Lui ricambiò l’abbraccio, poi si allontanò.
-Hey, indovina invece chi torna davvero a casa per le feste di Natale- disse poi con un enorme sorriso.
-Qualcuno che conosco?- gli chiesi subito, curiosa.
-Qualcuno di carino?- chiese invece Juliet. La guardai per un attimo, come per dire “Ma che dici?!?”. –Che c’è?- disse lei innocentemente. –Che ho detto?-
-Posso continuare?- ci chiese Nick guardandoci, noi rimanemmo in silenzio. –Torna Joe!!!- disse sorridendo.
Io e Juliet lo guardammo confuse. Molto probabilmente si aspettava una grande reazione, con sorrisi e gridolini di felicità, perché vidi il suo sorriso spegnersi lentamente.
-Scusa Nicholas, potresti spiegarti meglio?- chiese gentilmente Juliet.
 -Joe- ripetè di nuovo lui. Continuammo a guardarlo confuse.
–Joseph- precisò, poi sospirò vedendo che eravamo ancora confuse.
–Mio fratello Joseph!- disse guardandoci e aspettando la nostra reazione.
-Scusami Nick ma… tu hai un altro fratello oltre a Kevin?- chiese Juliet ancora più confusa.
Nick sospirò rassegnato, poi guardò me, sperando che almeno io ricordassi suo fratello. Nick era stato il mio migliore amico e anche la mia spina nel fianco per 12 lunghi anni. Ripensai a quando da piccola andavo a giocare con i bambini Jonas: c’era Nick,il più piccolo con il quale giocavo, Kevin, il più grande e per il quale avevo già una cotta. Poi ricordai un altro ragazzino, che vedevo qualche volta quando io e Nick guardavamo la televisione nel salone.
-Joseph è tuo fratello maggiore, vero Nicholas?- chiesi iniziando a ricordare meglio.
-C’è un altro fratello ancora più grande?!- chiese Juliet, ancora confusa.
-No, no!- dissi –Più grande di Nick ma più piccolo di Kevin, il fratello intermedio-
-Esatto- disse Nick contento che ricordassi ancora.
-Perché io non sapevo dell’esistenza di questo fratello?- chiese Juliet.
-Perché si è trasferito 10 anni fa in Inghilterra con nostro zio- spiegò Nick. –Ecco perché Alex non ricordava, aveva solo 5 anni quando lo ha conosciuto, e dopo 2 anni è partito-
-Quanti anni ha adesso?- chiese Juliet curiosa.
-Mmmh… circa 19 anni- disse Nick.
-E’ più grande di noi di 2 anni- precisai. In quel momento suonò la campanella. Ci alzammo tutti insieme dal tavolo.
-Si ma… è carino si o no?- chiese Juliet con gli occhi che le brillavano. Nicholas la guardò, scosse la testa e se ne andò.
-Che ho detto?- mi chiese lei confusa.
La guardai e scossi la testa anche io, poi le sorrisi. Insieme ci avviammo verso l’aula di inglese.

  
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