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Autore: funkia    29/11/2010    14 recensioni
Non mi sentivo più una bambina. Mi sentivo una donna in tutto e per tutto, con i problemi che hanno gli adulti, con l’esperienza necessaria per poter dire di aver lasciato l’adolescenza a tutti gli effetti. Avevo studiato e adesso avevo un lavoro da adulta, con tutte le responsabilità che l’essere adulto comporta. Ero più posata, più ragionevole. Avevo imparato a plasmarmi a seconda delle situazioni. Non era rimasto niente della vecchia Rose. Pensavo di averla lasciata per sempre, pensavo di essere cambiata. Ma soprattutto, pensavo di non amarlo più.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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C’erano tante cose che persone che mi piacevano

DON’T TELL DAD II

 

10. We Are

 

 

You keep watching from your picket fence
You keep talking but it makes no sense
You say we're not responsible
But we are, we are
You wash your hands and come out clean
Fail to recognise the enemies within
You say we're not responsible
But we are, we are, we are, we are                (Ana Johnsson)

 

 

 

C’erano tante persone che mi piacevano. Troppe persone che invece non sopportavo affatto. Qualche persona che mi rimaneva davvero simpatica. E poi c’era quella piccola cerchia di persone che amavo totalmente e incondizionatamente, per i quali avrei davvero fatto di tutto. Al rientrava nell’ultimo gruppo.

 

Perciò non esitai a presentarmi al San Mungo con il vestito da sposa ancora addosso mentre tutti mi correvano dietro cercando di farmi ragionare. Svoltai corridoi, entrai nei reparti, chiesi a tutti i Medimaghi finché non seppero indicarmi dove diavolo si trovasse Albus Severus Potter.

 

Quando finalmente riuscii a trovare la stanza quasi mi si spezzò il cuore. Al era steso a letto con la faccia più verde di un troll. Vanessa gli teneva la mano, seduta sul letto, mentre Lily, James e gli zii erano tutti in piedi attorno al letto.

 

Al fece un debole sorriso appena mi vide. “Sono lusingato Rose, ma credo di dover declinare la tua proposta di matrimonio.”

 

Mi feci avanti cercando di far entrare tutto il vestito nella stanza. “Per l’amor del cielo, Al, chi diavolo ti ha ridotto così?”

 

Zio Harry si spostò gli occhiali sul naso. “Ci piacerebbe saperlo, Rose, ma non abbiamo ancora nessuna traccia. E’ stato avvelenato.” Fece un sorriso. “Dobbiamo ringraziare Vanessa o adesso Al… non voglio neanche immaginarlo.”

 

Vanessa gli accarezzò gentilmente i capelli senza dire niente. Al cercò di sorridere. “Beh, come si dice, ‘dietro ad ogni grande uomo c’è sempre una grande donna’.”

 

Lo guardai seriamente preoccupata. “Come ti senti adesso?”

 

“Sto alla grande.” Disse ma era ancora molto debole. “Mi hanno ordinato di stare a letto tutto il giorno e mangiare. Potevo volere di meglio?”

 

Hugo rise. “E la compagnia sembra ottima.”

 

Zio Harry mi mise una mano sulla spalla. “Vieni, Rose, andiamo fuori.”

 

Uscii dalla stanza insieme a papà e zio Harry, mentre il resto della famiglia e la famiglia di Jack rimasero a far compagnia ad Al. Zio Harry aveva un’espressione preoccupata sul volto, anche se non avevo ancora la più pallida idea di che cosa volesse dirmi. Sospirò profondamente.

 

“Credo che fosse un avvertimento.” Disse.

 

Io corrucciai la fronte. “Non credo di capire.”

 

Zio Harry mandò uno sguardo a papà. “Tuo padre mi ha detto che stai indagando all’omicidio di Jeremiah Kein. Credo che l’assassino voglia che tu smetta di indagare.”

 

Mi voltai verso la porta della stanza di Al. “Pensi che abbiano colpito Al per cercare di colpire me?”

 

“Pensiamo che prima abbiano cercato di colpire Jack, a dire il vero.” Disse papà. “Ma è difficile, è un giocatore di Quidditch ed è sempre sorvegliato. Non sarebbe stato facile. Ma chi avrebbe potuto difendere un semplice mago di laboratorio come Al?”

 

“Hai detto che è stato avvelenato.” Dissi confusa. “Come…”

 

“E’ qualcosa che ha respirato mentre era a lavoro, su questo ne siamo quasi sicuri.” Disse zio Harry. “Qualcosa di tossico che però non ha agito subito. Si è sentito male mentre era a casa.”

 

“Per fortuna.” Disse papà. “E per fortuna Vanessa ha capito subito che si trattava di veleno e gli ha infilato del bezoar in gola.”

 

Io corrucciai la fronte. “Se è successo a lavoro, non può essere semplicemente stato un incidente su delle nuove formule?”

 

“E’ molto probabile.” Disse zio Harry. “Il punto è che tutte le formule nuove gli vengono commissionate da Dipartimenti esterni.”

 

“E non si riesce a risalire al Dipartimento?” Chiesi subito. “Dovrebbe essere abbastanza semplice.”

 

“Rose, conosci Al, lavora come un matto.” Disse zio Harry sorridendo. “Solo stasera ha provato venti formule diverse, di dieci Dipartimenti diversi. Non abbiamo idea di quale formula sia.”

 

“Una cosa è certa, chi l’ha commissionata sapeva esattamente quale sarebbe stato l’effetto.” Fece papà.

 

“Ma non…” Corrucciai la fronte guardando dietro le spalle di zio Harry. “Scorpius?”

 

Anche papà e zio si voltarono verso di lui, che aveva appena svoltato l’angolo vestito di tutto punto. Fece qualche passo avanti, incerto.

 

“Ero ad una serata di gala quando mi è arrivata la notizia. Sono davvero molto dispiaciuto per Albus.” Disse a zio Harry.

 

Lo zio gli sorrise in modo educato. “Grazie, Scorpius.”

 

Annuì e si schiarì la gola. “Mi è sembrato strano che qualcuno avesse deciso di fare un attentato ad Albus e la prima cosa che mi è venuto in mente è che potrebbe essere collegato con il caso Kein. In questo caso…”

 

“… stanno cercando di colpire me.” dissi sospirando. “Zio Harry mi ha già esposto la sua teoria.”

 

Malfoy sospirò. “Mi dispiace Weasley, sei fuori dal caso.”

 

Mi sentii come se qualcuno mi avesse appena pugnalato al petto. “Cosa? Non puoi farmi questo!”

 

Papà fece un cenno con la testa a zio Harry. “Forse è il caso che noi rientriamo.”

 

Malfoy li guardò andarsene nella stanza di Al e chiudersi la porta alle spalle. Mi fissò serio. “E’ troppo pericoloso, hanno capito chi sei e cercheranno di ammazzare i tuoi familiari uno ad uno. Oggi è toccato ad Al, e domani?”

 

Questo caso era tutta la mia vita, cosa avrei fatto adesso? “Cosa pensi che dovrei fare?” Chiesi quasi con le lacrime agli occhi. “Stare a casa fino a che non avrete preso l’assassino? Vuoi davvero fare questo da solo?”

 

Malfoy fece due passi verso di me e mi prese per le spalle. “Rose, non posso rischiare che ti capiti qualcosa.” Disse. “Avrai tutto il tempo per occuparti del tuo matrimonio.”

 

Io sospirai. “Non sono il tipo di donna che sta a casa.”

 

“Non sei neanche il tipo di donna che mette vestiti del genere.” Fece squadrandomi con una smorfia. “Ma chi diavolo ti ha scelto il vestito?”

 

“Era di mia madre.” Fece Jack alle mie spalle. Mi voltai di scatto, spaventata, come se mi avesse colto sul fatto. “Che ci fai qui, Malfoy?”

 

Malfoy non si fece intimidire, alzò un sopracciglio e si mise dritto. “La stessa cosa che fai tu. Sono qui per vedere Albus.”

 

“Ma davvero? E da quando ti preoccupi dei familiari di Rose?”

 

“Non mi preoccupo.” Disse serio. “Fa solo parte del mio lavoro. Sto indagando.”

 

Jack mi mandò una rapida occhiata e scosse la testa. “Lo sai, Malfoy, non mi piace per niente il vostro modo di indagare.”

 

Io sospirai e posai una mano sul braccio di Jack. “Malfoy indagherà da solo, Jack. Io sono fuori dal caso. Andiamo adesso, torniamo da Al.”

 

Malfoy fece una smorfia. “Se non ti dispiace avrei bisogno di fare qualche domanda ad Albus.”

 

“Oh, a me non dispiace affatto.” Feci io scrollando le spalle. “E’ con Al che devi parlare.”

 

Jack saltò su come una molla. “E’ quasi stato ucciso e tu vieni qui a fare domande!” Disse. “Non credi che forse voglia riposare? Non lo so, che voglia stare in pace per un po’? Ti precipiti da tutti o corri solo quando si tratta di Rose?”

 

Io arrossii, mi stava davvero mettendo in imbarazzo. Cercai di spingere Jack dentro la stanza. “Mi dispiace. Avrai tutte le informazioni che ti servono ma ora non credo proprio che sia il momento giusto.”

 

Malfoy annuì e sospirò. “Fai i miei auguri di pronta guarigione ad Albus.”

 

Io feci mezzo sorriso. “Devo dirgli qualcosa di irritante, non è vero?”

 

Malfoy sorrise tra sé. “Solo che non pensavo che fosse un pappamolle del genere.”

 

Io ridacchiai ed annuii. “Vedrai che lo apprezzerà molto.”

 

 

**

 

 

 

Il giorno dopo non andai in ufficio e Malfoy non mi fece neanche chiamare. Passai tutta la mattina con Al, che sembrava essersi ripreso fin troppo bene dall’attentato del giorno precedente, nonostante la pelle verdastra e il fiato mozzo.

 

“Carino il vestito da sposa.” Disse ridacchiando. “Spero che tu abbia prenotato una chiesa abbastanza grande.”

 

Io alzai gli occhi al cielo. “Divertente. E scusami se mi sono precipitata al tuo capezzale invece che fermarmi per cambiare l’abito.”

 

Al sorrise e affondò la testa nel cuscino. Fissò un punto indefinito davanti a sé. “Mi sono spaventato da morire, Rose. Pensavo davvero che per me sarebbe finita, ho pensato per un attimo che mi sarei fermato lì e avrei perso le cose migliori, che ancora dovevo vedere e provare tante cose.”

 

Gli presi la mano. Ci eravamo spaventati tutti. “Non pensarci adesso, Al. Adesso sei qui.”

 

“Avresti dovuto vedere Vanessa.” Fece sospirando. “Non so chi le abbia dato tanta forza per reagire e salvarmi, ma quando mi sono svegliato ed ero in ospedale aveva un aspetto orribile. Non ha smesso di tremare fino a quando siete arrivati voi.”

 

“Stavi per scivolargli dalle dita, Al.” Dissi in un sussurro. “Credo proprio che sia normale.”

 

“Io… io credo che la sposerò.” Disse infine.

 

Strabuzzai gli occhi. “Tu… cosa?”

 

“Sposerò Vanessa.” Disse convinto. “Pensa se fossi morto e non avessi avuto l’occasione di farlo. Beh, non subito, ma magari dopo il bambino. O bambina. Sai, Rose, comincio a sperare che sia una bambina.”

 

Io sorrisi e scossi la testa. “Cavolo, avrebbero dovuto avvelenarti molto tempo fa.”

 

Al scoppiò a ridere e tossì subito dopo. Io gli sistemai un po’ il cuscino dietro la schiena. “Che fai, ti eserciti a fare la perfetta mogliettina?”

 

Cercai di sorridere, ma probabilmente ne venne fuori solo una smorfia. “Già…”

 

“Oh-ho” fece Al leggendomi nel pensiero. “Ci stai ripensando.”

 

“Non ci sto ripensando, è solo…” Sospirai e scossi la testa facendo un sorriso. “Probabilmente sono solo molto stressata e il fatto che tu sia quasi stato ucciso non mi aiuta. Forse se tornassi ad occuparmi della mia vecchia rubrica…”

 

“La tua vecchia rubrica?” Fece Al allibito. “Rose, tu odi il gossip.”

 

Io annuii tra me. “Sì… sì, lo odio.”

 

Al mi fissò. “Rose, perché non mi dici cos’è che realmente non va?”

 

Mi appoggiai con i gomiti sui ginocchi e alzai un sopracciglio. “Credimi Al, vorrei tanto saperlo.”

 

Qualcuno bussò alla porta, noi ci voltammo entrambi. Gaby sorrise debolmente dalla soglia della porta, aspettando quiete.

 

“Spero di non disturbare.”

 

“Gaby!” dissi con un sorriso. “Vieni, entra!”

 

Fece dei passettini incerti verso di noi e si sedette sulla sedia vicina al letto di Al. Gli fece un sorriso gentile e gli posò una mano sul braccio. “Come ti senti, Al? Vanessa mi ha informato solo stamattina.”

 

“Non volevamo disturbare nessuno.” Disse Al con un sorriso. “Oggi mi sento molto meglio. Sono contento che tu sia passata.”

 

“Nessun disturbo.” Fece lei. Aveva un aspetto orribile a dirla tutta, era pallida e spossata. “Non avevo niente da fare, comunque.”

 

“Sol?” Chiese Al innocentemente.

 

Gaby distolse lo sguardo da noi e lasciò scivolare via la sua mano dal braccio di Al. “Oh, non lo so. Io e Sol non abitiamo più insieme.” Io e Al ci ghiacciammo sul posto e ci lanciammo un veloce sguardo. “Lo so che lo sapete, non importa che facciate finta di niente.”

 

“Oh Gaby, mi dispiace così tanto.” Dissi sinceramente dispiaciuta.

 

Lei cercò di sorridere. Avrei tanto voluto sapere dove trovava la forza di stare così calma. “Sono cose che capitano, la vita è piena di sorprese, dopotutto.”

 

Al la guardò sconcertato. “Sembri così tranquilla.”

 

“Oh.” Fece lei scrollando le spalle con mezzo sorriso. “Temo di aver finito tutta l’ira che avevo in corpo, Albus. E credo che Vincent se ne ricorderà per molto, molto tempo.”

 

Io mi sentii un po’ a disagio. Insomma, cosa si doveva dire in circostanze come quella? “Quindi adesso… cosa farai?”

 

Gaby scrollò le spalle. “Non lo so ancora.” Disse. “Per adesso sono qui a visitare Al. Ho un sacco di tempo libero, posso venire a farti compagnia quando vuoi.”

 

Al le sorrise. “Sei gentile.”

 

Gaby annuì e si voltò verso di me. “Come procedono i preparativi per il matrimonio, Rose? Sei eccitata?”

 

“Io… sì.” Dissi senza risultare troppo convincente. “Abbiamo praticamente finito. Dobbiamo solo andare fino all’altare e dire sì.”

 

Lei sorrise. “Non è una cosa da poco.” Disse. “E Jack, è agitato?”

 

Io ridacchiai ed annuii. “Sicuramente lo è molto più di me. Ha paura di sbagliare qualcosa, ne è praticamente ossessionato, tanto che ha imparato tutto il discorso del pastore a memoria.”

 

Al rise. “Può un giocatore non avere l’ansia da prestazione?”

 

Gaby sorrise tra sé. “Anche Vincent è così, ha sempre paura di sbagliare qualcosa.” Sospirò. “Sarà dura riabituarsi.”

 

Io cercai di sorriderle. “Non abbatterti, prima o poi ci si riesce. Io mi sono riabituata dopo Malfoy.”

 

Gaby mi fissò con pena, come se fossi io ad avere un problema. “E’ davvero così, Rose, o hai solo spostato l’occhio da un’altra parte?”

 

Io rimasi di sasso. Mandai uno sguardo ad Al e sbuffai una risata. “Come?” Dissi credendo di aver capito male.

 

“Non hai spento il fuoco, Rose.” Disse Gaby. “L’hai solo coperto con una pentola e hai fatto finta che non ci fosse più. Ma se lo scopri, lui è ancora lì che brucia.”

 

Deglutii a fatica e ridacchiai nervosamente. “No.” Dissi convinta. “No, si è spento del tutto, credimi. C’è un nuovo focolare adesso.”

 

Gaby sorrise tra sé. “Stai attenta, Rose. A volte un tizzone è tutto quello che serve per riaccendere la fiamma.”

 

Io non riuscii a dire niente, mi limitai a fissarla un po’ impaurita. Al colse il mio disagio e cambiò totalmente argomento, voltandosi verso Gaby.

 

“Così anche tu sapevi che Vanessa era incinta e non hai detto niente, eh?”

 

Gaby ridacchiò appena. “Scusami, Al, ma penso proprio che non fosse il mio compito venirtelo a dire. Dimmi, sei contento?”

 

Al sorrise. “Adesso lo sono. E sono contento di essere vivo.”

 

“Già. E’ un miracolo.” Disse Gaby. “A volte i miracoli accadono per un motivo.”

 

Io risi. “Sì, questa volta era per convincere Al a mettere la testa a posto.”

 

“Chissà allora quanto dovremmo aspettare prima che avvelenino anche te, Rose.”

 

 

 

**

 

 

Il resto della giornata lo passai con mia madre a casa, ad aiutarla a mettere a posto le pratiche per il ministero. Non le guardavo sul serio, leggevo solo il numero di serie e le mettevo tutte in fila senza neanche sapere di cosa si trattasse. Ma se non altro, stavo passando il mio tempo. Mamma mi lanciò un’occhiata a metà del mio lavoro.

 

“Rose,” disse gentilmente. “Forse dovresti uscire un po’. Perché non chiami Jack?”

 

Io scossi la testa. “Ha un allenamento fino alle sei.” Dissi. “Poi una conferenza. E poi una serata di gala.”

 

“Beh, potresti aspettarlo alla conferenza e accompagnarlo alla serata di gala.” Disse ragionevolmente mia madre. “Penso che gli farebbe piacere.”

 

“Sì, io…” Feci una smorfia. “Non ho tanta voglia di andare ad una serata di gala.”

 

Mamma annuì e non disse nient’altro. Sapeva che era inutile cercare di convincermi, ero una testa dura. Esattamente come mio padre, diceva sempre lei.

 

Sbadigliai continuando a mettere a posto decine e decine di fogli. Pensare che di solito mamma si occupava di tutto quel popò di roba da sola. Mi sentivo male per lei.

 

“Rose, hai già passato la legge 723/14?”

 

Abbassai lo sguardo sui fogli e cercai un numero di riferimento. Ero al 743. “Sì. Devo cercartelo?”

 

“Ne avrei davvero bisogno, grazie.” Disse mamma continuando a leggere altri fogli che aveva in mano. Certe volte mi chiedevo che razza di cervello avesse per ricordare tutte quelle leggi e quei numeri.

 

Le presi la pratica e gliela passai. “Di cosa si tratta?”

 

Lei sbuffò e si sedette. “Beh, a dire il vero non è ancora una legge. E’ un decreto che non riesce ad essere approvato dal Wizengamot. Non che mi sorprenda a dire il vero, a me pare una cosa davvero antiquata e ridicola.”

 

Mi sedetti al suo fianco cercando di leggere qualcosa sul foglio. “Sarebbe a dire?”

 

“Alcuni membri del Wizengamot hanno proposto di rendere ereditario il posto di membro attivo.” Disse guardandosi attorno. “Ma dove sono i miei occhiali?”

 

Corrucciai la fronte. “Pensavo che certe cose non esistessero più da almeno cent’anni. Praticamente mi stai dicendo che se tu fossi un membro attivo e arrivata la tua ora decedessi, io passerei subito al tuo posto senza bisogno di una elezione?”

 

“Proprio così.” Ridacchiò mia madre. “Ridicolo, vero? Ma non è una delle cose peggiori che abbia sentito all’interno del Ministero, credimi. Una volta hanno proposto di far entrare un Gigante come membro del Wizengamot.”

 

Qualcosa scattò all’interno della mia testa. “Un momento, ho capito!” le strappai il foglio di mano e lessi per bene in cosa consisteva la legge, quali ne sarebbero state le agevolazioni e le condizioni e tutto si formò nella mia testa come un gigantesco puzzle al quale avevo appena inserito l’ultimo tassello. Sorrisi tra me. “Albus aveva ragione.”

 

Mia madre mi guardò non capendo. “Riguardo a che cosa?”

 

“Dietro ad ogni grande uomo c’è sempre una grande donna.” Dissi tra me. “Io so chi è l’assassino.”

 

 

**

 

 

Eccoci qua,

Grazie a tutti per il sostegno morale, fa sempre piacere anche se non è una situazione che si risolve con facilità… ma non pensiamoci e pensiamo alle cose belle.

La cosa bella è che Rose ha capito chi è l’assassino! Dan-da-dan! E voi l’avete capito? Spero di no, vorrebbe dire che sono stata proprio brava ahahah.

 

Spero di postare presto il prossimo capitolo “Irresistible

… e poi tra poco è Natale ragazzi ^^

 

Besos, Zia funkia.

 

 

 

 

   
 
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