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Autore: Dean Lucas    29/11/2010    5 recensioni
Ian riabbraccia Isabeau ma scopre il prezzo del perdono di Ponthieu: i ragazzi si vedono costretti a ritornare con Isabeau nel presente in cerca dell'unico manufatto che può convincere Guillaume. Nel passato, una donna mette alla luce una bambina, senza sapere che avrebbe scritto alcune delle pagine più importanti della storia di Francia. Il suo destino si intreccerà con quello di Ian, Daniel, Isabeau e Ty, tra guerre e assedi, sconfitte e vittorie e soprattutto un nuovo amore più forte di ogni cosa. E quando tutto sembrerà ormai perduto, e la vita della misteriosa ragazza e il segreto stesso di Hyperversum saranno in grave pericolo, una donna dovrà prendere la decisione forse più importante nella storia dell'umanità. Chi c'è dietro Hyperversum? I ragazzi forse l'hanno sempre saputo, ma quando arrriverà finalmente il momento di conoscere la risposta, questa li sorprenderà più ancora delle loro incredibili avventure.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Nel frattempo LeClercq, che aspettava quel momento da ore nascosto dentro la chiesa stessa, può ascoltare finalmente il segnale che aveva chiesto nelle sue preghiere. Si precipita fuori dalla moderna cattedrale e la prima cosa che vede, nonostante il fumo denso, è la ragazza immobile a terra, esattamente lì, a due passi, esattamente dove sei secoli prima era stata condannata a bruciare su un rogo. Consegnata evidentemente a lui dal Signore perché portasse a termine la sua missione. In tasca ha sempre il suo piccolo revolver Smith&Wesson, ma l’avrebbe usato solo se necessario, la storia era chiara e lei doveva bruciare. “Tu non puoi essere qui! Tu sei morta!” ripete continuamente a se stesso. Ma doveva essere purificata dalle fiamme prima di morire, così era scritto nei libri. Estrae quindi dalla borsa a tracolla la bottiglia di plastica colma di benzina, gettandone il liquido sulla ragazza e cercando nelle tasche i fiammiferi necessari per il nuovo rogo. “Avevano ragione loro, sei una strega e morirai tra le fiamme! Il Signore”, si diceva con orgoglio, “mi sarà eternamente grato per aver portato a compimento il suo progetto e purificato attraverso il fuoco questa strega!”. Subito dopo, nel mezzo della piazza affollata si scatena il panico, poi l’inferno. In mezzo alle grida, il fragore inconfondibile dei colpi d’arma da fuoco.

Quando il fumo si dirada, con la gente ancora terrorizzata e i bambini che piangono, della ragazza non c’è più traccia adesso. Nessuno giace a terra ferito. Non sembra successo nulla.

A pochi passi dalla piazza, al 15 di Rue de la Pie, nella suite del Best Western Hotel Du Vieux Marché, John riabbraccia commosso Daniel e Ian, apparsi dal nulla in quella stanza pochi istanti prima. Persino l’algida Monika, entusiasta e commossa, rinfodera la sua Beretta 92 FS ancora fumante nella fondina ascellare e si lancia tra le braccia del tenente Mitch McCarthy. Jodie si sta prendendo cura di Jeanne cercando di farle spazio tra i militari in abbigliamento tattico e gli altri in abiti borghesi che, confusi tra i turisti, avevano appena condotto lì la ragazza. Jodie, in soggezione davanti all’adolescente che aveva davanti ai suoi occhi, asserisce che non ha nulla, è solo svenuta per le esalazioni da fumo respirate prima di venire tratta in salvo da Ty e Daniel nel medioevo. Per LeClercq, anche lui trasportato lì, invece non c’è nulla da fare: giace senza vita su un tappeto con un foro di 9mm in mezzo agli occhi. Prima ancora che Jeanne si possa risvegliare, Daniel come da accordi col padre, chiede ai militari della USIC di lasciare l’hotel: l’operazione Fenice - la ragazza “risorta” dalle sue stesse ceneri - ovvero la loro missione di copertura era conclusa. Jeanne era salva. Monika farà rapporto sulla missione e il file sarà secretato per ordine del generale John Freeland, sepolto insieme ad altre migliaia di fascicoli segreti protetti dal segreto militare. Il corpo di LeClercq sarà invece fatto scomparire e quando sarà ritrovato nessuno potrà ricondurlo all’operazione appena conclusa. Daniel riavvia quindi il gioco dagli stessi portatili da cui avevano lanciato l’ultima partita da quella stessa stanza e permette a Ty di ricondurre Jeanne nella sua epoca, nello stesso giorno e anno in cui doveva morire: il 30 Maggio 1431. Ma stavolta la destinazione digitata su Hyperversum è Chatel Argent, dove lui è per tutti Thierry conte di Montmayeur, conte di Ponthieu, feudatario maggiore di Francia.

Ty, come già Ian e Isabeau, sa che non tornerà più a casa, sa che prenderà il posto del suo omonimo scomparso, sa che sarà lui nel XV secolo a impersonare il ruolo del valoroso Falco d’Argento, come nemmeno nei suoi sogni più fantasiosi aveva sperato. Sa che sposerà presto Jeanne, precisamente tre mesi dopo, il 30 Agosto 1431, come il codice riportava di fianco ad una miniatura dei volti di Thierry de Ponthieu e di una giovanissima donna appena uniti in matrimonio.

Il nome di lei trascritto sul codice era J. Anne Romée: pronunciandolo, sente la sua voce scandire proprio il nome di lei, Je-anne seguito dal suo vero cognome materno.

Ty sa che Julie Anne, come adesso lei si fa chiamare in ricordo della sua adorata Juliette, liberata da tutti i vincoli, assolto il suo compito impossibile, adesso può finalmente vivere la vita normale di una ragazza non ancora vent’enne, adempiere alla sua promessa ed essere felice con l’uomo che ama.

Ogni sua minuziosa ricerca aveva dimostrato al di là di ogni dubbio che dietro il software di Hyperversum non c’era nessuna tecnologia particolare. Come Seth Lloyd aveva chiarito, il meccanismo che proiettava i giocatori nel passato era assai simile al Quantum Leap che aveva teorizzato al MIT: le particelle elementari dei corpi dei giocatori si dissolvevano, residuando lo stesso quantum noise, il rumore quantico, prodotto dai fotoni che era riuscito a teletrasportare in laboratorio. Ma l’inversione della freccia temporale funzionava solo se al momento del salto era presente lo stesso marcatore genetico, ovvero la stessa sequenza di DNA di cui la discendenza di Ian era portatrice. Ma come e in che modo questo operava in combinazione con Hyperversum, compiendo il suo prodigio, era ancora un profondo mistero. La risposta che Seth aveva infine dato a Monika era stata che una incredibile quanto fortuita combinazione di condizioni produceva scientificamente l’effetto oppure si doveva asserire che il gioco aveva un suo scopo che trascendeva la scienza. Una condizione era tuttavia certa: gli attori, predestinati ad avere un ruolo da protagonisti in quella storia, erano soltanto i discendenti del misterioso casato da cui provenivano Ian e Ty, una stirpe di cui adesso sapeva che faceva parte nientemeno che Jeanne D’Arc. Solo attraverso di loro Hyperversum compiva il suo prodigio. Persone in qualche modo speciali – rifletteva Monika – chiamate a compiti, piccoli o grandi, altrettanto speciali. E chissà quali altri nomi ancora, vissuti nel passato, nel presente o nel futuro, avevano lo stesso marcatore genetico di cui Ian era portatore. Era possibile risalire al capostipite? In quanti avevano ereditato quel genoma? Aveva già preso i contatti col Dipartimento di Biologia Molecolare di Princeton e fremeva dalla voglia di cominciare le ricerche, fantasticando quali altri nomi celebrati dalla storia sarebbe riuscita a ricondurre a quel patrimonio genetico. Per non lasciare nulla di intentato avrebbe iniziato proprio da lì, l’anno zero d.C., in fondo era da quella data che il primo mistero aveva avuto inizio, no? Tuttavia, sapeva che qualunque fosse il destino di questi individui, qualunque fosse la loro parte nella storia, non spettava certo a lei e a John rivelare al mondo questa sensazionale scoperta o peggio ancora depositare quel segreto nelle mani sbagliate. Monika di questo era certa e non aveva avuto dubbi nello scegliere da che parte stare: quel folle di LeClercq non aveva compreso che lei non stava cambiando la storia, ma aveva solo permesso che accadesse quello che era già scritto: Jeanne sarebbe vissuta e avrebbe generato lei stessa i figli che avrebbero perpetuato la dinastia dei Ponthieu.

Adesso che Ian vive felice con Isabeau e i suoi figli nel XIII secolo, Ty con Jeanne nel XV, Daniel e Jodie nel XXI secolo, anche loro si domandano se Jeanne fosse uno strumento proprio come loro. Le voci che sentiva Jeanne in sogno, i prodigiosi salti temporali di Hyperversum: Ian, Ty e Daniel si interrogano se ogni momento storico in realtà non avesse custodito eventi inspiegabili secondo la semplice ragione. Si chiedono se a seconda delle epoche fossero scelti i mezzi e mosse le pedine. Ma chi può dire quale sia l’imperscrutabile quadro finale dipinto dalla storia? Gli uomini possono vederne solo una parte e non sono loro a conoscere il dipinto completo. Loro e la loro discendenza erano stati scelti. Ma non erano loro a sapere da chi e per quale scopo. Non erano loro a poter sapere se il Destino del Falco, il destino di Ian o di Ty, si era compiuto in queste gesta o quali altre eroiche imprese li attendevano ancora.

Su France2, nell’edizione de “Le Journal de 20h” in coda all’approfondimento sul presunto attentato di Rouen, una coppia di giovani in jeans strappati e piercing ovunque, racconta dell’improbabile apparizione nientemeno che di Giovanna D’Arco ai piedi della chiesa a lei dedicata al centro della piazza di Rouen e di agenti della CIA capaci di viaggiare nel tempo, scomparsi in una nuvola di fumo insieme all’eroina di Francia. Monika spense la tv, si concesse un soddisfatto sorriso e uscì sul terrazzo di casa che si affacciava su Palais Rihour, un tempo residenza dei Duchi di Borgogna lì a Lille. Alzò lo sguardo verso le stelle tremolanti: forse lei si sbagliava, forse era tutto un caso, ma era così intensamente emozionante credere che infine non erano soli e abbandonati al loro destino. Poco dopo si sentì avvolgere teneramente dalle forti braccia del suo nuovo compagno, il tenente Mitch McCarthy. Anche questa era una sensazione straordinariamente emozionante e nuova per lei. E fu proprio allora che, pensando a quei ragazzi, a quanto ognuno di loro avesse lottato contro ogni speranza per il proprio amore, si disse che no, nessuno poteva restare un’isola in quel mondo. In qualunque mondo, in qualsiasi epoca.

***THE*END***

  
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