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Autore: Leonhard    30/11/2010    1 recensioni
Cosa sarebbe successo se Light avesse vinto la partita con Near? O meglio, se avesse tenuto la bocca chiusa, davvero non avrebbe incontrato altri avversari? Prima fanfic su Deathnote, siate clementi.
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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  1. Sterminio
 
Light non si era mai sentito così in tutta la sua vita. Eppure, si era abituato a combattere contro nemici invisibili: bastava guardare la sua battaglia contro Elle e Near. Alla fine dei conti, Jey non faceva differenza. Salvo per il fatto che, a differenza dei primi due, lui agiva senza una logica apparente. Le sue domande, il suo tempismo ed i suoi ragionamenti erano completamente privi di senso.
Eppure doveva arrivarci: aveva dieci giorni di tempo per intuire i ragionamenti di Jey e preparare una controffensiva. Se soltanto avesse avuto uno straccio di indizio sul filo logico che seguiva il suo avversario.
(La prima cosa che ha fatto è stata apparire in tv) pensò. (Ma non posso uccidere il tizio che è apparso: non ho prove che fosse veramente lui. Inoltre, se lo facessi, praticamente ammetterei di essere Kira. Ha voluto solo gli appunti di Ryuzaki e, poco tempo dopo, ha chiesto in prestito il quaderno. Non ho dubbi sul fatto che me lo abbia chiesto solo per parlare con Ryuk, ma non posso sapere cosa si sono detti.
(L'unica cosa certa è che è riuscito in qualche modo a capire che io sono Elle. Inoltre afferma di avere un'idea sulla vera identità di Kira. Se ha contattato me, possono esserci solo due motivi: o ha capito che Elle e Kira sono al stessa persona, oppure non ha mai sospettato di me e crede che io stia veramente dando la caccia a Kira. Se questa ipotesi fosse vera, allora il trucco che ho usato con Ryuzaki per allontanare i sospetti su di me ha funzionato anche su di lui.
(Meglio preparasi su entrambi i fronti...).
 
- Shuichi Aizawa, colpo di pistola. Recandosi al lavoro, incapperà in un conflitto a fuoco tra un criminale ed un poliziotto. Sarà colpito al cuore e morirà sul colpo-
 
-Shusui Takayama, colpo di pistola. Rapinerà la banca accanto alla sede della Sakura TV; uscendo con la refurtiva, aprirà il fuoco contro i poliziotti intervenuti, colpendo uno di essi. Dopodiché morirà colpito da un proiettile-
 
Light guardò ciò che aveva scritto e continuò, sicuro di sé. Se le morti dei suoi colleghi fossero state apparentemente accidentali, Jey ci avrebbe messo un po’ a capire che era opera di Kira, dandogli modo di agire con tutta tranquillità: il suo piano non poteva avere punti deboli.
- Hideki Ide, incidente-
- Kanzo Mogi, malattia. Si ammalerà gravemente in seguito ad una puntura di vespa. Morirà tre giorni dopo-
- Tota Matsuda-
 
(In questo modo, l’unica morte riconducibile a Kira sarà quella di Matsuda, ma visto il suo operato nei rapporti di Ryuzaki, Jey non si stupirà più di tanto. Ormai, siamo alle battute finali, Jey. Abbiamo superato il punto di non ritorno: tra qualche giorno, vedremo chi ha avuto la pensata migliore).
Tre giorni dopo, Jey contattò Elle.
“Ho saputo che i tuoi colleghi sono tutti morti” disse. “Mi dispiace: immagino che per te le cose si faranno difficili”.
“Già…” rispose lui. “Ancora non capisco come sia potuto succedere”. La voce di Light era affranta, ma se Jey avesse potuto vederlo in faccia, i sospetti sul suo conto sarebbero saliti al duecento percento: gli sarebbe bastato guardare il folle ghigno che aveva in volto.
“Non hai il sospetto che sia opera di Kira?” chiese Jey.
“Non può essere stato lui” replicò Light. “Solo io ed i loro familiari sapevano i veri nomi”.
“Il che mi convince ancora di più che Kira ed Elle siano la stessa persona”.
“Non dire fesserie!” esclamò il detective, sbattendo con forza i pugni sul tavolo. “Come potrei anche solo pensare di uccidere i miei uomini? Sono un poliziotto, rispondo io delle loro vite!”.
“Sì, hai ragione” rispose Jey, mentre un ghigno di vittoria gli si disegnava sul volto. “Perdona l’insinuazione. In ogni caso, il nostro incontro non subirà cambiamenti: stesso posto, stessa ora”.
La comunicazione si interruppe. Light aveva la certezza che Jey non ci era cascato, ma tutto faceva parte del suo piano. Che lo sospettasse pure, anzi: doveva sospettarlo. Si volse. Il suo appartamento, sede del quartier generale contro Kira era desolatamente vuoto; Light sapeva che lo sarebbe stato sempre, che non sarebbe entrato più nessuno, salvo Ryuk e Misa e per un secondo, si sentì solo.
 
(E così, Light Yagami si è deciso a fare il passo decisivo) pensò Jey, sbuffando una boccata di fumo contro lo schermo del computer. (Effettivamente, secondo gli appunti di Elle, soltanto la morte di Tota Matsuda è senza dubbio imputabile a Kira. Le altre sono un po’ più macchinose, ma posso dire con certezza che è sempre opera sua. Non ho bisogno di chiedermi perché li ha uccisi…
(La domanda che mi preoccupa è perché ha aspettato fino ad ora per toglierli di mezzo. Evidentemente l’ha fatto perché deve avere un piano e se si è messo in moto, allora i casi sono due: o ha capito come agirò oppure mi ha sottovalutato.
(Beh, io ormai non posso più fare nulla. Se annullassi l’appuntamento offrirei il fianco a Kira; inoltre, il lavoro che ho fatto non servirebbe a nulla…sarà lui stesso a darmi le prove della sua colpevolezza).
Il ragazzo si alzò e si affacciò alla finestra. Le luci di Tokyo lo salutarono sfarzose, lanciando un invito ad uscire e godersi l’aria piacevolmente frizzante. Jey rimase a fissare il mondo là fuori per qualche secondo, poi tirò nuovamente le tende. Preferiva il suo, di mondo. Si sedette a terra, guardando il pezzo di foglio che aveva tra le mani, rigirandoselo. Sorrise.
(Povero piccolo Elle) pensò. (Scommetto che non avevi pensato a questa tattica. Oppure l’avevi presa in considerazione, ma l’hai bocciata a priori. Eppure lo sapevi che l’ultima cosa che noi dobbiamo fare e farci coinvolgere…).
E mentre il mondo di Kira, fuori da quella finestra, risplendeva della sua luce, Jey, nella penombra del suo mondo, accese il computer per dare gli ultimi ritocchi al suo piano.
 
Quella sera, Light decise di uscire con Misa. Quando glielo disse, la giovane idol credette di sognare: si precipitò in camera, esclamando che doveva cercare un vestito adatto.
“Vedi di non strafare” le urlò dietro il ragazzo. Ormai non aveva più nulla da fare; solo Jey gli sbarrava la strada verso la realizzazione di un mondo perfetto e tra qualche giorno, lo avrebbe eliminato; il suo piano non poteva fallire, era troppo perfetto. Qualunque fosse il modo di ragionare del suo nuovo avversario, non sarebbe mai stato in grado di prevedere la sua mossa. Pensò che, per una volta, poteva concedersi un po’ di svago. Prese sottobraccio Misa, splendida nel suo abito da sera rosso fuoco e, con Ryuk che gli volteggiava sopra la testa, uscì nella colorata e luminosa Tokyo.
 
BENTROVATI A TUTTI. MI RENDO CONTO DI ESSERE MOLTO, MA MOOOOLTO LENTO AD AGGIORNARE, MA TRA LAVORO E SCUOLA IL TEMPO LIBERO E’ MOLTO POCO. ARMATEVI DI SANTA PAZIENZA E CONTINUATE A SEGUIRE; ORMAI SIAMO ALLE BATTUTE FINALI.
RECENSITE IN TANTI
A PRESTO!!!
   
 
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