Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
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Autore: Chibi_    01/12/2010    5 recensioni
Nella World Academy c'è aria di cambiamenti. Ludwig, studente modello, si ritrova a fare da tutor a una nuova entrata nella scuola, che gli porterà non pochi problemi! Tra amicizie, amori, rivalità, studenti strampalati e l'imminente arrivo del festival della cultura, riuscirà il tedesco a non farsi venire una crisi di nervi?
primissima fanfic che scrivo.... è una specie di esperimento, spero vi piaccia!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 05- L’Hurrikan che non fa quello che dici

(Gilbert)

 

Nell’infermeria era calato un silenzio tombale mentre il nuovo arrivato, mani sui fianchi e mento alto, guardava con sguardo strafottente i due ragazzi in fondo alla stanza, concentrandosi sulla figura di Ludwig, per poi raggiungerlo con grandi falcate.
-West, come mai quella faccia?- disse dando una grossa pacca sulla schiena al biondo –non sei contento che il tuo fratellone è venuto a farti visita?-
-Fratellone?- trillò Feliciano
Solo in quel momento il ragazzo sembrò accorgersi della presenza dell’italiano, e mollò il tedesco per avvicinarglisi
-Né, west… non mi presenti al tuo nuovo amico?- disse scrutando il moretto
Ludwig si mise a sedere sul letto e, col mal di testa che sembrava dovesse dividergli la testa in due, parlò:
-Si, dunque… Feliciano, questo è mio fratello Gilbert. Gil… Feliciano-
-Piace..-
-Tutto qui? È questo il modo di presentarmi? Basta così, faccio da solo. TU!- esclamò indicando l’italiano – sentiti onorato di presiedere alla mia magnifica presenza, stai guardando il favoloso Gilbert Beilschmidt, nonché il ragazzo più figo della scuola!-
Feliciano guardò perplesso il ragazzo che gli stava di fronte: era alto e slanciato, con dei capelli chiarissimi, quasi bianchi, portati in una pettinatura corta e spettinata, gli occhi rossi lo guardavano dall’alto in basso ed esibiva un sorriso smagliante. Gli rispose con un ampio sorriso
-Io sono Feliciano Vargas, piacere! Sei veramente il fratello di Ludwig?-
-Certo che lo sono! Non si direbbe, vero? Purtroppo nel mio fratellino non c’è traccia della mia abbagliante bellezza, né del mio impeccabile charme ma, beh, nessuno è perfetto. Nessuno apparte me, ovviamente. Comunque…c osa ci fa qui?-
L’italiano abbassò la testolina castana
-Ludwig si è sentito male per colpa mia…-
-Non è vero- s’intromise a quel punto il biondo
-Si invece! Se io non avessi insistito non avresti mangiato quel coso e ora non saresti qui…-
-Su, su, ora basta- Ludwig poggiò una mano sulla testa dell’italiano, cercando di rassicurarlo –tu non hai fatto niente di male, sono io che l’ho voluto provare… non voglio più ritornare sull’argomento, ok?-
Il castano lo guardò incerto, poi gli rivolse un gran sorriso, esclamando dolcemente un “va bene” che fece leggermente arrossire il più grande
-Hem ehm…-
Gilbert si schiarì la gola, riportando l’attenzione su di sé. Ehi, stavano parlando di lui un attimo fa, come osavano ignorarlo?
Improvvisamente la nuvoletta rosa che sembrava aver avvolto i due svanì, e Ludwig ritrasse velocemente la mano, guardando distrattamente l’altro lato della stanza, mentre >Feliciano sembrava totalmente a suo agio
-Vedo che siete abbastanza occupati, meglio che tolga il disturbo….- affermò l’albino rivolgendo uno sguardo d’intesa al fratello, che questo ignorò bellamente, al che si rivolse a Feliciano
-Aaah, ragazzo mio, proprio non capisco cosa ci trovi in un musone come lui, ma se sta bene a te…-
-G..Gilbert, credo che hai capito male… anzi, hai sicuramente capito male- cercò di spiegare il biondo
-Si, si certo…-
Gilbert si avviò alla porta, ma prima di uscire si bloccò, come se gli fosse improvvisamente venuto in mente qualcosa, e si girò verso gli altri due
-A proposito… ho organizzato una piccola festicciola di bentornato per il sottoscritto e voi siete invitati, vi aspetto in camera mia più tardi..ci vediamo1-
-Gilbert,  fammi capire… ti sei auto organizzato la tua festa di bentornato?- chiese perplesso Ludwig
-Si, perché?-
-Niente…. A volte il tuo narcisismo mi lascia senza parole-
-Lo prenderò come un complimento, West… a dopo!-
-Meglio che vada anch’io- Feliciano si alzò e si diresse verso la porta –allora ci vediamo dopo, mi raccomando riposati, ok?-
E nell’infermeria ritornò il silenzi, con somma gioia del tedesco, che si addormentò pochi minuti dopo.
 
 
-Perché quell’espressione Lud?  Daaaai rilassati, sarà divertente!-
-Conoscendo Gilbert questa cosa non promette nulla di buono-
Ludwig e Feliciano stavano attraversando il dormitorio diretti verso la camera dell’albino, l’italiano era sereno e rilassato e trotterellava accanto al tedesco canticchiando una canzone nella sua lingua, mentre Ludwig non riusciva a togliersi uno strano presentimento
-Quindi… - la voce dell’italiano si abbassò –Gilbert è tuo fratello?-
Ludwig rallentò, sel’attendeva una domanda del genere.
-Non ci assomigliamo molto, vero?-
Beh, come biasimare la domanda dell’italiano? Lui, biondo, occhi azzurri, alto e robusto,non assomigliava affatto a Gilbert, che al contrario era più basso ed esile, con i capelli argentei e gli occhi scarlatti. Per non parlare del carattere assolutamente incompatibile dei due
-Tecnicamente non siamo fratelli… la famiglia di Gilbert mi ha accolto dopo che lui mi ha trovato mentre vagavo da solo chissà dove e mi ha portato con sé a Berlino… non mi ricordo molto del periodo prima dell’incontro con mio fratello e sinceramente nn mi interessa, per quanto mi riguarda quella che ho è la mia unica famiglia, e sto bene così-
Si bloccò notando l’espressione dell’italiano: lo stava guardando con un espressione triste, gli occhi lucidi e la bocca socchiusa, come se cercasse delle parole da dire ma non le trovasse.
-D..dai, non fare così, io sto bene, non ti devi preoccupare, vedi?- fece sorridendo al più piccolo, che dopo un attimo di esitazione gli rivolse un timido sorriso –non voglio rivedere più un’espressione così triste, mi hai capito?- disse scompigliandogli i capelli scuri
-Ora forza, andiamo a vedere cosa vorrà quel decerebrato di mio fratello-
 
Dopo un po’ arrivarono alla camera dell’albino, ma prima che potessero avvicinarsi la porta si spalancò, e un Romano altamente incazzato fece la sua comparsa davanti a loro, sorpassandoli e percorrendo a grandi passi il corridoio
-Fratellone, che…-
- QUELLO SONO DEI PAZZI!- Urlò l’italiano indicando istericamente la camera da cui era uscito – se credono che io starò lì con loro si sbagliano di grosso! Già sono abbastanza deviati per natura, adesso poi…! Feliciano, meglio che vieni via anche tu, credimi-
Ma il più piccolo continuava a guardarlo con sguardo interrogativo, restando fermo accanto a Ludwig
-BAAH, AL DIAVOLO!- sbottò il meridionale, andandosene.
-Doitsu… ma che voleva dire?-
-Beh, a questo punto immagino che lo sapremo presto –
I due aprirono la porta della camera e sbirciarono incuriositi all’interno, trovandovi Gilbert e Antonio che tagliuzzavano qualcosa,mentre Francis e Alfred osservavano attenti i loro movimenti
-Gilbert…- Ludwig sbiancò nel vedere a terra una scatola vuota che portava scritto a caratteri cubitali “from Holland”  - cosa sono quelli ?-
-Funghi- rispose l’albino con uno sproporzionato sorriso
-Funghi?- ripeté l’italiano avvicinandosi - Che tipo sono? Non hanno un bell’aspetto… se volevate cucinarli mi dovevate chiamare prima di triturarli, so un sacco di ricette: risotto ai funghi, funghi fritti, funghi…-
-Feliciano….- lo interruppe Ludwig sbiancando sempre di più –non credo che siano quel genere di…-
-Esatto, Ita-chan!- esclamò Antonio zittendo il tedesco – ma tu non sai che questi funghi sono buonissimi anche così, dai provali!-
-No, ehi, aspetta!- Ludwig scattò in avanti per portare via l’italiano dalle grinfie di quei pazzi. Invano purtroppo, poiché il francese e lo spagnolo avevano già fatto ingoiare un po’ di quella roba informe al moretto, con le risate di Alfred che facevano da sottofondo
-COSA AVETE FATTO???- urlò infuriato Ludwig –sono.. sono funghi allucinogeni, cazzo, ma siete impazziti?? Dai… sputa, SPUTA!- sbraitò scuotendo Feliciano che lo guardava spaventato, mentre intanto gli altri si stavano passando quella roba, per poi ingoiarla con un sorso d’acqua
-E adesso?- chiese Alfred
-Adesso aspettiamo –rispose Gilbert aprendosi una birra –tra una trentina di minuti dovrebbero iniziare a fare effetto…. Eddai, West, rilassati! Anzi… vuoi provarne uno?-
-Ma cosa stai dicendo?? Feliciano, guardami, come ti senti?-
Chiese preoccupato all’italiano che lo guardava tranquillo
-Veramente non sento niente… e Antonio è un bugiardo, quei funghi facevano schifo!-
-Ok, basta, andiamo via- in una stanza senza tutti quei deficienti a cui badare avrebbe gestito meglio un drogato . Però a pensarci… se ci fosse stato qualche effetto collaterale? Lui non era certo un esperto di quella roba, se ci fosse stato qualche problema che avrebbe dovuto fare? Forse era meglio restare lì.
-Eddai West levati quel muso lungo… vedrai che ti divertirai!-
 
-NO, WOMAN NO CRY! NOOOOOOOOOO WOMAN NO CRYYYY!!!!-
“si sarebbe divertito, certo” pensò Ludwig mentre guardava sconsolato Alfred, Gilbert e Francis che si sgolavano e urlavano mentre facevano oscillare i bicchieri stracolmi di birra a destra e a sinistra, facendo cadere il liquido dorato sul pavimento. A un lato della stanza Antonio li guardava scocciato
-Ma perché io non sento niente?? Non è giusto!- si lamentò l’ispanico
Beh, uno in meno a cui fare da baby sitter. Lanciò un’occhiata a Feliciano, seduto accanto a lui che dondolava la testa da un lato all’altro sorridendo come un ebete. Beh, almeno lui per ora non gli dava grossi problemi
-Ehi Francis- sbottò Gilbert – la smetti di sprecare tutta la birra? Guarda quanta ne hai buttata a terra!-
-Stupido tedesco, tu ne hai versata più di me sul pavimento!-
-Non sonno tedesco sono prussianooooo!-
-Ragazzi!- esclamò Alfred salendo su una sedia – questa stanza è troppo piccola per un eroe come me, usciamo!-
-NON SE NE PARLA!- minacciò Ludwig
-Ehi, gente… credo che cominci a fare effetto…- s’intromise Antonio un secondo prima di scivolare a terra
-USCIAMOOOO!- il francese si gettò sulla porta per aprirla, ma questa si spalancò un attimo prima, Francis batté una testata ed Arthur entrò nella stanza
-COS’E’ STO CASINO?? AVETE IDEA DI CHE ORE SONO?-
Si bloccò osservando il triste spettacolo che aveva davanti : Francis dopo la botta alla porta si era attaccato allo specchio e ora si tastava con stupore ogni singola parte di viso, quasi non l’avesse mai visto prima; Feliciano, che un secondo prima era calmo e tranquillo, ora era sull’orlo del pianto; Gilbert portava le mani avanti a sé ed urlava  uno “stai lontanooooooooo” a un qualcosa che ipoteticamente si trovava di fronte a lui; Alfred oscillava sulla sedia convinto… di surfare, forse? Mentre Antonio aveva intavolato un’animata discussione con il suo indice sinistro.
-Cosa… sta succedendo qui?-
-Arthur.. ti prego aiutami- implorò Ludwig
L’inglese si fermò ad osservare lo scatolone che giaceva abbandonato in un angolo e si mise a leggere l’etichetta
-Avete ordinato dei…d-dei… MA SIETE IMPAZZITI??- urlò istericamente
-Dai Arthur, non abbiamo fatto niente di male a nessuno- disse Francis, ancora intento a contemplarsi
-Ma avete idea di cosa succederà se si verrà a sapere che è avvenuta una cosa simile mentre io ero in carica? Eeeh, lo sapete?? Posso scordarmi le prossime elezioni!- sbraitò con le mani al cielo
Ludwig annuì convinto, contento che fosse arrivato qualcuno sano di mente ad aiutarlo a porre fine a tutto quel casino, mentre gli altri erano rimasti in silenzio ad osservarlo, poi gli si gettarono addosso
-Tenetelo fermo!-
-Cosa fate? Lasciatemi! Io sono il presidente del consiglio studentesco! Levatemi le vostre manacce di dosso!-
-Tenetegli aperta la bocca!-
-Non azzardatevi a  fargli mangiare quella roba!-
Ludwig si alzò per andare in soccorso dell’inglese, ma si sentì trattenere per un braccio e quando si girò incontrò il musetto abbattuto di Feliciano
-Lud….. tu mi vuoi bene?-
-…………………EH?-
L’italiano aderì completamente al braccio del tedesco
-Mi vuoi beneeeeee? Perché io ti voglio tanto bene!-
-Ch..che razza di domanda è?- rispose arrossendo
A quel punto il moro si staccò e andò a importunare qualcun altro, più precisamente Antonio
-Antonio, tu mi vuoi bene?- chiese di nuovo con i suoi occhioni da cerbiatto
Lo spagnolo lasciò Arthur (a cui intanto Alfred era riuscito a far ingoiare un paio di fungi) e abbracciò il più piccolo, iniziando a tastarlo in luoghi non molto opportuni
-Massì che ti voglio bene, che domande! Anche Mr. Tomato ti vuole bene, vedi?- disse spiaccicandogli  in faccia il dito con cui stava bisticciando un attimo fa.
Ludwig tirò via dalle grinfie dello spagnolo Feliciano, giusto in tempo per vedere Alfred che stava per buttarsi dalla finestra al possente grido di – I BELIVE I CAN FLYYYYY!- e afferrarlo al volo.
Perché non sen’erano andati via come Romano?
-Ragazzi!- Gilbert indicò il cielo fuori dalla finestra – la vedete anche voi quella ragazza?-
-Ma che ragazza? quello è un unicorno!- urlò Arthur, ormai completamente andato
-Non vediamo niente, Gil…-
-Ma come? È lì, vicino alla luna, ed è completamente nuda! Come fate a non vederla?-
-Qui l’unico nudo che vedo è Francis…- Antonio indicò l’amico, che intanto si era completamente spogliato e si era spalmato alla grossa vetrata della stanza con vista sul cortile della scuola
-Il vetro è così frescooooooo-
-Francis, tu mi vuoi bene?-
-FRANCIS COSA CAZZO FAI? VESTITI!!!-
-ALFRED SEI UN’INSENSIBILE!- 
-AHAH Arthur, stai parlando con un vaso! Non è ridicolo, Mr. Tomato?-
- NON, TEMETE, IO VI SALVERO’!-
-Gilbert… almeno tu mi vuoi bene?-
- West, non è la festa di bentornato migliore che sia mai stata fatta?-
-STAI ZITTO IDIOTAAAAA-
 
Beh, come dire, la mancanza di Gilbert si era fatta sentire. Eccome se si era fatta sentire. La settimana in cui era stato sospeso era stata per Ludwig la più calma e rilassante che si ricordava, peccato che per lui i suoi giorni di relativa pace erano finiti
Guardò distrattamente Feliciano che piangeva disperatamente, mentre lui tentava ancora di tenere Alfred lontano dalle finestre.
No, probabilmente i suoi giorni di sana tranquillità erano finiti già da un bel po’.
 
 
 
N.d Ary
 
Alloraaaa uff, anche questo è finito. Era una settimana che ero ferma all’inizio e non riuscivo ad andare avanti, poi stamattina a scuola (sociologia è fonte di ispirazione xD) mi sono messa a scriverlo e l’ho finito in un attimo.
Come credo abbiate notato questo capitolo è tipo il doppio di quelli precedenti… e l’ho anche accorciato XD mi sono divertita troppo a scriverlo, spero sia piaciuto anche a voi ^__^
Ah, riguardo al titolo, ho preso spunto dal titolo di una puntata di Full Metal Panic Fumoffu, non l’ho inventato io, apparte l’aggiunta di “hurrikan” che, approposito non ho sbagliato a scrivere hurricane, ma è la traduzione di “uragano” in tedesco.. se è sbagliato  prendetevela con google traduttore .-.
 
 
Fefeica: mmmmm scusa ma chi sei? xD certo che ti ho riconosciuta ^__^ sono contenta che ti piaccia, per quanto riguarda Prussia… spero che questo capitolo ti abbia soddisfatto, questo è l’inizio di taaaaanti guai made by Gilbo ^_^

Next---->  "Un lunchtime impegnativo"
(Non mi sei mancato per niente!)

  
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