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Autore: NovemberRain    01/12/2010    3 recensioni
Mentre parlavamo col la bionda apparve da dietro la sorella minorenne,secondo il manager meritava più lei che Helena. Io la squadrai da capo a piedi,era veramente bellissima. Axl ne rimase semplicemente folgorato.
Ecco a voi la seconda parte di "Another part of me"
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Axl Rose
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Another part of me - Saga'
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3. Blue skies from pain…

Il giorno seguente Axl mi trascinò ancora in quel posto orribile,non so perché ma non voleva farsi vedere dagli altri

-Cos’è una missione segreta?- gli chiesi mentre mi sedevo in macchina

-Più o meno…-

-Non capisco perché dobbiamo inventare una cazzata agli altri e non possiamo dire semplicemente che stiamo andando a casa di Helena-

-Che c’è il piccolo santarello Slash non può dire una bugia ai suoi amichetti?- mi canzonò.

Tipico di Axl,non diceva mai le cose come stavano. Mi sono trovato coinvolto in un mare di guai dietro a lui senza sapere nemmeno cosa stavo facendo.

Ma d’altra parte come dirgli di no? Come dire di no al mio migliore amico,al mio compagno di avventure e sventure? Lo amavo,a mio modo lo amavo.

E in quel momento dimostrai il mio affetto con un pugno sulla spalla.

-Dolcissimo come sempre!- sbottò,ma non lo cagai pari.

Quando vidi Helena provai a scappare dalle sue mani,devo ammettere che non ne avevo la minima voglia di vederla e nemmeno di vedere quello schifoso tavolo dove avevamo scopato come nemmeno i cani fanno.

Purtroppo ci condusse proprio in cucina,e seduti attorno a quel dannato tavolo. Axl cominciò a parlare

-Helena scusa se siamo venuti qui a sorpresa ma volevo parlare di tua sorella… insomma ci farebbe piacere che tu venissi ma ci dispiace per il problemino che hai-

Lo sapevo,lo sapevo cazzo,dovevo prevederlo.

Voleva parlare della sorella,della fottuta minorenne che a lui piaceva,ci avrei scommesso i capelli.

Ma io non intendevo passare un minuto in più chiuso in quella cucina puzzolente,attorno al tavolo che mi sembrava ancora bagnato e tra gli sguardi focosi di Helena.

-Ah non so come fare… cioè è una vita che tengo quella bambina a mio carico ma non fa altro che darmi problemi!-

-Vaffanculo Helena- disse lei entrando

-Non vedi che ci sono due miei amici,sparisci!- le intimò indicandole la porta

-No che non me ne vado! Si parla di me e se non posso decidere io almeno lascia che ascolti!- urlò la ragazzina,aveva una voce acuta e disperata mi fece tenerezza,era troppo giovane per soffrire. Non credo che sarebbe scoppiata così di punto in bianco per due parole che si erano scambiate.

C’era dell’altro sotto.

-Zitta troia!- gridò sua sorella in risposta. Axl le guardava dispiaciuto,in casa sua vedeva anche scene peggiori. Io non riuscivo a stare fermo davanti a quella ragazza ridotta così.

Non so come,e non so per quale inspiegabile motivo mi alzai misi una mano sulla spalla di Annie e dissi piano

-Voi parlate pure,noi andiamo di là- e la guidai come se fosse lei l’ospite e io il padrone di casa.

Potei notare vagamente lo sguardo truce di Axl,ma non ci diedi peso. Dopotutto non me lo meritavo,volevo solo parlare con Annie e tranquillizzarla: nient’altro.

Entrammo in camera sua,era una stanzetta claustrofobica ma carina nel complesso. Rockettara al massimo,tappezzata di foto e poster,tre chitarre possedute con grande gelosia e diversi giornalini sparsi a terra.

-Guarda che io non sono mia sorella- mi intimò vedendo che chiudevo a chiave la porta. Si stava spaventando,mi avvicinai a lei per accarezzarla ma si spostò con un gesto frenetico.

-Annie non voglio farti del male,voglio solo tranquillizzarti…- mi sedetti accanto a lei e riuscì ad avvolgerle le spalle col braccio. Lei piangeva a dirotto,dopo poco si spostò e prese una foto dal cassetto del comodino.

Raffigurava una ragazza biondina sorridente,era molto bella. In braccio a lei stava una bambina vispa e sorridente,con dei capelli ricci e nerissimi e due occhioni grandi grandi.

-Mi manca cazzo,non vedi come mi tratta? È cambiata… era dolce,era la sorella che chiunque desidererebbe! Per me era preziosa,era tutto- pianse sulla mia spalla.

Mi sentì strano in quel momento,non sapevo perché.

Sentivo che Slash stava crescendo,che alla fine di quella storia sarei stato un ragazzo diverso o magari anche un uomo.

Io,la bestia,l’imprevedibile,cazzuto Slash stavo consolando una ragazza e lei piangeva sulla mia spalla.

-E invece adesso? Cosa è successo?-

-Il fatto è che quando i miei genitori erano con noi andava tutto bene,fino a quando mia mamma ha scoperto che mio padre la tradiva continuamente. Lì è iniziato l’inferno ma il peggio deve ancorare arrivare. Mio padre aveva rapporti sessuali troppo diversificati e molto spesso non protetti,in poche parole è diventato sieropositivo e nel giro di pochi mesi ha salutato questo mondo- sospirò.

Con lo sguardo la invogliai a continuare,le stava facendo bene sfogarsi.

-E mia mamma,già instabile mentalmente praticamente ha ucciso una di quelle donne che frequentava mio padre. Non l’avesse mai fatto cazzo! Mandarono me e Helena in un istituto,io ero ancora piccola ma lei per fortuna diventava maggiorenne a breve. Così se ne andò e in pochi mesi riuscì a prendersi anche me. Poco dopo morì mia madre,aveva ucciso e adesso doveva pagare con la sua stessa vita. Pena capitale,in Texas è in atto- chiuse un attimo gli occhi e si morse le labbra -ricordo quando la vidi per l’ultima volta era pazza,furiosa. Mi salutò dandomi uno schiaffo e intimandomi di svegliarmi perché il mondo è cattivo e dovevo imparare a difendermi. Ho seguito il suo consiglio,ho convinto Helena ad andare via da quel paese che mi aveva procurato solo dolori e così arrivammo qua,morte di fame e senza un soldo.

Fu allora che Helena cambiò,non trovava lavoro,non riusciva a starmi dietro,era stanca. Iniziò a fare la prostituta e da allora non ha più smesso. Non ce la faccio più,non voglio che parta Slash,non voglio! Io non ho più voglia di restare da sola…- le asciugai il visino bagnato,a primo impatto sembrava una di quelle donne dure,con le palle. Invece era molto graziosa,aveva dei lineamenti molto dolci e delicati; piccoli solchi appena accennati sulla pelle chiara.

-Troveremo una soluzione… ne sono sicuro- dissi cercando di rassicurarla,anche se nemmeno io ero del tutto sicuro.

Ci alzammo dal letto e io aprì la porta,prima che andassi di là mi colse di sorpresa in un abbraccio. Ricambiai affettuosamente

-Grazie Slash- ed Annie tornò Annie.

Non risposi perché anche io tornai io. Mi limitai a rilassarmi in quell’abbraccio caldo,nell’abbraccio ancora un po’ distaccato degli amici che si sono appena conosciuti,che desidererebbero stringersi forte ma non lo fanno perché tra di loro c‘è ancora una sorta di barriera e loro lotteranno insieme per distruggerla.

Proprio in quel momento la porta si aprì violentemente,fummo costretti a dividerci. Annie si portò le braccia al petto ed ebbe un brivido,io mi sentivo imbarazzato vedendo la faccia di Axl.

-Noi avremmo trovato una soluzione- disse freddo congelandomi con quegli occhi verde-azzurri.

Buonasera signorine,ecco il terzo capitolo.

Ho notato con dispiacere che sono calate le recensioni,spero solo che non siano calate anche le lettrici ç.ç

Fatemi sapere i vostri pareri su questo capitolo scritto di getto,fa un po’ pena lo ammetto ma dovete perdonarmi **

   
 
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