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Autore: Ayumi_san    02/12/2010    1 recensioni
Questa storia è ambientata nel mondo attuale, nel quale, all'insaputa di tutti noi, vivono Streghe e Stregoni. I protagonisti sono Luca e Marco, due ragazzi liceali che si ritroveranno in un mondo fatto di magia, che li catapulterà in un epoca passata per svolgere un'importante missione. Il loro viaggio sarà molto avventuroso e li farà maturare; riusciranno a capire veramente se stessi una volta che si ritroveranno fuori dall'opprimente società, fatta di regole mute e pregiudizi, che li aveva sempre circondati.
E' una storia molto semplice, l'avevo scritta l'anno scorso. Spero che vi piacerà.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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-Che orrore! Scappiamo via da qui!- Quella frase suonò come un urlo bisbigliato e ciò che colpì maggiormente Marco non furono quelle parole, ma fu la mano rapida di Luca che afferrò la sua per trascinarlo via. Come le fiamme iniziavano a lambire i piedi della povera strega legata al rogo, così il suo volto stava prendendo colore.
Erano passati ben cinque giorni dal loro arrivo a Roma nel IV secolo d.C. Avevano accettato di partire, perché si sentivano responsabili di quel pasticcio e volevano assolutamente rimediare. La Morgana inoltre li aveva assicurati che sebbene si sarebbero ritrovati nel periodo in cui la caccia delle Streghe era al suo apice non dovevano temere, poiché a quel tempo si pensava che solo le donne potessero avere quei poteri malefici, quindi loro sarebbero stati visti semplicemente come due giovani forestieri.
Era stato semplice viaggiare nel Tempo, Marco aveva creduto che sarebbe servito qualche incantesimo estremamente complicato oppure una pozione complessa e pericolosa, invece aveva dovuto stringere in mano una pietra e fissare nella mente l'anno e la città verso i quali ci si voleva spostare. La Morgana gli aveva spiegato che quella era una Temporis Lapis, ovvero una Pietra del Tempo. Quel genere di monili erano molto preziosi ed infatti ogni comunità non ne possedeva mai più di due o tre. Erano molto particolari ed antiche. Non si sapeva se c'era un modo per fabbricarle, oppure se c'erano miniere o se venivano trovate casualmente. Erano state condotte molte ricerche in proposito, ma nessuna aveva dato buoni risultati. L'unica informazione che si conosceva era che le pietre cambiavano colore a seconda di chi le stringeva in mano, quando non erano toccate da nessuno erano nere e lucide.
Le Temporis Lapides di Marco e Luca divennero entrambe rosa e con le medesime sfumature azzurre. Prima di sparire nel IV secolo riuscirono a vedere la faccia stupida della Morgana.
In quel nuovo mondo Marco si sentiva strano, anzi si sentiva libero. Sapeva che lì non lo conosceva nessuno, quindi poteva essere più spontaneo che mai. Non capiva bene cosa stesse succedendo, ma gli sembrò che anche Luca si sentisse più spensierato.
Perché ogni volta che lo sfiorava sentiva il cuore che partiva all'impazzata ed un calore che gli offuscava la vista e lo faceva arrossire? Era come se tutte quelle sensazioni che fino ad adesso aveva tenuto sopite si fossero risvegliate completamente. Perché? Perché lì nessuno lo giudicava. Questa era una risposta che lui non seppe trovare subito, infatti non gli era ancora chiaro cosa stesse provando e cosa fosse quel suo cambiamento.
Non ne parlò con Luca, si vergognava. Cosa avrebbe pensato di lui? Lo avrebbe preso per matto? Rimase in silenzio a godersi quei giorni di spensieratezza che mai aveva avuto.
Il primo giorno nella Roma antica passò alla ricerca di un posto dove alloggiare. Trovarono una locanda non troppo ben messa dove vi si fermarono per la notte. Per pagare usarono i soldi che la Morgana aveva dato loro prima di partire. Trovarono un po' di difficoltà con quelle monete, ma alla fine riuscirono a saldare il conto. Tuttavia la parte più difficile non era quella, bensì era trovare ciò che cercavano. Non sapevano come fare per informarsi, se non potevano chiedere apertamente di una Strega come potevano trovare l'Erba?
Cominciarono ad aggirarsi per i borghi e le periferie. Erano dei luoghi veramente tetri. La povertà lì era nel suo regno, la sporcizia e lo squallore di quei vicoli e delle case erano cose mai viste per loro. Uomini pericolosi e prostitute erano dietro ad ogni angolo. In tre giorni non erano riusciti a cavare ragno dal buco, poi finalmente il quarto ebbero un'idea.
-E se rischiassimo? Perché non liberiamo la nostra aura? In questo modo potremmo attirare una Strega e indurla a rivelarsi a noi, quindi forse potremmo riuscire a parlarci- Aveva proposto Luca. L'amico era stato un po' titubante all'inizio. Poteva essere molto rischioso. Chi diceva loro che i Romani non avessero i loro metodi per individuare le aure delle persone magiche? Lo Stregone l'aveva però rassicurato: -Lo sai che non ne avevano, anzi non ne hanno, visto che al momento anche noi siamo nel loro secolo. Già il fatto che accusano solo le donne dovrebbe essere una prova, poi hanno condannato più persone innocenti, semplici erboriste, che vere Streghe, quindi puoi stare tranquillo. L'unica cosa di cui dobbiamo avere paura è che la Strega stessa che ci percepirà ci possa tradire. So che chi contribuiva alla caccia riceveva de compensi...-. A malincuore Marco acconsentì a quell'esperimento, che fortunatamente si rivelò utilissimo. Infatti dopo essere andati in giro per quasi tutta la mattina con l'aura libera una donna si avvicinò loro e senza parlare anche lei sprigionò il suo alone magico, dopodiché li superò e continuò per la sua strada.
Marco e Luca si scambiarono uno sguardo intenditore, poi con uno slancio si abbracciarono a vicenda. Rimasero giusto qualche secondo in quella posizione, poi si staccarono subito. Si guardarono un attimo con lo stupore di uno riflesso negli occhi dell'altro, per poi seguire a debita distanza la Strega. Questa li condusse nel retro di una bottega. Loro per farla parlare dovettero darle una moneta d'argento, molto preziosa per quel tempo e riuscirono così a scoprire che l'unico che vendesse l'Erba della Dimenticanza era il Merlino del Quartiere.
-Il Merlino?!- Avevano esclamato all'unisono i due ragazzi.
-Sì certo, il capo di una Comunità Magica si chiama così non lo sapete? Voi da quale Comunità venite?-
-Hem... sì certo il Merlino... noi... noi veniamo da molto lontano...Noi...- Marco non sapeva cosa dire. Non le poteva certo rivelare che era stupito che a quel tempo era normale avere come campo uno Stregone. Sapeva che anche in quel periodo esistevano, ma per il fatto che i Romani ne ignoravano la presenza aveva supposto fossero pochi e non molto considerati dalle Streghe stesse.
-Da noi le Comunità funzionano in maniera un po' diversa ecco perché ci eravamo stupiti- Mentì Luca venendo in soccorso dell'amico -Adesso dobbiamo andare, grazie per le sue informazioni. Arrivederci-
Si dileguarono in fretta e furia e solo quando furono arrivati alla locanda presso la quale alloggiavano si concessero un sospiro di sollievo.
-Sei il solito pasticcione!- Lo punzecchio Luca con un buffetto sulla guancia. Marco non rispose. Quegli atteggiamenti lo confondevano. Luca non era mai stato così... così... confidenziale? Anche prima con quell'abbraccio lo aveva spiazzato e molto di più lo aveva sorpreso la consapevolezza che gli aveva fatto piacere.
Quel pomeriggio non riuscirono a trovare il Merlino e la sera non osarono mettere piede fuori, tanto erano pericolosi i sobborghi. Purtroppo però non riuscirono a parlarci nemmeno il giorno seguente, infatti tutto ciò che ottennero fu un incontro con lui per l'indomani. Per riuscire a farsi dare un appuntamento evitando la snervante e impossibile attesa di qualche settimana dovettero sborzare un'altra moneta d'argento accompagnata ad una di rame. Quei soldi sembravano un miraggio per chi li riceveva, in quel periodo era diventato pressoché impossibile pensare a monete con alte percentuali di rame o argento, così come erano scomparse quelle d'oro. La povertà era veramente un brutto affare.
  
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