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Autore: Lara Rye    02/12/2010    0 recensioni
Alzò gli occhi ed osservò Ryne quasi incuriosito; non ricordò neppure l'ultima volta che qualcuno gli aveva chiesto semplicemente se stesse bene. Draco non rispose, forse perchè non ne ebbe il coraggio, o forse perchè la risposta provocava dolore persino a lui.
"Seguimi."[...] I Sotterranei erano sempre stati uno dei luoghi preferiti di Draco per quell'oscurità celata, per quell'odore di marcio, di diverso.
"Vengo qua, a volte, solo a pensare."
"A cosa pensi ora?"
"Penso che sono attratto da un ragazzo e che questa, al momento, è la cosa che mi fa meno paura."
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Desiderio Logorante.
[Draco Malfoy - Ryne McDulls]


Londra era stupenda in qualsiasi periodo dell'anno dato che per quanto il mondo cambiasse con il voltare delle stagioni, lei restava sempre la stessa.
Londra però aveva anche un altra spettacolare capacità e caratteristica: nel suo grigiore e nella sua tristezza cinta dalla continua pioggia, quell'enorme città rimaneva costantemente una bellezza straordinaria, meravigliosa e rappresentava un vicolo di paradiso, caratterizzata da persone troppo abituate per capire persino il significato di un ombrello, troppo occupate per non sentire quell'odore nell'aria, quello che aveva un retrogusto di malvagità.
Draco Malfoy passava le giornate sentendo quell'odore, dato che era stato costretto ad inebriarsene. Lui doveva diventare malvagio se aveva cara la sua vita e quella dei suoi genitori; lui doveva diventare qualcuno di talmente terribile da essere associato al nome del Signore Oscuro, doveva uccidere, torturare la gente e soprattutto smettere di avere paura.
Quanto poteva essere significativo un Mangiamorte che aveva persino paura del termine stesso?
Lui non era come Greyback, Bellatrix o Dolohov. Loro avevano la malvagità mischiata al sangue, mentre ribolliva, incastrandosi tra le arterie e le vene che arrivavano fino al cuore, cambiandolo, facendolo diventare qualcosa di estremamente meschino e subdolo.
[...]
Il sesto anno fu sicuramente per Draco il più difficile della sua vita.
Arrancava lezione per lezione con l'ansia, in dubbio, come se cercasse di evadere continuamente. I suoi occhi grigi quasi quanto la sua anima ormai da tempo stanca e vile, con il tempo, iniziarono a chiudersi, a farsi sempre più spossati e sfiancati come se osservare il mondo e farne parte fosse qualcosa di troppo difficile anche solo per essere pensato.
I corti capelli biondi gli cadevano leggermente attorno al viso scarno, mettendo particolarmente in risalto lo sguardo cupo e le labbra incurvate: da qualche mese portava una piccola cicatrice sul labbro, quasi come se se lo fosse spaccato, come se fosse un simbolo della sua rabbia.
In tutti quei mesi di piani ed elaborazioni per arrivare alla morte di Silente, Draco era andato avanti, cambiando, diventando sempre più solo.
Tyger, Goyle, Baise, Pansy: nessuno di loro era li con lui, nessuno - infondo - doveva essere pronto per accogliere la morte nel cuore e diventare parte di essa.
Un giorno di Febbraio, chiuso tra la Stanza delle Necessità e la Sala Comune di Serpeverde, camminava per i corridoi perdendo il suo sguardo, quasi assente, fino a quando finì addosso a un ragazzo di cui non si era minimamente accorto, come se fosse comparso dal nulla.
"..Scusa."
"Nulla Malfoy." Sapeva chi era. Infondo tutti sapevano chi era Draco Malfoy, ma chi lo conosceva veramente?
Chi sapeva quanta codardia e stanchezza traspariva nel suo animo? Tutti conoscevano il Purosangue figlio dei Malfoy, sempre fedeli al Signore Oscuro, ricchi.
Nessuno, però, conosceva Draco.
Si chinò, stranamente, per aiutare il ragazzo a raccogliere i libri mentre osservava i particolari del suo viso. Aveva dei capelli strani, corti però tirati, circondanti il viso magro, tra il rosso ed il castano. Gli occhi invece erano di un azzurro cristallino, trasparente, come se ti ci si potessi perdere dentro per ore e non riuscire più ad uscirne.
"Tieni.." disse Draco al ragazzo, senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi.
"Ryne. Ryne McDulls. Sono di Corvonero." disse, prendendo il libro che Draco teneva tra le mani, sfiorandogli leggermente le dita e ritirandole indietro in fretta, come se avesse paura della sua reazione, così aggiunse velocemente "grazie" prima di andarsene velocemente.
Draco rimase seduto nei corridoi, mentre il tempo passava ed ogni giorno, alla stessa ora, camminava proprio nello stesso posto per poter rincontrare i suoi occhi celesti.
In tutti quei mesi, distrutto e logorato da quello che stava accadendo, aveva cercato una minima distrazione, qualcosa che gli permettesse di emettere un vero respiro almeno una volta alla settimana, per ricordarsi semplicemente che lui non era un burattino ma un ragazzo, uno in carne ed essa, con dei sentimenti e delle paure.
Ryne - in un modo estremamente pericoloso e malsano - rappresentava quel respiro.
Quando lo guardava, anche solo per qualche minuto, si sentiva libero, in pace, sereno. Percepiva dentro di sè qualcosa di strano, di diverso, di estremamente pericoloso perchè anche se l'unica cosa che Draco donò a Ryne per molto tempo fu il saluto, a Draco tutto quello sapeva di attrazione fisica eppure non era mai stato sicuro che gli piacessero i ragazzi, anche se infondo non gli era mai piaciuta seriamente nessuna ragazza.
Qualche settimana dopo Ryne s'avvicinò, nella Sala Grande, fermandosi a parlare con lui ed iniziando ad osservargli i capelli: era un rituale che entrambi compivano, Draco con gli occhi di Ryne mentre Ryne con i capelli di Draco. Aveva quasi un senso di perversione ed ossessione ma era un gesto che possedeva anche un qualcosa di puramente romantico.
"Tutto bene, Draco?"
Alzò gli occhi ed osservò Ryne quasi incuriosito; non ricordò neppure l'ultima volta che qualcuno gli aveva chiesto semplicemente se stesse bene. Draco non rispose, forse perchè non ne ebbe il coraggio, o forse perchè la risposta provocava dolore persino a lui.
"Seguimi."
[...]
I Sotterranei erano sempre stati uno dei luoghi preferiti di Draco per quell'oscurità celata, per quell'odore di marcio, di diverso.
"Vengo qua, a volte, solo a pensare."
"A cosa pensi ora?"
"Penso che sono attratto da un ragazzo e che questa, al momento, è la cosa che mi fa meno paura."
Ryne non aspettò altro: era stanco di poterlo osservare semplicemente e di non poter farlo suo completamente. Prese il viso di Draco tra le mani e si accasciò sulle sue labbra, leccandole e cingendole alle sue, mentre la sua lingua penetrò all'interno della bocca del Serpeverde.
Le sue mani scivolarono veloci, imperfette, in preda alla furia della passione. Non fu qualcosa di romantico o sdolcinato ma al contrario fu attrazione forte, inebriante, comandata semplicemente dal desiderio dell'ossessione, del possesso, del sesso. Draco si lasciò comandare, probabilmente per la prima volta nelle sua vita, e si lasciò penetrare brutalmente, ferocemente. Ryne non era delicato, ma era esattamente tutto ciò che Draco aveva sempre desiderato nel suo amante: qualcuno che con la forza e l'amore riuscisse a inebriarlo, a ristabilirlo, a fargli sentire l'orgasmo nel puro senso del piacere.
"Sono dannatamente omosessuale." disse Draco, sprofondando le sue labbra in quelle di Ryne, sentendone la morbidezza, leccandone la passione, la forza e il desiderio.
Si videro per qualche mese, spesso più volte in un giorno, altre una volta alla settimana. Si videro per scopare brutalmente, ogni santa volta.
Ryne era l'ossessione e la salvezza di Draco: lo fu fino a quando non cadde sotto il comando della paura stessa.







...
Note dell'autore:
Questo è il mio Draco. Non muscoloso, non cattivissimo, non perfetto. Normale, come tanti altri ragazzi. Impaurito, spesso un pò vile, imperfetto eppure da me intensamente amato.
Accanto a Draco non riesco a porgli nessuna ragazza infatti lo sento fortemente omosessuale ed ecco qua questa schifezza, ambientata nel sesto libro.
Spero che possa piacervi almeno un pò.        Spero che qualcuni lasci il proprio parere.


   
 
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