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Autore: Berenike    03/12/2010    18 recensioni
QUESTA FANFICTION HA VINTO I NESA 2011 NELLE CATEGORIE BEST MALE (RICHARD CASTLE) E BEST PLOT
Sei del mattino. Rick Castle riceve una strana telefonata. Alla televisione, un giornalista annuncia che la detective Kate Beckett è stata rapita. Sembra che il rapinatore abbia lasciato un messaggio per lo scrittore di gialli più conosciuto di New York... Riuscirà Castle a salvare la detective in tempo? Risolverà anche questo caso, il più importante di tutti?
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Epilogo

Kate Beckett si svegliò lentamente. Non ricordava con chiarezza cosa fosse successo, né sapeva dove si trovasse. Per un attimo sperò che non fosse già mattina, perché aveva ancora sonno e non voleva che suonasse la sua sveglia delle 7:00.
Poi però, girandosi lentamente nel letto, non riconobbe le lenzuola, né sentii quel cigolio che era solita sentire quando si girava dalla parte destra del suo letto.
Fu solo allora che si obbligò ad aprire gli occhi, e fu subito accecata da una luce abbagliante: quella del sole, che penetrava da una grande finestra al lato del letto; una finestra che non riconobbe come sua. Non riconobbe nemmeno le lenzuola, così bianche e impersonali, non riconobbe la stanza, così vuota, così come non riconobbe sé stessa: si scoprì di essere stanca, sofferente, dolorante.
Dolorante.
Fino ad allora la Detective Beckett non aveva ricordato nulla: fu solo muovendo il braccio e notando l'aflebo che vi era attacco, che come in un sogno ricordò le bombe legate al suo corpo attraverso cavi colorati...
E fu un attimo.
I suoi occhi cercarono l'uomo che l'aveva salvata per tutta la stanza, guardò fuori, fissò le sedie, scrutò avida all'interno del piccolo bagno con la porta socchiusa. Ma nulla.
Castle, dove sei?
Kate richiuse gli occhi, stanca come non mai. Tenerli aperti anche solo per qualche secondo era una sofferenza immane, ogni cellula del suo corpo urlava riposo.
La donna pensò che quello doveva essere l'inferno: un luogo così neutro, così vuoto, così privo di calore, un mondo senza Castle.
Poi i suoi pensieri furono interrotti dall'apertura della porta, e dall'entrata di una persona; Kate fece uno scatto con la testa per vedere chi fosse, il cuore colmo di gioia nel vedere Richard.
Ma non fu Richard ed entrare: era un'infermiera, che le sorrise, vedendola sveglia.
-Saranno tutti felici di vedere che si è svegliata. - Disse la giovane donna, avvicinandosi al letto di Kate. Solo allora la detective si accorse di essere in una stanza singola di un lussuoso ospedale: avvertì subito il tocco miliardario di Castle. Ed iniziò a sperare che non l'avesse abbandonata, che fosse rimasto lì per lei, che anche lui la volesse come lei aveva bisogno di lui...
L'unica cosa che riusciva a ricordare erano i suoi occhi marroni spaventati percorrere quel cavo metallico, e poi portarla in salvo...
Tutto il resto era ancora buio.
-Tutti chi?- riuscì a risponderle Beckett. Si sorprese di sentire la sua voce uscire così flebile, era più debole di quanto avesse immaginato. Fece qualche colpo di tosse, pregando che la voce diventasse più forte.
L'infermiera la guardò incredula.
-Ma suo marito naturalmente! E' rimasto qui accanto a lei per tutto il tempo, senza mai lasciarle la mano... E poi sua figlia, sua suocera, tutti i suoi colleghi.. -
Kate sorrise compiaciuta. Allora non l'avevano abbandonata.
-Per quanto ho dormito? - riuscì a chiedere infine, senza nascondere la propria immensa felicità.
L'infermiera rise sonoramente. Poi, più professionalmente rispose:
-L'hanno portata qui ieri pomeriggio sul tardi, e da allora sono passate quasi 24 ore. Direi che ha dormito un bel po'! - Kate cercò di tirarsi su con lo schienale. L'infermiera la aiutò, ma la detective rabbrividii a sentire quelle mani gelide toccarle la schiena nuda.
Non erano quelle le mani che voleva sentire sulla propria pelle, decisamente non erano quelle.
-Dove sono ora tutti? -
-Suo marito e sua figlia hanno detto che avevano una commissione urgente da fare, i suoi colleghi invece sono dovuti andare in centrale per sistemare le carte, saranno qui tra poco...-
Kate sorrise a sentir nominare Castle come “suo marito”. Sarà stata la morfina, ma in quel momento l'idea non la turbò affatto, anzi.
Pian piano riprese coscienza di quanto fosse successo e delle sue emozioni: ricordò il rapimento, ricordò la sua paura, ricordò l'ascensore di vetro, le bombe, e Castle. Ricordò come l'aveva portata in salvo, ricordò l'esplosione e la mano calda dell'uomo che amava che la teneva stretta a sé; ricordò infine di essersi lasciata andare tra quelle braccia avvolgenti, di essersi accasciata a terra e di aver sentito l'oscurità annebbiarle la vista. Le ultime parole di cui aveva ricordo erano state quelle di Richard:
“Qualcuno chiami un ambulanza! Serve un medico! Un medico! Kate non ti preoccupare, andrà tutto bene, ci sono qui io...”
Al ricordo di quei momenti, sopraffatta dalla fatica e dagli antidolorifici, Kate Beckett si riaddormentò, cullata dal viso sorridente di Castle e dalla speranza di rivederlo presto.


-Shhh! Così la sveglierete...! - sussurrò una voce maschile.
-Richard, sei tu che la svegli con tutto questo baccano! - rispose la voce di una donna matura.
-Volete fare silenzio – disse infine un uomo che Kate riconobbe subito come il Capitano – mi sembra che si stia svegliando... -
-Nascondiamoci! - propose uno. Kate non fece difficoltà ad immaginare di chi fosse quella voce.
-Papà, non è una festa per il compleanno, vuoi spaventarla? - rispose la voce soave e candida di una ragazzina.
-Ecco, sta aprendo gli occhi... - questa volta Kate non poté più fingere di essere addormentata: qualcuno si era avvicinato e aveva notato il suo sbattere delle ciglia. Non era mai stata brava a mentire.
Kate aprì finalmente gli occhi e sorrise di fronte a ciò che vide: tutto intorno al suo letto c'erano moltissime persone, alcune che riconobbe, altre no.
Accanto a lei, ovviamente, Castle che raggiante le prese la mano e le sorrise felice. Subito dopo vide Alexis e Martha, che felici come non mai la guardavano affettuosamente; gli altri erano quasi tutti uomini: vide il Capitano, Ryan ed Esposito, due agenti della polizia che aveva visto in centrale ma con cui non aveva mai parlato personalmente, e poi tutti i colleghi, Lanie con un affascinante accompagnatore, notò una sola assenza...
Fu Martha ad accorgersi della sua delusione, e fu sempre lei che le risolse il dubbio, sussurrandole all'orecchio:
-Tuo padre sta arrivando. - Kate le sorrise radiosa. Sentiva i muscoli facciali irrigiditi dalla stanchezza, ma li obbligò a collaborare alla sua felicità.
Si guardò intorno: la stanza era stata trasformata dalla prima volta che si era destata. Richard ed Alexis, nella loro commissione urgente, dovevano essere andati a comprare decine di festoni, palloncini, berretti da festa, coriandoli ed ogni cosa che potesse colorare quella stanza a festa.
Ora era davvero felice, ora in quella stanza poteva riconoscere il tocco di Castle, il suo calore, la sua dolcezza...
Si girò verso di lui senza dire nulla, le loro mani erano ancora incrociate, senza nessuna intenzione di staccarsi. Kate cercò di ringraziarlo, ma non trovò le parole... Lo guardò semplicemente, si perse nell'immensità dei suoi occhi e del suo sorriso e senza pensare, senza bloccare quelle lacrime infedeli che volevano mostrarsi al mondo, le lasciò andare, e pianse di fronte all'uomo che amava e che l'aveva salvata.
Il Capitano si avvicinò al suo letto ed iniziò a battere le mani, e così tutti i presenti lo imitarono: la stanza si riempì di gioia, di calore e di affetto; ma Kate, concentrata com'era nel perdersi negli occhi di Richard, quasi non se ne accorse.
Castle, con gli occhi lucidi e lo sguardo fisso sul viso di lei, si chinò e di fronte a tutti, come se fossero soli e il mondo fosse solo loro, le baciò le lacrime che le scendevano nel viso, le baciò gli occhi, e poi le guance, asciugandole il volto dalla tristezza. Poi seguì il percorso delle lacrime, baciò il naso, il mento fino alle labbra, e fu allora che per la prima volta le loro anime si unirono.
La stanza riecheggiò in tutto l'ospedale di urla, battiti di mani e salti di approvazione; i due innamorati però non si accorsero di tutto quel baccano, nonostante fosse a pochi metri da loro, persi com'erano nei propri sentimenti.


Poche ore dopo, a Castle, Alexis e Martha fu chiesto di lasciare la stanza. Non si poteva aspettare ancora molto per il resoconto dei fatti della detective, e per quanto il Capitano comprendesse la stanchezza della donna e il suo bisogno di riposo, i media, i giornali e le televisioni richiedevano un suo commento sull'accaduto. Così la famiglia Castle uscì dalla stanza, mentre Kate accigliata li guardava lasciare la camera. Provò a ribellarsi a quella decisione, ma Castle, con un cenno della testa, le indicò che andava bene così e chiuse la porta dietro di sé.
Nella stanza erano rimasti solo Kate, distesa nel suo letto ma decisamente più in forma dopo gli ultimi avvenimenti; il Capitano seguito da Ryan ed Esposito, due agenti della polizia ed un notaio, pronto con carta e penna a segnarsi tutto ciò che che la detective avrebbe rivelato.
Il racconto di Kate durò quasi due ore, alla fine delle quali la detective si sentiva stanca come se avesse corso per chilometri: ricordare tutto era stato più doloroso di quanto pensasse, ma allo stesso tempo capiva l'urgenza del Capitano; prima infatti avesse raccontato tutta la verità sull'accaduto, più lucido sarebbe stato il racconto.
Descrisse così, con la perfezione e l'accuratezza di una detective, la sera del proprio rapimento, come il giudice Smith si era presentato alla sua porta con due uomini armati, come lei gli aveva aperto, ignara del pericolo, di come l'avevano sedata versandole qualcosa nel suo vino e di come però era riuscita a scrivere quel messaggio nel suo diario per Castle...
Descrisse poi di essersi svegliata la mattina successiva, e di aver seguito, minacciata dal giudice armato e dai suoi uomini, Castle in tutte le sue ricerche. Era sempre stata vicino a lui: all'aeroporto, al parco giochi, ed infine al tribunale...
Il giudice aveva voluto seguire lo scrittore in tutti i suoi passi e godere della sua disperazione: Kate raccontò di aver dormito di notte nel parco, sorvegliata a vista, e di non essere mai riuscita a ribellarsi a causa dei forti sedativi che le somministravano ogni 12 ore...
Il suo racconto continuò: il notaio segnava ogni particolare, mentre gli altri uomini ascoltavano attentamente. Non c'erano altri rumori nella stanza, se non la voce debole di Kate che, sicura e dettagliata, descriveva ogni cosa che aveva visto od udito.
Alla fine, raccontando di come era stata sedata per l'ultima volta e di come si era ritrovata legata alle bombe nell'ascensore, dovette fare una lunga pausa: il ricordo del suo terrore, della sua paura la spaventava quasi quanto lo sguardo basso del Capitano.
Quando lei ebbe finito il racconto, regnò per qualche minuto uno stano silenzio. Poi il Capitano fece cenno ad uno dei due poliziotti di far entrare Castle.
Questo entrò sorridendo, come sempre, ma diventò più serio appena notò quella strana atmosfera che regnava nella stanza: Cosa stava succedendo? Era successo qualcosa a Kate, in quei quattro giorni, che non sapeva e di cui doveva iniziare a preoccuparsi?
-Castle – iniziò il Capitano, rivolgendosi allo scrittore. Questo prese posto a fianco a Kate, le prese la mano e guardò verso l'uomo. Il suo sguardo era neutro, ora che aveva salvato Kate non gli importava più nulla di cosa sarebbe successo – ho l'ordine di arrestarti. -
Castle sorrise. Se l'era aspettato fin dall'inizio.
Kate invece, ignara di come erano andate le cose durante la sua assenza, si agitò nel suo letto e fece come per alzarsi. Il Capitano le fece cenno di stare giù e le disse piano:
-E' tutto apposto. Devi riposare. -
-Riposare? - rispose lei. Stava tornando la detective di sempre. -Cosa significa che dovete arrestare Castle? -
Richard non aveva ancora proferito parola, era rimasto in silenzio, sorridente, per tutto il tempo. Poi si girò verso la detective ed esibendo il suo sorriso migliore le confessò:
-Mi era stato ordinato di non partecipare alle indagini, ed io ho disubbidito agli ordini. Penso sarai la prima a... -
Kate era furiosa. Guardò il Capitano come mai aveva fatto e disse:
-Se Richard non fosse venuto a prendermi, cosa avreste fatto voi? Sareste riusciti a salvarmi in 15 minuti di tempo? Io penso proprio di no! - urlò, ritrovando tutta la forza persa. Poi si ricompose e disse, scandendo ogni parola:
-Se ora portate via Castle, io mi dimetterò come Detective del distretto. Non ho intenzione di collaborare più con coloro che hanno contribuito ad incarcerare l'unica persona che ha avuto il coraggio di venirmi a salvare... -
Castle la bloccò.
-Kate, non puoi... Non lo fare, non per me... -
-Non è per te, Richard.- E guardò seriamente il Capitano, certa che anche lui avesse capito.
-Molto bene – disse questo, infine – vi aspetto entrambi lunedì in centrale. - Li guardò addolorato, sperando con tutto sé stesso che quell'episodio non segnasse una separazione per sempre.
-Prima di andare – aggiunse, mentre si apprestava a raggiungere la porta della camera – sarete felici di sapere che ieri sera abbiamo preso i due complici del giudice Smith, anche loro si nascondevano tra la folla. Hanno confessato di aver ripulito loro il tuo appartamento, e di aver scritto i messaggi per Castle. Infine hanno confessato di averti legato loro alle bombe, saranno interrogati e processati la prossima settimana. - E se ne andò, portando via con sé anche un peso enorme, che aveva inflitto Kate fin dal suo risveglio.
Castle e Kate rimasero soli per la prima volta da quando Kate si era svegliata. Non avevano avuto ancora occasione di parlare dell'accaduto, né di chiarirsi riguardo al bacio che si erano scambiati poche ore prima. Kate fu la prima a parlare, interrompendo un silenzio imbarazzante.
-Secondo te, perché il giudice Smith... -
-Si è suicidato? - finì Castle. Kate lo guardò in segno d'approvazione.
-Penso l'abbia fatto perché il suo unico scopo era quello di rovinare la mia vita; quando però ha visto che i suoi piani mortali si stavano per scagliare su un'intera folla, forse ha capito i suoi errori e si è sacrificato per salvare tutti quegli innocenti...-
-Ma perché nascondersi tra la folla? - chiese Kate, da brava detective qual'era.
-Perché devi capire che ormai, ad un uomo come lui, non interessava più farsi arrestare e finire in prigione per il resto della sua vita; lui voleva solo assistere allo spettacolo della tragedia della mia vita, e quale posto migliore della piazza? -
Castle guardò la detective, per scoprire se concordava con le sue supposizioni. Quando vide che non c'erano obiezioni si rilassò, ed aspettò la prossima domanda, che non tardò ad arrivare.
-Appena sarò dimessa, ti andrebbe di venire a casa mia? - Kate lo guardò come se fosse la prima volta. Finalmente aveva trovato il coraggio di farsi avanti, non avrebbe più sprecato occasioni.
-Certamente – disse lui sorridendo, baciandole la fronte.
-Ora devi risposare però, non voglio che ti affatichi – e spense la luce della camera, lasciando Kate più felice che mai, sola, nella camera.


La detective Beckett rimase in ospedale per tre giorni, in cui le infermiere, colui che consideravano suo marito, sua figlia e sua suocera e suo padre, si presero cura di lei.
Al terzo giorno però, lo scrittore di gialli Rick Castle si vide costretto a togliere tutti i festoni che aveva appeso per il ritorno di Kate e pensò così di portarseli a casa. Magari con il permesso del Capitano, avrebbe potuto appenderli in Centrale, per la gioia di Kate, che a sol vedere quello scoppio di colori, si voleva ogni volta sotterrare dalla vergogna.
Già il secondo giorno la detective era tornata in piedi, si sentiva sempre meglio e le era tornata la voglia di ridere e di scherzare. Già la mattina del terzo giorno di ricovero aveva ricominciato a prendere in giro Castle e tutti pensarono che era un chiaro segno del suo sentirsi meglio.
E così era davvero: Castle, Alexis e Martha le erano sempre accanto; Ryan ed Esposito passavano ogni mattina a controllare che stesse bene e anche suo padre, che aveva trovato un hotel poco lontano dall'ospedale, era sempre al suo fianco. Non si era mai sentita tanto amata e mai aveva riso così in soli quattro giorni.
La notte però era tutto diverso: l'oscurità si prendeva gioco della sua mente e le ombre giocavano a nascondino nei suoi ricordi. Kate Beckett continuava a sognare di trovarsi in cima ad uno strapiombo, sognava di cadere, di cadere, di cadere sempre più giù...
E poi l'esplosione.
Nei suoi sogni a volte era lei stessa a morire, a volte Castle; spesso anche Alexis entrava nei suoi incubi per rimproverarla di averle ucciso il padre...
La mattina era sempre più stanca, ma nessuno seppe di questi suoi incubi, non era il caso di allarmare tutti, tanto meno Castle, che la guardava come se dovesse morire da un secondo all'altro.
La detective continuava a ripetergli:
-Sto bene! -
Ma lui nulla, non ne voleva sapere, e allora ricominciava con le sue preoccupazioni:
-Ti serve un bicchiere d'acqua? Hai caldo? Hai freddo? Vuoi che chiami un'infermiera? Come ti senti? Hai fame? Ti piace la stanza? -


Fu con molta soddisfazione da parte di tutti che Kate, la sera del quarto giorno dopo il suo arrivo in ospedale, fu considerata perfettamente sana, in forze e guarita; per cui le venne accordato il permesso di tornare a casa.
Kate salutò con la mano la figlia di Richard e sua madre; parlò brevemente con suo padre, lo abbracciò forte per poi sedersi sui sedili di pelle della macchina di Castle.
Entrambi notarono subito lo strano silenzio che regnava tra loro; era finalmente arrivato il momento di stare soli, di affrontare i propri sentimenti, di dichiararsi, di stare insieme...
-Castle... Richard – per la seconda volta fu Kate a rompere il silenzio, mentre Castle guidava agitato al suo fianco, verso la casa della detective – io non penso che sia una buona idea... -
Lo scrittore premette con forza il freno. Per quasi non si schiantò contro un palo della luce.
Si girò terrorizzato verso Kate:
-Cosa esattamente non è una buona idea? - Si poteva leggere nei suoi occhi la preoccupazione.
-Io e te, questa notte. Insomma, non sono pronta, non mi sento ancora di vestirmi elegante e... -
Castle ricominciò a guidare. Fece finta di non aver sentito nulla di ciò che Kate aveva detto, rispose semplicemente:
-Fidati di me. - E nessuno parlò più per il resto del tragitto.


Quando la detective e lo scrittore arrivarono a casa, mezz'ora dopo, tra loro regnava una strana atmosfera densa di aspettative e speranze. In fondo al cuore Kate si sentiva delusa ed arrabbiata per non essere stata ascoltata nella conversazione precedente; allo stesso tempo però era curiosa di vedere cosa Richard avesse in serbo per lei.
Fu proprio Castle il primo ad entrare in casa: accese le luci e si avviò subito in camera da letto. Kate lo seguì preoccupata, senza capire quali fossero le suo intenzioni.
Possibile che Richard Castle pensasse solo a quello?
-Guarda – le indicò lui, indicando verso il muro – Marianne ha fatto davvero un gran lavoro... -
-Chi è Marianne? - rispose Kate, incredula che Richard, proprio in quel momento, tirasse in ballo altre donne.
-Marianne è la mia signora delle pulizie. Suo marito ha una ditta di pitture, così gli ho chiesto di venire qui e ripulire tutto prima del tuo arrivo... Tu non l'hai visto, ma sopra al tuo letto c'era una scritta non proprio amichevole... - Sorrise.
Kate si girò, dando le spalle allo scrittore. Si avvicinò al comodino ed aprì il cassetto.
-Kate, ma cosa fai? - le chiese lui, preoccupato.
-Non avevo dubbi... - rispose lei, finalmente sorridendo, mostrandogli i 20 dollari che aveva trovato all'interno del suo diario. - Sei sempre lo stesso! - Scherzò ancora.
Il silenzio ricadde su di loro. Castle si avvicinò a lei, e le accarezzò la guancia.
-Ti prego fidati di me... - le sussurrò infine. -Ti prego. -
-Sai che non sono brava a lasciarmi andare di fronte alle persone, ma per te, farò un'eccezione.-
-Allora chiudi gli occhi... - Kate lo guardò allucinata.
Possibile che, veramente, pensasse solo a quello?
Chiuse gli occhi, fedele alla propria promessa. Sperò solo di non doversene pentire in futuro.
Castle iniziò a baciarla sulla fronte, poi scese piano, le baciò le labbra, il collo fino a che le sue mani si posarono sulla sua giacca, sbottonandola.
Poi fu il turno della camicia...
-Castle, davvero non mi pare il caso, ti ho detto che... -
-Fidati – le disse lui, dolcemente.
Dopo la camicia fu il turno dei pantaloni, e Kate si sentì una vera scema a starsene lì, in piedi accanto al letto, con solo mutande e reggiseno addosso.
-Che intenzioni hai? - chiese, quando passò qualche secondo senza sentire le mani calde di Richard sul suo corpo.
-Tieni gli occhi chiusi! - le disse lui, dall'altro capo della stanza.
Cosa stava combinando? Kate decise di fidarsi, e non aprì gli occhi.
Pochi istanti dopo, sentì di nuovo il fiato caldo di Richard sulla sua pelle nuda. Lui la toccò di nuovo, ma questa volta non la spogliò. Al contrario, Kate si rese conto che lo scrittore la stava vestendo.
-Rick, ma cosa...? -
-Hai deciso di non rendermi le cose facili eh? - le disse lui, divertito.
Kate si lasciò vestire: sentì prima la morbidezza della seta scenderle dalla nuca alla vita, Castle doveva averle messo una maglia, forse di un pigiama di seta; poi dovette alzare le gambe per farsi mettere i pantaloni. Nella sua mente frullavano mille idee, una meno brillante dell'altra.
Questa volta Castle l'aveva davvero sorpresa.
Poi, inaspettatamente, lo scrittore la prese in braccio e Kate urlò per lo spavento; si tranquillizzò quando sentì che la stava delicatamente appoggiando sul letto...
La sistemò sotto le coperte poi, dopo qualche attimo, sentì che anche Richard stava entrando nel letto accanto a lei. Lui non si era vestito: anzi, sembrava essersi tolto tutto, eccetto per le mutande e una maglietta.
Kate rabbrividii nel sentire il suo profumo e il suo calore propagarsi sotto le coperte.
-Ora puoi aprire gli occhi... - le disse, dopo aver contemplato il suo viso meraviglioso.
Quando lei li aprì, notò che lo scrittore aveva chiuso le luci, solo la luce del bagno permetteva di vedere qualcosa all'interno della stanza.
-Grazie per esserti fidata di me. - Richard le prese le mani e le baciò piano; poi si avvicinò a lei, la strinse forte e intrecciò le proprie gambe con le sue.
Kate sentì il calore delle gambe dell'uomo penetrare anche oltre al suo pigiama di seta.
-Io pensavo che tu... - Non ebbe il coraggio di finire la frase.
Castle la guardò come se fosse la cosa più bella del mondo, e ancora una volta finì la frase al suo posto:
-Abbiamo tutta la vita per fare l'amore insieme, per divertirci e per eccitarci, se vorrai. Questa notte però voglio solo che tu ti senta protetta, e che tu non faccia più brutti sogni. -
Kate si sentì morire sentendo quest'affermazione. Poteva chiaramente sentire, sotto le coperte, l'eccitazione di Richard; nessun uomo prima di lui, aveva mai fatto nulla del genere per lei.
-Non mi abbonderai mai? - chiese lei, commossa.
-Mai, Amore Mio. -
E si addormentarono l'uno tra le braccia dell'altro.


Da quella notte, Kate Beckett non fece più brutti sogni.











ANGOLO DELL'AUTRICE


Sigh, sigh, sigh...
E' con grande tristezza che vi annuncio che la serie Kate ti salverò è giunta al termine!
Spero che quest'ultimo capitolo, questo Epilogo, sia stato all'altezza delle vostre asppettative, che vi abbia emozionato, che vi abbia trasmesso qualcosa, che sia stato il degno finale di questa serie così amata.
E' un capitolo più lungo degli altri: qui si tirano infatti i fili del caso, ma non solo; troviamo anche l'epilogo della storia d'amore tra i due protagonistri, spero di avervi fatto commuovere come mi sono commossa io nello scrivere quest'ultimo capitolo!


Prima di tutto vorrei ringraziare tutti coloro che hanno inserito la storia tra le preferite:


1 - 23jo
2 - 4everBasketball
3 - AlyRav
4 - Aly_Sakura_98
5 - bambola_e_bibola
6 - Blah
7 - ElMoro
8 - freeland93
9 - gy_93
10 - ice_cream
11 - kate_cristal
12 - lud_194
13 - Lupo90
14 - miticabenny
15 - nana1827
16 - rorry
17 - sapphire
18 - valenina
19 - XXXBEAXXX



Tra le seguite:


1 - Angol 
2 - Curtaz92 
3 - Eruanne85 
4 - Harete Imasu 
5 - ice_cream 
6 - kawaii_shojo_96 
7 - LaDottoressa_Temp 
8 - LadyMaeve 
9 - Lady_Ginevra Black_ 
10 - LazioNelCuore 1711 
11 - lud_194 
12 - Martysquit 
13 - Melmon 
14 - miticabenny 
15 - MooN_LiE_ 
16 - piccy6 
17 - Proca__ 
18 - ramo87 
19 - S i r i a _ A n t _ 97 
20 - saruz1986 
21 - shedar86 
22 - Speir 
23 - Sweet Stella 
24 - tykisgirl 
25 - violet_88 
26 - Yuki Ozuki
 


E tra le storie da ricordare:


1 - ice_cream 
2 - memols 
3 - Sina
 


Ringrazio tutti coloro che mi hanno inserito tra le autrici preferite:


1 - 23jo 
  2 - Angol 
  3 - bambola_e_bibola 
  4 - Berenike 
5 - Blah 
  6 - Brin 
  7 - ElMoro 
  8 - Eruanne85 
  9 - Fairy of fire 
  10 - Giulia_Cullen 
  11 - kate_cristal 
  12 - LazioNelCuore 1711 
  13 - Luli87 
  14 - Malandrina94 
  15 - Melmon 
  16 - piccy6 
  17 - Ramona37 
  18 - supersound 
  19 - The White Lotus23 
  20 - theStarbucksGirl 
  21 - Vic_ 


Ultimo, ma non ultimi, vorrei ringraziare tutti coloro che hanno letto e recensito questa serie; grazie per avermi dedicato il vostro tempo e per avermi fatto sapere le vostre idee, impressioni, commenti, giudizi che fossero sia positivi che negativi...
Un grazie speciale anche a tutti i lettori silenziosi che hanno continuato a seguirmi in questa serie, anche se non hanno mai fatto sentire la loro voce!


Ora però faccio un appello a tutti voi: QUESTO E' L'ULTIMO CAPITOLO, CIO' SIGNIFICA CHE E' ANCHE L'ULTIMA OCCASIONE CHE AVETE PER FARMI SENTIRE COSA NE PENSATE DI QUESA FANFICTION, per cui commentate, recensite questo Epilogo per farmi sapere se vi è piaciuto, se questa serie vi ha appasionato; non mi piace pregare per le recensioni ma questa volta si, vi prego, perchè mi facciate sentire la vostra voce e mi confessiate ogni vostra impressione...
E' stato davvero bello scrivere questa fanfiction, prima di tutto perchè mi ha permesso di far conoscere le mie idee, la mia scrittura e la mia passione; e poi perchè mi ha permesso di conoscere persone stupende che altrimenti non avrei mai avuto la possibilità di conoscere!


Prima di lascirvi e di chiudere per sempre (che tristezza!) questa fanficion ho due importanti annunci da fare:
PRIMO: In questi giorni pubblicherò il PRIMO CAPITOLO della mia nuova serie, sempre con fandom Castle, che si intitolerà INSIEME A VENEZIA: non posso ancora anticiparvi nulla, ma vi prometto che vi piacerà! Spero quindi continuiate a seguirmi anche in questa mia nuova avventura, sarebbe un onore immenso per me ritrovare ognuno di voi in questa nuova fanficion!
SECONDO: come promesso, con questo ultimo capitolo allego la PROPOSTA INDECENTE di cui vi avevo parlato! E' FONDAMENTALE CHE TUTTI LA LEGGIATE, PER FAVORE! VI RUBERO' VERAMENTE POCHI MINUTI DEL VOSTRO TEMPO, PER FAVORE APRITE IL LINK QUI SOTTO PER LA PROPOSTA!


Grazie ancora a tutti voi per avermi seguito, a presto con la nuova serie INSIEME A VENEZIA!
La Vostra affezionatissima, Berenike


CLICCA QUI PER LA PROPOSTA!





(Aggiunta postuma)
La fanfiction KATE TI SALVERO' ha vinto i NESA 2011 dedicati al telefilm Castle-Detective tra le righe nella sezione BEST MALE (RICHARD CASTLE) e BEST PLOT. Ringrazio tutti i miei lettori e coloro che mi hanno seguita fin dall'inizio!



   
 
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