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Autore: Lawliet    03/12/2010    1 recensioni
[ Maou > Ryou/Tomoo x Shiori ]
Poche ore prima dell’addio, poche ore prima di non vederlo mai più.
Lui è un fuoco d’artificio rinato due volte e per due volte votato alla morte.
Lei ama la meraviglia e la vita.
Bisogna avere coraggio per innamorarsi di un fuoco d’artificio.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A light is swaying, it's shaking
The pain is healing and quietly disappearing
I take your life forever
You take my life forever.
[Truth – Arashi]









I fuochi d’artificio sono così belli, per Shiori.
Sono luce, sono movimento e imprevedibilità.
Sotto la sua mano non ci sono sorprese: tutto ciò che sfiora le racconta la sua storia in modo pragmatico, non ha segreti per lei.  Ma la conoscenza a volte può minare la felicità di qualcun altro, di colui che magari era il più importante, e Shiori si è vergognata, si è sentita inghiottire dall’angoscia al pensiero di essersi autoproclamata l’angelo di quella persona e, contemporaneamente, di trasformarsi nella sua carnefice.
Non aveva senso.

Con che diritto si era eletta angelo del diavolo, lei, proprio lei che lo stava condannando?

Naruse Ryou aveva un rapporto conflittuale con i fuochi d’artificio, perché gli ricordavano se stesso.
Li vedeva scintillare, bruciare, e lottare per emettere l’ultimo guizzo di luce, per poi scomparire nel buio. Erano vita inerme di fronte all’oscurità che aspettava, paziente, di inghiottirli dopo averli osservati agitarsi e ardere in modo così effimero.
Eppure gli piaceva guardarli, perché facevano ciò che lui aveva programmato da tempo: lasciare il segno, per una volta, un segno grande nella vita. Anche se poi sarebbero svaniti, anche se poi sarebbero stati dimenticati. Ma in ogni caso avrebbe lasciato i suoi spettatori senza fiato.

Oppure lui – il diavolo – li avrebbe portati con sé.

Manaka Tomoo era già stato un fuoco d’artificio.
Non uno di quelli che si limitano a brillare nel cielo, però, lontano da tutti: aveva fatto terra bruciata attorno a sé.
Sparire nel buio, svanire, come se non fosse mai esistito. Era stata un’esistenza così facile da cancellare, la sua, quasi che davvero fosse così fragile da non riuscire a sopravvivere da solo. Aveva perso tutto. E allora perché non bruciare? Perché non rinascere?
Si era tanto illuso di diventare una fenice.
E invece è tornato in vita per essere ancora un fuoco d’artificio: debole e impotente, non importa quanto rumore abbia fatto.

Voleva giustizia, voleva chiudere quel cerchio di morte. Ma nel girotondo fatale c’è finito anche lui. Perché era solo un fuoco d’artificio. Come poteva, lui, vincere con l’oscurità?

-Shiori-san.
-Mh?
-Le,- Naruse fissò il vuoto, leggermente a disagio, come a cercare le parole giuste che non sarebbero mai arrivate. –Le piacciono i fuochi d’artificio?

Shiori lo fissò e sorrise.

-Molto,- Si voltò anche lei a guardare davanti a sé, come l’avvocato. –Sono vita e colore, ravvivano la notte nei giorni di festa.
-Festa.- ripeté Naruse.

‘Disperazione,’ corresse Tomoo.

-Mi piacerebbe vederli ogni notte,- proseguì Shiori. –Anzi, qualche volta, quando mi sento triste, vorrei che fosse sempre notte.
Naruse la guardò senza capire. -Chi mai lo vorrebbe?
-Se fosse sempre notte, allora potrei vedere sempre i fuochi d’artificio.
-E’ meglio che ci sia il sole,- disse Naruse alzandosi in piedi. –Le altre sono luci irreali, ingannevoli, che illuminano per un istante e illudono per sempre.
-Come fa a esserne così sicuro?
Sul bel volto di Naruse Ryou aleggiava un sorriso amaro. –Durante la mia vita ho incontrato persone che assomigliavano a fuochi d’artificio. Se ne sono andate tutte. E credo di esserlo anch’io, in fondo.

Fece per allontanarsi, ma la pur confusa Shiori lo chiamò quando ormai vedeva soltanto la schiena di quello strano, strano avvocato.

-Naruse-san.

Lui si voltò. Sempre quella maschera educata, sempre quell’espressione vagamente interrogativa.
Il vento scompigliava i capelli di Shiori, ma lui non sembrava nemmeno sentirlo. In effetti, non sentiva niente.

-Io,- Shiori si scostò i capelli dal volto, il cuore che le batteva forte. –Io amo i fuochi d’artificio. Dovrebbe averne un’opinione più alta, sono più belli di quel che pensa.

Naruse Ryou contemplò con sincera curiosità il viso di Shiori che si arrossava piano piano, finché anche lei ne fu consapevole e si affrettò a ridimensionare ciò che aveva appena detto.

-Voglio dire che mi piacciono molto,- disse, evitando lo sguardo del giovane avvocato. –Mi piacciono davvero.

Quando rialzò gli occhi e incontrò di nuovo quelli di Naruse, lui sorrideva. Un sorriso calmo, rassicurante, i soliti sorrisi che le rivolgeva e che la invadevano di calore.
Un fuoco, sul serio.
Rimasero in silenzio per qualche istante, e poi Naruse Ryou se ne andò senza dire una parola. Svanì. Scomparve nel buio della città.

‘Lo so che le piacciono, Shiori-san. E a me piacciono le persone che li amano. No, anzi, le ammiro. Perché amano qualcosa che scomparirà molto presto. Bisogna avere coraggio per innamorarsi di un fuoco d’artificio.  E’ per questo che non bisogna alimentare il loro amore: si devono illudere il meno possibile, devono soffrire il meno possibile. Non voglio che lei soffra, Shiori-san.’

Shiori non l’avrebbe mai più visto. Ma avrebbe vissuto della sua luce per sempre.
Alcuni fuochi d’artificio brillano più a lungo di quanto si possa immaginare.

























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Va bene, io ADORO Maou. Adoro Kobayashi Ryoko, Ohno Satoshi, la loro hugging scene e tutto quello che ne consegue ;__;
Non ho altro da dichiarare.
  
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