Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: Nuage9    03/12/2010    2 recensioni
L'amicizia tra loro non era mai stata normale, ma era più di qualunque cosa si fossero mai aspettate.
Una giovane e solare ragazza tedesca, un'introversa bambola di porcellana inglese e... Un dolce, doloroso ricordo chiamato Maria.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Prima di iniziare, volevo ringraziare i chi ha letto lo scorso capitolo e A_Denial per la recensione :) (sì, ho detto che aggiornavo nel weekend, ma... Ora sono bloccata a casa anch'io, quindi ho avuto tempo per sistemare questo nuovo capitolo XD)
Enjoy ~

Life goes on

Ultimamente, temo di aver esaurito completamente gli argomenti di conversazione con la mia nuova coinquilina: piccola, magra, con profondi occhi blu, sembra sempre persa in un mondo tutto suo. Un mondo che, a quanto ho capito, non ammette visitatori.
« Bentornata. Hai passato una buona giornata? » mi chiede, come ogni giorno, non appena sente chiudersi la porta d’ingresso. Nonostante mi abbia appena fatto una domanda, non si dà neanche la pena di girarsi a guardarmi e continua a trafficare sul ripiano della cucina.
« Sì, normale. Tu, Mel? Cosa prepari di buono? » cerco di essere gentile, di rispondere allegramente, ma non riesco nemmeno ad avvicinarmi ai fornelli che uno strano odore piccante mi arriva alle narici.
« Kimchee » ribatte lei, ma io, purtroppo, avevo già capito la risposta.
« Ah »
« Non ti piace? »
« No. Non mangio cibo coreano... »
Solo ora si gira a guardarmi, tuttavia nel suo sguardo non riesco a percepire alcuna particolare emozione. Mai. Sembra uno scienziato che studia la sua cavia, piuttosto che una ventenne che si divide tra le lezioni all’università ed un lavoro part-time.
« Capisco. » riprende a cucinare « Comunque sia, ha chiamato José; sembrava urgente »
Di nuovo, nessuna emozione.
Anch’io ero così, un anno fa, dopo la scomparsa di Maria?, mi ritrovo a pensare a volte; c’è qualcosa in lei che mi ricorda tantissimo me stessa.
Non è l’aspetto fisico, ché non potremmo essere più diverse, e nemmeno il carattere, forse. Ecco, devono essere gli occhi, anche se tuttora cerco di convincermi, osservando la mia immagine riflessa nello specchio, di aver ridato loro un po’ di luce.
Annuisco, ricordandomi solo dopo che Melanie non mi sta guardando; quindi la ringrazio e vado in camera mia, prendo il telefono e chiamo subito José.

José è il fratello minore di Maria; forse per la poca differenza d’età, forse per la naturale gentilezza di lei ed il carattere aperto e solare di entrambi, sono sempre andati molto d’accordo. Erano molto legati e credo che, nonostante cerchi di darlo a vedere il meno possibile, il ragazzo continui a soffrire incredibilmente per la sua perdita, e a sentirsi responsabile, insensatamente.

« Pronto? »
Finalmente, qualcuno tira su la cornetta; dopo i soliti convenevoli con la madre, riesco a sentire José - credo, a dire il vero, di aver avuto una cotta per lui sin dal primo momento che lo vidi; anche quando fu chiaro che non era assolutamente interessato a me, per un certo periodo fui talmente tanto ossessionata che Maria, ridendo, propose un esorcismo. Tuttavia, non capendo il suo macabro senso dell’umorismo, ricordo che me la presi con lei e non le parlai più per una settimana.
Che ragazza stupida che ero. E tutto questo è successo solo quattro anni fa - una vita fa, da un certo punto di vista.
« Ciao, Ricka! Meno male che hai avuto il mio messaggio. Credevo che quella stramboide che ti sei presa come nuova coinquilina non te lo avrebbe riferito... »
Ridacchiai sommessamente: non aveva tutti i torti. Melanie era... Fuori dal comune, si potrebbe dire.
Nonostante ciò, capii subito che c’era qualcosa di diverso nella voce di lui. Colpa dell’amore? Non saprei dirlo. Quando si trattava di qualcosa che riguardava Maria o suo fratello, i miei sensi si acuivano incredibilmente.
« José, quant’è che non dormi? » interruppi il suo sproloquio sul mio “pessimo gusto in fatto di amicizie”, e per un po’ dall’altra parte della cornetta non giunse più alcun suono.
« José » ripresi io, temendo che mi buttasse il telefono in faccia da un momento all’altro « Cos’è successo? Tutto bene? » e nel formulare queste domande mi era salito un groppo in gola, tanto che, senza accorgermene, dovevo aver alzato di parecchio il mio tono di voce: la mia coinquilina, infatti, era arrivata sulla soglia della mia camera, calma, ma ancora con il mestolo in mano - significava forse che, in fondo, aveva qualche sentimento per un qualsiasi essere umano, qualche preoccupazione?
Le rivolsi un sorriso stentato, cercando di farle capire che andava tutto bene, nonostante, guardando la mia faccia, dovesse essere abbastanza chiaro che non era così. Lei non se ne andò, si limitò ad appoggiarsi allo stipite della porta e ad incrociare le braccia.
Più o meno nello stesso momento, José riprese a parlare, ed io sbiancai.
« Stavo tornando a casa, e... Ricka, ne sono sicuro: davanti all’ingresso della stazione, c’era Maria »



  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Nuage9