Ehilà! Ben
ritrovati. Sono lieto di presentarvi un capitolo dove Naruto inizia una
prova
incredibile. Prima di presentarlo, però, rispondo a una
recensione che,
finalmente mi è arrivata.
DK86: ti ringrazio
per avermi indicato i problemi e le imprecisioni che ho commesso. Ti
prego, se
mai ne rilevi delle altre, fammelo sapere.
Detto questo,
chiedendovi di commentare, vi auguro buona lettura.
Unì’ultima cosa: il capitolo sette è
stato completamente rinnovato, se volete,
leggetelo.
La
pedana stava
scendendo e Naruto cercava di calmarsi (ma lo sanno tutti che
è difficile che
stia calmo).
Si
chiedeva che
cosa avrebbe dovuto affrontare e, al solo pensiero sudava freddo.
“Ah ah ah!” rise la volpe,
materializzatasi alle sue spalle.
“Cosa!” fece Naruto stupito “Come diavolo
hai fatto a comparirmi
dietro?”
“Non ti stupire Naruto”
disse la volpe “Ora che sono diventato il tuo spirito posso
apparire davanti a
te tutte le volte che voglio. Ovviamente sono ancora sigillato e non
posso
uscire completamente se non lo vuoi tu”.
“Ah
ho capito” disse Naruto “Si può sapere
che vuoi?”
“Niente!” disse la volpe
“Volevo vedere la tua faccia terrorizzata
all’idea di affrontare l’ignoto. Prima eri
così sicuro di te: hai detto di non
aver paura e altre scemenze del genere..
dov’è finita la spavalderia di
prima?”
Il
giovane strinse
i pugni: “Non ho paura. E poi che ne sai tu stupida volpe.
Anche se avessi
paura, affronterei qualsiasi cosa. E sai perché? Io devo
fare ancora molte cose
e, soprattutto, salvare un amico”.
Mentre
diceva
queste parole, ripensava a Sasuke, il suo compagno di team e migliore
amico,
scappato dalla Foglia per avere il potere da Orochimaru e soddisfare il
suo
desiderio di vendetta verso il fratello.
Il suo principale obiettivo, in quel momento era riportare
il suo amico
a casa e, per farlo, doveva diventare più forte a qualsiasi
costo.
Mentre
pensava a
questo, la pedana si fermò e il giovane si riscosse dai suoi
pensieri. Si
rivolse nuovamente alla volpe: “Se mi vuoi aiutare in questa
sfida, sei la
benvenuta; se vuoi criticarmi, tornatene da dove sei venuta. Mi sono
spiegato?”
“Perfettamente”
disse la volpe “E visto che so che non riusciresti a fare
niente senza di me,
ti sarò di supporto. Sono, comunque obbligato a darti una
mano, visto che sono
il tuo spirito”.
“Bene!”
Il
giovane scese
dalla pedana e s’incamminò per un lungo corridoio
pieno di porte.
La cosa aveva dell’incredibile:
ogni porta distanziava l’una dall’altra pochi
centimetri, quasi come se fosse
magia.
Anche
se poco
sveglio, il ragazzo capiva che era impossibile che ogni stanza avesse
un
labirinto in cui affrontare una prova. Poi ricordò la frase
detta da Nick: “Nel
mi mondo, niente è impossibile”.
“Che sia davvero possibile?” mormorò.
Camminò
per alcuni
minuti e, alla fine, una porta alla sua destra
s’illuminò. Il giovane ricordò
quello che gli aveva detto Nick e, dopo aver deglutito, prese la
maniglia della
porta e la aprì.
Davanti
a lui apparve uno spiazzo e, a pochi metri, un enorme labirinto.
“Sai
volpe” disse
Naruto “Forse, adesso ho un po’ paura!”
“E’ naturale!” disse
il demone “Ti confesso che me n’è venuta
un po’ anche a me”.
“Davvero?” chiese lui
senza distogliere gli occhi dal labirinto.
“No!” disse la volpe con una risata.
Il demone smise di ridere e osservò il
labirinto. “Beh! Che stai
aspettando? Entra!”.
Naruto deglutì di
nuovo ed entrò nella stanza.
La
porta si chiuse
con un tonfo, facendolo saltare all’indietro.
Il
ragazzo afferrò la maniglia e cercò di riaprirla,
ma non ci riuscì.
“Cavolo!” disse
“Siamo chiusi dentro”.
“Te ne stupisci!” disse la volpe
“E’ probabile che non si riaprirà fino
a quando non avrai superato la prova o sarai morto. Ora spetta a te
decidere quale
delle due opzioni ti aggrada di più”.
Naruto si voltò verso il
labirinto: “Non è ovvio? Devo superare la prova e
lo farò”.
Non
era convinto
di quello che diceva, ma non poteva permettersi di perdere tempo in
quel modo,
perciò decise di farsi forza e di andare avanti.
Nel
frattempo,
nell’ala est, Nick aveva condotto i ninja della Foglia in una
stanza, in cui
c’era un enorme schermo che mostrava quello che stava
accadendo a Naruto. Tutti
erano preoccupati per il loro amico.
“Accidenti.
Naruto
è davvero messo male” disse Kiba “Si
trova dentro un labirinto e non può più
uscire. Poteva dirglielo signor Nick. Almeno gli avremmo fatto
l’ultimo
saluto”.
“Smettila!”
disse Sakura furiosa “Non fare il pessimista in questo modo.
Signor Nick ce la
può fare?”
“Questo dipenderà solo da lui” rispose
Nick.
“Allora
dovremo dire addio a un amico” fece Kiba serio.
“Andiamo Kiba, smettila di essere così
pessimista” disse Hinata
spaventata.
“Non sono pessimista, ma realista.
Guardate come trema dalla paura!” disse Kiba.
“Adesso!”
disse
Neji “Ma come si comporterà quando
entrerà?”
“Allo stesso
modo” disse Kiba secco.
“Non
obbligatoriamente” disse Shikamaru “Conoscendo
Naruto, non si
lascerà prendere dal panico ancora per
molto. Inoltre credo di aver capito il significato del
labirinto”.
“Cosa!” dissero
tutti.
“Andiamo.
Persino
un bambino ci arriverebbe” continuò lui
“Il labirinto rappresenta la vita
dell’uomo. La vita è piena di alti e bassi, di
curve e controcurve, che si
districano in una marea infinita di strade spesso senza uscita. In un
simile
intrico, l’uomo può perdersi senza la giusta
risolutezza. Tuttavia, se riesce a
mantenere la lucidità, la strada gli appare chiara e dritta
ed è in grado di
vederne la fine. Non è forse così signor
Nick!”
Nick
sorrise
compiaciuto e annuì: “Il tuo ragionamento
è giusto, ma c’è una cosa che hai
mancato. Il labirinto è una prova per crescere e dimostrare
la propria maturità
e anche qualcos’altro, che solo Naruto potrà
scoprire. Ma credo che sappia già
cosa sia”.
“E che cosa sarebbe?” chiese Shikamaru.
Nick non rispose e osservò lo schermo.
Naruto
si picchiò
le guance e, con un sorriso risoluto disse: “Ok! Basta
lagnarsi. Sto arrivando
e guai a chi mi ferma” ed entrò nel labirinto.
Al
suo interno il
silenzio era assoluto, l’aria stessa diffondeva questa
sensazione.
“C’è troppo silenzio” disse la
volpe “E non mi piace!”
“Neanche a me! Restiamo all’erta”.
“Va
bene!”.
Per
un tempo
indeterminato, il giovane camminò in silenzio, facendo
attenzione al troppo rumore
e concentrando ogni senso su ciò che lo circondava.
Ogni
volta che
Naruto si trovava a un bivio, segnava il percorso preso con un taglio
del
Kunai. Molte volte, a causa di vicoli ciechi, si vedeva costretto a
tornare indietro
e prendeva altri percorsi, facendo lo stesso segno.
Dopo
l’ennesimo
vicolo cieco, svoltò verso la sua sinistra e, dopo pochi
metri, si ritrovò in
una radura.
Il ragazzo
vi entrò e la osservò: sembrava un posto
tranquillo e apparentemente calmo. Al
suo centro era piantato un grande albero: una quercia secolare con la
cima ben
oltre le frasche che formavano quell’intrico di strade.
“Quell’albero
capita a fagiolo. Non credi?” disse Naruto alla volpe.
“Già” disse il demone
“Potrebbe essere un’idea salirci sopra e vedere
dove ci troviamo, ma fai attenzione”.
“Tranquilla
volpaccia” disse lui.
Usando
il chakra,
salì l’albero fino alla cima e osservò
il labirinto.
Rimase stupito nel vedere che aveva percorso solo una cinquantina di
metri dall’ingresso e che il labirinto era grande almeno il
triplo della
distanza percorsa.
“Accidenti!”
disse
il giovane “Abbiamo camminato così tanto e non
abbiamo percorso nemmeno la metà
di questo dannato labirinto. Uffa!”
“Naruto!
Guarda
laggiù, verso il centro” disse la volpe con voce
agitata.
“Cosa c’è. Hai visto
qualche pericolo” disse il ragazzo.
Naruto posò lo
sguardo verso il centro e capì cosa voleva dirgli la volpe:
da lì si diffondeva
una luce bianca che impediva di vedere cosa ci fosse
all’interno.
“Se
vuoi una mia
opinione” disse la volpe “dobbiamo dirigerci verso
il centro. È lì che
troveremo ciò che stiamo cercando, qualunque cosa
sia”.
“Si hai ragione” concordò Naruto.
Il ragazzo pensò che con un bel salto avrebbe fatto
metà percorso e
recuperato tempo.
“Con
un bel salto guadagneremo del tempo. Tu che dici volpe!”
“E’ un idea!”
“Io direi che è una pessima
idea” disse una voce alle loro spalle.
Naruto
fu spinto
di sotto da un forte vento.
Riuscì
a non schiantarsi, usando alcune copie che ammorbidirono la caduta.
Rialzatosi,
alzò la testa per cercare il colpevole.
“Cerchi inutilmente, io sono qui!” disse la stessa
voce.
Nella
stanza di
osservazione tutti fecero un passo indietro per la sorpresa.
“Che diavolo è quello”
disse Kakashi.
“E’
la prima parte della prova” rispose calmo Nick
“Buona fortuna Naruto”.
Naruto
spalancò
gli occhi dalla sorpresa: un essere dalle sembianze semi-umane gli si
era
parato davanti.
Era
bianco come un
lenzuolo; le gambe e le braccia erano nere, con lunghi artigli che
scendevano
fino alle mani; il suo volto era segnato da strane righe nere, simili a
lacrime, che attraversavano gli occhi gialli con la sclera verde scuro,
fino
alle lunghe orecchie a punta che gli spuntavano sopra la testa; dietro
la
schiena aveva delle grandi ali nere da pipistrello e una lunga coda,
anch’essa
nera, gli spuntava da dietro.
Naruto
lo osservò
tremante per lunghi istanti, poi recuperò il controllo di
sé stesso e,
puntandogli il dito contro gli disse: “E tu chi accidenti
sei?”
“Dovrei
risponderti?” disse l’essere con voce atona.
“Certo che dovresti” gli
gridò Naruto “Non è buona educazione
non
presentarsi a un primo incontro!”
“Devi
scusarmi”
disse l’essere, senza mutare il tono di voce “Non
sono abituato a ricevere
visite e a rispondere a immondizia come te”.
“COSA!” gridò Naruto
“Io non sono immondizia. Tacimi pure il tuo nome se
vuoi, ma io mi presenterò comunque e memorizza il mio nome,
perché un giorno
sarò..”
L’essere
si era
voltato e, preso un innaffiatoio, aveva cominciato a bagnare i fiori
vicino la
quercia, ignorandolo completamente.
“EHI!” gridò Naruto “Guarda
che non è educato voltare le spalle ad uno
che ti parla. Chi diavolo ti ha insegnato le buone maniere!”
“Gridi
troppo
Naruto Uzumaki e la cosa disturba la quiete dei fiori di cui mi prendo
cura”
disse l’essere continuando ad annaffiare i fiori come se
niente fosse.
“Che
faccia tosta!
Tu…” il giovane s’interrupe e poi
riprese con tono più calmo “Un attimo. Come
fai a sapere il mio nome?”
“La
cosa non ti
riguarda: lo so e basta, Naruto” disse l’essere che
si voltò verso di lui “In
qualunque caso, hai ragione nel dire che sia scortese non presentarsi.
Poiché
morirai credo sia giusto che tu sappia chi sarà il tuo
aguzzino. Il mio nome è
Ulquiorra il Murcielago”.
“Ulquiorra?”
disse Naruto “Che nome strano!”
“E’ spagnolo se la cosa ti può
interessare e significa pipistrello”
disse Ulquiorra “Ma adesso, non è più
il caso di parlare. Ora devi solo
morire!”
Naruto
richiamò la
sua armatura e con tono di sfida disse: “Non illuderti. Io
non morirò. Non
posso: ho ancora troppe cose da fare”.
“Che
sciocchezze!”
disse Ulquiorra e si lanciò verso di lui.
Naruto
si preparò a un attacco frontale, ma questo non
arrivò mai: Ulquiorra, con
velocità assurda, si era spostato di lato, lo aveva preso
per la testa e
lanciato via come un peso inutile.
Naruto
fu
schiantato verso il muro che resse all’impatto, causandogli
una lussazione al
braccio.
“Com’è
veloce e
forte” pensò Naruto.
Non ebbe il tempo di muovere un muscolo che la coda di
Ulquiorra lo
colpì ai fianchi, scaraventandolo verso il lato opposto.
Naruto riuscì a fermarsi appena in tempo e a mettersi in
piedi, ma il
suo avversario gli era già vicino, pronto a colpirlo di
nuovo.
Il
colpo fu
fermato dallo scudo della volpe, attivato appena in tempo dalla
volontà del
demone.
“Grazie
volpe”
disse Naruto.
“Di niente” disse il demone “Ma fa
attenzione, non so se potrò reggere
un altro colpo”.
“I
miei complimenti” disse Ulquiorra, apparsogli dietro
“Hai una buona difesa.
Tuttavia.”
Un pugno
colpì Naruto alla schiena, facendolo andare a sbattere
contro la quercia.
“Una buona difesa non
basta a fermare un attacco superiore” terminò
Ulquiorra.
“Sta
zitto!” disse Naruto che si alzò dolorante
“Ti faccio vedere io un
bell’attacco”.
Il
ragazzo eseguì
la tecnica superiore della moltiplicazione del corpo, circondando
l’avversario
di numerose copie e poi, con la voce di tutte le copie, disse:
“Adesso è il mio
turno!” e si lanciò verso di lui.
Ulquiorra
non si
scompose e, senza battere ciglio, sconfisse tutte le copie in poco
tempo,
lasciandone solo tre integre.
“Un
buon trucchetto, ma completamente vano” disse Ulquiorra.
Naruto
preparò il
rasengan: “Questo è il mio vero attacco!”
Le copie lo lanciarono con
tutta la forza che avevano e il giovane colpì lo stupito
avversario all’addome
scaraventandolo contro il muro.
“Ti è piaciuto?” disse
trionfante Naruto “A questa tecnica non sfugge
nessuno. Ho vinto”
La
sua euforia si
spense, nel momento in cui vide l’avversario rialzarsi e
completamente
incolume.
“Ammetto
che
questa era una tecnica molto potente, ma per chi è dotato di
rigenerazione
accelerata, non è un problema.
È
tutto qui quello che sai fare? Ti ci vuole qualcosa di più
per battermi. Peccato!”
disse Ulquiorra.
Alzò un dito e da esso uscì un punto nero
circondato da un bagliore
verde scuro: “Ora lascia che ti mostri il mio di attacco.
Cero Oscuras!”
Un raggio partì dal dito e colpì in
pieno Naruto che riuscì a sopravvivere
grazie allo scudo, che si infranse.
“Notevole!”
commentò Ulquiorra “Sei sopravvissuto grazie al
sacrificio dello scudo. Tuttavia
hai solo ritardato l’inevitabile. Non sopravviverai al
prossimo” e ne lanciò un
altro.
Per
cercare di difendersi, Naruto eseguì un’altra
moltiplicazione: fu investito
dalla potenza del colpo, ma riuscì a salvarsi di nuovo,
perdendo l’armatura e
riscontrando diverse ferite in tutto il corpo.
Nella
stanza tutti
osservavano senza fiato.
Neji, recuperando per primo la parola disse a Nick: “Signor Nick, dovete fare qualcosa o Naruto morirà”.
“Mi
dispiace” disse Nick “Ma non posso fare niente.
Vorrei andare ad aiutarlo, ma non posso. Solo chi
è scelto può andare
nel labirinto; nessun altro è ammesso. Non possiamo fare
niente per Naruto se
non pregare per lui”.
“Pregare!” disse furioso Kiba “Accidenti
è lei il padrone del castello.
Deve essere in grado di fare qualcosa”.
“Non
nell’ala est” disse Nick “Se provo a
entrare, mi ritroverò espulso dal castello
fino alla fine della prova”.
“Fino
alla fine” continuò Kiba “Questo vuol
dire che non possiamo fare niente?”
“No.
Mi dispiace” rispose Nick.
“E’ inammissibile!” disse Tsunade
“Non permetterò che un mio ninja sia
ucciso senza fare niente!”
“Ciò che
possiamo fare è solo sperare nella sua vittoria”
disse Nick.
“E a che scopo?” disse
Neji “Le preghiere non serviranno a salvarlo. È
impossibile”.
“La parola “impossibile”
non esiste” disse fermo Nick “La usano solo gli
ignoranti per giustificare la
loro ignoranza e Naruto ne è la dimostrazione vivente che
nulla è impossibile”.
Tutti lo fissarono colpiti
senza riuscire a dire una parola.
“Forza Naruto! Vinci!” disse
debolmente Hinata a mani giunte.
Gli altri si voltarono verso di lei e la guardarono stupiti.
“Che cosa hai detto Hinata?” fece Shino.
Hinata abbassò il volto poi, dopo alcuni istanti,
gridò con tutta
l’anima: “Forza Naruto!”
Nel
labirinto,
Naruto era a terra incapace di rialzarsi.
“Maledizione! Maledizione! Non posso arrendermi. Non posso.
Io... io
devo vincere, per andare avanti e per salvare Sasuke da Orochimaru. Non
ho
intenzione di fermarmi qui” disse il giovane.
“Sono
impressionato!” disse Ulquiorra “Ti ho colpito due
volte con il mio Cero
Oscuras e sei ancora vivo. Sei davvero duro a morire. Sarai un concime
perfetto”.
“Concime!” disse Naruto.
“Esattamente!”
disse Ulquiorra mentre lo prendeva per la colletta “Vedi:
tutti coloro che sono
venuti qui hanno perso contro di me. Per non sprecare i loro corpi, li
ho
seppelliti in delle fosse attorno a questa radura, rendendola fertile e
permettendo la crescita di questi fiori. Non fraintendermi, faccio
questo per
onorare la morte dei coraggiosi, o dovrei dire, degli sventurati che
hanno
tentato questa prova. La quercia che vedi è la pianta sotto
cui ho seppellito
più individui: dai loro corpi essa ha preso nutrimento ed
è cresciuta fino a
raggiungere le dimensioni attuali. Quando avrò posto fine
alla tua esistenza ti
seppellirò vicino ad essa e il tuo corpo
diventerà concime per questa pianta e
per le altre che verranno, consolando la mia malinconica solitudine
fino alla
fine dei tempi”.
Naruto
strinse i
denti furioso: “Ma quale solitudine. La tua è solo
una scusa.”
“Prego?”
disse Ulquiorra.
“Vuoi
onorare le morti di coloro che hai ucciso, seppellendoli qui? Tu fai
questo
solo per soddisfare un tuo desiderio egoistico. È questo il
tuo obiettivo? Mi
fai schifo Ulquiorra. ” gli disse Naruto con disprezzo.
“Desiderio? Obiettivo?” fece lui “No
ragazzo. Io non ho alcun desiderio
o obiettivo. Sono una creatura vuota, che non prova emozioni o
interesse per
nessuno né per se stesso. Sono qui perché
sottostò al volere di chi mi è stato
superiore e mi ha imposto di stare qui dandomi uno scopo: che
è impedire
l’accesso alla seconda parte del labirinto a tutti i deboli
che si avventureranno
qui. Ora hai capito Naruto?”
Ulquiorra fissò il giovane con sguardo inespressivo, ma sembrò trapassarlo da parte a parte, tanto forte ne era l’intensità.
Naruto
digrignò nuovamente i denti: “Non mi importa quale
sia il motivo per cui ti
trovi qui, né chi ti ha gettato qua dentro. So solo una
cosa: io ti
sconfiggerò, a qualsiasi costo. A differenza di te io ho un
sogno, un obiettivo,
un’aspirazione; pertanto non posso morire per nessun
motivo”.
Lo
sguardo di
Ulquiorra cambiò per pochi istanti, poi tornò
inespressivo come sempre: “Che
sciocchezze! Porrò fine alla tua vita qui e
subito”.
Con
suo stupore, vide Naruto alzare il braccio destro e stringergli il
polso con
una forza incredibile, costringendolo a lasciare la presa e ad
arretrare.
Con suo
immenso stupore, vide le ferite di Naruto rimarginarsi a
velocità incredibile e
il suo corpo si circondò di un’aura rossa.
Naruto
alzò lo
sguardo, rivelando il potere della volpe.
“Ma
cosa sta succedendo? Chi è questo ragazzo in
realtà?” pensò.
“Si può sapere chi sei?” disse Ulquiorra.
“Quello
che ti prenderà a calci!” disse minacciosamente il
ragazzo.
Dopo
questa frase
sparì agli occhi della creatura e gli apparve davanti,
colpendolo con un pugno.
Ulquiorra
fu scagliato contro la quercia che, a causa della potenza, fu spezzata
e cadde
a terra con un tonfo.
Una
volta rialzatosi, Ulquiorra, osservò la scena con rabbia
negli occhi: “Come…
come hai osato!”
Non
ebbe il tempo
di muoversi che Naruto gli si parò davanti e
cominciò a colpirlo con una serie
di colpi.
Con
un rapido movimento, Ulquiorra riuscì ad allontanarsi dal
ragazzo e col suo
solito tono disse: “Sei più forte di quanto
pensassi. Mi complimento.
Finalmente c’è qualcuno con cui vale la pena
impegnarsi davvero”.
“Impegnarti?”
fece
Naruto.
“Esatto!”
rispose lui. “Lascia che ti mostri la mia vera
forza”.
Dopo quelle parole, l’aria tremò e dal suo corpo
uscirono tracce di
energia.; dopodiché si lanciò
all’attacco.
I due si scambiarono una rapida serie di colpi, senza arretrare.
{ per darvi un'idea pensate allo scontro Lucci Rufy alla fine del loro
incredibile scontro}
Ulquiorra si scansò e lanciò il suo Cero Oscuras.
Naruto rimase immobile
e gridò.
Il
colpo di Ulquiorra si annullò e una raffica
investì l’essere alato
trascinandolo indietro.
“Notevole!”
commentò lui “Credo valga la pena mostrarti la mia
tecnica più potente”.
Ulquiorra avvicinò le mani e
poi spalancò le braccia: da quel movimento uscì
una lancia di energia verde che
lui chiamò “Lanza del Relampago”.
Afferrò la lancia con la destra e, presa la
mira, la lanciò verso Naruto.
Il giovane ninja
rimase fermo; poi, quando la lancia era a pochi centimetri da lui,
inclinò la
testa. La lancia gli passò a fianco e andando a colpire la
parete del labirinto
che esplose con un boato assordante.
Naruto
fu
investito dall’onda d’urto e per alcuni istanti
scomparve dalla vista dell’avversario.
“Come pensavo!” disse Ulquiorra
“Non sono ancora capace di maneggiarla bene”.
“Dunque è per questo
che non mi hai colpito” disse Naruto non ancora visibile.
“Non
lancio un colpo a vuoto” rispose Ulquiorra
“E’ solo uno spreco di energia” e,
dal nulla ne fece apparire una seconda.
Gli
occhi di
Ulquiorra ebbero un altro sussulto: quando Naruto riapparve, il suo
corpo fu
avvolto da una strana energia rossa che prese la forma di una volpe.
Era quello
che si definiva “Strato del demone”.
“Hai un
potere davvero curioso ragazzo” commentò Ulquiorra
“Non ti chiederò come ce
l’hai ma è evidente che si attiva con le forti
emozioni. Ma non illuderti: il
risultato finale sarà la tua morte”.
Naruto,
in tutta risposta, alzò un braccio e il manto si
allungò verso l’avversario.
Ulquiorra
lo scansò e cercò di avvicinarsi a lui, ma fu
bloccato dalla proiezione del
braccio che, tornato indietro, lo aveva afferrato e gettato via.
Il primo guardiano fu schiantato contro il muro, ma si
rialzò
immediatamente senza un graffio.
“E’ inutile ragazzo. Ti ho
già detto che sono dotato di rigenerazione
accelerata. Hai davvero una testa dura”.
“E’ una mia caratteristica!” rispose il
biondino ringhiando.
Dopo
queste
parole, il braccio sinistro del ragazzo si afflosciò e cadde
come un peso
morto.
“Questa
non ci
voleva” pensò “Come allora, non lo
riesco più a sentire”.
“A quanto sembra il tuo
potere comporta dei limiti Naruto Uzumaki” disse Ulquiorra
“E’ evidente che il
tuo corpo non può reggere a lungo quel potere. Sei
già al limite, a quanto
sembra, che peccato!”
“Non
illuderti.
Anche se non posso usare un braccio, me ne resta un altro e,
all’occorrenza, ti
prenderò a calci e a testate. Non mi arrenderò
tanto facilmente!”
“Che
sciocchezze! Cerchi solo di rinviare l’inevitabile. Ma adesso
basta
trattenersi”.
Nel dire queste parole, Ulquiorra creò un altro giavellotto, con la differenza che aveva lo stesso colore del suo raggio nero
“Questa
è una
tecnica che non ho mai sperimentato: è l’unione
tra il mio Cero Oscuras e la
mia Lanza del Relampago. L’ho chiamata “Lanza della
Muerte”. Addio” e la
lanciò.
Naruto
riuscì a
scansarsi, ma il colpo atterrò a pochi metri da lui,
generando una terribile
esplosione.
Nel prossimo
capitolo.
Lo scontro tra Naruto e Ulquiorra sembra giunto a conclusione. Naruto
deve fare qualcosa o morirà.
Non perdetevi il prossimo capitolo. Alla prossima e buona Immacolata
Concezione.
Angolo
dell’autore.
Naruto:
“Ehi
Ulquiorra posso chiederti una cosa”.
Ulquiorra: “Cosa c’è?”
Naruto:
“Da dove vieni?”
Ulquiorra: “Non lo so!”
Naruto:
“Hai perso la memoria?”
Ulquiorra: “No!”
Naruto: “E allora come fai a non sapere da dove
vieni?”
Ulquiorra: “Non lo so!”
Naruto: “MA SAI SOLO DIRE QUESTO?”
Ulquiorra: “Si!”
Naruto: “Autore ma da dove accidenti lo hai tirato fuori
questo qui?”
Io:
“Quello
che vedi è una versione leggermente modificata di uno dei
personaggi del manga
di Bleach. All’Ulquiorra che ho presentato manca il buco da
Hollow e la
resurection, inoltre, come si può vedere, ha il pollice
verde”
Naruto: “Cosa! Cosa accidenti
sarebbe ‘sto Bleach?”
Ulquiorra: “Un manga molto interessante direi”
Naruto (faccia incavolata): “Allora lo
sapevi!”
Ulquiorra:
“Si!”
Naruto: “RICOMINCI!”
Ulquiorra: “Cero Oscuras” colpisce Naruto in piena
faccia.
Naruto: “Ahia!”
Io: “Naruto, credo valga la pena che cominci a leggere questo
fumetto”.
Ulquiorra (prende il fumetto dalla mie mani): “Leggete
Bleach. Chissà:
in futuro potrebbe apparire. Vero signor autore?”
Si guarda
intorno per cercarmi, ma non mi trova. Allora si siede su Naruto e
comincia a
sfogliare il fumetto.
Naruto:
“Levati di dosso!”
Ulquiorra: “Mi dispiace, sono in pausa fino al prossimo
capitolo”.
Naruto (in lacrime): “Qualcuno mi aiuti!”
Alla prossima e
buona settimana.