Crossover
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Autore: nick nibbio    04/12/2010    3 recensioni
Nell'eterna lotta tra bene e male è finalmente giunto un eletto in grado di cambiare l'equilibrio tra queste due forze: un giovane ragazzo che, da semplice sognatore, diventerà protagonista e, insieme a molti grandi personaggi dei manga e delle anime, trasformerà il sogno in realtà
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga, Film, Libri, Videogiochi
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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16. la prova di Naruto

Ehilà! Ben ritrovati. Sono lieto di presentarvi un capitolo dove Naruto inizia una prova incredibile. Prima di presentarlo, però, rispondo a una recensione che, finalmente mi è arrivata.

DK86: ti ringrazio per avermi indicato i problemi e le imprecisioni che ho commesso. Ti prego, se mai ne rilevi delle altre, fammelo sapere.

Detto questo, chiedendovi di commentare, vi auguro buona lettura.                                                    
Unì’ultima cosa: il capitolo sette è stato completamente rinnovato, se volete, leggetelo.

 

 

La pedana stava scendendo e Naruto cercava di calmarsi (ma lo sanno tutti che è difficile che stia calmo).

Si chiedeva che cosa avrebbe dovuto affrontare e, al solo pensiero sudava freddo.                                     
“Ah ah ah!” rise la volpe, materializzatasi alle sue spalle.                                                                           
“Cosa!” fece Naruto stupito “Come diavolo hai fatto a comparirmi dietro?”                                                 
 
“Non ti stupire Naruto” disse la volpe “Ora che sono diventato il tuo spirito posso apparire davanti a te tutte le volte che voglio. Ovviamente sono ancora sigillato e non posso uscire completamente se non lo vuoi tu”.                                                                                                                                  
“Ah ho capito” disse Naruto “Si può sapere che vuoi?”                                                                                
“Niente!” disse la volpe “Volevo vedere la tua faccia terrorizzata all’idea di affrontare l’ignoto. Prima eri così sicuro di te: hai detto di non aver paura e altre scemenze del genere..  dov’è finita la spavalderia di prima?”

Il giovane strinse i pugni: “Non ho paura. E poi che ne sai tu stupida volpe. Anche se avessi paura, affronterei qualsiasi cosa. E sai perché? Io devo fare ancora molte cose e, soprattutto, salvare un amico”.

Mentre diceva queste parole, ripensava a Sasuke, il suo compagno di team e migliore amico, scappato dalla Foglia per avere il potere da Orochimaru e soddisfare il suo desiderio di vendetta verso il fratello.                                                                                                                                          
Il suo principale obiettivo, in quel momento era riportare il suo amico a casa e, per farlo, doveva diventare più forte a qualsiasi costo.

Mentre pensava a questo, la pedana si fermò e il giovane si riscosse dai suoi pensieri. Si rivolse nuovamente alla volpe: “Se mi vuoi aiutare in questa sfida, sei la benvenuta; se vuoi criticarmi, tornatene da dove sei venuta.  Mi sono spiegato?”                                             
“Perfettamente” disse la volpe “E visto che so che non riusciresti a fare niente senza di me, ti sarò di supporto. Sono, comunque obbligato a darti una mano, visto che sono il tuo spirito”.              
“Bene!”

 

Il giovane scese dalla pedana e s’incamminò per un lungo corridoio pieno di porte.                             
La cosa aveva dell’incredibile: ogni porta distanziava l’una dall’altra pochi centimetri, quasi come se fosse magia.

Anche se poco sveglio, il ragazzo capiva che era impossibile che ogni stanza avesse un labirinto in cui affrontare una prova. Poi ricordò la frase detta da Nick: “Nel mi mondo, niente è impossibile”.                                                                                                                                    
“Che sia davvero possibile?” mormorò.

Camminò per alcuni minuti e, alla fine, una porta alla sua destra s’illuminò. Il giovane ricordò quello che gli aveva detto Nick e, dopo aver deglutito, prese la maniglia della porta e la aprì.                                                                                                                                                                   
Davanti a lui apparve uno spiazzo e, a pochi metri, un enorme labirinto.

“Sai volpe” disse Naruto “Forse, adesso ho un po’ paura!”                                                                                  
“E’ naturale!” disse il demone “Ti confesso che me n’è venuta un po’ anche a me”.                    
“Davvero?” chiese lui senza distogliere gli occhi dal labirinto.                                                          
“No!” disse la volpe con una risata.                                                                                                              
Il demone smise di ridere e osservò il labirinto. “Beh! Che stai aspettando? Entra!”.                               
Naruto deglutì di nuovo ed entrò nella stanza.

La porta si chiuse con un tonfo, facendolo saltare all’indietro.                                                                   
Il ragazzo afferrò la maniglia e cercò di riaprirla, ma non ci riuscì.                                             
“Cavolo!” disse “Siamo chiusi dentro”.                                                                                                       
“Te ne stupisci!” disse la volpe “E’ probabile che non si riaprirà fino a quando non avrai superato la prova o sarai morto. Ora spetta a te decidere quale delle due opzioni ti aggrada di più”.                                                                                                                                                                 
Naruto si voltò verso il labirinto: “Non è ovvio? Devo superare la prova e lo farò”.

Non era convinto di quello che diceva, ma non poteva permettersi di perdere tempo in quel modo, perciò decise di farsi forza e di andare avanti.

 

Nel frattempo, nell’ala est, Nick aveva condotto i ninja della Foglia in una stanza, in cui c’era un enorme schermo che mostrava quello che stava accadendo a Naruto. Tutti erano preoccupati per il loro amico.

“Accidenti. Naruto è davvero messo male” disse Kiba “Si trova dentro un labirinto e non può più uscire. Poteva dirglielo signor Nick. Almeno gli avremmo fatto l’ultimo saluto”.                               
“Smettila!” disse Sakura furiosa “Non fare il pessimista in questo modo. Signor Nick ce la può fare?”                                                                                                                                                           
“Questo dipenderà solo da lui” rispose Nick.                                                                                      
“Allora dovremo dire addio a un amico” fece Kiba serio.                                                          
“Andiamo Kiba, smettila di essere così pessimista” disse Hinata spaventata.                                       
“Non sono pessimista, ma realista. Guardate come trema dalla paura!” disse Kiba.

“Adesso!” disse Neji “Ma come si comporterà quando entrerà?”                                                               
“Allo stesso modo” disse Kiba secco.                                                                                                           
“Non obbligatoriamente” disse Shikamaru “Conoscendo Naruto,  non si lascerà prendere dal panico ancora per molto. Inoltre credo di aver capito il significato del labirinto”.                         
“Cosa!” dissero tutti.

“Andiamo. Persino un bambino ci arriverebbe” continuò lui “Il labirinto rappresenta la vita dell’uomo. La vita è piena di alti e bassi, di curve e controcurve, che si districano in una marea infinita di strade spesso senza uscita. In un simile intrico, l’uomo può perdersi senza la giusta risolutezza. Tuttavia, se riesce a mantenere la lucidità, la strada gli appare chiara e dritta ed è in grado di vederne la fine. Non è forse così signor Nick!”

Nick sorrise compiaciuto e annuì: “Il tuo ragionamento è giusto, ma c’è una cosa che hai mancato. Il labirinto è una prova per crescere e dimostrare la propria maturità e anche qualcos’altro, che solo Naruto potrà scoprire. Ma credo che sappia già cosa sia”.                                   
“E che cosa sarebbe?” chiese Shikamaru.                                                                                                   
Nick non rispose e osservò lo schermo.

 

Naruto si picchiò le guance e, con un sorriso risoluto disse: “Ok! Basta lagnarsi. Sto arrivando e guai a chi mi ferma” ed entrò nel labirinto.

Al suo interno il silenzio era assoluto, l’aria stessa diffondeva questa sensazione.                                                   
“C’è troppo silenzio” disse la volpe “E non mi piace!”                                                                                        
“Neanche a me! Restiamo all’erta”.                                                                                                                        
“Va bene!”.

Per un tempo indeterminato, il giovane camminò in silenzio, facendo attenzione al troppo rumore e concentrando ogni senso su ciò che lo circondava.

Ogni volta che Naruto si trovava a un bivio, segnava il percorso preso con un taglio del Kunai. Molte volte, a causa di vicoli ciechi, si vedeva costretto a tornare indietro e prendeva altri percorsi, facendo lo stesso segno.                                                                                                            

Dopo l’ennesimo vicolo cieco, svoltò verso la sua sinistra e, dopo pochi metri, si ritrovò in una radura.                                                                                                                                                             
Il ragazzo vi entrò e la osservò: sembrava un posto tranquillo e apparentemente calmo. Al suo centro era piantato un grande albero: una quercia secolare con la cima ben oltre le frasche che formavano quell’intrico di strade.                                                                                
“Quell’albero capita a fagiolo. Non credi?” disse Naruto alla volpe.                                                   
“Già” disse il demone “Potrebbe essere un’idea salirci sopra e vedere dove ci troviamo, ma fai attenzione”.

“Tranquilla volpaccia” disse lui.

Usando il chakra, salì l’albero fino alla cima e osservò il labirinto.                                                            
Rimase stupito nel vedere che aveva percorso solo una cinquantina di metri dall’ingresso e che il labirinto era grande almeno il triplo della distanza percorsa.

“Accidenti!” disse il giovane “Abbiamo camminato così tanto e non abbiamo percorso nemmeno la metà di questo dannato labirinto. Uffa!”

“Naruto! Guarda laggiù, verso il centro” disse la volpe con voce agitata.                                                            
“Cosa c’è. Hai visto qualche pericolo” disse il ragazzo.                                                                                      
Naruto posò lo sguardo verso il centro e capì cosa voleva dirgli la volpe: da lì si diffondeva una luce bianca che impediva di vedere cosa ci fosse all’interno.

“Se vuoi una mia opinione” disse la volpe “dobbiamo dirigerci verso il centro. È lì che troveremo ciò che stiamo cercando, qualunque cosa sia”.                                                                              
“Si hai ragione” concordò Naruto.                                                                                                                        
Il ragazzo pensò che con un bel salto avrebbe fatto metà percorso e recuperato tempo.                 
“Con un bel salto guadagneremo del tempo. Tu che dici volpe!”                                                             
“E’ un idea!”                                                                                                                                                              
“Io direi che è una pessima idea” disse una voce alle loro spalle.

Naruto fu spinto di sotto da un forte vento.                                                                                             
Riuscì a non schiantarsi, usando alcune copie che ammorbidirono la caduta. Rialzatosi, alzò la testa per cercare il colpevole.                                                                                                                
“Cerchi inutilmente, io sono qui!” disse la stessa voce.

 

Nella stanza di osservazione tutti fecero un passo indietro per la sorpresa.                                                        
“Che diavolo è quello” disse Kakashi.                                                                                                                   
“E’ la prima parte della prova” rispose calmo Nick “Buona fortuna Naruto”.

 

Naruto spalancò gli occhi dalla sorpresa: un essere dalle sembianze semi-umane gli si era parato davanti.

Era bianco come un lenzuolo; le gambe e le braccia erano nere, con lunghi artigli che scendevano fino alle mani; il suo volto era segnato da strane righe nere, simili a lacrime, che attraversavano gli occhi gialli con la sclera verde scuro, fino alle lunghe orecchie a punta che gli spuntavano sopra la testa; dietro la schiena aveva delle grandi ali nere da pipistrello e una lunga coda, anch’essa nera, gli spuntava da dietro.

Naruto lo osservò tremante per lunghi istanti, poi recuperò il controllo di sé stesso e, puntandogli il dito contro gli disse: “E tu chi accidenti sei?”

“Dovrei risponderti?” disse l’essere con voce atona.                                                                                         
“Certo che dovresti” gli gridò Naruto “Non è buona educazione non presentarsi a un primo incontro!”

“Devi scusarmi” disse l’essere, senza mutare il tono di voce “Non sono abituato a ricevere visite e a rispondere a immondizia come te”.                                                                                            
“COSA!” gridò Naruto “Io non sono immondizia. Tacimi pure il tuo nome se vuoi, ma io mi presenterò comunque e memorizza il mio nome, perché un giorno sarò..”                                        

L’essere si era voltato e, preso un innaffiatoio, aveva cominciato a bagnare i fiori vicino la quercia, ignorandolo completamente.                                                                                                   
“EHI!” gridò Naruto “Guarda che non è educato voltare le spalle ad uno che ti parla. Chi diavolo ti ha insegnato le buone maniere!”

“Gridi troppo Naruto Uzumaki e la cosa disturba la quiete dei fiori di cui mi prendo cura” disse l’essere continuando ad annaffiare i fiori come se niente fosse.

“Che faccia tosta! Tu…” il giovane s’interrupe e poi riprese con tono più calmo “Un attimo. Come fai a sapere il mio nome?”

“La cosa non ti riguarda: lo so e basta, Naruto” disse l’essere che si voltò verso di lui “In qualunque caso, hai ragione nel dire che sia scortese non presentarsi.                                                                            
Poiché morirai credo sia giusto che tu sappia chi sarà il tuo aguzzino. Il mio nome è Ulquiorra il Murcielago”.                                                                                                                  
“Ulquiorra?” disse Naruto “Che nome strano!”                                                                                     
“E’ spagnolo se la cosa ti può interessare e significa pipistrello” disse Ulquiorra “Ma adesso, non è più il caso di parlare. Ora devi solo morire!”

Naruto richiamò la sua armatura e con tono di sfida disse: “Non illuderti. Io non morirò. Non posso: ho ancora troppe cose da fare”.

“Che sciocchezze!” disse Ulquiorra e si lanciò verso di lui.                                                                          
Naruto si preparò a un attacco frontale, ma questo non arrivò mai: Ulquiorra, con velocità assurda, si era spostato di lato, lo aveva preso per la testa e lanciato via come un peso inutile.

Naruto fu schiantato verso il muro che resse all’impatto, causandogli una lussazione al braccio.

“Com’è veloce e forte” pensò Naruto.                                                                                                            
Non ebbe il tempo di muovere un muscolo che la coda di Ulquiorra lo colpì ai fianchi, scaraventandolo verso il lato opposto.                                                                                                              
Naruto riuscì a fermarsi appena in tempo e a mettersi in piedi, ma il suo avversario gli era già vicino, pronto a colpirlo di nuovo.

Il colpo fu fermato dallo scudo della volpe, attivato appena in tempo dalla volontà del demone.

“Grazie volpe” disse Naruto.                                                                                                                       
“Di niente” disse il demone “Ma fa attenzione, non so se potrò reggere un altro colpo”.                       
“I miei complimenti” disse Ulquiorra, apparsogli dietro “Hai una buona difesa. Tuttavia.”                     
Un pugno colpì Naruto alla schiena, facendolo andare a sbattere contro la quercia.                            
“Una buona difesa non basta a fermare un attacco superiore” terminò Ulquiorra.                                      
“Sta zitto!” disse Naruto che si alzò dolorante “Ti faccio vedere io un bell’attacco”.

Il ragazzo eseguì la tecnica superiore della moltiplicazione del corpo, circondando l’avversario di numerose copie e poi, con la voce di tutte le copie, disse: “Adesso è il mio turno!” e si lanciò verso di lui.

Ulquiorra non si scompose e, senza battere ciglio, sconfisse tutte le copie in poco tempo, lasciandone solo tre integre.                                                                                                                    
“Un buon trucchetto, ma completamente vano” disse Ulquiorra.

Naruto preparò il rasengan: “Questo è il mio vero attacco!”                                                                
Le copie lo lanciarono con tutta la forza che avevano e il giovane colpì lo stupito avversario all’addome scaraventandolo contro il muro.                                                                                                            
“Ti è piaciuto?” disse trionfante Naruto “A questa tecnica non sfugge nessuno. Ho vinto”

La sua euforia si spense, nel momento in cui vide l’avversario rialzarsi e completamente incolume.

“Ammetto che questa era una tecnica molto potente, ma per chi è dotato di rigenerazione accelerata, non è un problema.                                                                                                                                    
È tutto qui quello che sai fare? Ti ci vuole qualcosa di più per battermi. Peccato!” disse Ulquiorra.                                                                                                                                                                       
Alzò un dito e da esso uscì un punto nero circondato da un bagliore verde scuro: “Ora lascia che ti mostri il mio di attacco. Cero Oscuras!”                                                                                                               
Un raggio partì dal dito e colpì in pieno Naruto che riuscì a sopravvivere grazie allo scudo, che si infranse.

“Notevole!” commentò Ulquiorra “Sei sopravvissuto grazie al sacrificio dello scudo. Tuttavia hai solo ritardato l’inevitabile. Non sopravviverai al prossimo” e ne lanciò un altro.                                              
Per cercare di difendersi, Naruto eseguì un’altra moltiplicazione: fu investito dalla potenza del colpo, ma riuscì a salvarsi di nuovo, perdendo l’armatura e riscontrando diverse ferite in tutto il corpo.

 

Nella stanza tutti osservavano senza fiato.

Neji, recuperando per primo la parola disse a Nick: “Signor Nick, dovete fare qualcosa o Naruto morirà”.                                                                                                                      

“Mi dispiace” disse Nick “Ma non posso fare niente.  Vorrei andare ad aiutarlo, ma non posso. Solo chi è scelto può andare nel labirinto; nessun altro è ammesso. Non possiamo fare niente per Naruto se non pregare per lui”.                                                                                                 
“Pregare!” disse furioso Kiba “Accidenti è lei il padrone del castello. Deve essere in grado di fare qualcosa”.                                                                                                                                                     
“Non nell’ala est” disse Nick “Se provo a entrare, mi ritroverò espulso dal castello fino alla fine della prova”.                                                                                                             

“Fino alla fine” continuò Kiba “Questo vuol dire che non possiamo fare niente?”                                          

“No. Mi dispiace” rispose Nick.                                                                                                                       
“E’ inammissibile!” disse Tsunade “Non permetterò che un mio ninja sia ucciso senza fare niente!”                                                                                                                                                               
“Ciò che possiamo fare è solo sperare nella sua vittoria” disse Nick.                                                                    
 
“E a che scopo?” disse Neji “Le preghiere non serviranno a salvarlo. È impossibile”.                                  
“La parola “impossibile” non esiste” disse fermo Nick “La usano solo gli ignoranti per giustificare la loro ignoranza e Naruto ne è la dimostrazione vivente che nulla è impossibile”.                   
Tutti lo fissarono colpiti senza riuscire a dire una parola.                                                                             
“Forza Naruto! Vinci!” disse debolmente Hinata a mani giunte.                                                                            
Gli altri si voltarono verso di lei e la guardarono stupiti.                                                                              
“Che cosa hai detto Hinata?” fece Shino.                                                                                                            
Hinata abbassò il volto poi, dopo alcuni istanti, gridò con tutta l’anima: “Forza Naruto!”

 

Nel labirinto, Naruto era a terra incapace di rialzarsi.                                                                          
“Maledizione! Maledizione! Non posso arrendermi. Non posso. Io... io devo vincere, per andare avanti e per salvare Sasuke da Orochimaru. Non ho intenzione di fermarmi qui” disse il giovane.

“Sono impressionato!” disse Ulquiorra “Ti ho colpito due volte con il mio Cero Oscuras e sei ancora vivo. Sei davvero duro a morire. Sarai un concime perfetto”.                                               
“Concime!” disse Naruto.

“Esattamente!” disse Ulquiorra mentre lo prendeva per la colletta “Vedi: tutti coloro che sono venuti qui hanno perso contro di me. Per non sprecare i loro corpi, li ho seppelliti in delle fosse attorno a questa radura, rendendola fertile e permettendo la crescita di questi fiori. Non fraintendermi, faccio questo per onorare la morte dei coraggiosi, o dovrei dire, degli sventurati che hanno tentato questa prova. La quercia che vedi è la pianta sotto cui ho seppellito più individui: dai loro corpi essa ha preso nutrimento ed è cresciuta fino a raggiungere le dimensioni attuali. Quando avrò posto fine alla tua esistenza ti seppellirò vicino ad essa e il tuo corpo diventerà concime per questa pianta e per le altre che verranno, consolando la mia malinconica solitudine fino alla fine dei tempi”.

Naruto strinse i denti furioso: “Ma quale solitudine. La tua è solo una scusa.”                                  
“Prego?” disse Ulquiorra.                                                                                                                             
“Vuoi onorare le morti di coloro che hai ucciso, seppellendoli qui? Tu fai questo solo per soddisfare un tuo desiderio egoistico. È questo il tuo obiettivo? Mi fai schifo Ulquiorra. ” gli disse Naruto con disprezzo.                                                                                                               
“Desiderio? Obiettivo?” fece lui “No ragazzo. Io non ho alcun desiderio o obiettivo. Sono una creatura vuota, che non prova emozioni o interesse per nessuno né per se stesso. Sono qui perché sottostò al volere di chi mi è stato superiore e mi ha imposto di stare qui dandomi uno scopo: che è impedire l’accesso alla seconda parte del labirinto a tutti i deboli che si avventureranno qui. Ora hai capito Naruto?”

Ulquiorra fissò il giovane con sguardo inespressivo, ma sembrò trapassarlo da parte a parte, tanto forte ne era l’intensità.                                                                                           

Naruto digrignò nuovamente i denti: “Non mi importa quale sia il motivo per cui ti trovi qui, né chi ti ha gettato qua dentro. So solo una cosa: io ti sconfiggerò, a qualsiasi costo. A differenza di te io ho un sogno, un obiettivo, un’aspirazione; pertanto non posso morire per nessun motivo”.

Lo sguardo di Ulquiorra cambiò per pochi istanti, poi tornò inespressivo come sempre: “Che sciocchezze! Porrò fine alla tua vita qui e subito”.                                                                                                     
Con suo stupore, vide Naruto alzare il braccio destro e stringergli il polso con una forza incredibile, costringendolo a lasciare la presa e ad arretrare.                                                                                
Con suo immenso stupore, vide le ferite di Naruto rimarginarsi a velocità incredibile e il suo corpo si circondò di un’aura rossa.

Naruto alzò lo sguardo, rivelando il potere della volpe.                                                                                
“Ma cosa sta succedendo? Chi è questo ragazzo in realtà?” pensò.                                                                         
“Si può sapere chi sei?” disse Ulquiorra.                                                                                                             
 
“Quello che ti prenderà a calci!” disse minacciosamente il ragazzo.

Dopo questa frase sparì agli occhi della creatura e gli apparve davanti, colpendolo con un pugno.                                                                                                                                                            
Ulquiorra fu scagliato contro la quercia che, a causa della potenza, fu spezzata e cadde a terra con un tonfo.                                                                                                                                                                  
Una volta rialzatosi, Ulquiorra, osservò la scena con rabbia negli occhi: “Come… come hai osato!”

Non ebbe il tempo di muoversi che Naruto gli si parò davanti e cominciò a colpirlo con una serie di colpi.                                                                                                                                                      
Con un rapido movimento, Ulquiorra riuscì ad allontanarsi dal ragazzo e col suo solito tono disse: “Sei più forte di quanto pensassi. Mi complimento. Finalmente c’è qualcuno con cui vale la pena impegnarsi davvero”.

“Impegnarti?” fece Naruto.                                                                                                                   
“Esatto!” rispose lui. “Lascia che ti mostri la mia vera forza”.                                                                        
Dopo quelle parole, l’aria tremò e dal suo corpo uscirono tracce di energia.; dopodiché si lanciò all’attacco.                                                                                                                                                          
I due si scambiarono una rapida serie di colpi, senza arretrare. { per darvi un'idea pensate allo scontro Lucci Rufy alla fine del loro incredibile scontro}                                                                         
Ulquiorra si scansò e lanciò il suo Cero Oscuras. Naruto rimase immobile e gridò.                                           
Il colpo di Ulquiorra si annullò e una raffica investì l’essere alato trascinandolo indietro.

“Notevole!” commentò lui “Credo valga la pena mostrarti la mia tecnica più potente”.               
Ulquiorra avvicinò le mani e poi spalancò le braccia: da quel movimento uscì una lancia di energia verde che lui chiamò “Lanza del Relampago”. Afferrò la lancia con la destra e, presa la mira, la lanciò verso Naruto.                                                                                                                     
Il giovane ninja rimase fermo; poi, quando la lancia era a pochi centimetri da lui, inclinò la testa. La lancia gli passò a fianco e andando a colpire la parete del labirinto che esplose con un boato assordante.

Naruto fu investito dall’onda d’urto e per alcuni istanti scomparve dalla vista dell’avversario.             
“Come pensavo!” disse Ulquiorra “Non sono ancora capace di maneggiarla bene”.                         
“Dunque è per questo che non mi hai colpito” disse Naruto non ancora visibile.                                     
“Non lancio un colpo a vuoto” rispose Ulquiorra “E’ solo uno spreco di energia” e, dal nulla ne fece apparire una seconda.

Gli occhi di Ulquiorra ebbero un altro sussulto: quando Naruto riapparve, il suo corpo fu avvolto da una strana energia rossa che prese la forma di una volpe. Era quello che si definiva “Strato del demone”.                                                                                                                                                   
“Hai un potere davvero curioso ragazzo” commentò Ulquiorra “Non ti chiederò come ce l’hai ma è evidente che si attiva con le forti emozioni. Ma non illuderti: il risultato finale sarà la tua morte”.                                                                                                                                                           
Naruto, in tutta risposta, alzò un braccio e il manto si allungò verso l’avversario.                                    
Ulquiorra lo scansò e cercò di avvicinarsi a lui, ma fu bloccato dalla proiezione del braccio che, tornato indietro, lo aveva afferrato e gettato via.                                                                                       
Il primo guardiano fu schiantato contro il muro, ma si rialzò immediatamente senza un graffio.                                                                                                                                                                       
“E’ inutile ragazzo. Ti ho già detto che sono dotato di rigenerazione accelerata. Hai davvero una testa dura”.                                                                                                                                                           
“E’ una mia caratteristica!” rispose il biondino ringhiando.

Dopo queste parole, il braccio sinistro del ragazzo si afflosciò e cadde come un peso morto.

“Questa non ci voleva” pensò “Come allora, non lo riesco più a sentire”.                                                        
“A quanto sembra il tuo potere comporta dei limiti Naruto Uzumaki” disse Ulquiorra “E’ evidente che il tuo corpo non può reggere a lungo quel potere. Sei già al limite, a quanto sembra, che peccato!”

“Non illuderti. Anche se non posso usare un braccio, me ne resta un altro e, all’occorrenza, ti prenderò a calci e a testate. Non mi arrenderò tanto facilmente!”                                                                         
“Che sciocchezze! Cerchi solo di rinviare l’inevitabile. Ma adesso basta trattenersi”.

Nel dire queste parole, Ulquiorra creò un altro giavellotto, con la differenza che aveva lo stesso colore del suo raggio nero                                                                                                     

“Questa è una tecnica che non ho mai sperimentato: è l’unione tra il mio Cero Oscuras e la mia Lanza del Relampago. L’ho chiamata “Lanza della Muerte”. Addio” e la lanciò.

Naruto riuscì a scansarsi, ma il colpo atterrò a pochi metri da lui, generando una terribile esplosione.

 

Nel prossimo capitolo.                                                                                                                                                               
Lo scontro tra Naruto e Ulquiorra sembra giunto a conclusione. Naruto deve fare qualcosa o morirà.                                                                                                                                                                              
Non perdetevi il prossimo capitolo. Alla prossima e buona Immacolata Concezione.

 

Angolo dell’autore.

Naruto: “Ehi Ulquiorra posso chiederti una cosa”.                                                                          
Ulquiorra: “Cosa c’è?”                                                                                                                       
Naruto: “Da dove vieni?”                                                                                                          
Ulquiorra: “Non lo so!”                                                                                                                  
Naruto: “Hai perso la memoria?”                                                                                                              
Ulquiorra: “No!”                                                                                                                                  
Naruto: “E allora come fai a non sapere da dove vieni?”                                                               
Ulquiorra: “Non lo so!”                                                                                                                        
Naruto: “MA SAI SOLO DIRE QUESTO?”                                                                                  
Ulquiorra: “Si!”                                                                                                                            
Naruto: “Autore ma da dove accidenti lo hai tirato fuori questo qui?”

Io: “Quello che vedi è una versione leggermente modificata di uno dei personaggi del manga di Bleach. All’Ulquiorra che ho presentato manca il buco da Hollow e la resurection, inoltre, come si può vedere, ha il pollice verde”                                                 
Naruto: “Cosa! Cosa accidenti sarebbe ‘sto Bleach?”                                                        
Ulquiorra: “Un manga molto interessante direi”                                                                    
Naruto (faccia incavolata): “Allora lo sapevi!”                                                                              
Ulquiorra: “Si!”                                                                                                                                      
Naruto: “RICOMINCI!”                                                                                                                         
Ulquiorra: “Cero Oscuras” colpisce Naruto in piena faccia.                                                            
Naruto: “Ahia!”                                                                                                                                   
Io: “Naruto, credo valga la pena che cominci a leggere questo fumetto”.                         
Ulquiorra (prende il fumetto dalla mie mani): “Leggete Bleach. Chissà: in futuro potrebbe apparire. Vero signor autore?”

Si guarda intorno per cercarmi, ma non mi trova. Allora si siede su Naruto e comincia a sfogliare il fumetto.                                                                                                          
Naruto: “Levati di dosso!”                                                                                                        
Ulquiorra: “Mi dispiace, sono in pausa fino al prossimo capitolo”.                                                 
Naruto (in lacrime): “Qualcuno mi aiuti!”

 

Alla prossima e buona settimana.  

 

  
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