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Autore: pecks    04/12/2010    1 recensioni
Il bello e maledetto Purosangue non può passare inosservato. I suoi tratti fisici rapiscono, la sua personalità va ben oltre l'ordinario e ciò lo rende un angelo indiscutibilmente letale, soprattutto per l'anonima e tormentata Andy Carlier.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il giorno seguente  stavo scrivendo su di una pergamena, appoggiata al tronco della grande quercia del cortile interno, quando un'ombra mi si parò davanti. Alzai gli occhi esasperata.
"Che stai facendo?" Draco mi scrudava divertito a braccia conserte.
"Non ti riguarda" dissi riportando faticosamente la mia attenzione al foglio. I suoi occhi calamitavano  miei.
"Ah, ti sbagli!" detto questo me lo strappa dalle mani e comincia a leggere ad alta voce "-Il fiero principe era meschino, ma ancora non sapeva che la fata gli avrebbe scaldato il cuore, non immaginava che l'amore l'avrebbe annientato-!"
Risatine compiacenti ci circondarono.
"Carlier, che roba è questa?" Rise, ma quasi subito si rabbuiò alla vista della mia espressione mortificata.
"Io..." cercai il coraggio e mi ripresi il mio racconto "...non....non importa"
Me ne andai a testa bassa.
Che avesse colto le illusioni? Ma che importa? Io lo odiavo! Erano sei anni che rimanevo vittima delle sue sciocchezze, del suo disprezzo,! Ero stata trattata in modo indegno da quel marmocchio viziato dal suo stesso sangue avvelenato!

Quante volte mi ero addormentata fra le lacrime a causa delle sue prese in giro? E quante volte i miei sforzi sociali e scolastici erano stati ridicolizzati da lui? Qualche ingiuria in più non mi spaventava, tanto meno la sua vile compassione. Ero maturata e lui non mi faceva più paura. Giusto?


Durante i giorni seguenti non mi rivolse la parola, ma quando lo incontravo nella Sala Grande, in quella Comune, nei corridoi o durante le lezioni, succedeva sempre qualcosa di strano. Il più delle volte mi fissava inespressivo, si limitava a mettermi a disagio quasi incuriosito dalle mie imbarazzate reazioni: i suoi occhi puntati addosso mi facevano sudare freddo. A volte, quando ci incrociavamo, faceva in modo di sfiorarmi la tunica. Ogni volta trovava un pretesto per sedersi il più vicino possibile a me, senza destare sospetti prendeva posto lì, dove meglio poteva controllarmi. Ad ogni modo mi teneva d'occhio in ogni momento in cui gli era possibile.
  
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