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Autore: SummerRestlessness    05/12/2010    5 recensioni
È la sera del Ballo del Ceppo ed Hermione si sta preparando al suo ingresso trionfale, sperando di non ruzzolare giù dalle scale...
Dai film aveva imparato anche che, alla fine del suddetto ballo, finivi sempre con la persona giusta per te, che poteva anche non essere (anzi, che spesso non era) il tuo accompagnatore iniziale.
La storia è all'incirca quella che conosciamo (quella del film, però), il finale invece si discosta un po'... un po' tanto!
Riuscirà Hermione a dire a Ron quello che prova?
[Ogni capitolo è di circa 600 parole e ha come titolo un verso della canzone Dear John di Taylor Swift, che per l'occasione (!) nel titolo della fic è diventata Dear Ron.]
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Viktor Krum | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments, Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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VII. Never impressed by me acing your tests




Hermione era forse la strega più promettente di tutta Hogwarts. I più pensavano che fosse solo molto studiosa, che pensasse solo ai libri, che non avesse altro da fare nella vita e che quindi fosse ovvio che si concentrasse su quello. In realtà, Hermione era anche molto intelligente.

Non c’era un test in cui aveva fallito, non un’interrogazione in cui non avesse risposto a tutte le domande. Eppure, c’era un ambito in cui, pur sforzandosi di comprendere tutte le prove che le si presentavano, non riusciva mai a prendere il massimo dei voti, a trovare la soluzione del problema complessivo.

L’avrebbe rincorso per ore e ore in quel modo, pur di riuscire a metterlo di fronte alla realtà da cui evidentemente Ron voleva scappare.

- Sai qual è la soluzione, allora, no? – gli chiese con una rabbia che le saliva dal cuore. Tutto quello che voleva era che lui la aiutasse a capire, a passare anche quel test.

- Continua. – replicò lui con la solita aria disinteressata che le faceva perdere la speranza e… le staffe. Lo guardò sull’orlo di una crisi ed infine esplose, trattenendo a stento le lacrime:

- La prossima volta che ci sarà un ballo… fatti coraggio e chiedimi di venirci con te, prima che lo faccia qualcun altro! E non come ultima spiaggia!

Perché in fondo, forse, anche se le sembrava di non essere mai sulla sua stessa lunghezza d’onda, Hermione Granger era l’unica che capiva completamente Ron, i suoi mugugni e le sue insicurezze, le sue paure e la sua forza… ma soprattutto le sue vere emozioni.

Forse le aveva sempre capite, solo che aveva paura di ammetterle, anche di fronte a se stessa.

Forse lui provava esattamente quello che sentiva lei; forse lui era altrettanto spaventato.

Forse sarebbero potuti essere spaventati insieme e lui avrebbe potuto aiutarla a superare anche quel test, il più difficile e complicato della sua vita.

- Questo… voglio, dire è… - balbettò lui, incapace di guardarla negli occhi, di vederla così bella e così diversa dal solito, eppure comunque così Hermione - Sei completamente fuori strada.

Forse molto di più. Forse lui era così terrorizzato… e codardo… e masochista… e insensibile da preferire la paura a quello che ci poteva essere tra di loro.

Forse, lei si era sbagliata ancora e lui era solo un enorme, ipocrita, irritante vigliacco.

La consapevolezza che non c’era niente da fare, per quanto lei si sforzasse, si impossessò di lei a ondate sempre più forti, sempre più intense.

- Harry! – esclamò poi Ron guardando alle spalle di lei, probabilmente tentando di distogliere l’attenzione da sé per poter fuggire più agevolmente.

Harry in effetti aveva scelto il momento sbagliato per ricomparire dal nulla e ad Hermione non rimase altro da fare se non prendersela con lui: doveva pur prendersela con qualcuno, qualcuno al quale poteva urlare contro senza stare così male.

- Dove sei stato? Oh, non importa! – esclamò furente.

Perché ogni volta che urlava contro Ron, invece, anche se era per i motivi più stupidi, sentiva una fitta al cuore; perché Harry avrebbe capito, non avrebbe pensato che fosse pazza e l’indomani l’avrebbe perdonata con un solo sguardo; perché Harry l’aveva già perdonata.

- A letto, tutti e due. – continuò secca.

Ed ecco la solita Hermione, quella che aveva cercato di reprimere per tutta la sera, quella da cui voleva fuggire per qualche ora almeno, eccola riapparire di nuovo, stavolta in veste materna, intenta ad ordinare ai suoi due amici di andare a dormire, come una madre che punisce i suoi figlioletti per aver commesso qualche marachella. Hermione, però, sapeva che si trattava di qualcosa di più di una marachella e che Harry in realtà non c’entrava proprio nulla.

Stava tentando di asciugarsi le lacrime che minacciavano di sostituirsi alla rabbia che provava, quando sentì l’ultima frase di Ron, l’ultima stoccata al suo cuore già provato.

- Diventano sempre più spaventose, invecchiando.

E finalmente la prima lacrima le solcò il viso, liberando un po’ di quel senso di impotenza che fino ad allora era rimasto confinato a schiacciare il suo stomaco.

   
 
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