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Autore: _Syn    06/12/2010    4 recensioni
A DiraReal - Teddy/James Partecipa al Xmas Tree Party di FW
“Buon Natale, James.”
Lui sorrise contro la pelle di Teddy e si disse che quelle decorazioni potevano aspettare ancora un po’, il tempo di baciarlo un’altra decina di volte.
Almeno una volta con tenerezza.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Teddy Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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A DiraReal

Buon compleanno, carissima!

 

N[eve]

 

Neve. C’era odore di neve – James lo riconosceva – e casa Potter-Weasley era una festa di rosso e oro, con qualche spruzzatina d’argento per non offendere Al. Il profumo della neve si insinuava attraverso la porta quando si apriva, rivelando l’ennesimo ospite.

Alle cinque meno cinque, una testa riccioluta si voltò di scatto verso la porta che si apriva. Un nugolo di fiocchi bianchi e freddi entrò insieme ad Albus Potter, posandosi lievemente sul pavimento. Il ragazzo si premurò di pulire tutto prima che sua madre lo affatturasse.

“Ah, sei tu.” disse deluso James Potter, tornandosene a osservare le fiamme del camino. Albus non si stupì dell’accoglienza di suo fratello e non si offese più di tanto visto che sapeva bene chi stava aspettando. Non che durante il resto dell’anno lo accogliesse facendo le feste.

“Buon Natale anche a te, James.” disse, scuotendo il capo di fronte al muso lungo del fratello. Era ogni anno la stessa storia: Teddy tardava, James si imbronciava e diventava parte integrante del divano, rifiutandosi di aiutare a sistemare le decorazioni se l’amico – per Al amico era un termine da analizzare per bene quando si trattava di quei due – non era ancora arrivato.

“Quando arriva Teddy?”

James Sirius Potter guardò per la tredicesima volta l’orologio e si passò una mano tra i capelli già scompigliati.

“Dovrebbe essere già qui, no? Sono le cinque.”

Guardò sua madre affaccendarsi intorno alla tavola già apparecchiata e pizzicò i cuscini del divano. Ginny gli rivolse uno sguardo da sopra il cestino il pane, sistemando meglio i tovaglioli.

“La cena è alle sei, James, pazienta un altro po’.” disse Ginevra.

James mise su un broncio ben poco natalizio e affondò tra i cuscini, afferrandone uno e abbracciandolo, come se potesse farlo restare ancorato sul divano e impedirgli di uscire e saltare sulla sua scopa da corsa per andare a prendere Ted. Abbassò il capo e si ritrovò il naso schiacciato contro il cuscino.

Invano, cercò il profumo di Teddy. Non lo sentiva neanche tra i fiocchi di neve.

 

A[priti]

 

Da qualche minuto James aveva piantato gli occhi sulla porta d’ingresso, pregando intensamente che si aprisse e che ne entrasse Ted. Non cercava neanche di nasconderlo, tanto chiunque in famiglia sapeva quanto fosse affezionato – altra parola che Al avrebbe analizzato in maniera più approfondita – a Ted, perciò nessuno si stupiva se James diventava un pochino nervoso.

“James, sai, vero, che quella porta non si aprirà solo perché la stai minacciando con gli occhi?” Lily Potter sapeva come interrompere le preghiere – minacce – di un povero ragazzo in procinto di smettere di respirare per guardare una porta.

“Teddy arriverà, quando mai non l’ha fatto.”

James avrebbe tanto voluto farle una lista, ma se l’avesse fatto un nome – che iniziava per V e finiva per ictoire – a lui poco simpatico avrebbe monopolizzato la discussione e non ne sarebbero più usciti.

“Lo so che arriverà.” replicò “Lo so.”

Lily gli poggiò una mano sulla spalla, ma James non ne voleva sapere di staccare gli occhi dalla porta. Sospirò: sperò fortemente che non guardasse allo stesso modo Teddy durante la cena, o non sarebbero stati solo lei e Al a dover analizzare la situazione da un altro punto di vista.

“Apriti... apriti...”

Ancora cinque minuti, poi sicuramente il suo profumo avrebbe colorato di bello i fiocchi di neve.

 

T[enero]

 

Harry Potter trovava davvero tenero l’attaccamento di James a Teddy. A volte lo definiva maniacale, soprattutto quando James doveva esercitare un autocontrollo non indifferente per evitare di partire spedito e trascinare Teddy da loro. Ma quando stavano insieme e James rubava il cibo dal piatto di Teddy per gioco e quest’ultimo lo guardava, arrabbiandosi per finta, a Harry veniva in mente l’aggettivo “tenero”.

Albus credeva fortemente che suo padre avesse bisogno di un’immersione quanto meno full e quanto meno strong in gayland, ma si rifiutò di fargli notare quanto quella tenerezza fosse qualcosa di più di ciò che lui pensava. Ci mancava solo che riuscisse ad ammazzarlo lui con un’insinuazione del genere e non Voldemort con un esercito di Mangiamorte addestrati e spietati.

Ora, voleva davvero un bene immenso a suo padre, ma quando Teddy entrò in casa ricoperto di neve, i vestiti fradici, e James non gli permise neanche di asciugarsi per travolgerlo con un abbraccio tenero, Al si disse che la beata innocenza suo padre non l’aveva mai fatta volare via.

“Voi due non siete mai stati così legati. O almeno, non l’avete mai dimostrato.” disse Harry poggiando una mano sulla spalla del figlio di mezzo.

Lily si strozzò bevendo un bicchiere d’acqua e Al guardò suo padre, cercando di trattenere una risatina isterica. Fece spallucce e sorrise.

“Teddy è Teddy.”

Ho bisogno di un eggnog’*

 

 

A[ddobbare l’albero]

 

“Devi decorare la tua parte di albero, Ted!”

James trascinò Teddy in salotto, davanti all’albero di Natale, e gli mise tra le mani una scatola piena di decorazioni: palline, campanelle, omini di marzapane e sfere in cui si riflettevano magicamente loro vecchie fotografie.

“James, Teddy sarà stanco per il viaggio, lascialo respirare.” obiettò Ginny. Ted le sorrise, dicendole di non preoccuparsi, e chiuse con nonchalance la porta del salotto mentre gli altri si riunivano in sala da pranzo per ammirare la meravigliosa tavola apparecchiata. Tanto per sicurezza, James sussurrò:

“Colloportus.”

“Stai imparando.” disse Teddy, sfiorandogli una mano e gustandosi il sorriso compiaciuto di James. Un attimo dopo sentì lo stomaco contorcersi per quell’attesa snervante e, lasciando levitare la scatola di decorazioni sul divano, prese tra le mani il viso di James e lo baciò.

James si aggrappò al cappotto bagnato di neve ormai sciolta nel calore di casa e fece risalire una mano per affondarla in quei capelli blu, umidi e perfetti per trovare un appiglio solido e sicuro. Gemette in quel bacio pieno d’urgenza e passione, finendo per dimenticarsi di respirare. Come sempre.

Quando si allontanarono, James sfiorò il collo di Teddy con le labbra, solleticandolo poi con la punta del naso. Aveva odore di neve dappertutto.

“Buon Natale, James.”

Lui sorrise contro la pelle di Teddy e si disse che quelle decorazioni potevano aspettare ancora un po’, il tempo di baciarlo un’altra decina di volte.

Almeno una volta con tenerezza.

 

L[uce]

 

Le luci natalizie illuminavano la sala da pranzo mentre mangiavano e chiacchieravano spargendo allegria ovunque.

James sfruttava ogni occasione per poter toccare la mano di Ted con la propria. Per prendere il pane, la caraffa d’acqua, qualche altro condimento...

“Usa la magia, James, così infastidisci Ted.”

“Ma figurati, mamma, a Teddy non dà fastidio.” sorrideva e le luci natalizie si spegnevano di botto “Vero, Teddy?”

L’avrebbe baciato lì e subito, regalando uno choc epico a tutta la famiglia, ma si limitò a sorridere a sua volta, rassicurando Ginny.

Quando gli altri sembravano troppo occupati a ridere, scherzare o discutere riguardo qualche questione non troppo seria – era sempre la cena di Natale – James si azzardava a sfiorargli la coscia con la mano, accarezzandolo fino al ginocchio. Era come un segnale, perché a quel punto James richiamava l’attenzione di tutti e diceva:

“Io avrei un po’ freddo, c’è bisogno di altra legna per il camino.”

“Ma possiamo usare la magia, Jamie.”

“Non usare sempre la magia come scusa, papà.” lo scimmiottava James, ricordando le innumerevoli volte in cui era stato suo padre a dirglielo.

“Mi aiuta Teddy, così facciamo più in fretta.”

‘Come no.’ pensò Al, addentando scettico un pezzo di carne. Lily se la cavò con un diplomatico:

“Non perdetevi tra i ceppi.”

Teddy esitò qualche istante, come per assicurarsi che negli occhi di qualcuno vi fosse sospetto o, peggio, sicurezza. Poi James gli sfiorò la schiena con le dita.

‘Ho freddo, Teddy.’ gli sussurrò mentalmente, con voce calda, usando l’Occlumanzia. Lupin sussultò e sentì che sarebbe andato presto a fuoco. La luce negli occhi di James era inequivocabile.

Tanto lo sapeva che James aveva già preparato dei ceppi di scorta pronti per essere usati, nascondendoli nel pollaio.

 

[The]E[nd]

 

Teddy restava sempre a dormire a casa Potter la notte di Natale. Si sistemò in salotto quell’anno, visto che aveva gentilmente ceduto la stanza degli ospiti a Fred e Roxanne.

“Starò benissimo sul divano, Harry.”

 

James aspettava che tutti andassero a dormire per Smaterializzarsi in salotto e accoccolarsi contro il petto di Ted, sotto i tre plaid caldi che servivano al più grande per non morire di freddo.

Quelle notti non gli chiedeva mai nulla, non lo provocava, non faceva niente che potesse lasciare intendere qualcosa di malizioso o sconcio. Si limitava a trovarsi il suo spazio sul divano, sotto le coperte, assicurandosi di schiacciare per bene la cassa toracica di Ted. Il divano era piccolo e ci stavano a malapena entrambi, ma lo spazio lo trovavano sempre.

“Hai i piedi gelidi, James.”

“Sono sempre freddi, lo sai.”

“Con tre plaid addosso?”

James ridacchiò sul suo petto, mordendolo per fargli dispetto. Ted gli scompigliò i capelli e strusciò i piedi contro quelli di James, per riscaldarli. O almeno provandoci, visto che sembrava li avesse immersi nella neve.

“Hai la pelle d’oca, Teddy.”

“Sono i tuoi piedi.”

Con un sorriso malizioso, James gli baciò il collo e intrecciò le loro gambe, annegando piacevolmente nel calore di Ted.

“Come no.”

Ted alzò gli occhi al soffitto e si strinse di più a James. Era sempre a quel punto che i loro cuori, in un bacio di pelle e calore, cominciavano a battere l’uno contro l’altro.

E James ritrovava nelle neve ogni frammento di quel profumo inebriante, addormentandosi felice.








Note di Alexiel:  Questo perché Dira avrà anche dimenticato di avvisare, ma una slashfan se la cava sempre XD



*per chi non lo sapesse, l'eggnog è una bevanda alcolica natalizia tipica della Gran Bretagna - ma anche di Canada e Stati Uniti.
  
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