Capitolo 4
Quella notte non dormii; o per la sbronza, o per vari
pensieri che facevano a pugni tra di loro.
Seguendo il mio ragionamento, io non ero assolutamente in
dovere di sentirmi in colpa per Potter.
No, assolutamente no.
Era stato lui che mi aveva assillato per anni e anni e
anni, di conseguenza avevo tutto il diritto di essere prevenuta nei suoi
confronti; in più, non solo avevo il diritto, ma il dovere di esserlo.
Andiamo, era di James Potter che stavamo parlando, lo
stesso ragazzo irritante che lanciava maledizioni a destra e a manca giusto per
attirare l'attenzione.
Ma ora ha
smesso.
La voce della coscienza, che era pericolosamente simile
alla voce di Mary, portò disordine nei miei pensieri più che
logici.
Ma non
c'entra proprio niente, pensai,
quel che è stato è stato, non lo si può cancellare.
Appunto, quel
che è stato è stato, mettici una pietra sopra, rispose
questa.
Dovevo ricordare a Mary di non intrufolarsi ulteriormente
nei miei incubi.
Oh, al diavolo tutto, Potter non era cambiato, il lupo
perdeva il pelo ma non il vizio.
Potter non sarebbe mai cambiato, per nessuno al mondo, sarebbe
restato il solito ragazzo infantile e strafottente di sempre.
- E oltretutto, non ho intenzione di passare una notte
insonne per colpa sua-
Mi dissi ad alta voce, girandomi dall'altra parte, nel
letto.
La cosa migliore era mettere a tacere la mia pena nei suoi confronti, eliminarlo
dalla mia vita, e il gioco era fatto.
- Lily, svegliati, è tardi-
Mary mi tirò un calzino in faccia, mentre io mi
rigiravo nel letto contemplando la possibilità di fingermi morta.
- Lily, dai, Alice e le altre
sono già andate. Oggi c'è l'uscita ad Hogsmeade, se non ti
sbrighi ti butto giù dalla finestra-
- Perchè devi sempre essere tanto brutale?-
- Perchè tu mi ami proprio per questo-
- Non è vero! Io ti denuncio per terrorismo psicologico-
- Sarebbe a dire?-
- Come le spieghiamo le minacce di morte ogni mattina, da
ben sette anni?-
- Non blaterare, non voglio trovare un tavolo libero solo
alla Testa di Porco, se permetti-
- E io che pensavo che fosse il tuo habitat naturale...- sussurrai.
- Ti ho sentita-
- Lo dico per te, perchè ti amo-
- Io prediligo il sesso maschile-
- Tu prediligi Black-
- Quando mai?-
- Ma se quando lo vedi sembri una tredicenne in calore!-
Uh, la conversazione stava prendendo la piega giusta: io
non mi ero ancora scollata dal materasso caldo, e morbido, e...
- Io non sembro una tredicenne in calore. Tu, semmai,
sembri una bambina di cinque anni che non accetta il proprio amore-
- Va bene, va bene, mi alzo- tagliai corto.
Stupide conversazioni tra migliori amiche.
Quando mezzora dopo Mary mi spappolò davanti a una
vetrina di vestiti da festa, il mio aspetto era pressappoco quello di un'ameba
in fin di vita.
- Ti prego, ti prego,
entriamo in un bar. Tra un po' viene giù il diluvio universale-
Mary arricciò le labbra - Sei così noiosa.
La prossima volta che veniamo ad Hogsmeade ricordati di snocciolarmi tutte le
varie motivazioni del perchè siamo amiche. Ora come ora potrei attentare
alla tua vita-
- La prossima volta che vuoi venire a Hogsmeade ricordami
del perchè io odi così tanto venirci con te-
Mentre organizzavo un piano infallibile per svignarmela,
l'occasione mi venne fornita su un piatto d'argento.
Un tappetto mocciolo
del quarto anno mi passò accnato
trotterellando sotto i miei occhi.
Ehi, non era bulla, ma
oggettivamente quel tipo era alto un metro e.. un
attimo, quel tipo non arrivava a un metro.
Ma comunque.
Mi ricordava tanto Potter in miniatura, solo che,
onestamente, Potter era più furbo di lui.
Ma dettagli.
Dicevo, questo bimbetto mi passò accanto felice e
spensierato; lo avevo beccato tutta la settimana in possesso di Caccabombe, notevole, oltretutto, essendo solo alla prima
settimana.
Ciò che stava facendo ora era dirigersi
incautamente sotto gli occhi della sottoscritta Lilian
Evans, profondamente incazzata per una notte passata insonne per futili motivi,
con le proprie cose, altamente suscettibile, volubile, irritata e irritante,
verso Zonko.
Il che, ero assolutamente deliziata nell'ammetterlo, era
il covo del nemico, il posto perfetto per togliere punti su punti a tutte le
Case possibili immaginabili nella storia di Hogwarts.
Sorrisi, compiaciuta.
- Mary, vado a divertirmi un po'- le dissi, piantandola
in asso e cominciando a pedinare lo sprovveduto.
Zonko, all'angolo della strada, appariva
alquanto frequentato quel giorno.
Un tipo, per entrarvi illeso, mi spintonò
facendomi finire contro una povera vecchietta che vendeva sciarpe orride.
Lo osservai per bene, classificandolo.
Alto, occhi marroni, capelli biondi, naso dritto e lungo,
grasso abbastanza da non passare per una porta.
Ci credo che aveva bisogno di
spintonare.
- Ehi, Jeremy, guarda questo- disse un suo amico, accanto,
alzando quello che sembrava un guanto innocuo, ma che si rivelava un
portabiglietti infallibile.
Il tipo ciccione sorrise, ebete.
Sì, aveva davvero bisogno di un portabigliettini, sembrava un pochetto
tocco.
Solo allora mi accorsi di aver perso di vista il mio
bersaglio primario: il tipo del quarto che da sette giorni attentava alla mia
salute mentale.
Dopo dieci minuti di assidue ricerche, lo trovai in un
angolino del negozio, che contemplava una strana boccetta arancione.
Aspettai che la pagasse e uscisse, giusto per vedergli
sprecare soldi, poi lo fermai all'uscita.
- Ehm, possibilmente, me la fai vedere?- gli chiesi,
porgendogli la mano.
Lui mi guardò sospettoso - Tu saresti?-
Sorrisi, sentendo l'odio nei suoi confronti che piano piano saliva a livelli vertiginosi.
- Ah, giusto. Piacere, Lily Evans, Grifondoro, nonché
Caposcuola. Colei che da una settimana intera è assillata da uno stupido
ragazzino che compra oggetti non identificati e li introduce a scuola, contro
il regolamento-
- Ah. Io non ho comprato niente- iniziò, sulla
difensiva.
- Sì, e io di notte mi trasformo in Silente. Ti
sembro scema? Cos'è quella che hai nella mano? La boccetta di sciroppo
contro le verruche?-
- Io... non...-
- Scott, ci sono problemi?- dalle spalle del cosiddetto
Scott spuntò Potter.
Cristo, ma quel ragazzo era come il
prezzemolo, ovunque mi girassi me lo trovavo davanti.
- Potter, non ti immischiare-
- Evans, se ci sono problemi con Scott dillo a me, me ne
occupo io-
- No, tu non c'entri un piffero. Togliti di mezzo-
Lui alzò un sopracciglio, indeciso se arrabbiarsi
o provarci con le buone - Lily, Scott lo conosco da quando è nato, siamo
vicini di casa, se ci sono problemi parlane con me-
Oddio.
Il vicino di casa.
Alzai la testa al cielo, in cerca della nuvoletta della
sfiga.
Tutte a me, tutte a me.
Ora non potevo più neanche sfogarmi con chi che fosse,
che me lo ritrovavo imparentato con Potter.
- Bene- sbuffai- il tuo vicino di casa è una
settimana che cerca di far entrare caccabombe e
simili nella scuola, facendomi impazzire. Ora, se permetti, prendo
provvedimenti- dissi, indicando la boccetta arancione nella mano di Scott, che
ormai sembrava più interessato al battibecco che al resto.
- Se lo avessi saputo, avrei preso provvedimenti anche
io- disse, stringendo le labbra.
- Ma a quanto pare tu non sai mai niente, no?-
- A quanto pare non me ne sono accorto-
- A meno che non abbia mandato tu Scott a prendere 'sta
roba per te-
- Non l'ho fatto-
- Sai non si sa mai-
- Senti Evans, sono cambiato. Sarò ancora
strafottente, sarò ancora presuntuoso o quello che vuoi, ma io sono
cambiato. Se hai intenzione di notarlo, bene,
altrimenti credo siano fatti tuoi-
Prese la boccetta dalle mani di Scott e la buttò
in un cestino poco lontano.
Poi, senza batter ciglio, si girò a guardarmi -
Sai, tutti sono bravi a fare i bacchettoni. A trasgredire le regole invece ci
vuole di più- strattonò Scott via, allontanandosi.
Quello che sentivo in pancia non era pena.
Né odio.
Né mi sentivo in colpa, o almeno, non mi sentivo
in colpa più di quanto non mi sentissi il giorno prima.
Quello che mi girava in pancia, dandomi un fastidio
assurdo, si chiamava vergogna.
- Io lo odio- dissi, sprofondando
nella poltrona in Sala Comune accanto ad Emmeline e le altre.
- Soggetto?- chiese Marlene.
- Potter- rispose Mary.
Io la osservai. Quella ragazza aveva la mente comunicante
con la mia!
- Sei prevedibile- si giustificò.
- Io non sono prevedibile- saltai su- sono
solo...-
- Lily, tu non sei prevedibile- Alice lanciò
un'occhiataccia a Mary - Solo che ormai ti conosciamo bene-
- Comunque sia- tagliai corto- lo odio.
Odio come.. mi fa sentire-
A Mary brillarono gli occhi - Ooooh,
ti fa sentire qualcosa? Vieni qui, parliamone-
- Mary, mi fa sentire un verme-
- Come?-
- Mi fa sentire come se l'immatura, quella infantile e
cattiva fra i due sia io-
- Ma è così- Marlene annuì decisa.
- Io sono matura!-
- Lily, tu ti aggrappi a stereotipi che hai attaccato col
cemento sulla fronte di Potter al primo anno, e lo fai solo per paura-
- Io non ho paura, io sono Lily Evans, Lily Evans non ha
paura-
- Cero che hai paura-
- No-
- Sì, invece. Lui ti fa capire che tu ti stai
sbagliano, e tu sei troppo orgogliosa per ammettere che ha ragione-
Ci riflettei un attimo, poi arrivò il lampo di
genio - Torno subito!- dissi, fiondandomi fuori dalla Sala Comune.
Ci volle un'ora intera prima che Potter tornasse da
Hogsmeade.
Dopo vari appostamenti lo intravidi fra la folla.
Entrava molleggiante con i suoi amici, lanciando occhiate
a qualunque essere femminile gli passasse accanto.
Okay, quello che sentivo era solo fastidio per le sue
manie di protagonismo.
Semplicemente, non erano sciocchezze diabetiche come la
gelosia.
Pff.
Quando infine ci trovammo faccia a faccia, lui
scrutò la mia espressione.
- Evans?-
- Potter-
Gli altri intorno a noi proseguirono, lasciandoci soli.
- Che vuoi?-
- Calmino, Potter- dissi, inspirando- Sentimi bene. Forse
sarai cambiato, sai? Forse sarai anche maturato, forse sono io la bambina che
continua a ripetersi che tu sei quello irritante, petulante e presuntuoso.
Probabilmente è anche così, ma resta il fatto che io provo qualcosa
per te che non è tanto lontana dall'odio. Quindi, Potter- dissi,
puntandogli il dito sul petto- ora proverò a fare la carina con te,
giusto per non passare dalla parte del torto, ma ficcatelo bene in quella testa
piena di balle di fieno che rotolano, io ti odio e continuerò a farlo,
in silenzio. Anche se ti sto per chiedere scusa, anche se ho implicitamente
ammesso di essere io quella che ha sbagliato in 'sta
settimana. Io ti odio, e continuerò a farlo. Perchè noi siamo
fatti per odiarci- conclusi decisa.
Lui accennò un sorriso- Evans, io non volevo le
tue scuse, ma se proprio ci tieni, le accetto- chiuse lì, proseguendo
sulla sua strada e lasciandomi sola nel bel mezzo del corridoio.
Rimasi per cinque minuti buoni a fissarmi la punta delle miei scarpe, rimuginando su quanto fossi deficiente.
Un discorso tutto stupendo per sentirsi poi dei
deficienti.
Brava, Lily.
Infine, risalii le scale, diretta alla Sala Grande.
- Lily!- mi girai, vedendo Mary alle mie spalle.
- Ehi-
- Ma dove eri finita?-
- A fare una cretinata-
Lei indagò sul mio viso- Comunque sia, ho trovato
Potter, prima, e mi ha detto una roba strana-
- Ah sì?-
- Sì-
- Bene-
- Non vuoi sapere che mi ha detto?-
- Sentiamo-
- Ha detto di dirti che sei di nuovo nel torto, che
è più forte di te, ma continui a sbagliare-
- In cosa?-
- Un qualcosa sull'odio, mi pare-
- Ah-
- Ma a che si riferisce, scusa?-
- Gli ho detto che noi siamo fatti per odiarci-
Lei mi guardò alquanto sconcertata - Lily, quando
io dico che tu hai serie difficoltà nel superare i problemi di coppia,
sono seria-
Eccomi, gente.
Oh, che bello, domani facciamo
festa *O*
Credo, quindi, che aggiornare non faccia male, ance
perchè oggi mi sento davvero ispirata!
Okay, okay, basta
Vi ringrazierò stasera,
uno ad uno per posta.
Alla prossima, e fatemi sapere che ne pensate :DD
Un bacio
Caramella <3