UN
COLPO DRITTO AL CUORE
CAPITOLO:
2
Tutto avviene
secondo i miei programmi ma, mentre sono seminascosto
nell’entrata della
palestra in attesa di scappare fuori al momento giusto, un ragazzo si
avvicina
e mi saluta, chiedendomi se, per questa sera, posso fare coppia con lui
negli
esercizi a due, dato che non conosce nessuno.
Lo guardo:
è
biondo scuro, alto “molto alto” penso guardandolo,
un viso dai tratti forti ma
dolci e occhi castano d’orato.
Tutto sommato
è
carino, ma balbetta e arrossisce ogni volta che apre bocca.
Deve essergli
costato un bello sforzo rivolgermi parla.
Il mio programma
era un altro, ma non so come dire a questo ragazzo timido che non ho
nessuna
intenzione di fare coppia con lui.
In realtà,
non
voglio proprio fare coppia con nessuno.
Voglio andarmene
da lì, prima che comincino ad arrivare gli altri allievi.
« Mi chiamo Kouyou
».
«
Io Takanori », mugugno di malumore.
«
Allora, entriamo? », domanda.
Annuisco,
rassegnato.
Cavoli, che
fregatura!
E pensare che non
ho nemmeno messo la tuta.
Jeans e maglietta
aderente mi renderanno ancora di più impacciato.
Kouyou intanto, mi
guarda con occhi ammirati: « Come sei carino, tu ».
Il suo complimento
mi mette ancora più di malumore.
L’odioso
maestro
Yuu saluta tutti con un inchino e, poi, inizia subito a farci fare gli
esercizi
di riscaldamento.
Sbuffo, nervoso,
tanto che Yuu è costretto a chiamare di nuovo Ryo,
affinché controlli i miei
movimenti, correggendo con pazienza la postura del busto e delle
breccia.
Che palle!
«
Sempre svogliato, eh? », dice Ryo.
“
E tu sempre rigido come un tonno surgelato ”
,vorrei dire.
Mi fa rabbia e
m’imbarazza
averlo intorno, sentire addosso il suo sguardo, avvertire il tocco
delle sue
mani, mentre mi corregge.
Controvoglia,
tento di metterci un minimo di impegno così Mister
Perfezione mi lascerà in
pace.
Kouyou, accanto a
me, è tutto rosso e accaldato e segue ogni spiegazione, con
interesse, come un
vero allievo.
«
Taka … », mi sussurra durante gli esercizi,
«
stai sbagliando. Devi mettere davanti l’altro
braccio. Guarda me ».
Mi fa tenerezza,
Kouyou.
Durante la lezione
è in ansia per il maestro e per me.
Non si perde una
parola del maestro Yuu e controlla con apprensione ogni mio movimento.
All’inizio
mi
infastidisce, poi il suo interesse e quel modo di prendersi cura di me
iniziano
a farmi piacere.
Dopo la lezione,
aspetto che mio padre venga a prendermi e Kouyou mi fa compagnia.
«
Abito qui di fronte », dice indicandomi
alcune finestre del secondo piano.
«
Hai tanti amici? », gli chiedo.
«
No. In realtà, non esco quasi mai durante il
giorno e neppure sabato e domenica. Mia madre fa la cameriera di sera e
le
pulizie di giorno. Ha il giorno libero il giovedì. Mio
padre, invece, è morto
due anni fa. Durante il giorno, quando la mamma non
c’è, devo occuparmi dei
miei fratelli. E, poi, ho un pessimo carattere e non p-piaccio a
nessuno ».
Lo guardo,
è rosso
in viso, goffo e ricomincia a balbettare.
Per una frazione
di secondo, vedo nei suoi occhi la mia stessa solitudine e gli racconto
di me. «
Mi sono trasferito qui due mesi fa, dopo
aver detto addio ad una persona speciale ed hai miei amici, e mi sembra
di
essere finito in un deserto ».
Kouyou sorride:
«
Ti capisco ».
«
Perché ti sei iscritto a questo corso? »,
gli chiedo.
Lui si stringe
nelle spalle e arrossisce: « V-vorrei diventare
più sicuro. Ho sempre p-provato
tanta ammirazione per le persone come il maestro Yuu. Sono solide,
pacate e
gentili ed emanano tanta forza. Mi piacciono le persone
così. V-vorrei tanto
imparare un’arte marziale. Forse un giorno
smetterò di b-balbettare ».
«
Diventerai bravissimo, ne sono sicuro. Sei il
migliore del corso, lo sai? Ma perché ti sei scelto
un’imbranato come me per
far coppia? ».
«
Ho scelto te p-perché mi sembravi in
difficoltà, proprio come me », sorride.
Ha ragione.
Io e lui, a quel
corso, siamo approdati come due naufraghi.
Frastornati,
confusi e disorientati.
Tutti gli altri,
invece, fanno gruppetto e si conoscono.
Ci diamo
appuntamento per il giovedì successivo.
Ormai, i miei
piani di fuga sono tramontati.
Voglio continuare
il corso per Kouyou.
Non posso
deluderlo.
Mi piacciono la
sua determinazione, la sua umiltà, il suo sorriso generoso.
Così,
giovedì dopo
giovedì, imparo tante cose e affino la tecnica.
«
Colpisci qui », mi esorta Ryo, durante la
penultima lezione.
Da parecchio tempo
a smesso di starmi addosso e adesso è gentile e attento,
anche se delle volte
ritorna il solito tonno surgelato.
Io ho fatto molti
progressi e sono diventato bravino.
E sono quasi
dispiaciuto che non ci vedremo più.
Adesso, lui mi sta
indicando gli addominali e ripete che lo devo colpire proprio
lì.
Glieli sfioro a
pugno chiuso, ma la verità è che ho paura di
fargli male.
«
Non devi farmi le carezze, hai capito? Devi colpirmi
punto e basta ».
«
No, altrimenti ti faccio male ».
Kouyou mi guarda e
ridacchia.
«
Taka, stringi i gomiti. Mira dritto. I colpi
roteanti possono essere belli e acrobatici, ma non sono per niente
funzionali »,
mi ripete Ryo.
Non so
perché ma
questa cosa non riesco a mettermela in testa.
Ho un altro chiodo
fisso nel cervello.
Non voglio colpire
Ryo.
Voglio baciarlo.
Accidenti.
Colpisco piano.
Ryo sospira e mi
prende i pugni tra le mani: « Perché stringi
forte? È tutta energia sprecata. Perché,
piuttosto, non la indirizzi su di me? », mi domanda.
Come la vorrei
sprecare su di lui.
E, invece, mi
tocca colpire i suoi addominali.
«
Dai, forza », mi invita ancora.
Kouyou, alle
spalle di Ryo, mima la posizione che dovrei assumere.
Mi fa cenno di
stringere i gomiti, di bilanciarmi sull’anca, portare in
avanti l’avambraccio e
con un colpo secco mi indica un pugno davanti a me e poi chiude gli
occhi.
Okay, grazie Kou.
Allargo leggermente
le gambe, mi bilancio sull’anca, stringo i gomiti, mi
concentro, chiudo gli
occhi e sferro il colpo.
Dritto davanti a
me.
Sento un rumore
secco e subito apro gli occhi, spaventato.
Ryo è a
terra.
Oddio
………
«
Mi avevi detto di colpirti … ».
Ryo si porta le
mani allo stomaco e geme.
«
Sì, ma non allo sterno. Ti avevo detto di
mirare agli addominali ».
«
Alla prima lezione, il maestro Yuu ci ha
detto di colpire le parti molli e lo sterno. Non ho sbagliato
», replico,
contrito.
Sorride, senza
smettere di massaggiarsi lo stomaco.
«
Però te le ricordi bene le cose che ti interessano,
vero? », ammicca.
Kou, dietro di
lui, applaude solidale.
Se sono riuscito a
concludere il corso, è solo grazie a lui.
Se ho scoperto
quanto è bello il parco di questo quartiere, è
merito di Kouyou.
Se in questo
momento sono riuscito a colpire Ryo, è perché Kou
mi ha detto come avrei dovuto
fare.
È il mio
amico
prezioso e io gli voglio bene.
Da due settimane,
ho le farfalle nella pancia e, a volte, mi sento anche felice ma non so
perché.
«
Simuliamo un’aggressione? », chiede Ryo e, senza
lasciarmi il tempo di rispondergli, mi aggira, mi afferra alle spalle e
mi
stringe la gola.
Sento il suo
profumo inconfondibile e il calore del suo corpo mi stordisce.
«
Kouyou! », chiedo aiuto.
«
Scemo, che stai facendo? Difenditi! ».
Difenditi, parla
bene, lui.
Sì, parla
benissimo, per la verità.
Da un mese, non
balbetta quasi più.
Lui attribuisce
tutto il merito a questo corso, ma il mio amichetto non ha ancora
capito che io
so a chi attribuire il merito.
In effetti li ho
visti spesso, lui e il maestro Yuu, insieme nel parco che mangiavano un
gelato,
prima di venire in palestra.
Stanno bene
insieme, dopo chiederò chiarimenti sulla faccenda, ma adesso
…
Ma io non voglio
difendermi da Ryo.
E poi, non mi sta
stringendo e il tocco delle sue mani, il contatto con il suo corpo mi
crea un
piacevole imbarazzo.
«
Ma che fai? », bisbiglia.
«
Non hai imparato niente, allora? ».
Arrossisco e Ryo
allenta la stretta.
Ora, le sue mani
mi accarezzano viso e collo.
«
Lo rifacciamo sabato pomeriggio? », sussurra
dolce al mio orecchio.
Sento il cure che
batte all’impazzata e la salivazione che si azzera di colpo.
Ho capito bene? Mi
ha invitato ad uscire sabato?
«
Va, va b-bene », balbetto.
«
Tu simuli l’aggressine e io ti colpisco ».
Ci guardiamo.
Ha gli occhi che
sorridono.
Ricambio senza
arrossire
più.
«
Sì, ma questa volta vedi di colpire nel
punto giusto. Hai capito cosa intendo? ».
«
Non sono mica tonto! », sdrammatizzo.
Proprio qui,
indica muto Kouyou portandosi il pugno al centro del petto.
Divento tutto rosso
e annuisco.
Sì, ho
capito.
Lo devo colpire
proprio qui, dritto al cuore.
Dove mi ha
già
colpito lui.
***
FINE ***
NOTE:
Allora, mi si
è
rotto il pc ç_ç e x una cavolo di ventola
è già più di un mese ke nn ho il mio
pikkolo… mio fratello nn mi da il suo manco a pagarlo
oro… sono riuscita ad
ultimare la mia pikkola fic grazie a quella smemorata di mia madre ke a
dimenticato a casa il suo ^^ GRAZIE MAMI……
Purtroppo la mia
pikkola storiellina finisce qui, ma nn perdetevi d’animo,
forse farò qualche
flasch inerenti alla fic ^^
RINGRAZIAMENTI:
_Ren_
: sei stata
carinissima… volevo metterci un po’
di humor, sono contenta di esserci riuscita^^ Anch’io ce la
vedo bene la
pikkola pulce a rompere i gioiellini d’oro della
bertuccia… hahahhahaha… Spero
ti sia piaciuto anche il finale. Grazie ancora un bacio XD
_Chiyo_
: sisisisisisisi io scrittrice,
forse nei
miei sogni ^^
Ma ti ringrazio
tantissimo per i complimenti, son contenta che ti sia
piaciuta e spero ke ti piaccia anche il finale… dai
è più lunghetto rispetto al
primo capitolo, ma farne un unico capitolo mi sembrava troppo lungo^^
Ringrazio NamelessLiberty6Guns_
per averla messa nelle preferite, spero ke ti piaccia anke il finaleXD
E le seguenti
perone per averle messo nelle seguite^^:
E inoltre le 108
persone che l’hanno letta… GRAZIEEEEEEEEEEEEE XD
Alla prossima ^^
LAIN 87