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Autore: Berenike    08/12/2010    17 recensioni
FANFICTION VINCITRICE DEI NESA 2010 TURNO SPECIAL NATALIZIO NELLE SEZIONI BEST KISS E BEST READER'S CHOISE
Richard Castle e Kate Beckett partono per un viaggio del tutto inaspettato verso Venezia: quattro giorni, una città magica, ed una sola camera.
Riusciranno Richard e Kate a rimanere professionalmente solo "colleghi" senza lasciarsi andare alle emozioni?
Decisamente, l'atmosfera Natalizia non sarà di loro aiuto.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Insieme a Venezia




Capitolo 2: In viaggio

La mattina seguente, nonostante la ragione le consigliasse il contrario, Kate Beckett si alzò alle 5 del mattino per finire di preparare la valigia e vestirsi.
Tutto era già pronto: un piccolo trolley era stato appoggiato sul tavolo; all'interno c'erano pochi vestiti. Insomma, l'indispensabile per quattro giorni.
La detective ripose ordinatamente le ultime cose nella valigia: spazzolino, carica batterie, trucchi...
Poi, già vestita, pettinata e truccata (per quanto una persona possa riuscire a truccarsi alle 5 del mattino), si diresse verso la cucina a fare colazione. Guardò l'ora, 5:35 del mattino.
“Kate, cosa stai facendo?” pensò, mentre prendeva il latte dal frigo.
“Kate, non fare la stupida... Non accadrà mai quello che pensi... Questa volta prese cucchiaino e zucchero.
“Kate, cosa stai facendo? si ripeté un'ultima volta, guardandosi intorno. Si sedette su una delle sedie che circondavano il tavolo e decise di fare il punto della situazione.
“Detective” iniziò “Non può accadere nulla di male: tutti gli aeroporti sono chiusi, per cui non andrete tanto lontani...” Kate si rilassò appena.
“Punto due: sono solo quattro giorni, cosa potrà mai succedere in quattro giorni?” La detective iniziò a sciogliersi. Notò la luce fioca, riflettuta dalla neve di New York penetrare dalla piccola finestra e solo allora pensò:
“E poi cos'altro hai da fare?” Questo ultimo pensiero sembrò portarla alla normalità più di tutti gli altri. Era vero: l'alternativa era passare il Natale da sola. Almeno con Castle, ovunque stessero andando, si sarebbe divertita.
Castle... Castle...
Nonostante i pensieri logici aiutassero la detective a razionalizzare e a vedere con più chiarezza la situazione, non era comunque riuscita a liberarsi di quel nodo allo stomaco che aveva da quando si era svegliata. In principio aveva pensato che fosse dovuto all'ora del mattino; ma poi capii.
Quella sensazione di farfalle nello stomaco l'aveva già provata, e la provava ogni volta che c'era di mezzo Castle: non l'aveva ancora ben compresa, non era possibile razionalizzarla, sapeva solo che era gioia, paura, amore, terrore, odio, calore... tutto insieme.
Sapeva bene che si sarebbe pentita di questo viaggio, ma ancora non sapeva quanto.


Dieci minuti dopo, in perfetto orario, Castle passò a prendere Kate: questa notò subito che non era venuto con la sua solita macchina. Al contrario, aveva preso un taxi.
Cosa questo potesse comportare non lo sapeva, ma la inquietava parecchio. Appena arrivato, Castle fece cenno al taxi di aspettarlo lì, mentre lui salì velocemente le scale per aiutare la detective.
Ma era chiaro che questa non aveva bisogno d'aiuto: quando lo scrittore di gialli più famoso di tutta New York la raggiunse, questa aveva già chiuso la porta ed elegantissima, portava a mano la sua piccola valigia.
Nel vederla Richard quasi non cadde dalle scale. Cercò di ricomporsi tenendosi stretto al poggiamano, sperando che la cosa passasse inosservata. Si avvicinò piano, mentre Kate sorrideva compiaciuta.
-Sei bellissima... - le disse piano, in un suono quasi impercettibile. Lei lo guardò per qualche secondo, poi facendo finta di non capire, gli chiese:
-Cosa Castle? - Questo si destò appena, sentendosi appellare per il cognome. Doveva ricordarsi che quella donna era pur sempre la detective Kate Beckett e che non andava sottovalutata. Non ancora.
-Nulla, stavo notando che... hai un bagaglio molto piccolo! Prendo gli altri, se mi apri la porta... -
Kate rise dolcemente. Castle, sempre così infantile.
-Andiamo, il taxi ci aspetta. - gli ordinò lei ancora sorridendo. Lui rimase impietrito di fronte alla porta dell'appartamento per qualche secondo, poi la raggiunse al taxi.
-Tu non hai valigie? - gli chiese Kate, una volta scoperto che dentro al bagagliaio del tipico taxi giallo di New York non c'erano altri bagagli che il suo.
-No, i miei sono già stati imbarcati...-
-Castle, cosa intendi per imbarcati? -


-Castle devi assolutamente dirmi dove stiamo andando, è un ordine! - Kate Beckett era seduta su un lussuossimo jet privato. Ma non un jet privato qualsiasi: il jet di Richard Castle.
Nessuno poteva dubitare che quel mezzo appartenesse allo scrittore: all'esterno del piccolo aereo c'erano decine di foto dello scrittore mentre firmava autografi; c'erano pubblicità dei suoi libri passati e dei suoi prossimi successi; tutto rappresentava lui ed il suo successo.
Non per nulla quello era l'aereo usato per pubblicizzare i suoi libri, nelle campagne.
Chi avrebbe mai immaginato che un giorno sarebbe servito anche come mezzo di trasporto vero e proprio? All'interno invece, il jet era molto più sobrio ed elegante: i rivestimenti erano in pelle, tutto ricordava un certo sfarzo, ma nulla ostentava ricchezza.
Decisamente, gli interni non li aveva scelti Rick Castle.
Lo scrittore, sempre più compiaciuto, guardava in viso la detective, incapace di smettere di sorridere.
-Castle, per l'ultima volta, dove stiamo andando? - Kate Beckett era furiosa. Sapeva che si sarebbe presto pentita di aver accettato la proposta folle di passare quattro giorni con Castle, ma...
Forse non si aspettava di doversene pentire così presto, tutto qui.
-Kate, fidati, ti piacerà! - la voce dello scrittore appariva sicura e suadente; avrebbe funzionato con qualsiasi donna del pianeta tranne una. Lei.
-Castle, sai che odio le sorprese... e non chiamarmi Kate! - la situazione si stava decisamente scaldando. Forse era giunto il momento di svelare la situazione.
-Va bene, ti dirò dove stiamo andando, a patto che ti calmi... sei in vacanza! - le disse lui continuando a sorridere. Lei si lasciò coccolare per un attimo da quello sguardo penetrante e da quel sorriso dolce, poi si riprese. Fece cenno di rilassamento, aspettando di sapere la destinazione.
-Stiamo andando a... Venezia! - Castle aprì le braccia, come se avesse appena annunciato che la donna di fronte a sé avesse appena vinto un milione di dollari. Dall'altra parte però non ottenne lo stesso entusiasmo. Si avvicinò a Kate, che era ancora senza parole.
-Kate, so che è una pazzia... ma... era il tuo sogno natalizio! E' il mio regalo per te! - Kate non credette alle parole che aveva appena sentito. La sua mente viaggiava alla velocità della luce, sfrecciando da uno stato di gioia infinita, ad uno stato catatonico, ad una rabbia così intensa che avrebbe presto bruciato il motore.
Richard sembrò accorgersi di questi sentimenti contrastanti, si inginocchiò accanto a lei e le sussurrò, prendendole le mani:
-Kate, so di non essere tuo marito... -
-No, infatti. - fu l'unica risposta che ottenne.
-Però, se me lo permetterai, vorrei essere il tuo cavaliere per questi giorni. - le rivolse lo sguardo più dolce e tenero che le avesse mai fatto. Lei non riuscì a resistere e sorrise.
Stava andando a Venezia!
-E per quanto riguarda i figli... - Kate lo guardò sorpresa. Non erano soli?
-Ho pensato anche a quello! - In quel momento entrarono Alexis e Martha nel jet: la prima carica di libri, la seconda ricoperta da uno scialle di seta azzurra.
-Alexis! - urlò Kate, che si alzò per abbracciare la ragazza.
-Che bella sorpresa!- disse infine, rivolgendosi a Castle. A tempo debito, l'avrebbe ringraziato come si doveva.
-Ah, ma non è lei la bambina – disse Castle, avvicinandosi alla figlia ancora carica di libri – Lei è la nostra guida. - Poi si girò verso Martha, sua madre, e tutti ascoltarono per un attimo la conversazione che stava avendo con un fattorino:
-Certo, caro ragazzo che tra le mie valigie ce n'è una completamente vuota! Come potrebbe essere un errore? Stiamo andando in Italia, hai presente? La nazione della moda! Al ritorno quella valigia sarà così piena da non riuscire a chiuderla... -
-Ecco – finì lo scrittore, sorridendo – è lei la bambina. - E tutti risero esaltati da quel momento magico.


Durante il volo.
-Non vedo l'ora di arrivare! - disse Alexis, stringendosi forte al braccio di Kate. Richard stava dormendo in una delle poltroncine alla fine del piccolo aereo, le braccia aperte ed il colletto della camicia slacciato in segno di resa. Martha stava leggendo un libro sulla meditazione Zen, poco lontana. Solo Kate ed Alexis erano ancora sveglie ed attive: erano le uniche due, in quel aereo, a non essere mai state non solo a Venezia, ma anche in Europa. Erano così elettrizzate che non riuscivano a smettere di parlare ed ad immaginare ciò che sarebbe successo una volta giunte a destinazione.
-Papà ha prenotato al Mulino Stucky, sarà grandioso! - disse Alexis, informando la detective dei dettagli del viaggio.
Kate rimase pietrificata: guardò verso Castle e fu felice che per una volta lui non potesse vederla. Si scoprì addolcita dall'immagine di lui così tranquillo, pacifico, addormentato. Sembrava un angelo con i capelli appena davanti agli occhi, la camicia semi aperta, le labbra screpolate...
Kate si immaginò mentre si alzava, lo raggiungeva e lo baciava così da poter bagnare quelle labbra così...
-Kate mi senti? - Kate tornò in sé stessa. Si riprese subito e pregò che Alexis non avesse notato nulla. Anche lei guardò il padre, poi il suo sguardo tornò su Kate.
-Anche io non vedo l'ora di arrivare in hotel. - disse la detective infine, rivolgendosi ad Alexis e aprendo una nuova conversazione su dove avrebbero potuto mangiare la sera stessa.
Ma prima che questa potesse iniziare, si levò una voce femminile dal fondo, che disse:
-Oh, mia cara, è sicuramente Richard quello che più ha voglia di arrivare in hotel. - Alexis guardò la nonna in modo colpevole, sperando di avere ancora un padre, la mattina successiva.


Nove ore, due turbolenze e parecchi drink dopo, il jet privato di Richard Castle arrivò all'aeroporto di Venezia. Nessuno parlava italiano (a parte Alexis, che si era comprata un mini dizionario sulle frasi più comuni), per cui tutti dovettero affidarsi alle cure premurose degli assistenti aeroportuali.
Questi indicarono loro dove prelevare le valigie (una sola di Kate, due di Alexis e ben quattro di Martha; tale madre, tale figlio), dove dirigersi per prendere un taxi che li avrebbe portati ai vaporetti. Fu così che il viaggio fu prolungato di un'altra ora, in cui la pioggia picchiava forte e la marea si alzava inesorabilmente.
A chiunque incontrasse, Castle diceva:
-Sapete, io sono per metà Veneziano! - per fortuna il vento spargeva le sue parole, incomprensibili in ogni caso ai veneziani. Kate fu subito incuriosita da quella storia, così si avvicinò a Martha, chiedendole spiegazioni.
-Lo dice in ogni posto in cui va. Non avendo conosciuto suo padre, pensa che questo possa essere di qualunque città del mondo, per cui si sente un po' figlio di Venezia, di Parigi, di Londra... - Martha scosse la testa in segno di disapprovazione. Kate rise e cercò di non pensare a quanto Richard potesse essere triste per l'assenza di una figura paterna.
Una volta saliti sui vaporetti, tutti restarono ammirati dalla bellezza di Venezia: Alexis abbracciò silenziosamente il padre che, incantato, guardava gli alti palazzi veneziani con ammirazione.
Qualche volta indicava alla figlia dove guardare, facendole notare quei piccoli dettagli che solo un uomo colto e attento come lui soleva notare. Kate invece si perdeva in altri dettagli, diversi da quelli architettonici: notò subito che a Venezia era Natale in ogni angolo della città.
Ogni casa, al suo interno, aveva un grande albero pieno di decorazioni e di luci; in ogni giardino c'erano fiocchi rossi, alberi addobbati, perfino babbi natale finti che con le loro scalette scendevano dai balconi...
Per questo, senza pensarci, uscì dalla parte interna del vaporetto, e andò a guardare fuori: l'acqua rifletteva quelle luci colorate e le moltiplicava; tutto era così magico, così vivo, così vero. Avrebbe voluto rimanere lì, a fissare il Natale rispecchiato sull'acqua di Venezia, per tutta la vita.
Ben presto però il freddo vinse e si vide costretta a rientrare. Raggiunse senza difficoltà Castle, che la aspettava con un sorriso raggiante.
-Hai visto che spettacolo? - le sussurrò all'orecchio.
-E' bellissimo, Richard. - disse lei, quasi con le lacrime agli occhi. Rick la guardò come se fosse un diamante prezioso. Ogni cellula del suo corpo amava quella donna più di qualsiasi altra cosa; eccetto Alexis. Ma quello era un amore completamente diverso.
Senza pensarsi, e spezzando la promessa che lo scrittore aveva fatto con sé stesso, cioè di non importunare la detective e di non farsi trascinare dai sentimenti, Castle alzò la mano e con le dita calde prima accarezzò il viso bagnato dalla pioggia della detective, poi le toccò dolcemente i capelli, catturando nelle dita le gocce di pioggia.
Kate vibrò sotto quel tocco angelico, e desiderò con tutta sé stessa di abbracciare quell'uomo e di sentire quelle mani calde sul proprio corpo; quando si riprese e tornò alla realtà Kate tremò appena sentendosi accarezzare i capelli.
-Cosa c'è? - le chiese lui, sperando di non aver sbagliato. Di nuovo.
-Nulla – rispose lei – un brivido di freddo. - mentii.
Castle si tolse il proprio giaccone sotto gli occhi increduli di tutti, e lo avvolse attorno a Kate.
-Castle, ma sei impazzito? Ci saranno meno 5 gradi! - Lui la guardò con quello sguardo minaccioso che le rivolgeva in centrale.
-Toccami – le disse con aria di sfida, indicando la propria pancia.
-Senti quanto caldo sono. - La detective accettò la sfida. Insomma era solo una pancia, cosa poteva accadere?
La mano della detective si allungò appena, e toccò quella parte del corpo avvolta dai maglioni.
La detective arrossì all'istante. Era caduta in una trappola in cui non doveva cadere.
-Cosa c'è detective? - le chiese lui, malizioso.
-Decisamente – disse lei, ritirando la mano e stringendosi nel giubbotto di Castle – non hai bisogno della giacca. - E si girò verso Martha, che la guardò come se fosse ovvio che quello del figlio era un tranello del diavolo. Ancora non lo conosceva?
Kate Beckett sorrise, nascondendo il volto ancora arrossato dalla vergogna.
Quando aveva sfiorato il corpo di Castle due cose l'avevano sorpresa più di qualunque altra: la prima era che quell'uomo era ad una temperatura esageratamente elevata; quasi si era scottata toccandolo e subito immaginò quanto dovesse essere bello stare sotto le coperte con lui, quando fuori era inverso...
La seconda cosa che avvertì fu che quel pezzo di carne non era semplicemente una pancia. Era un concentrato di duri e ben formati addominali.
Maledizione pensò la detective. Sarà più difficile del previsto...
E ancora non sapeva quanto.





ANGOLO DELL'AUTRICE
Ciao a tutti! Non ho mai aggiornato tanto in fretta... Aspettatevi un aggiornamento dietro l'altro per questa serie, deve essere finita entro Natale per partecipare ai NESA!!
Ma non voglio perdermi in chiacchere...
Prima di tutto volevo ringraziare di cuore le 10 persone che hanno commentato il primo capitolo di questa ff e tutti coloro che l'hanno letta ed apprezzata: grazie mille a tutti! Spero che anche questo secondo capitolo riscontri lo stesso successo...
So che non è ciò che vi aspettavate: anche io avevo pensato di saltare il viaggio e di andare direttamente in hotel con i nostri protagonisti, ma poi mi sono persa nei meandri del racconto, e così ecco a voi il secondo capitolo: IN VIAGGIO.
Vi prometto che nel prossimo episodio si arriverà in hotel, non disperate!!
Ho una piccola comunicazione da fare, prima di salutarci fino ai prossimi aggiornamenti: inizialmente avevo messo RATING VERDE per questa storia; ho intenzione di cambiarlo in ARANCIONE ed ora ve ne spiego le motivazioni.
Come avrete notato c'è parecchia tensione sessuale tra i protagonisti, che crescerà sempre di più di capitolo in capitolo...
Spero che la cosa non vi dispiaccia, anzi spero che aumenti in voi la curiosità... se ne vedranno delle belle! Come dicevo alla mia amica Lucia, sto scrivendo una scena futura nel centro benessere in cui...
Phaahhahahahha non riesco a smettere di ridere, scusate!!
Non posso dirvi nulla, per scoprirlo non vi resta che continuare a leggere questa serie!
A presto ed ovviamente, OGNI COMMENTO SARA' MOLTO GRADITO!
Berenike



(Aggiunta postuma)
La fanfiction INSIEME A VENEZIA ha vinto i NESA NATALIZI nella sezione BEST KISS e BEST READER'S CHOISE. Ringrazio tutti i miei lettori e coloro che mi hanno votata!



   
 
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