Fanfic su artisti musicali > Guns N'Roses
Segui la storia  |       
Autore: devilrose1982    08/12/2010    2 recensioni
Cosa potrebbe succedere se una giovane chitarrista italiana si trovasse faccia a faccia con Axl Rose...??
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Axl Rose
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I tacchi mi stavano uccidendo, camminare senza scarpe fino alla macchina non sarebbe stato un problema, dopo questa serata avrei potuto tranquillamente farmi i restanti 300km a piedi scalza fino a casa, avrei provato meno dolore.
Io ti volevo solo chiedere scusa, dicevo tra me e me come una bambina cercando di convincermi.
Le lacrime mi rigavano gli occhi mentre il conta chilometri sfiorava i 200 orari, non avrei dovuto guidare in quelle condizioni ma non me ne fregava niente.
Arrivai a casa che era ancora buio, con il trucco colato per il pianto e lo smalto rovinato per la smania, meravigliandomi di essere arrivata sana e salva a causa dell'eccessiva velocità.
Ignorai abilmente la luce lampeggiante della segreteria ,il cellulare che continuava a trilla e andai dritta sotto la doccia per togliermi di dosso i residui di quella giornata di merda.
Alla fine cedetti snervata al cellulare
-" Ti sto cercando da ore" disse preoccupato il mio manager dall'altro capo del telefono
-"L'avevo capito dai 600 messaggi che mi hai lasciato"
-"Cos'è successo ieri sera? Ho bisogno che tu venga subito all'Hilton"
-"Dove?"
-"All'Hilton, a Milano."
-"Sono le 5 di mattina, sono a casa, sono appena tornata a casa, non ho dormito, non intenzione di venire a Milano..Ma cosa ci fai a Milano?"
-"Mi scusi Sua maestà, io cosa ci faccio? Mi hanno chiamato dalla casa discografica 4 ore fa ma ho capito solo che c'entravi te, e sai che quando c'entri te non ci sono mai buone notizie, per cui, visto che per colpa tua nemmeno io ho dormito, muovi il culo che tra mezz'ora passa una macchina a prenderti"
-"Ciao anche a te..." bofonchiai sarcastica ma aveva gia chiuso la conversazione.
Che poi era l'unica volta che non ho avevo combinato niente, a parte entrare nei camerini, ma non credo ce l'avessero con me per quello, non poteva essersi incazzato tanto, riempii la borsa a caso e aspettai l'autista per strada.
Mi svegliai con il manager incazzato che bussava al finestrino nel parcheggio dell'hotel.
-"Buongiorno..." lo salutai ancora mezza assonnata e di pessimo umore.
-"Ti aspettano, non so chi, non so cosa, muoviti, stanza 930."
Stanza... reggia 930, non avevo mai visto niente di più lussuoso, era il doppio di casa mia, un cameriere in livrea mi fece accomodare in un salottino, quando tornò dieci minuti dopo lo seguii in terrazza dove LUI stava fumando e mi venne incontro facendo cenno di lasciarci soli.
-"Non ho chiuso occhio stanotte e non sono dell'umore migliore, ma apprezzo lo sforzo che hai fatto arrivando fin qui, volevo chiederti una cosa."
-"Dimmi" la voce mi tremava e gli avrei detto volentieri che anche io non avevo chiuso occhio, che mi ero fatta quel viaggio due volte nel giro nelle ultime 7 ore e che sicuramente il mio umore era peggiore del suo, ma feci solo cenno con la testa.
-"Ero solo curioso di sapere, eri tu?"
Ero io si, ero io felicissima, ero io che non sentivo più la stanchezza, ero io che rischiavo di farmi scoppiare il cuore dalla gioia e dall'emozione, ero io che non m'importava più di niente, solo che lui avesse visto il mio regalo.
Avevo pensato per tanto tempo al regalo che si poteva fare a una star che mi odiava, per farmi perdonare, poi guardando a casa tra le cose vecchie avevo trovato qualcosa che non l'avrebbe lasciato indifferente.
Ero io quella bambina con gli occhi blu e le treccine che cantava a modo suo welcome to the jungle, mentre i parenti divertiti imprimevano per sempre quel momento su una videocassetta.
-"Si, ero io, avevo 6 anni."
Mi porse poi il biglietto che era insieme al regalo facendomi capire che non era riuscito a capire cosa fosse nè a trovare qualcuno in grado di tradurlo.
Iniziai a leggere quel biglietto scritto a pennarello dorato e a caratteri infantili:
-"Natale 1988, Caro Babbo Natale, mi conosci, l'anno scorso mi hai fatto portare la casa di Barbie e i pattini rosa, grazie dei regali, ma quest'anno ti volevo chiedere una cosa perchè il mio babbo per farmi addormentare mi canta sempre una canzone, ma non e' tanto bravo e io faccio solo finta di addormentarmi così smette, ma lo sai che sono buona e lo faccio per non farlo essere triste, però ti chiedevo se mi mandavi qui il cantante Acsel Ros che me la canta lui che è più bravo, mi raccomando Babbo Natale, non te lo scordare di dirglielo."
Non so dove ma da qualche parte a casa avevo trovato anche quella letterina che scrissi esattamente 22 anni prima, mettendola nel regalo come biglietto, mi sembrava un'idea carina.
Avevo gli occhi lucidi nel rileggerla, lui se ne accorse e si avvicinò, mi sorrise in una maniera talmente dolce che iniziai a piangere come una bambina, lo abbracciai d'istinto tradita dalla commozione, lui strinse l'abbraccio e mi disse "Grazie" asciugandomi le lacrime.
-"Dall'altra parte del mondo è ancora il 6 febbraio, tanti auguri Axl Rose".
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Guns N'Roses / Vai alla pagina dell'autore: devilrose1982