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Autore: Gold Scorpio    01/12/2005    1 recensioni
Salve a tutti, sono felice che abbiate trovato il tempo di leggere questa mia fan-fic, che è in assoluto la prima storia che scrivo: vi chiedo quindi di avere pazienza se non risulterà essere granchè. Avevo veramente voglia di scrivere qualcosa ambientato nel mondo di Harry Potter, quindi ho deciso di provare a vedere cosa ne viene fuori. Sono molto curioso di sapere cosa ne pensate e, nel caso, sarò felice di accettare consigli e suggerimenti. Ho pensato di utilizzare un personaggio del tutto inedito, Milo, e di ambientare le vicende durante gli avvenimenti narrati ne "Il Calice di Fuoco". Non ci sono assolutamente spoiler, anche perchè non ho ancora letto il sesto libro... :) Devo inoltre avvisarvi che ho pesantemente rivisto i primi capitoli, per correggere gli errori e renderli più coerenti con i successivi: anche se li avete già letti sarebbe meglio dare loro un'altra occhiata. Bene, ho detto tutto: buona lettura!
Genere: Commedia, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Pansy Parkinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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16.

In piedi davanti alla professoressa McGranitt, Milo si sentiva decisamente in imbarazzo. Era arrivato lì rassegnato a subire un bel predicozzo sul fatto che non si dovesse scorazzare per la scuola di notte, con conseguente punizione. Dentro aveva trovato la Parkinson che, come lui, se l'era presa assai comoda prima di rispondere alla convocazione.

L'insegnante, però, aveva decisamente equivocato la situazione dell'altra sera ed era convinta che in quella torre stessero facendo ben più che nascondersi da lei e da Gazza: rosso in viso ed incapace di sostenere lo sguardo dell'anziana professoressa, Milo guardava il soffitto nella speranza che quella tortura avesse termine il prima possibile. Qualunque punizione gli sarebbe parsa preferibile agli sproloqui della McGranitt, che parlava di comportamenti inqualificabili per degli studenti di Hogwarts, della necessità di resistere al richiamo dei propri sensi, del pericolo insito nel fare "certe cose" in maniera avventata e, soprattutto, prematura, data la loro giovane età.

Accanto a lui Pansy era impietrita: ad una prima occhiata appariva decisamente concentrata sul discorso in atto, ma una curva innaturale delle labbra faceva intuire un sorriso trattenuto a stento.

La situazione si protrasse per diverso tempo, senza giungere ad uno sbocco: evidentemente la McGranitt non si riteneva soddisfatta degli assensi accondiscendenti che i due ragazzi manifestavano di tanto in tanto in risposta alle sue parole. Alla fine Pansy non resse più e scoppiò in una fragorosa risata. Milo si sentì gelare il sangue nelle vene mentre il volto della professoressa si irrigidiva: le sue labbra si fecero più sottili mentre gli occhi parevano lanciare saette.

- Cosa c'è di tanto divertente, signorina Parkinson? – sbottò non appena la ragazza finì di ridere.

- Niente, niente professoressa, mi scusi – Pansy tentò di recuperare la situazione, ma ormai il danno era fatto.

- Pensate che sia tutto uno scherzo? Vi rendete conto della gravità del vostro comportamento? – disse in tono severo.

I due studenti annuirono in silenzio.

- Benedetti ragazzi, quanta pazienza che ci vuole – continuò lei sospirando – Che cosa dovrei fare ora, secondo voi? Posso fidarmi della vostra parola che cose simili non si ripeteranno più? –

Pansy sbuffò esasperata:

- Guardi professoressa che non stavamo mica facendo sess... ahi! –

Il gomito di Milo si conficcò dolorosamente nel fianco della ragazza:

- Pansy voleva dire che siamo veramente dispiaciuti per quello che è successo ieri, ma le assicuriamo che non stavamo facendo nulla di diverso da una piacevole chiacchierata tra amici... – disse con il tono più innocente del mondo, anche perchè era proprio la verità.

La McGranitt li fissò per alcuni lunghi istanti, aspettando che Pansy smettesse di borbottare per il colpo appena ricevuto, quindi parlò:

- Siete fortunati che lo stesso assurdo motivo che mi ha portato a non segnalarvi immediatamente al professor Piton questa notte mi impedisca ora di punirvi adeguatamente... ma sono sicura che sarete entusiasti di offrirvi come volontari per aiutare il signor Gazza ad ultimare i preparativi per l'accoglienza degli studenti di Beauxbatons e Durmstrang! –

- Volontari? Per certe cose ci sono gli elfi domestici, può pure scordarsi che io... ahi! – il gomito di Milo interruppe nuovamente Pansy.

- Grazie signor Ogilvie – la McGranitt gli fece un cenno di compiaciuto assenso, quindi si rivolse di nuovo alla ragazza:

- Signorina Parkinson, forse le sfugge il fatto che io posso obbligarvi a farlo. Ma così mi troverei costretta anche a spiegare al professor Piton le ragioni della vostra punizione... – aggiunse, incurvando leggermente le labbra in quello che doveva essere un sorriso ironico.

Pansy rimuginò per qualche secondo, poi si rese finalmente conto di non avere molta scelta:

- D'accordo, credo mi convenga offrirmi volontaria... – rispose cupa.

- Immagino di poter contare anche sul suo assenso, vero signor Ogilvie? –

- Naturalmente – rispose Milo, abbozzando un sorriso di circostanza.

- Molto bene: comunicherò le vostre candidature a chi di dovere. Potete andare. – concluse solenne.

 

 

- Dannata vecchiaccia! – Pansy era davvero furiosa.

Lei e Milo stavano mestamente tornando verso la sala comune di Serpeverde, ma evidentemente la ragazza non riusciva a rassegnarsi di essere stata messa in punizione dalla McGranitt.

- E' inconcepibile, é la responsabile dei Grifondoro ma ci ha praticamente ricattati! – continuò – Che razza di Grifondoro è allora se usa metodi da Serpeverde? –

Milo camminava in silenzio accanto a lei, ignorandola. La ragazza infine si fermò:

- Che c'è, perchè non mi parli? – gli chiese irritata.

Fece finta di nulla e continuò a camminare: dietro di lui Pansy emise uno sbuffo di rabbia e si fermò. Ma quando Milo era giunto quasi alla fine del corridoio sentì che la ragazza si era messa a correre: d'istinto cercò di accelerare il passo e di raggiungere la porta che dava sulle scale, ma non fece in tempo. Due braccia lo afferrarono da dietro all'altezza del collo mentre un paio di gambe gli si attorcigliavano in vita. Pansy gli era saltata sulla schiena!

- Non ti permetto di ignorarmi cosiiiiiiiiiiiii... – non riuscì a finire la frase: preso completamente di sorpresa, Milo barcollò qualche secondo, quindi cadde lungo supino, con la ragazza ancora aggrappata alla sua schiena.

- Ma sei completamente pazza, lasciami! – le urlò contro, non appena si riprese. Ma Pansy non aveva nessuna intenzione di mollare la presa e per tutta risposta cominciò a sfregargli le nocche dei pugni sulla testa.

- Ti ho detto che non puoi ignorarmi così! – gli ripeteva.

Milo cercò di divincolarsi, ma senza successo.

- Perchè sei arrabbiato con me? – insisteva lei.

- E me lo chiedi? Hai lasciato che Malfoy mi sbatacchiasse a suo piacimento senza muovere un dito! –

Lei sospirò e mollò la presa:

- Allora è solo per questo? Lo vedi che sei proprio un mocciosetto? –

Una volta libero, Milo poté finalmente voltarsi: Pansy si era seduta davanti a lui, le gambe incrociate mentre con le mani si riassettava la gonna: lo fissava con uno sguardo divertito e malizioso.

- Hai visto come si è arrabbiato il mio Dracuccio? – gli disse – Non avrei mai pensato che potesse reagire così. Ma se ci pensi se fossi intervenuta in tuo favore non avrei fatto altro che peggiorare la situazione, si sarebbe infuriato ancora di più! –

Da lungo disteso per terra, Milo si era alzato ed ora sedeva anche lui di fronte alla compagna, il cui ragionamento non sembrava – in effetti – fare una grinza: se Malfoy se l'era presa con lui perchè geloso (ma era mai possibile?), se Pansy avesse preso le sue difese si sarebbe arrabbiato ancora di più. Tuttavia questo non toglieva che lui si sentisse ancora profondamente offeso con lei per il suo comportamento.

La ragazza sembrò intuire i suoi pensieri: smise di sorridere, assumendo un'espressione vagamente imbronciata.

- Va bene, va bene: hai ragione. Avrei potuto fare qualcosa di più che starmene ferma a guardare... diciamo che ora ti devo un grosso favore... un favore che contraccambierò immediatamente! – concluse facendogli l'occhiolino.

Si alzò sulle ginocchia e cominciò ad avvicinarsi lentamente a Milo, camminando gattoni. Il ragazzo non sapeva cosa avesse in mente, ma si sentiva decisamente a disagio: non riuscì a profferire parola mentre il viso di Pansy si avvicinava lentamente al suo. Cominciò a sudare freddo mentre questa posava il mento sulle sue spalle, ma la ragazza si limitò a sussurrargli qualcosa all'orecchio.

- Credo ti interesserà sapere che stasera potrai trovare Dracuccio solo soletto nell'aula di Trasfigurazione... –

- Cosa? – Milo non riuscì a trattenere un'espressione stupefatta, mentre Pansy si staccava lentamente dalla sua spalla, tornando nella posizione originaria di fronte a lui. Lei gli sorrise:

- Voglio dire che se vorrai vendicarti di lui lo troverai dove ti ho detto, senza Tiger e Goyle a guardargli le spalle. Sai, il mio Dracuccio mi ha appuntamento lì per stasera, ma ho la sensazione che tarderò qualche minuto... –

Milo continuava a fissarla incredulo.

- Oh, insomma, non è tanto difficile da capire! – sbuffò dolcemente lei – Tu vorrai senz'altro vendicarti, no? Qualunque Serpeverde con un po' di sano orgoglio lo farebbe... –

- Si, naturalmente... – le rispose di rimando, quasi in automatico.

- E allora l'occasione giusta è stasera. Lo affronterai da solo, senza testimoni, così pareggerete i conti senza che nessun altro ne sappia nulla. Poi arriverò io a prendermi cura di lui... –

- Sei completamente pazza, lo sai? – disse lui, ormai rassegnato.

- Si, lo so. Ma rimarrà il nostro piccolo segreto... e vedi di non fargli troppo male, ci siamo capiti? –

- Non preoccuparti, farò solo in modo che abbia bisogno della tua devota assistenza per un paio di giorni... – la rassicurò.

- Grazie, sapevo che avremmo trovato un punto d'incontro soddisfacente per entrambi – cinguettò lei, afferrandogli la mano destra e stringendogliela con forza.

In breve il risentimento provato svanì e Milo si trovò a pensare che Pansy era una tipa decisamente interessante, sebbene del tutto fuori di testa.

- AH! DI NUOVO! –

Un grido strozzato distolse entrambi dai propri pensieri: si voltarono verso il corridoio e video la McGranitt che, uscita dal suo ufficio, si era fermata, impietrita, con lo sguardo severo puntato su loro due.

Pansy gli strinse forte la mano e urlò – Via, prima che ci appioppi un'altra punizione – ed entrambi corsero a perdifiato in direzione opposta, ridendo come matti al pensiero di aver causato un altro mezzo infarto all'anziana insegnante...

 

 

Quella sera Draco Malfoy non si vide al dormitorio dei Serpeverde e lo stesso accadde i due giorni successivi. Tiger e Goyle dicevano in giro che si era preso una forma particolarmente virulenta di raffreddore e che si trovava in cura da madama Chips, amorevolmente assistito da Pansy. Ma tutti quelli che si trovavano a passare per l'infermeria riferivano che il raffreddore doveva essere alquanto strano, visto che il naso di Malfoy pareva essere cresciuto almeno tre volte in volume, e che il poveretto continuava a starnutire ed imprecare.

Negli stessi giorni Ogilvie fu visto aggirarsi per la scuola con un'espressione stranamente soddisfatta sul volto...

 

   
 
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