Capitolo due – Villa
Conchiglia
-Dobbiamo Smaterializzarci.-
Ron aiutò Hermione a
sollevarsi: la colse un giramento di testa, ma subito dopo le immagini
divennero improvvisamente chiare. I confini lo diventarono, per lo meno, perché
riguardo al significato di ciò che vedeva aveva diversi dubbi. Bellatrix a
terra, Ron ed Harry liberi, Luna… da dov’era spuntata Luna? E Draco accanto a
loro… con loro?
Doveva essere così, perché
sentì una mano fredda afferrare la sua e voltandosi incrociò due occhi grigi,
familiari e allo stesso tempo sconosciuti: non erano mai stati così... uno
strappo violento la districò da quei pensieri e subito si trovò scaraventata
nell’universo familiare e confuso della smaterializzazione. Tutto girava,
troppo rapidamente, e si sentiva così debole… sentì l’impulso di chiudere gli
occhi, lasciarsi trasportare, ma in un istante tutto fu finito. Era sempre
atterrata con grazia dopo una materializzazione, ma le gambe non resistettero
all’impatto e si trovò immersa in un mare d’erba.
-Hermione… come ti senti?-
Ron, preoccupato, le fu subito accanto. La aiutò a mettersi a sedere,
sostenendola, e la strinse a sé. Lei si lasciò abbracciare, confortata da quel
contatto così familiare.
Era viva. Erano vivi, ed
erano salvi… per il momento.
Da sopra la spalla di Ron,
mentre il rosso le accarezzava i ricci castani, Hermione incontrò ancora quegli
occhi grigi –Draco…- mormorò –Cosa… cos’è successo?-
-Oh, giusto.- sorrise Ron
contro la sua spalla, sollevato che riuscisse a parlare, prima di separarsi dal
suo abbraccio pur continuando a sostenerla –Ci ha liberati.- il suo tono era
ancora sbalordito e si voltò verso il biondo –Non capisco perché… ma hai
salvato la vita di Hermione, questo mi basta per ora.-
-E la tua, la mia e quella
di Harry.- fece notare Luna con il suo tipico sorriso.
-Si… infatti, certo.-
borbottò Ron mente le sue orecchie si facevano rosse.
-Ti rendi conto di quello
che hai fatto?- domandò Harry d’improvviso, gli occhi fissi sullo storico
rivale –Di quello che hai… che rischi, ora?-
Sul volto pallido di Draco
si dipinse un sorriso amaro –No, Potter, non lo so. Vuoi spiegarmelo tu? Vuoi
spiegarmi tu quello che succede hai traditori? Ne ho visti mille di traditori
puniti, Potter. Io ci vivevo lì.-
Il vento sibilava tra gli
alberi, il sole bruciava sulle loro teste. Erano sulla ria del mare, le onde
sciabordavano sugli scogli e il silenzio divenne immediatamente troppo pesante.
Fortunatamente potevano contare su Luna –Ma dov’è che siamo, è un bellissimo
posto.- commentò guardandosi attorno, come se fossero lì per un pic-nic.
-Villa Conchiglia.- spiegò
Ron, alzandosi in piedi e affrettandosi ad aiutare Hermione a fare lo stesso
–Casa di Bill e Fleur… Hermione, forse dovrei portarti in braccio.- commentò,
preoccupato, quando la riccia si lasciò sfuggire un gemito.
-No.- mormorò Hermione,
chiudendo un attimo gli occhi per ritrovare l’equilibrio –No, sto bene, ho
bisogno… di bere.-
-Andiamo.- annuì Ron con un
sorriso, passandole un braccio attorno alla vita e tenendola in piedi. Gli
altri tre li seguirono e in breve arrivarono davanti alla porta di Villa
Conchiglia.
Assurdo. Suonare il campanello,
aspettare. Cos’avrebbero fatto, dopo? Quando la porta si sarebbe aperta,
cos’avrebbero detto? Avrebbero salutato? Come se tutto fosse normale, mentre
niente lo era.
Sentiva ancora il dolore
scuoterle le ossa. Erano sfuggiti ai Mangiamorte. Tornavano dopo mesi tra
persone familiari. Rischiavano la vita ogni giorno e ora si presentavano così,
suonando il campanello… si sentì scuotere dalle risate che cercava di
trattenere, ma non dovette farlo per molto: si sentiva davvero troppo pesante e
le ginocchia non la ressero un istante di più.
Draco scattò in avanti e la
sostenne dal lato opposto a quello di Ron. Si fece passare il braccio di
Hermione attorno alle spalle e lei alzò lo sguardo, incontrando i suoi occhi. Ancora.
-Mi dispiace per… questo,
Granger.- commentò sottovoce, e in quel momento la porta si aprì.
-Che diavolo… Mangiamorte!
Allontanati da lei, subito!- gridò Bill estraendo la bacchetta e puntandola
verso Draco –Allontanati, ho detto!-
La mascella di Draco si
serrò, ma non disse nulla e si allontanò da Hermione.
-Stai indietro, butta a
terra la bacchetta e…-
-Lui mi ha salvata.- riuscì
a mormorare la ragazza, poggiandosi a Ron per stare dritta.
-Lui è il figlio di Lucius
Malfoy.- protestò Bill, confuso.
-Ci ha liberati e ha…
salvato Hermione.- intervenne Ron in difesa di Draco.
Ron in difesa di Draco: se non fosse stato che
Bill teneva ancora la bacchetta puntata verso il Serpeverde, Hermione sarebbe
scoppiata a ridere per l’assurdità di quella situazione.
-Come potete essere certi
che non sia una trappola?- domandò Bill, incerto.
Era ovvio che lo fosse. Lui
non c’era, non aveva visto gli occhi di Draco mentre attaccava Bellatrix,
mentre tradiva la sua famiglia e il Signore Oscuro… Hermione si, però: lei
aveva visto la luce brillare in quelle iridi grigie per la prima volta dopo 7
anni. Lei sapeva che Draco era sincero.
-Non lo è.- riuscì a
sussurrare, ma la sua gola era troppo secca e non uscì altro che un roco
mugolio –Ho bisogno… acqua…- sospirò, e le palpebre si chiusero, troppo pesanti
perché potesse resistere ancora. Un istante e tutto si fece buio.
-Potete incarcerarmi, se in
questo posto avete una cella, ma non lo
vedete che sta male?- esplose Draco, furente: cosa volevano fare,
aspettare che la mezzosangue morisse prima di decidersi a farla stendere su un
maledetto letto e darle un maledetto bicchiere d’acqua?
-Entrate.- cedette Bill alla
vista dello sguardo del Serpeverde e di Ron: se non li avesse fatti passare,
probabilmente i due avrebbero dimenticato la loro rivalità per Schiantarlo in
contemporanea –Fleur! Una bacinella d’acqua calda e la boccetta della pozione
curativa di tua madre! E manda un Patronus a mia madre, Ron e gli altri sono
qui!- gridò, mentre i cinque ragazzi entravano nell’ingresso di Villa
Conchiglia –Portala di sopra, Ron. Draco… tu resta qui. Finché sei qui voglio
tenerti d’occhio.-
Draco stava per seguire di
sopra Ron ed Hermione, ma uno sguardo alla giovane Grifondoro lo convinse a
cedere: non voleva ritardare le cure di cui aveva bisogno, non poteva
sopportare ancora quell’espressione di dolore sul suo viso privo di sensi. Non
poteva sopportare di sapere che il suo dolore, in qualche modo, era colpa sua.
-Non mi muovo, Weasley.-
sibilò, estraendo la bacchetta –Vuoi che ti consegni questa, suppongo.-
aggiunse, porgendola a Bill mentre Fleur sfrecciava verso il piano di sopra. Il
rosso, sbalordito, afferrò la bacchetta e se la mise in tasca –Bene, Malfoy.-
commentò, e salì le scale rapidamente dopo aver raccomandato a Harry e Luna di
controllarlo.
-Non ho intenzione di
scappare, Potter.- sibilò Draco –Non avete esattamente dovuto trascinarmi qui,
in caso non l’avessi notato.-
Harry gli rivolse
un’occhiataccia, e senza dargli risposta lanciò un’occhiata alle scale.
Draco incrociò le braccia al
petto e si poggiò alla parete, senza poter evitare di rivolgere lo sguardo alle
scale oltre cui era scomparsa Hermione, preoccupato.
Preoccupato per Hermione
Granger.
Nota di Jane:
Un capitolo un po’ di
transizione, spero che non vi annoi troppo ma era necessario xD
Questo capitolo è dedicato a
Dreamgirl91!!!
Un bacio a tutti,
Jane!!!