LE PORTE DI PARIGI
Sui
letti sfatti di Parigi, qui un filo di follia
si
annoda col delirio.
C'è
tanta confusione in casa. Oseresti dire che non c'è pace.
Poche
volte ti sei pentita di una tua decisione, sei troppo orgogliosa e
sicura di te per farlo. Ecco, questa decisione in particolare ti fa
mettere le dita nei capelli argentei come mai prima d'oggi.
Segui
con gli occhi la traversata disperata di quei piccoli indiani adorni
da cappellini rossi, in perfetto stile natalizio. I loro giovani
piedi scalzi si muovono veloci sul pavimento, facendo rimbombare il
pavimento.
Il
rumore del mare mosso non si sente. D'altronde, che ci vuoi fare?
Dentro casa hai un uragano.
In
piedi davanti alla porta, osservi i piccoli guerrieri con un misto
d'apprensione e dolcezza.
James
tira i capelli a Dominique.
Vorresti
andare lì e proteggere la tua secondogenita da quello scalmanato di
James, ma sai che ci penserà la stessa Dominique, a vendicarsi. Lei
assomiglia tanto al suo papà.
Sospiri,
esausta; e mentre pensi che mai e poi mai ospiterai i tuoi ormai
numerosi parenti da te, e mente pensi a tutti quei letti da sistemare
e non vedi l'ora che la Primavera arrivi, Bill ti cinge la vita.
«Sei
stanca?» ti chiede. Anche senza guardarlo, puoi chiaramente capire
che sul suo volto segnato dalle cicatrici ha stampato un bel sorriso
allegro.
«Un
poco» rispondi. «Soprattutto i figli di Arrì. Sono troppo
asgitati».
Bill
segue il tuo sguardo. Scoppia in una sonora risata e, a sorpresa, ti
infila un cappellino da Babbo Natale in testa.
«Dai,
Fleur. Non trovi che tutto questo sia la cosa più bella che ci sia
mai capitata?».
E'
ormai calata la notte. Il giorno dei balocchi, nei nuovi regali, dei
pasticci di carne e dei piatti cucinati in casa è svolto ormai al
termine. Con ancora indosso quel ridicolo cappellino- che amorevolmente
ti hanno impedito di togliere, rassetti le
stanze che quei piccoli cowboy hanno trasformato in campo da
battaglia.
Mentre
tiri le lenzuola, pensando che ci vorrebbe un elfo domestico a darti
una mano, vedi un fogliettino svolazzare e cadere sul pavimento.
Ti
chini. Lo leggi.
Ci
dispiace esserci comportami come dei Barbari.
Ti
vogliamo tanto bene, zia Fleur.
I
tuoi nipotini.
Ti porti una mano davanti alla bocca. Qualche
lacrima
calda riga le tue guance.
Sorridi.
In fin dei conti, la famiglia che si era scelta era davvero
una delle cose più belle che le fosse mai capitata.
Note: Bonjour! Ah, sono felice. Tutta questa atmosfera natalizia mi
rende felice. Il che, ve lo confesso, è strano: solo qualche giorno fa
i miei amici mi hanno soprannominata Grinch, tanto ero bendisposta nei
confronti del Natale. Oh, beh. Le cose cambiano, per fortuna **
Questo capitolo, poi, mi mette di buon uomore. Ricordo che quando finii
di scriverlo, avevo un enorme sorriso stampato in faccia.
Fleur è uno dei personaggi che più mi piace, e inserirla in un contesto
simile, alle prese con il suo primo Natale a Villa Conchiglia, mi
sembrava una cosa carinissima, da parte sua.
Spero che vi sia piaciuta! Fatemi sapere cosa ne pensate ^^
Intanto, un grazie a tutti quelli che recensiscono e che seguono questa raccolta in qualsiasi altro modo (L)
Con affetto, Minnie