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Autore: kia_85    09/12/2010    3 recensioni
"Anche se si sforza di essere sempre spensierato, lo so che non è più lo stesso.
Da quando mamma non c’è più, ha uno sguardo spento, quasi assente.
Gli zii mi ripetono continuamente che se non ci fossi stata io, probabilmente avrebbe finito con il commettere una stupidaggine.
Invece la mia presenza lo ha fatto riprendere.
Vive solo per me adesso."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Li Shan In, Ryo Saeba/Hunter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Clinica privata Soukure – Tokyo
Ore 23.30
Kaori
Sono seduta davanti a Doc con le mani appoggiate sul grembo e gli occhi bassi.
Siamo in questa posizione da qualche minuto, precisamente da quando Ryo ci ha lasciati soli nella stanza.
Ho voluto io così.
Non c’è una ragione ben precisa, ma so che in un certo senso non sono ancora me stessa.
È una sensazione strana, difficile da spiegare.
È per questo che volevo parlarne con qualcuno che fosse estraneo ai fatti.
Però ora mi rendo conto che non so quali parole usare.
Come introdurre il discorso.
Mi inizio a torturare le mani, mangiandomi le unghie.
Sento Doc sogghignare e appoggiarsi più comodamente allo schienale della poltrona.
“Assomiglia molto alla moglie di Ryo, lo sa?!”
Gli sono grata per aver parlato.
Se aspettava me, faceva giorno.
“Già… lo so…”
Mi guarda incuriosito dalla mia risposta, ma non si scompone.
Ho sempre adorato questo lato del suo carattere.
Riservato e pacato.
“Allora? In cosa posso aiutarla?! Come mai Ryo vuole che le faccia un check-up completo?!”
Sospiro.
È arrivato il momento delle spiegazioni.
“Beh ecco… tre anni fa ho avuto un incidente molto brutto, dopo il quale ho perso la memoria. Da allora il mio passato è stato una sorta di buco nero. Da qualche giorno però ho iniziato ad avere dei flash, ma sono solo piccoli sprazzi di una vita che mi sembra distante anni luce da ora. Ryo è preoccupato che io gli nasconda qualcosa che non va, così mi ha chiesto di fare tutte le analisi possibili per accertarsi che io stia bene…”
Ho omesso la mia vera identità, perché non voglio shockarlo.
Magari lo capirà da solo chi sono.
Infondo mi conosce come le sue tasche.
Certo mi ha salvato la vita molte meno volte rispetto a Ryo, ma devo ammettere di avergli dato anche io un gran bel da fare.
Si alza dalla scrivania e porgendomi la mano, sorride.
“Bene madamigella, da questa parte”
Usciamo da una porta laterale al suo studio ed entriamo in una specie di ambulatorio.
Lo riconosco immediatamente.
Sono venuta spesso in questa stanza per farmi medicare ferite superficiali o per Ryo.
Mi dirigo senza che mi dica nulla verso la porta a soffietto e inizio a spogliarmi, rivestendomi con una camicia di quelle monouso da ospedale.
Quando riappaio, il Doc mi guarda sbalordito.
“Sei già venuta qui?!”
Arrossisco e mi posiziono sul lettino, tremando al contatto con la superficie fredda.
Lui non fa volutamente caso al fatto che non ho risposto e inizia con un prelievo del sangue.
Poi passa ad una Tac, una RX toracica, un elettrocardiogramma e un encefalogramma.
Non contento, prosegue tastandomi i muscoli e le ossa per controllare che non ci siano ipotetiche fratture.
Devo dire che è davvero un uomo molto scrupoloso nel suo lavoro.
Non tralascia mai niente.
Appena nota la cicatrice sulla spalla destra, sbianca.
Si riporta davanti a me e mi fissa bene negli occhi.
Io reggo il suo sguardo solo qualche secondo, poi mi sposto verso il tavolino con gli attrezzi.
Lui mi sposta con la mano il mento per tornare a guardarlo.
“Kaori, sei tu?!”
Annuisco, con le lacrime ormai libere sul viso.
Il Doc si limita a sorridere e ad abbracciarmi.
“Lo sapevo che Ryo non avrebbe mai amato nessun’altra…”
Poi illuminandosi, si stacca leggermente.
“Ma come hai fatto a…”
Si blocca imbarazzato.
Io sorrido e continuo per lui.
“…sopravvivere?!”
Annuisce in silenzio.
“E’ una lunga storia. Te la racconto a patto che tu mi faccia un piccolo favore…”
E con sguardo birichino mi avvicino al suo orecchio e gli sussurro la mia richiesta.
Lui ascolta e sorride.
Si allontana da me quanto basta per guardarmi negli occhi.
“Ok, affare fatto”
E mi stringe la mano.

2 ottobre
Clinica privata Soukure – Tokyo
Ore 1.30
Ryo
Sento qualcuno che mi percuote e cerco di farlo smettere.
Il sogno che sto facendo è bellissimo e non voglio interromperlo.
È così reale.
Kaori è tornata da me, non sono più solo.
Ora possiamo essere felici, non voglio svegliarmi.
Ma ormai è troppo tardi.
L’immagine di mia moglie che mi sta baciando, svanisce in un secondo.
E io mi ritrovo seduto su una sedia, con gli occhi mezzi aperti, che cerco di ricordarmi dove sono.
Con uno sforzo immane apro definitivamente gli occhi e vedo Doc davanti a me.
Ah già… ero venuto qui per far fare delle analisi a…
KAORI!
Oddio allora non era un sogno.
Lei è tornata da me!
Mi sveglio in un secondo.
“Dove è Kaori?!”
Doc sorride soddisfatto.
“E’ di là, si sta cambiando. Stai tranquillo”
Sospiro e mi siedo.
Il cuore ha accelerato i suoi battiti all’improvviso.
Ho bisogno di rilassarmi un attimo.
Il mio caro amico si siede accanto a me e mi mette una mano sulla spalla.
“Gran brutta storia eh?!”
Annuisco.
Per lo meno adesso è finita.
“Allora Doc?! Queste analisi?!”
La mia voce non nasconde una certa nota di apprensione.
Lui mi porge varie buste e sorride.
“E’ tutto perfetto. È sana come un pesce”
Sospiro e mi passo una mano tra i capelli esausto.
Non avrei mai potuto chiedere di meglio.
“Però…”
Ecco lo sapevo che era troppo bello per essere vero…
“Però?!”
Lo chiedo totalmente allarmato.
“Riguarda i suoi ricordi...”
Sospira. Non sembra una buona notizia.
“Non è detto che riesca a recuperarli tutti… sicuramente vivere con te e Shan In sotto le spoglie di Miyuki Takashi l’ha confusa ulteriormente. Se prima aveva i ricordi falsi di Miyuki, ora probabilmente le si sovrapporranno a quelli veri di Kaori. E sarà un bel casino…”
Mi appoggio allo schienale della sedia esausto.
“Che consigli di fare?!”
Sospira.
“Per ora limitiamoci a farla stare in mezzo alle vostre cose e a farle riprendere il corso della sua vita come era prima… poi il resto verrà da sé. L’importante è che tu le stia vicino e l’aiuti a ricordare dove lei non riesce. Ci vorrà tempo e pazienza. Se poi Kaori accetterà, potrei consigliarle uno psicologo che possa aiutarla ulteriormente… ma la maggior parte del lavoro dovrà farlo la sua voglia di ricordare…”
Annuisco.
Sto per dire qualcosa, ma vengo attirato dai passi di qualcuno alla mia sinistra.
Mi giro per capire chi è, quando improvvisamente la vedo.
Kaori.
Con i capelli corti come ce li aveva quando ci siamo conosciuti.
Tornati al suo colore naturale.
Mi alzo di scatto e la raggiungo in due falcate.
Appena siamo a pochi centimetri di distanza, mi perdo nei suoi occhi.
Sono di nuovo di quel nocciola penetrante.
Potrei perdermici dentro.
Annullo lo spazio tra noi e l’abbraccio, sollevandola da terra.
Le lacrime che mi bagnano il viso.
Ora sono davvero felice.
“Bentornata amore mio”
È solo un sussurro.
Qualcosa che può sentire solo lei.
La sento stringere la presa intorno al mio collo e le sue lacrime si mischiano alle mie.
Rimaniamo così, sotto gli occhi felici di Doc.
Manca solo l’ultimo pezzo del puzzle e la nostra famiglia può finalmente definirsi riunita.
Ci allontaniamo leggermente l’uno dall’altro.
Sorridendoci complici.
Ci diamo un bacio a fior di labbra e intrecciamo le dita delle nostre mani.
Mi giro verso il Doc e lo saluto.
È arrivato il momento di andare a prendere Shan In.
“Grazie di tutto. Ci sentiamo nei prossimi giorni”
E corriamo via ridendo.
Con una vita davanti ancora da scoprire.
Ci è stata data una seconda possibilità e non voglio sprecarne nemmeno un minuto.

Cat’s Eye – Tokyo
Ore 2
Shan In
Non riesco a tenere le palpebre aperte.
Ho un sonno che mi sta divorando piano piano.
Ma non posso cedere.
Non adesso.
Papà mi ha promesso che avrebbe riportato Miyuki da noi.
Ad ogni costo.
E so che ci riuscirà.
Non può fallire.
Zia Miki e zio Falco mi hanno ripetuto centinaia di volte che posso andare a dormire nel letto al piano di sopra.
Che quando papà arriverà, sarò subito avvertita.
Ma non ce la faccio.
Voglio essere qui.
Voglio che noti la mia determinazione.
Forse è un punto in comune che ho preso sia da papà che da mamma.
Per quanto so, anche lei era parecchio testarda quando ci si metteva.
Improvvisamente sento il rumore di un motore a me familiare.
Scendo dallo sgabello dove sono seduta e mi avvicino alla vetrata.
La Mini rossa di papà ha appena parcheggiato davanti al locale.
Sorrido felice.
Vedo una sagoma seduta accanto a lui.
Non riesco a distinguerla al buio, ma è sicuramente una donna.
Mi allontano un po’ dal vetro, in modo da essere di fronte alla porta, quando questa verrà aperta.
Non sto più nella pelle.
Papà fa il suo ingresso con un sorriso trionfale.
Mi tuffo tra le sue braccia e lo abbraccio.
“Bentornato papà, allora?! Miyuki l’hai trovata?! Dove è?!”
Non vedo nessuno alle sue spalle e questo mi allarma.
Lui mi appoggia a terra e mi accarezza la testa, inginocchiandosi alla mia altezza.
“Piccola mia, Miyuki non è potuta venire… mi dispiace”
Ha ancora il sorriso sulle labbra, mentre io vorrei solo morire.
Qui, all’istante.
Perché mi fa questo!? Non è nemmeno minimamente dispiaciuto per l’accaduto.
Abbasso gli occhi annientata.
Non ci sono parole per dire come mi sento.
Faccio quasi fatica a sentire quello che papà dice dopo.
“Però ho portato qualcuno di meglio…”
E mi fa l’occhiolino.
Io alzo lo sguardo sulla porta solo per curiosità che per altro.
Voglio proprio vedere cosa si è inventato.
Appena la donna che era con lui in macchina fa la sua comparsa, apro la bocca dalla meraviglia.
Mamma.
È lei.
Non ci sono dubbi.
È proprio lei.
È identica alla foto.
Guardo papà per cercare una conferma.
Lui sorride e annuisce.
Io torno a osservare la donna che ho davanti a me.
Non ci sono dubbi.
Il suo profumo, il suo sorriso.
È lei.
Le corro incontro e l’abbraccio di slancio.
Ho le lacrime agli occhi e non mi vergogno minimamente di iniziare a singhiozzare.
Lei si abbassa alla mia altezza e mi prende in braccio.
Mi culla nella sua stretta dolcemente e io non riesco a trattenermi.
Le lacrime escono ancora più copiose di prima.
“ssh… piccola, stai tranquilla… sono qui… non vi lascerò mai più”
Questa voce… io la conosco.
Mi scosto leggermente da lei.
“ma sei Miyuki”
Sorride.
Non ci capisco più nulla.
Sta per farmi scendere per spiegarmi meglio, ma accentuo la presa.
Non voglio più lasciarla.
Mai più.
La vedo sorridere e capendo i miei pensieri mi sistema meglio sulle sue braccia.
“non vado da nessuna parte Shan In. Stai tranquilla. Da ora in poi staremo sempre insieme”
Si avvicina al banco e con mano tremante, abbraccia la zia Miki.
Anche lei è ricoperta di lacrime.
Lo zio Falco è sicuramente meno emotivo di noi, ma si vede che è provato anche lui per questa splendida notizia.
Papà è rimasto in disparte, facendo godere a pieno questo momento alla mamma.
Non sembra né arrabbiato, né geloso.
Anzi, credo di non averlo mai visto tanto felice in vita mia.
Dopo i baci e gli abbracci per essersi ritrovati, ci sediamo ad un tavolo e mamma e papà ci spiegano cosa è successo.
Perché mamma si facesse chiamare Miyuki e tutta la storia fino ad ora.
Sembra tutto così incredibile, che involontariamente mi ritrovo a stringere possessivamente la mano di tutte e due i miei genitori.
Loro ricambiano la stretta e mi cullano nel loro abbraccio.
Per la prima volta dopo la mia nascita, posso affermare di essere davvero felice.
L’importante è la mia famiglia.
I miei genitori che finalmente sono di nuovo qui.
Tutti e due.
Per me.
E non potrei desiderare altro.
O forse sì?!
Magari un fratellino o una sorellina.
Ma ora non è il momento.
Ci vorrà un po’ di tempo, ma sono sicura che tutto adesso andrà per il meglio.
Certo l’unica nota stonata è la memoria della mamma.
Si ricorda ancora poco del suo passato, ma non importa.
Basta averla qui.
Accanto a noi.
Il resto non conta.
Dopo aver parlato e spiegato tutto, salutiamo gli zii e ci incamminiamo verso casa, con la promessa di passare il giorno dopo per parlare un po’.
Mentre papà guida, io sono seduta tra le gambe di mamma.
Ed è una sensazione bellissima.
Il calore del suo corpo che mi avvolge completamente.
Appena arriviamo nel nostro appartamento, vedo un leggero rossore dipingersi sulle gote della mamma.
Papà non è da meno e io non capisco tutto questo imbarazzo.
Questa sera però voglio decidere tutto io.
Me lo devono.
Li prendo per mano e sorrido.
“Stasera si dorme tutti e tre nel lettone e non voglio obbiezioni”
Li vedo rilassarsi e abbracciarmi di slancio.
“Ai tuoi ordini, piccola” dicono all’unisono e così, ci immergiamo sotto le coperte, accoccolandoci uno vicino all’altro.
Io nel mezzo, con le braccia di mamma e papà a proteggermi e mi addormento in un secondo, cullata dal loro amore.
Sento le loro mani cercarsi e trovarsi sopra le lenzuola.
E anche loro cedono presto al sonno.
Tutto il resto è mistero…
Però una cosa è certa:
Il futuro adesso è davvero nelle nostre mani.
-FINE-



Nota dell’Autrice:
Questo è senza dubbio un esperimento un po’ strano che ho voluto mettere nero su bianco.
Pensavo a questa storia già da tempo e finalmente sono riuscita a darle un senso.
Lo so, il caso della stilista l’ho risolto molto velocemente, senza troppi intoppi…
come le reazioni di Mick, Miki e Umi che non ho approfondito...
Ma c’è un motivo di fondo.
Volevo dare più che altro spazio ai sentimenti dei personaggi, approfondendo soprattutto quelli di Ryo e Shan In.
Spero di esserci riuscita.
Anche la fine “aperta” è totalmente voluta.
Pensavo che una totale ricomparsa dei ricordi da parte di Kaori sarebbe stata troppo ovvia e soprattutto irreale.
Ma vedere dagli occhi di una bambina di appena 6 anni, che la felicità si può raggiungere anche con la sola vicinanza dei propri genitori, mi sembrava più azzeccato.
Infondo a mio parere, la vera felicità si raggiunge con piccole cose, gesti, attenzioni e amore.
Quindi mi è sembrato più opportuno finire questa piccola storia con il ricongiungersi di una famiglia che è stata separata dal destino, ma che grazie a un po’ di fortuna si è ritrovata.
“Il resto è mistero”, come dice sapientemente Shan In.
A voi, mie care lettrici, il compito di decidere cosa succederà dopo.
Perché alla fantasia non si può porre fine!
Spero di non avervi annoiato.
Baciottoli e alla prossima ;)
   
 
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