Credits: La canzone citata all'inizio della flashfic è ‘I'd lie', di taylor Swift. Non è obbligatorio ascoltarla mentre si legge - come per la storia precedente, del resto - ma per chi volesse la può trovare QUI. :3

002. Intermezzo

Just her imagination

"He sees everything in black and white,
never let nobody see him cry,
I don't let nobody see me wishing he was mine.

I could tell you his favorite color's green,
he loves to argue, born on the seventeenth.
His sister's beautiful, he has his father's eyes
and if you ask me if I love him, I'd lie."

"Lui vede tutto in bianco e nero,
non lascia che nessuno lo veda piangere,
io non permetto a nessuno di vedermi desiderare che fosse mio.

Potrei dirvi che il suo colore preferito è il verde,
che ama discutere, che è nato il diciassette.
Che sua sorella è bella, che ha gli occhi di suo padre
E se mi chiedeste se lo amo, mentirei."

(‘I'd lie', Taylor Swift)

"E dimmi, Haruhi, la sorella di Kyouya-kun è davvero così bella come è in foto?"

"Mah, non saprei, papà; non l'ho mai vista in fotografia. È molto bella, comunque, sì."

"Oh, sicuramente è una donna affascinante; deve essere una cosa di famiglia. Chissà com'è il padre... Gli somiglia, Haruhi?"

"Abbastanza," rispose lei dopo averci riflettuto un attimo. "Hanno gli stessi lineamenti, più o meno; il taglio degli occhi è identico."

"Oooh, è davvero un bell'uomo, allora! Credi che mi troverebbe interessante, Haruhi?"

"È sposato. Dubito potrebbe esserlo." Rispose, bevendo un sorso dal suo bicchiere per soffocare un sospiro sul nascere.

Da quando era tornata a casa suo padre non faceva che chiedere della casa di Kyouya e sulla sua famiglia, dopo che, insieme al resto dell'Host Club, vi aveva passato la giornata. Senza invito, ovviamente: Tamaki si era limitato a recuperarli tutti dalle loro abitazioni e a presentarsi senza troppi problemi a casa dell'amico sulla scia di un entusiasta "È la domenica della Golden Week! Cosa c'è di meglio di un barbecue per viverla proprio come fanno i plebei che non hanno abbastanza soldi per un viaggio?" Si era aspettata che Kyouya sbattesse loro l'uscio in faccia senza nemmeno degnarsi di rispondere, invece aveva sospirato rassegnato e li aveva fatti entrare in casa sua; probabilmente si era aspettato qualcosa del genere da Tamaki. Non era nemmeno stata male come giornata, nonostante avesse dovuto rinunciare ad un intero pomeriggio di studio e alle offerte del supermercato del quartiere. Certo, Hikaru e Kaoru avevano quasi dato fuoco ad una parte del giardino, Honey aveva rincorso tutto contento un gatto capitato lì per caso, Tamaki si era depresso più volte per le prese in giro dei gemelli e Fuyumi l'aveva praticamente sequestrata per porle domande assurde sulla vita dei plebei, ma alla fin fine era riuscita a divertirsi.

Peccato che, una volta a casa, avesse trovato suo padre ad attenderla, affamato di notizie sulla famiglia Ootori. Aveva persino preso la serata libera dal bar per poter porle domande su domande indisturbato mentre le impressioni erano ancora fresche.

"... Ed è un gran peccato, lascia che te lo dica." Stava intanto continuando Ranka, con veemenza. "In quella famiglia hanno la classe nel sangue; basta guardare Kyouya-kun: è un perfetto gentiluomo, così garbato..."

‘La prova che il diavolo non si presenta alle sue vittime mostrando corna e forcone.' Pensò Haruhi.

"... Sarei proprio felice di avere un genero come lui, un giorno. Tu che ne pensi, Haruhi?"

"Assolutamente impossibile." Rispose. Suo padre sbuffò, contrito, per poi riprendere il suo monologo su quanto la famiglia Ootori fosse splendida. Haruhi tirò un sospiro di sollievo dentro di sé, lieta che suo padre non avesse colto l'attimo di esitazione che aveva preceduto la sua risposta.

Non che ci fosse niente da capire, fosse chiaro. Era evidentemente tutto frutto della sua immaginazione che, nell'ultimo periodo, si era fatta piuttosto fervida.

Dopotutto, come altro si sarebbe potuto spiegare quella strana sensazione che aveva ogni volta che si parlava del senpai? Le prendeva forte lo stomaco, tanto che all'inizio aveva pensato a crampi da fame ma, notando che nemmeno un intero sacchetto di nikuman era riuscita a saziarla, aveva capito che quello non poteva essere.

Oppure i particolari che, senza nemmeno rendersene conto, aveva scoperto di sapere su di lui. L'aveva notato qualche giorno prima, quando una ragazza della sua classe, innamorata di Kyouya, le aveva chiesto informazioni su di lui: sapeva che il suo colore preferito, contrariamente al pensiero comune, era il viola, non il blu scuro; che aveva un neo vicino alla scapola destra (ricordo, questo, della loro avventura al mare); che era destro, ma volendo poteva tranquillamente scrivere con la sinistra; che odiava il succo di mirtillo; che non metteva le lenti a contatto perché gli occhiali gli davano un'aria più cool; e tanti, troppi altri dettagli che solo un attento osservatore avrebbe potuto cogliere.

O, ancora, il fatto che senza volerlo cercasse ogni possibile scusa per passare del tempo con lui. Ovviamente, dal momento stesso in cui se n'era resa conto, aveva tentato in tutti i modi di evitarlo come la peste. Altrettanto ovviamente, poi, non c'era riuscita; pareva anzi trovarsi sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato (o giusto, a seconda dei punti di vista).

Quando aveva introdotto l'argomento con Mei - prendendolo alla larga - questa aveva risposto che una ragazza che si comportasse così era indubbiamente innamorata. Era trasalita interiormente: innamorata. Di Kyouya. Lei.  Assurdo.

Era solo la sua immaginazione.

Annuì convinta, sotto lo sguardo stranito di Ranka, quindi si stiracchiò e si congedò per andare a dormire.

Sì, era solo la sua immaginazione; qualunque cosa l'avesse stimolata sarebbe scomparsa da sola, bastava non darvi peso.

Ignorò quella vocina nella sua testa che, prima che cedesse definitivamente al sonno, le fece notare sottovoce che mentire a se stessi era l'ultima spiaggia che precede la resa.

Note dell'autrice: I nikuman sono una specie di grande raviolo  di forma sferica schiacciata, imbottito di solito con carne di maiale e cotto al vapore. In Giappone viene venduto sia nei banchetti di strada, preparato sul momento, sia preconfezionato nei supermercati (trovabile anche fuori dal Giappone). Il ripieno classico può essere sostituito da altri tipici della cucina internazionale (al gusto di curry o pizza). (fonte: Wikipedia) (Confesso: ho sempre desiderato assaggiarne uno, per questo li ho rifilati anche ad Haruhi XD)

Ecco a voi la seconda storia della raccolta. Se devo essere totalmente sincera mi convince ben poco, ma vabbé facciamo finta di nulla: in fondo, dovessi pubblicare solo quello che mi convince davvero, il mio account sarebbe praticamente vuoto. XD Quindi prendetela per quello che è: una storia nata dalla voglia di utilizzare la canzone di cui sopra per una KyoHaru. Tutto qui. :3