Capitolo 2: Vita da star.
Quando i tre
ragazzi giunsero a casa, entrarono dal cancello con facce notevolmente
abbacchiate; in confronto alla loro solita ilarità. Si erano sempre divertiti
con poco; non avevano bisogno di tanti amici, loro si bastavano a vicenda.
Avevano sempre formato un gruppo a parte, perché la loro vita era diversa.
Non
sostanzialmente diversa; loro erano normali adolescenti italo - tedeschi, ma avere
dei genitori famosi, ti portava nella condizione di essere invidiato.
Sentimento
l’invidia, non adatto a crearti delle buone amicizie; così preferivano stare da
soli; o frequentare gente solo in circostanze particolari; tipo i membri della
squadra di basket di scuola nei dopo partita.
Quella che tra
loro tre, messa peggio, senza dubbio era Samy. In sorte, gli erano toccati non
uno ma ben due genitori famosi. Il padre e la madre, la quale in arte si faceva
chiamare BlackRose, ma altri non era che
Julia Rigamonti, di nascita italiana e trapiantata in Germania dopo aver vinto
il reality x-factor; che fece la sua
fortuna professionale e sentimentale. Lì, conobbe Tom Kaulitz, e l’anno dopo ne
divenne la moglie.
Uno dei tanti motivi,
per cui era cresciuta a stretto contatto con i gemelli; perché entrambi i
genitori, per impegni lavorativi non erano quasi mai a casa.
Chi si è sempre
presa cura di tutti loro era Dalia.
Dalia Cipriani,
nota al mondo intero come la fan italiana che aveva rapito il cuore
dell’affascinante leader dei Tokio Hotel. Il loro matrimonio era stata la
cerimonia più toccante degli ultimi venti anni. Celebrato a Roma con
raffinatezza; e seguito in diretta tv. Tutte le fan della band invidiavano la
semplice donna che divenne l’emblema della favola.
Una moderna
cenerentola
Per i due ragazzi,
era solo la loro mamma.
Sempre
disponibile, amorevole ma severa quando occorreva. Era loro complice, a
differenza del padre con il quale avevano dei problemi. Per questo, appena
fecero ingresso nell’enorme cucina, lei, si accorse subito del loro stato
d’animo.
Neanche li guardò
in viso; percepì l’alone di tristezza e preoccupazione che aleggiava sulle loro
persone. Così, sfornò i loro biscotti preferiti, e li servì sul bancone da
lavoro che spesso fungeva da tavolo, con tre bicchieri di succo alla pesca.
-
Allora ragazzi……cosa c’è che non
va?
I tre si
guardarono come al loro solito; cercando un appiglio alla menzogna, ma non
potendo tenerle nascosto nulla, si videro d’accordo nel raccontarle l’episodio.
-
Mamy……è vero che non ci sgriderai?
Fece Matt, con la
faccia da cucciolo; andandole vicino e sbattendo gli occhi da cerbiatto. Lei,
sorrise, intuendo che la cosa non sarebbe piaciuta a Bill, e che ancora una
volta si sarebbe trovata tra i due fuochi.
-
Avanti Matty….niente smancerie,
ditemi subito cosa devo edulcorare a vostro padre…perché di questo si tratta
vero?
-
Ah mà……è accaduto un
malinteso……ecco……
Sbottò Dave in
italiano. Con lei, fin da piccoli avevano preso l’abitudine di conversare nella
sua lingua madre, cosa che rafforzò il loro legame.
-
Certo Davy, ovviamente con voi
tutto è un malinteso no?
Rispose Dalia,
riconoscendo di non aver allevato di certo due gioiellini. Non erano cattivi i
suoi ragazzi, ma la loro condizione di figli d’arte gli pesava come un macigno,
così combattevano il sistema con l’indisponenza. In più, il rapporto severo con
il padre non aiutava. Quante volte, la sera, quando Bill si trovava a casa,
avevano affrontato questo discorso? Innumerevoli. Bill, con i bambini, era
diventato il suo opposto; ciò che a lui dalla madre Simone era sempre stato
concesso, ai suoi figli era vietato; soprattutto, pretendeva che non si
facessero scudo della loro agiatezza divenendo viziati e arroganti. Principi
giustissimi, ma era come se non volesse che i suoi figli facessero gli sbagli
che aveva commesso lui; ciò che poi, non aveva mai considerato degli sbagli e che
lo avevano portato, ad avere una carriera longeva, perchè lui era fatto di
quegli sbagli che lo rendevano Bill Kaulitz.
-
Mamy è vero……. è un malinteso….
-
Noi…non abbiamo fatto nulla, questa
volta non c’entriamo ….non abbiamo iniziato noi……
-
Ah no? E chi ha iniziato? Scusate
raccontatemi cosa è successo prima di iniziare a trovare scuse……
-
Veramente……zia Dalia…….ecco….un
ragazzaccio a scuola ci ha ricattati…e noi, per non pagare…lo abbiamo come
dire…messo al suo posto.
Intervenne la piccola
Samantha, la quale sedeva sullo sgabello, tormentandosi le mani; e lei nel
guardarla non riuscì a non notare la grande somiglianza con Tom. Non solo
perché la ragazza, lo aveva preso ad esempio nello stile d’abbigliamento; ma
proprio negli atteggiamenti. Come muoveva le mani, la bocca e quello sguardo
malizioso che mascherava la sua timidezza. Anche lei, faceva la dura per non
rivelare di essere in fondo molto timida.
-
Quindi, se ho capito bene, lo avete
malmenato.
-
Si
Rispose sempre la
ragazza con un fil di voce; lei, voleva bene alla zia, come fosse una seconda
mamma. C’era confidenza, feeling, Dalia, ascoltava senza giudicare; e Samy, le
raccontava tutto; dalle cose di tutti i giorni ai primi turbamenti d’amore.
-
Ancora una volta siete venuti alle
mani, ripeto questo non piacerà ai vostri padri. Non riuscite un attimo dico io
a stare fuori dai guai?
-
Mà, non è colpa nostra….perchè
avremmo dovuto cedere al ricatto di quel bastardo?
-
Dave innanzitutto modera i termini,
secondo…potevate agire in modo diverso, magari chiamando un insegnante.
Dave guardò la
madre con raccapriccio, mai e poi mai gli sarebbe venuta tale idea…la legge
della scuola, specialmente per gente come loro era una sola; farsi giustizia da
soli.
-
È inutile che mi guardi con quella
faccia signorino…... quando capirete che non siete voi contro tutti? quando
proverete a integrarvi? Che cosa devo fare? Vi devo spedire in Italia? Pensate
che stareste meglio?
Tutti e tre
abbassarono lo sguardo, effettivamente, anche se amavano il bel paese e si
sentivano molto legati alla loro metà d’origine italiana, non riuscivano a
concepire una permanenza più lunga a quella delle vacanze estive o invernali.
La Germania era la
loro terra.
Fredda ed
inospitale, ma la loro terra.
-
Ok, allora qual è stata la
punizione questa volta?
-
Hanno richiesto la presenza di papà
e dello zio domani alle 12:00 per un colloquio col preside.
Rispose Matt,
sempre tenendo lo sguardo basso e con un fil di voce ormai rassegnato.
Dalia, si portò le
mani alla bocca; questo di certo non lo poteva nascondere al marito. Aria di
tempesta si sarebbe alzata in casa Kaulitz quella sera; appena la band avrebbe
fatto ritorno dall’intervista tenutasi a Berlino. I Tokio Hotel, stavano per
partecipare quell’anno, a un grande tour mondiale con una vasta collaborazione
tra le band più quotate; ed erano tutti i giorni impegnati in interviste. La
sera però facevano ritorno a casa, e sperava che proprio oggi, fosse andato
tutto liscio; che nessun giornalista avesse fatto le solite insinuazioni.
-
Vostro padre, si arrabbierà molto non
possiamo nasconderglielo…ed io di certo non voglio mentirgli... no questa
volta. Credo che sia ora che vi assumiate le vostre responsabilità.
-
Anche se non abbiamo fatto niente?
Risposero i
gemelli in coro.
-
Non mi pare niente far finire uno
in ospedale…...
I tre
riabbassarono lo sguardo, non sarebbero usciti da questa situazione tanto
facilmente; in più non potevano contare sull’appoggio della madre. Dalia, li
guardava cercando mentalmente una soluzione, la quale purtroppo non venne. Bill
e Tom, dovevano essere messi al corrente, i figli e la nipote, dovevano
stavolta subire una punizione; e lei, poteva solo cercare di smussare la
severità del marito.
-
Ok, su ragazzi ora non fasciatevi
la testa prima del dovuto. Andate a fare i compiti, e a svagarvi, io preparo la
cena e poi con calma quando la band sarà tornata, affronteremo i due
“tiranni”…insieme…va bene?
-
Mamma, lo sai benissimo che l’unico
tiranno è papà.
Le disse Dave,
alzandosi da tavola e mettendo il suo bicchiere nella lavastoviglie, dopo
averlo sciacquato; e dopo di lui fecero la stessa cosa, il fratello e la
cugina.
-
Lo so….
Rispose solamente
Dalia in tono grave, mentre i figli e la nipote, senza dirle più nulla si
avviarono al piano di sopra verso le loro stanze. Lei, rimase con gli occhi
puntati sul piano di lavoro, senza però vedere realmente ciò che aveva davanti;
quella sua ammissione le faceva male. Amava suo marito, e non riusciva a
capire, come e perché fosse cambiato; lei, sapeva che quello dipinto dai figli
non era il vero Bill.
Quando aveva
iniziato a mutare?
Quando si era
indurito così?
Ricordava i primi
tempi alle prese con i gemellini ancora piccoli, era premuroso e sempre felice
di stare con loro; ogni volta che doveva partire per un tour, gli piangeva il
cuore di lasciare la sua famiglia. Poi piano, piano, mentre loro crescevano e
le responsabilità di genitore aumentavano; lui aveva iniziato a cambiare; da
prima impercettibilmente, poi sempre con più evidenza.
Ma non poteva fargliene una colpa.
Lo capiva.
Le parole di sua
madre le vennero alla mente e un sorriso le si dipinse sul viso: “ Figli
piccoli, guai piccoli. Figli grandi, guai grandi”.
Sante parole!
Bill purtroppo
anche se non conosceva il detto, se ne era reso conto suo malgrado; ed essere
cresciuto con il peso di un padre inesistente, e la sua carriera che lo portava
per ¾ dell’anno fuori, lo aveva reso morboso nei confronti dei suoi figli.
Voleva solo il meglio per loro, e a volte questo desiderio lo faceva esagerare
in severità. Poi guardò l’orologio e si accorse di essere in tremendo ritardo.
Suo marito e la
band sarebbero rientrati tra solo un ora.
Si diede da fare
ai fornelli per preparare il loro piatto preferito.
Lasagna.
Intanto i ragazzi
al piano superiore si erano riuniti nella loro sala relax.
Dave e Samy, erano
intenti in una partita alla play…..mentre Matt, sedeva in una poltrona con il
portatile in grembo. I due giocatori, come sempre erano molto rumorosi, la
ragazza era ancora più cocciuta del cugino, perché poiché donna, doveva sempre
dimostrare con sforzi doppi di essere alla loro altezza, era una questione di
principio per la piccola Samy.
-
Cazzo…su .su….Dave non barare….
Alzava la voce, e
con fare minaccioso si rivolgeva al cugino.
-
Non sto barando idiota….ma come
cazzo faccio a barare? È un gioco in cui non si può barare….
-
Non è vero ….lo stai facendo……mi
sposti il gomito ed io così vado fuori strada.
-
Ma se non sai neanche guidare sfido
io che vai fuori strada.
-
Merda ho perso!
E come una furia
scaraventa il joystick addosso al ragazzo.
-
Samy scannandoci tra noi non
eviteremo la nostra punizione.
Esordì Matt senza
neanche alzare gli occhi dallo schermo.
-
Lo so, ma almeno sfogo la mia
frustrazione….e se picchio Dave, c’è più gusto.
Così dicendo
lanciò un pugno sul braccio del cugino il quale dopo un rumoroso “ahi” si
massaggiò la parte offesa.
-
Oh come sei deboluccio…….
Pungolò la
ragazza.
-
Sai benissimo che ero soprapensiero
mostriciattolo!
-
Certo come no…..non sai ammettere
che io una ragazza sono più forte di te.
-
Assolutamente no……braccio di ferro?
Le si fece vicino
allungando la mano per farle accettare la scommessa aspettando che lei la
stringesse.
-
Siete due buzzurri. Non siete
capaci d stare fermi un attimo a riflettere su come cacciarci fuori da questa
situazione.
Li fermò Matt.
-
E su di grazia cosa dovremmo
escogitare? Dobbiamo rassegnarci…sai com’è fatto papà. Che poi ancora non
capisco ……lo zio mi ha raccontato che la nonna gli ha sempre permesso tutto a
loro due, piercing e tatuaggi fin da piccoli….invece a noi è negato tutto. Ti ricordi
quanto si è arrabbiato perché io ho fatto un tatuaggio di nascosto.
-
Si si lo ricordo…ma vedi Dave…tu
non capisci…..papà non lo fa perché è contro di noi…ma perché ci ama.
-
Matt, tu stai sempre dalla sua
parte.
-
Senti Dave, non lo dico perché sono
un leccaculo, ma perché lo penso davvero….
-
E allora perché invece di
dimostrarci quanto ci ama proibendoci tutto, non rimane di più a casa? Eh? Questo
me lo sai spiegare? Si e no da che ho memoria penso di averlo visto 1 anno al
massimo. Sembra come se la sua musica di merda, il cinema e la moda vengano
prima di noi. Prima era un musicista, poi vola a Milano e Parigi per le
sfilate, poi recita a Los Angeles alla Paramaunt; cos’altro si inventerà pur di
star lontano da casa?
Con furia esce dalla stanza relax sbattendosi la porta
dietro di se; i due cugini rimasti ammutoliti si guardano imbarazzati. Poi Samy
si alza, poggia una mano sulla spalla di Matt.
-
Vado a parlarci io…..in questi casi
serve una donna.