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Autore: didisim81    10/12/2010    3 recensioni
La campanella della ricreazione era suonata da un pezzo,Ma a lui non importava. Se ne stava, mollemente appoggiato al muro, di mattoni rossi dell’edificio; con le mani nelle tasche dei jeans sdruciti, gambe incrociate e solita sigaretta tra le labbra.Odiava le regole.Viveva oppresso, da un cognome conosciuto in tutta la Germania, soffocato dalla fama, in una gabbia. Una gabbia dorata.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 2

Capitolo 2: Vita da star.

 

Quando i tre ragazzi giunsero a casa, entrarono dal cancello con facce notevolmente abbacchiate; in confronto alla loro solita ilarità. Si erano sempre divertiti con poco; non avevano bisogno di tanti amici, loro si bastavano a vicenda. Avevano sempre formato un gruppo a parte, perché la loro vita era diversa.

Non sostanzialmente diversa; loro erano normali adolescenti italo - tedeschi, ma avere dei genitori famosi, ti portava nella condizione di essere invidiato.

Sentimento l’invidia, non adatto a crearti delle buone amicizie; così preferivano stare da soli; o frequentare gente solo in circostanze particolari; tipo i membri della squadra di basket di scuola nei dopo partita.

Quella che tra loro tre, messa peggio, senza dubbio era Samy. In sorte, gli erano toccati non uno ma ben due genitori famosi. Il padre e la madre, la quale in arte si faceva chiamare BlackRose,  ma altri non era che Julia Rigamonti, di nascita italiana e trapiantata in Germania dopo aver vinto il  reality x-factor; che fece la sua fortuna professionale e sentimentale. Lì, conobbe Tom Kaulitz, e l’anno dopo ne divenne la moglie.

Uno dei tanti motivi, per cui era cresciuta a stretto contatto con i gemelli; perché entrambi i genitori, per impegni lavorativi non erano quasi mai a casa.

Chi si è sempre presa cura di tutti loro era Dalia.

Dalia Cipriani, nota al mondo intero come la fan italiana che aveva rapito il cuore dell’affascinante leader dei Tokio Hotel. Il loro matrimonio era stata la cerimonia più toccante degli ultimi venti anni. Celebrato a Roma con raffinatezza; e seguito in diretta tv. Tutte le fan della band invidiavano la semplice donna che divenne l’emblema della favola.

Una moderna cenerentola

Per i due ragazzi, era solo la loro mamma.

Sempre disponibile, amorevole ma severa quando occorreva. Era loro complice, a differenza del padre con il quale avevano dei problemi. Per questo, appena fecero ingresso nell’enorme cucina, lei, si accorse subito del loro stato d’animo.

Neanche li guardò in viso; percepì l’alone di tristezza e preoccupazione che aleggiava sulle loro persone. Così, sfornò i loro biscotti preferiti, e li servì sul bancone da lavoro che spesso fungeva da tavolo, con tre bicchieri di succo alla pesca.

-         Allora ragazzi……cosa c’è che non va?

I tre si guardarono come al loro solito; cercando un appiglio alla menzogna, ma non potendo tenerle nascosto nulla, si videro d’accordo nel raccontarle l’episodio.

-         Mamy……è vero che non ci sgriderai?

Fece Matt, con la faccia da cucciolo; andandole vicino e sbattendo gli occhi da cerbiatto. Lei, sorrise, intuendo che la cosa non sarebbe piaciuta a Bill, e che ancora una volta si sarebbe trovata tra i due fuochi.

-         Avanti Matty….niente smancerie, ditemi subito cosa devo edulcorare a vostro padre…perché di questo si tratta vero?

-         Ah mà……è accaduto un malinteso……ecco……

Sbottò Dave in italiano. Con lei, fin da piccoli avevano preso l’abitudine di conversare nella sua lingua madre, cosa che rafforzò il loro legame.

-         Certo Davy, ovviamente con voi tutto è un malinteso no?

Rispose Dalia, riconoscendo di non aver allevato di certo due gioiellini. Non erano cattivi i suoi ragazzi, ma la loro condizione di figli d’arte gli pesava come un macigno, così combattevano il sistema con l’indisponenza. In più, il rapporto severo con il padre non aiutava. Quante volte, la sera, quando Bill si trovava a casa, avevano affrontato questo discorso? Innumerevoli. Bill, con i bambini, era diventato il suo opposto; ciò che a lui dalla madre Simone era sempre stato concesso, ai suoi figli era vietato; soprattutto, pretendeva che non si facessero scudo della loro agiatezza divenendo viziati e arroganti. Principi giustissimi, ma era come se non volesse che i suoi figli facessero gli sbagli che aveva commesso lui; ciò che poi, non aveva mai considerato degli sbagli e che lo avevano portato, ad avere una carriera longeva, perchè lui era fatto di quegli sbagli che lo rendevano Bill Kaulitz.

-         Mamy è vero……. è un malinteso….

-         Noi…non abbiamo fatto nulla, questa volta non c’entriamo ….non abbiamo iniziato noi……

-         Ah no? E chi ha iniziato? Scusate raccontatemi cosa è successo prima di iniziare a trovare scuse……

-         Veramente……zia Dalia…….ecco….un ragazzaccio a scuola ci ha ricattati…e noi, per non pagare…lo abbiamo come dire…messo al suo posto.

Intervenne la piccola Samantha, la quale sedeva sullo sgabello, tormentandosi le mani; e lei nel guardarla non riuscì a non notare la grande somiglianza con Tom. Non solo perché la ragazza, lo aveva preso ad esempio nello stile d’abbigliamento; ma proprio negli atteggiamenti. Come muoveva le mani, la bocca e quello sguardo malizioso che mascherava la sua timidezza. Anche lei, faceva la dura per non rivelare di essere in fondo molto timida.

-         Quindi, se ho capito bene, lo avete malmenato.

-         Si

Rispose sempre la ragazza con un fil di voce; lei, voleva bene alla zia, come fosse una seconda mamma. C’era confidenza, feeling, Dalia, ascoltava senza giudicare; e Samy, le raccontava tutto; dalle cose di tutti i giorni ai primi turbamenti d’amore.

-         Ancora una volta siete venuti alle mani, ripeto questo non piacerà ai vostri padri. Non riuscite un attimo dico io a stare fuori dai guai?

-         Mà, non è colpa nostra….perchè avremmo dovuto cedere al ricatto di quel bastardo?

-         Dave innanzitutto modera i termini, secondo…potevate agire in modo diverso, magari chiamando un insegnante.

Dave guardò la madre con raccapriccio, mai e poi mai gli sarebbe venuta tale idea…la legge della scuola, specialmente per gente come loro era una sola; farsi giustizia da soli. 

-         È inutile che mi guardi con quella faccia signorino…... quando capirete che non siete voi contro tutti? quando proverete a integrarvi? Che cosa devo fare? Vi devo spedire in Italia? Pensate che stareste meglio?

Tutti e tre abbassarono lo sguardo, effettivamente, anche se amavano il bel paese e si sentivano molto legati alla loro metà d’origine italiana, non riuscivano a concepire una permanenza più lunga a quella delle vacanze estive o invernali.

La Germania era la loro terra.

Fredda ed inospitale, ma la loro terra.

-         Ok, allora qual è stata la punizione questa volta?

-         Hanno richiesto la presenza di papà e dello zio domani alle 12:00 per un colloquio col preside.

Rispose Matt, sempre tenendo lo sguardo basso e con un fil di voce ormai rassegnato.

Dalia, si portò le mani alla bocca; questo di certo non lo poteva nascondere al marito. Aria di tempesta si sarebbe alzata in casa Kaulitz quella sera; appena la band avrebbe fatto ritorno dall’intervista tenutasi a Berlino. I Tokio Hotel, stavano per partecipare quell’anno, a un grande tour mondiale con una vasta collaborazione tra le band più quotate; ed erano tutti i giorni impegnati in interviste. La sera però facevano ritorno a casa, e sperava che proprio oggi, fosse andato tutto liscio; che nessun giornalista avesse fatto le solite insinuazioni.

-         Vostro padre, si arrabbierà molto non possiamo nasconderglielo…ed io di certo non voglio mentirgli... no questa volta. Credo che sia ora che vi assumiate le vostre responsabilità.

-         Anche se non abbiamo fatto niente?

Risposero i gemelli in coro.

-         Non mi pare niente far finire uno in ospedale…...

I tre riabbassarono lo sguardo, non sarebbero usciti da questa situazione tanto facilmente; in più non potevano contare sull’appoggio della madre. Dalia, li guardava cercando mentalmente una soluzione, la quale purtroppo non venne. Bill e Tom, dovevano essere messi al corrente, i figli e la nipote, dovevano stavolta subire una punizione; e lei, poteva solo cercare di smussare la severità del marito.

-         Ok, su ragazzi ora non fasciatevi la testa prima del dovuto. Andate a fare i compiti, e a svagarvi, io preparo la cena e poi con calma quando la band sarà tornata, affronteremo i due “tiranni”…insieme…va bene?

-         Mamma, lo sai benissimo che l’unico tiranno è papà.

Le disse Dave, alzandosi da tavola e mettendo il suo bicchiere nella lavastoviglie, dopo averlo sciacquato; e dopo di lui fecero la stessa cosa, il fratello e la cugina.

-         Lo so….

Rispose solamente Dalia in tono grave, mentre i figli e la nipote, senza dirle più nulla si avviarono al piano di sopra verso le loro stanze. Lei, rimase con gli occhi puntati sul piano di lavoro, senza però vedere realmente ciò che aveva davanti; quella sua ammissione le faceva male. Amava suo marito, e non riusciva a capire, come e perché fosse cambiato; lei, sapeva che quello dipinto dai figli non era il vero Bill.

Quando aveva iniziato a mutare?

Quando si era indurito così?

Ricordava i primi tempi alle prese con i gemellini ancora piccoli, era premuroso e sempre felice di stare con loro; ogni volta che doveva partire per un tour, gli piangeva il cuore di lasciare la sua famiglia. Poi piano, piano, mentre loro crescevano e le responsabilità di genitore aumentavano; lui aveva iniziato a cambiare; da prima impercettibilmente, poi sempre con più evidenza.

 Ma non poteva fargliene una colpa.

Lo capiva.

Le parole di sua madre le vennero alla mente e un sorriso le si dipinse sul viso: “ Figli piccoli, guai piccoli. Figli grandi, guai grandi”.

Sante parole!

Bill purtroppo anche se non conosceva il detto, se ne era reso conto suo malgrado; ed essere cresciuto con il peso di un padre inesistente, e la sua carriera che lo portava per ¾ dell’anno fuori, lo aveva reso morboso nei confronti dei suoi figli. Voleva solo il meglio per loro, e a volte questo desiderio lo faceva esagerare in severità. Poi guardò l’orologio e si accorse di essere in tremendo ritardo.

Suo marito e la band sarebbero rientrati tra solo un ora.

Si diede da fare ai fornelli per preparare il loro piatto preferito.

Lasagna.

Intanto i ragazzi al piano superiore si erano riuniti nella loro sala relax.

Dave e Samy, erano intenti in una partita alla play…..mentre Matt, sedeva in una poltrona con il portatile in grembo. I due giocatori, come sempre erano molto rumorosi, la ragazza era ancora più cocciuta del cugino, perché poiché donna, doveva sempre dimostrare con sforzi doppi di essere alla loro altezza, era una questione di principio per la piccola Samy.

-         Cazzo…su .su….Dave non barare….

Alzava la voce, e con fare minaccioso si rivolgeva al cugino.

-         Non sto barando idiota….ma come cazzo faccio a barare? È un gioco in cui non si può barare….

-         Non è vero ….lo stai facendo……mi sposti il gomito ed io così vado fuori strada.

-         Ma se non sai neanche guidare sfido io che vai fuori strada.

-         Merda ho perso!

E come una furia scaraventa il joystick addosso al ragazzo.

-         Samy scannandoci tra noi non eviteremo la nostra punizione.

Esordì Matt senza neanche alzare gli occhi dallo schermo.

-         Lo so, ma almeno sfogo la mia frustrazione….e se picchio Dave, c’è più gusto.

Così dicendo lanciò un pugno sul braccio del cugino il quale dopo un rumoroso “ahi” si massaggiò la parte offesa.

-         Oh come sei deboluccio…….

Pungolò la ragazza.

-         Sai benissimo che ero soprapensiero mostriciattolo!

-         Certo come no…..non sai ammettere che io una ragazza sono più forte di te.

-         Assolutamente no……braccio di ferro?

Le si fece vicino allungando la mano per farle accettare la scommessa aspettando che lei la stringesse.

-         Siete due buzzurri. Non siete capaci d stare fermi un attimo a riflettere su come cacciarci fuori da questa situazione.

Li fermò Matt.

-         E su di grazia cosa dovremmo escogitare? Dobbiamo rassegnarci…sai com’è fatto papà. Che poi ancora non capisco ……lo zio mi ha raccontato che la nonna gli ha sempre permesso tutto a loro due, piercing e tatuaggi fin da piccoli….invece a noi è negato tutto. Ti ricordi quanto si è arrabbiato perché io ho fatto un tatuaggio di nascosto.

-         Si si lo ricordo…ma vedi Dave…tu non capisci…..papà non lo fa perché è contro di noi…ma perché ci ama.

-         Matt, tu stai sempre dalla sua parte.

-         Senti Dave, non lo dico perché sono un leccaculo, ma perché lo penso davvero….

-         E allora perché invece di dimostrarci quanto ci ama proibendoci tutto, non rimane di più a casa? Eh? Questo me lo sai spiegare? Si e no da che ho memoria penso di averlo visto 1 anno al massimo. Sembra come se la sua musica di merda, il cinema e la moda vengano prima di noi. Prima era un musicista, poi vola a Milano e Parigi per le sfilate, poi recita a Los Angeles alla Paramaunt; cos’altro si inventerà pur di star lontano da casa?

Con furia  esce dalla stanza relax sbattendosi la porta dietro di se; i due cugini rimasti ammutoliti si guardano imbarazzati. Poi Samy si alza, poggia una mano sulla spalla di Matt.

-         Vado a parlarci io…..in questi casi serve una donna.

 

  
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