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Autore: HermioneCH    11/12/2010    2 recensioni
Phoebe Sullivan è una bella ragazza di 26 anni, tornando a casa dalla Francia per passare le feste con la Famiglia incontra una delle sue grandi amiche, Ninfadora Tonks, così la vita di Phoe si intreccerà di nuovo con quella di Tonks e dei membri dell'Ordine.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nimphadora Tonks, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Severus Piton, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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The Girl of Magical Creatures






1. Storia di una notte



Tonks trangugiò l’ultimo sorso di Burrobirra sotto lo sguardo divertito di Remus. La ragazza sorrise e si alzò “Dai, ora tocca a me offrirti da bere” disse la ragazza, tentando di districarsi da sedie e tavolo. “Credevo che fosse solo Burrobirra al volo” rispose Remus.
“Oh dai non fare il guastafeste” ribatté Tonks, gli diede le spalle si avviò verso il bancone passando tra i tavoli riuscendo persino a non inciampare.
Quella sera, lei e Remus avevano avuto una missione di sorveglianza da parte dell’Ordine. Dovevano tenere d’occhio un paio di possibili location londinesi le quale poteva essere sedi di incontri tra Mangiamorte. A missione finita Tonks si era ritrovata a guardare la State Avenue e il Leprechaun’s Pub, bar nel quale aveva speso molte serate durante il corso Auror. Tonks era rimasta allibita da come il caso facesse accadere le cose più impensabili, così con tono molto supplichevole aveva convinto Remus ad entrare per riscaldarsi dal freddo di fine dicembre e bere una pinta di burrobirra.
Tonks guardo oltre il bancone del bar sperando di essere notata di uno dei baristi, i quali sembravano molto occupati dalla parte opposta di dove si trovava.
“Tipico” sbuffò Tonks “Mai una volta che non deva aspettare un’ora prima di prender da bere” fece cenno al barista, il quale la ignorò.
“Riconoscerei quel ciuffo rosa ovunque” disse una voce familiare alle sue spalle. Tonks si voltò di scatto e si ritrovò a guardare una bellissima ragazza dai lunghi capelli oro misto cioccolato e gli occhi smeraldo. “Phoebe!” gridò Tonks, abbracciandola.
“Ah, mi sei mancata Dora!” disse Phoebe, ricambiando l’abbraccio.
“Anche tu! Ma che ci fai qui, quando sei tornata? tua madre mi aveva detto che saresti arrivata solo dopo domani!” disse Tonks.
“Sono arrivata ieri, sorpresa per mamma e papà. Sono passata a casa tua e Dromeda mi ha detto che eri qui a Londra sepolta dal lavoro. Così le ho detto di non dirti niente. Pensavo di fassare al Ministero domani e farti una sorpresa, non mi aspettavo certo di trovarti in questo vecchio postaccio” spiegô Phoebe, rise e si scosto i capelli dal viso. Alzò la mano e il barista le si avvinò. “Dobbiamo festeggiare, cosa bevi?”
“Burrobirra, veramente sarebbero due” rispose Tonks. Phoene le fece l’occhiolino e si voltò verso il barista “Due burrobirre e un Wisky Incendiario con Succo di Zucca”
il barista annuì e si mise al lavoro. “Lo sai è frustante. I baristi mi ignorarono sempre mentre tu appena alzi la mano ne hai uno pronto a servirti” disse Tonks, incrociando le braccia. Phoebe sorrise e si liscio la minigonna nera. “Il trucco è fleutare un po’ con loro. Si fa così con tutti gli uomini. E approposito di uomini, chi è il bel trasandato che ti trascini dietro?” e fece un cenno verso Remus che stava sfogliando un giornale.
“Remus? È un… amico di amici.. conosciuto di recente” rispose Tonks.
“Capisco” disse Phoebe, guardandola sottecchi. Il barista era tornato, Phoebe pagò prima che Tonks potesse controbattere e le porse le due burrobirre.
“Allora. Primo appuntamento o ci date già dentro?”
A Tonks andò la birra di traverso e ne rovesciò un po’ per terra.
“Io e Lupin? Non dire assurdità”
“Aspetta” esclamò Phoebe “Remus Lupin? Il Lupo Mannaro?!”
“Come fai a…”
“C’era sul Profeta un po’ di tempo fa, no? L’articolo sulla Umbridge”
“Non credevo che ti facessi recapitare il Profeta in Francia” disse Tonks.
“E possibile. Quindi visto che devo lavorare all’estero per lavoro, almeno mi tengo aggiornata su quello che succede a casa. A parte che mi sembra che ultimamente stia peggiorando. Pensi davvero che Silente stia andando fuori di testa? Io non credo, insomma è Silente”
“Sono tutte bugie” asserì Tonks.
“E ora si trova a che fare con quella rospa. Mi chiedo poi perché sia voluta andare ad insegnare” disse Phebe, bevendo un sorso del suo Wisky con succo di zucca “Ho avuto a che fare un paio di volte con lei quando collaboravo con il Ministero, che donna orribile”
Tonks annuì, posando le due birre sul bancone, iniziavano a pesare troppo.
“Ma torniamo a noi. Che ci fai in giro con un Lupo Mannaro”
“Ci siamo incontrati per caso. Te l’ho detto amico di amici” rispose Tonks.
“Quindi non sei interessata a lui in quel senso”
“No” esclamò Tonks “Perché lo vuoi sapere?”
“Bè così me lo può presentare” disse la ragazza, lanciando uno sguardo a Remus, che riponeva il giornale.
“Remus?” chiese Tonks, perplessa.
“Sì. Un Lupo Mannaro, eccitante!”
Tonks scosse la testa e sorrise “Non cambierai mai. Vieni” aggiunse prendendo le due burrobirre “Te lo presento, ma come vedrai Remus è terribilmente innocuo”
Raggiunsero il tavolo seguite dallo sguardo curioso di Remus.
“Remus, scusa se ti ho fatto aspettare, ma ho incontrato Phoe e non ci vedevamo da mesi”
“Comprensibile” rispose pacato Remus. Phoebe sorrise e si sistemò sulla panca di fianco a Remus. “Phoebe Sullivan” disse la ragazza sorridendo.
“Remus John Lupin, piacere”
Phoebe sorrise maliziosa “Il piacere è tutto mio, te lo posso assicurare”
Tonks scosse la testa, per la seconda volta.
“Phoebe è praticamente la mia sorella maggiore, i nostri genitori abitano l’uno di fianca all’altro. Si può dire che siamo cresciute assieme e quando andai anche io a Hogwarts si prese cura della stramba bambina mutaforma” spiegò Tonks.
“Sarebbe stato molto più facile se fossi stata anche tu una Grifondoro. Ma sono riuscita a spaventare abbastanza anche quei piccolo Tassorosso” disse Phoebe ridendo, Tonks e Remus le fecero coro poco dopo.
“Ora di cosa di occupi?” chiese Remus, dolcemente interessato.
“Creature magiche. Lavoro in un centro all’avanguardia in Francia. Allevamento, cura, ricerche. Cose del genere” rispose Phoebe, bevendo un altro sorso di Wisky.
“Phoe è un grande esperta di creature magiche, una delle migliori del Regno Unito e non osare contraddirmi, Phoe. Le cose stanno così, non fare la modesta” disse Tonks, finendo con tono minaccioso. Phoebe alzò le mani in segno di resa e sorrise.
Ridendo e scherzando era già trascorsa un’ora dall’incontro tra Phoebe e Tonks. I bicchieri sul tavolo erano aumentati esponenzialmente, come pure l’alcool che scorreva nelle vene.
Un paio di volte Remus aveva provato a lasciare il tavolo, dicendo che era giusto che le due ragazze festeggiassero il loro incontro senza essere disturbate da lui, ma le ragazza avevano prontamente controbattuto e così dopo alcuni sguardi torvi e commenti sulla sanità mentale di Remus, il mannaro si era arreso ed ora stava seduto tranquillamente, ridendo delle avventure delle due amiche.
“E come si chiamava quell’idiota con cui uscivi al primo anno di addestramento Auror?”
“Quale quello a cui hai dato uno schiaffo in chiesa?” chiese Tonks, ridendo.
“Sì lui”
“Bob Hodg” rispose Tonks, afflosciandosi sul tavolo dalle risate.
“Viscido idiota”
“Ho paura di chiederti perché lo hai schiaffeggiato, in chiesa poi?” disse Remus, ridendo.
“Era un verme. eravamo al matrimonio Jennifer, una cugina di Tonks, lei si era fatta incastrare come damigella…”
“Che orrore” aggiunse Tonks, con una smorfia.
“Bè comunque Jennifer da bambina veniva spesso da Zio Ted e abbiamo giocato parecchio con le bambole, che ci vuoi fare, babbani non sanno nemmeno come giocare. Comunque ero invitata anche io al matrimonio e mentre Tonks eseguiva il suo dovere di damigella io ero seduta in uno dei banchi della chiesa con Bob, che usciva con Tonks da qualche mese, quando l’idiota a pensato bene di provarci con me! Ha provato a mettermi le mani sotto la gonna, quel viscido. Così mi sono alzata e gli ho dato un ceffone del bel mezzo delle promesse” Tonks scoppiò a ridere scivolando sempre più verso il basso. Il suo mento era ormai a pochi centimetri dal tavolo.
“Ora so, che è un errore che non dovrò mai commettere” disse Remus, fingendosi serio.
Phoebe avvicinò il suo viso a quello di Remus “Il problema non è l’avermi messo la mano sotto la gonna” disse Phoebe, si morse leggermente il labbro e sorrise maliziosamente.
“E qual è?” chiese Remus, fissandola intensamente. Phoebe si voltò verso Tonks e disse “Non esci con la mia migliore amica e poi ci provi con me, giusto?”
“Giusto!” esclamò Tonks. Si batterono il pugno al disopra del tavolo e Remus rise.
D’un tratto Phoebe sbatte la mano sul tavolo, facendo tintinnare i numerosi bicchieri.
“Dora, so cosa manca a questa serata!” esclamò Phoebe.
“Ho quasi paura di chiedertelo” rispose Tonks.
“La bevanda della Gloria” strillò la ragazza e si alzò dal tavolo correndo verso il bar.
“Oh no” disse Tonks, mettendosi una mano sul viso.
“È una vera forza della natura” disse Remus, seguendo Phoebe con lo sguardo.
“Davvero, non immagini nemmeno quanto” rispose Tonks, rimettendosi diritta sulla sedia.
“Immagino sia difficile dirle di no”
“Impossibile”
Phoebe tornò qualche istante dopo facendo galleggiare sei shot di un liquido trasparente.
“Che cos’è?” chiese Remus, curioso.
“Tequila!” esultò Phoebe.
“Come mai due a testa? Non è un po’ esager…”
“È una specie di tradizione” disse Tonks “E credimi Remus, non vuoi sentire la storia di questa tradizione”
“Ti credo sulla parola” rispose il mannaro, prendendo i suoi due bicchieri di tequila.
Dopo la tequila si aggiunse altro Wisky Incendiario, Tonks svuotò d’un fiato l’ultimo bicchiere e si alzò. “Ok, basta. Meglio che mi smaterializzi a casa prima che non ne sia più in grado. Phoe dormi a Londra o da tua madre?”
“No, no. Rimango a casa mia, a Londra” rispose Phoebe.
“Bene, allora visto che non tutti possono andare a casa a piedi, se non riescono a smaterializzarsi, io andrei”
“Sei sicura di farcela?” chiese Remus, guardandola preoccupato.
“Tsk, fidati. Mi sono smaterializzata in condizioni molto peggiori” rispose Tonks, barcollando leggermente “Voi restate, finite di bere con calma”
“Sicura?” domandò Phoebe.
“Certo”
Remus e Phoebe la seguirono con lo sguardo mentre si faceva strada nel pub, inciampando un paio di volte.
“E così rimasero in due” disse Phoebe, voltandosi verso Remus.
“Già. Ti ringrazio, non mi ricordo nemmeno quando è l’ultima volta che mi sono divertito così” rispose il mannaro, sorridendo.
“Da esperienza posso affermare che le serate più divertente sono quello non pianificate”
“Concordo”
“E allora, professore, che cosa facciamo ora?” chiese Phoebe, avvicinandosi ancor di più a lui. “Se la smetti di chiamarmi professore ti offro da bere”
“Ci sto. Ma prima dimmi, com’era insegnare ad Hogwarts?”
“Bellissimo” rispose Remus, si alzò e si diresse al bancone del bar.
Poco dopo tornò con due bicchieri stracolmi di idromele. “Non voglio pensare a come ci sentire domani” disse Remus, dopo aver bevuto meta del suo idromele in un sorso.
“Non pensare mai al domani, pensa sempre a vivere l’oggi” gli disse Phoebe.
“Sei molto intensa” disse Remus, pensando alle sue parole.
“Ti piacerebbe scoprire quanto” chiese Phoebe, avvicinandosi a pochi centimetri dal suo viso. “Io…” iniziò Remus, ma la ragazza annullò le distanze tra i due.
Remus rimase interdetto per alcuni istanti, sentendo le calde labbra della ragazza sulle sue. Rispose al bacio, inebriandosi di lei.
Le loro labbra si separarono e Phoebe sorrise.
“Io non..”
“Remus?”
“Sì?”
“Sta zitto” disse Phoebe e baciò di nuovo il mannaro. Lui mise una mano sulla sua vita e l’avvicinò a lui. Da troppo tempo non sentiva il sapore di una donna.
Dopo lunghi istanti un pensiero passô per la testa di Remus e allontanò di nuovo Phoebe.
“Non mi conosci nemmeno”
“E allora?” disse Phoebe, accarezzandogli il viso.
“Credo che qualcuno abbia pure iniziato a guardarci”
“Bè, andiamocene” disse Phoebe, si alzò e tese la mano a Remus.
Indossarono i pesanti capotti e uscirono nella notte.
“Guarda, nevica” disse Phoebe, guardando verso il cielo. Aprì le braccia e fece una giravolta su se stessa. Guardò Remus sorridendo e gli tese la mano.
“Credo di riuscire a smaterializzarti?” chiese Phoebe, mentre Remus prendeva la sua mano.
“Sì, credo di riuscirci senza rompermi in mille pezzi. Dove andiamo?”
“Ti fidi di me?”
Remus annuì, Phobe si avvicinò e lo baciò, poi si smaterializzarono. Remus si ritrovo una tipica stradina londinese, non diversa da quella che avevano appena lasciato.
“Casa tua?” intuì il mannaro.
Phobe annuì e sorrise “Vuoi salire con me?”
“I-io… sì…”
Il sorriso di Phoebe si fece più ampio e trascinò Remus davanti alla porta del numero 24.
Aprì la porta ed entrarono. Phobe si tolse il cappotto e lo buttò sul corrimano delle scale. Aiutò Remus con il suo ultimo bottone, prese il suo cappotto trasandato e lo mise sopra il suo. “Domattina potresti pentirti di avermi chiesto di entrare”
“Remus?”
“Sì”
“Sta zitto”
Remus sorrise “D’accordo”




Erano le nove del mattino e Sirius si aggirava nervoso nella cucina di Grimmauld.
Camminava avanti e indietro torturandosi le mani. La porta della cucina si aprì e Sirius si voltò di scatto. Tonks entrò sbadigliando, ancora palesemente addormentata.
“Ehilà”
“Tonks, tesoro, Remus è con te, vero?”
“Cosa?” esclamò Tonks, fermandosi a sulla porta.
“Eravate in missione assieme ieri sera” disse Sirius.
“E quindi?” chiese Tonks avvicinandosi a Sirius, non capiva dove volesse andar a parare il cugino. “Kingsley mi ha detto di avervi dato il cambio verso le nove”
“Già” confermò Tonks.
“Ti prego allora dimmi che Remus è con te” disse Sirius.
“Che cosa? Non dirmi che…”
“Remus non è rientrato stanotte”
Tonks rimase allibita per qualche secondo, si appoggiò al tavolo e sorrise.
“L’ha fatto. Ma come diavolo fa”
“Cosa? Chi? A fare cosa?” chiese Sirius.
“Non preoccuparti, cugino. Remus sta bene, molto meglio di te e me in questo momento, te lo posso assicurare” disse Tonks, dando a Sirius una pacca sulla spalla.
“Sai dov’è?”
“Si credo proprio di sì”
“Allora perché non me l’hai ancora detto?!” esclamò Sirius.
“Rilassati. Ieri dopo il turno siamo capitati davanti a uno dei miei bar preferiti, ho supplicato Remus per entrare a bere qualcosa e li ho incontrato la mia migliore amica di ritorno dalla Francia, abbiamo festeggiato un po’ e quando me ne sono andata lui era ancora li da parte a lei” spiegò Tonks.
“Tu credi che?”
“Phoe era molto interessata a lui. Immagino che sia per quello che non sia rientrato. Gli uomini a cui Phoebe è interessata di rado rientrano a casa” disse Tonks.
“Ooooh” esclamò Sirius, annuendo compiaciuto e sollevato.




Il sole entrava dalla finestra della camara da letto di Phoebe e illuminava la stanza. Phoebe si voltò su un fianco, dando le spalle alla finestra, disturbata dai raggi del sole.
Aprì lentamente gli occhi e trovò Remus, con la testa appoggiata sulla mano, che la guardava. “’Giorno” mormorò la ragazza.
“Buongiorno” disse Remus, sorridendo.
“Felice di vedere che non te la sei svignata” disse Phoebe, si stiracchiò e gli accarezzò la guancia. Remus sorrise di nuovo “Non sarei mai così scortese”
“No suppongo no” rispose Phoebe, si avvicinò e baciò dolcemente Remus sulle labbra “Che ore sono?”
“Presto” rispose Remus e le restituì il bacio.
“Immagino che visto che non te ne sei andato ed è ancora presto, possiamo riprendere da dove abbiamo finito ieri sera” disse Phobe, accarezzando il petto di Remus.
“Potremmo” rispose Remus, sorridendo una terza volta.
“Possiamo, possiamo” disse la ragazza, iniziando a baciare il collo del mannaro, mentre con la mano lisciva il suo petto.
Remus le accarezzò delicatamente la schiene e Phoebe fu pervasa da brividi.
Lei iniziò a baciare il suo petto soffermandosi sulle cicatrici lasciate dai graffi del lupo, abbassò gli occhi e lo vide. Il morse del Lupo Mannaro. Una cicatrice irregolare, sul fianco destro di Remus. Phoebe guardò la cicatrice. Era la più segnata, delicatamente vi passò sopra l’indice. Remus si mise subito a sedere “Sì.. ehm.. un ippogrifo. Brutta faccenda”
“Remus” mormorò Phoebe, mise un dito sotto il mento del mannaro e gli alzò il volto per poter vedere i suoi occhi ambrati. “Non hai bisogno di mentire, Remus, so che cos’è”
Remus trattenne il fiato e il suo volto divenne una maschera di paura.
“Va tutto bene” disse Phoebe. Gli sorrise dolcemente e gli accarezzò la guancia.
“I-io… io mi”
“Remus, va tutto bene. Non è un problema” ripete e lo baciò dolcemente. “D’accordo?”
Remus annuì e Phoebe gli regalò un altro sorriso. Si avvicinò di nuovo a Remus, cinse le braccia attorno al suo collo e si tuffò sui cuscini trascinandolo con se.
Rotolarono di fianco e Remus si mise sopra di lei. Il sole l’illuminava il suo viso, e Remus credeva di non aver mai visto niente di più bello. Le accarezzò le braccia e baciandola passionalmente si insinuò in lei.


Remus aprì lentamente gli occhi e sbadiglio, spostò i capelli di Phoebe che solleticavano il suo viso e guardò la ragazza che dormiva appoggiata al suo petto.
Le accarezzò delicamente la guancia e lei si destò.
“Scusa non volevo svegliarti” disse Remus.
“Non fa niente” rispose Phoebe, si tolse i capelli dal viso e si appoggiò di nuovo sul petto nudo di Remus. “È bello essere svegliata da te”
Remus sorrise, si stiracchiò e mise un braccio attorno a Phoebe. Il suo sguardo si posò sulla sveglia che Phoebe teneva sul comodino e sobbalzò. “Che c’è?”
“Mio Dio! Sono le dieci e cinque! La riunione!” gridò Remus.
“Una riunione? A che ora?” chiese Pheobe, mettendosi a sedere.
“Alle dieci” rispose Remus. Phoebe guardò a sua volta l’orologio.
“Che aspetti, allora?! Vai!” disse la ragazza.
Remus si alzò cercando disperatamente i vestiti e Phoebe si ributtò sui cuscini coprendosi.
“Fammi indovinare” disse Phoebe divertita, mentre guardava Remus infilare i pantaloni. “Tu non sei mai in ritardo, vero?”
“No” rispose Remus, infilandosi la camicia frettolosamente e al contrario. Phoebe scoppiò a ridere e si nascose sotto le coperte.
“Mi spiace, davvero, scappare così.. io.. “
“Remus?”
“Sì?”
“Sta zitto, davvero, e vestiti” rispose Phoebe, ridendo.
“Ti rendo contò che è la terza volta in meno di un giorno che mi dici di star zitto” disse Remus, tentando di infilarsi una scarpa.
“Lo so, ma non è colpa mia se parli a sproposito”
“Io non.. lascia stare.. non c’è tempo.. Accio Mantello!” Afferrò il mantello al volo e se lo infilò “Phoe, io…”
“Remus, vattene” disse Phobe, sorridendo. Lui annuì e si smaterializzò.
In un lampo gli apparve la porta del numero dodici di Grimmauld Place. Picchio tre volte la bacchetta sulla porta e si aprì. In ritardo a una riunione dell’Ordine, imperdonabile, che diavolo gli era saltato in mente, e chi l’avrebbe sopportato Sirius dopo questa storia.
Percorse velocemente l’ingresso e entrò in cucina. Si sentì male sotto il peso degli sguardi dei membri dell’Ordine, mormorò “Scusate” e si sedette accanto a Sirius, mentre Silente riprendeva a parlare.
“Ti rendi conto di quanto sono stato preoccupato per te” sussurrò Sirius, così lievemente da non farsi sentire dagli altri membri.
“Scusa”
“Un Patronus, Remus. Bastava un Patronus”
“Mi dispiace”
“Se non fosse arrivata Tonks, sarei uscito a cercarti talmente ero preoccupato”
“Ti chiedo perdono”
“Lascia stare. Fortuna è arrivata Tonks e mi ha detto dove potevi essere. Ora sai che la prossima volta devi almeno avvertire”
“Non ci sarà una prossima volta”
“Come non… che diavolo dici?”
“Dopo, Sirius” disse Remus, Malocchio e Molly Weasley avevano iniziato a fissarli con disappunto. “Ma..” iniziò Sirius.
“Ho detto dopo!”




*********************

Ehilà!!
Era tanto che non scrivevo una FF di Harry Potter, forse anche troppo.. ma rieccomi qui, mi è venuta in mente un idea per una storia e lho buttata giù.. pero che il primo capitolo vi piaccia e che commenterete numerosi ;)
baci. HermCH
  
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