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Autore: Isyde    12/12/2010    1 recensioni
Terza classificata al "The Rain and the Baudelaire".
Sangue, Pioggia, Rassegnazione, Consapevolezza...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nick autore: Iside91
Titolo storia: Goccia di Vita
Rating: Giallo
Genere: Introspettivo/Generale
Avvertimenti: One-Shot
Poesia scelta: La fontana di Sangue
Note:-
Altro:-

 

 

 

 

The Rain and Baudlaire

 

 

 

 

 


 



Goccia di vita.







E' stato un attimo.

 

Un secondo e mi sono ritrovata distesa a terra.

 

Sentivo chiaramente i rombi delle altre moto sorpassarmi e dimenticarmi nel mio angolo buio della pista.

 

Ho cercato di urlare, di rialzarmi e rimettermi di nuovo nelle mani di una cosa che chiamano Destino, seguendo la scia degli altri e cercando di recuperare terreno e riportarmi alla loro altezza.

 

Eppure il mio corpo si è rifiutato di ubbidirmi.

 

Ha mormorato qualcosa, lasciandomi in preda a una nebbia che mi oscurava la vista.

 

Chiudo la bocca e sento immediatamente il sapore ferroso del sangue.

 

Lo sento colare con un lungo murmure, ma mi tasto invano in cerca d'una ferita.

 

L'unica mano libera dal dolore delle fratture, tasta intorno a sé e si eleva sporca di liquido rosso.

 

Il mio sangue.

 

La rabbia dovuta alla consapevolezza della mia fine mi coglie impreparata.

 

Mi coglie piangente e supplicante.

 

Sento braccia forti che mi sollevano, che mi issano su una fredda barella, parole di conforto ed incitamento, forbici che tagliano una tuta definita sicura, ma che sarà l'unica testimone della mia fine.

 

La mia mente comincia a viaggiare.

 

Lontano da ogni realtà.

 

Sogna un villaggio fatto da case in pietra, qualche strada asfaltata e prati fioriti che la circondano come una fortezza medievale.

 

Sogna volti sorridenti, canti e balli.

 

Sogna l'ebrezza di salire sul sellino di una bici e lanciarsi da una collina.

 

Sogna la sensazione divina di labbra sulla mia pelle.

 

Pelle che ora ricopre le mie membra martoriate.

 

Fluisce attraverso la città come per un campo recintato e trasforma i selciati in isolotti, cava la sete a ogni creatura, tinge la natura in rosso.

 

Freddo.

 

Intenso freddo artificiale.

 

Poi elettricità.

 

Una scarica elettrica mi frusta il cuore. Riparte, lo sento cigolare, lo sento infuriarsi con me per essere stato costretto a lavorare.

 

Vuole indire uno sciopero e rimettersi a poltrire dopo venticinque anni di onorato servizio.

 

E io accetterei questa sua decisione, ma mani forti e calde, tastano il mio corpo.

 

Ascolto singhiozzi a me familiari.

 

Mia madre.

 

Una donna dai lunghi capelli rossi, il viso paffuto e la bizzarra passione per le gonne a palloncino.

 

La mia musa.

 

Colei a cui ho dedicato ogni bravata, ogni corsa contro il Destino, contro me stessa.

 

Hanno lavorato a lungo sul mio corpo.

 

Li ho sentiti sbuffare ed arrabbiarsi con me, perché ho smesso di lottare già quando ero caduta.

 

Perché li davo fastidio minacciandoli con improvvisi arresti e battute d'arresto.

 

Perché, sinceramente, dopo due vittorie mondiali, soldi a palate, divertimenti ed amici...

 

Io posso andarmene.

 

Posso levare le tende e fuggire via.

 

Posso fare a meno della pioggia, mia amica e compagna di tante avventure.

 

Pioggia fatale che ha bagnato la pista e mi ha fatto perdere il controllo della moto, della mia mia vita in pochi secondi.

 

Acqua salata che mi ha bagnata mentre invano cercavo di alzarmi.

 

Stronza.

 

Ecco quello che sei.

 

Hanno spento ogni macchina, lasciando che il mio petto esalasse il suo ultimo respiro, che il mio cuore singhiozzasse per l'ultima volta.

 

Ho sentito la consistenza soffice delle lacrime di mia madre su di me.

 

Ma nulla riuscirà a portarmi in vita.

 

Nessun pianto celestiale.

 

Nessuna preghiera.

 

Io, Samantha Deanson, sono morta.

 

Ho un appuntamento con una moto, verso un'altra pista, fatta di luce e di ali d'angelo.

 

All'orizzonte vedo solo il sorriso di mio padre che mi incinta ad andare verso di lui.

 

Accelero e corro via, lasciando dietro di me un polverone fatto di luce, lacrime e sangue.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Nick autore: Iside91
Titolo storia: Goccia di Vita

- Correttezza ortografica e grammaticale: 9/10
- Stile e lessico: 10/10
- Attinenza al tema: 10/10
- Attinenza e uso della frase/poesia: 10/10
- Originalità: 10/10
- Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
- Gradimento personale: 5/5
Totale: 64/65

Dal punto di vista della grammatica, non ti ho dato punteggio pieno perchè all'inizio si passa dal passato ("Eppure il mio corpo si è rifiutato di ubbidirmi", "Sentivo chiaramente i rombi ") al presente: "Chiudo la bocca e sento immediatamente"). Per il resto qualche misero errore di battitura, ma nulla di che. (Un esempio: "
Perché li davo fastidio")
Mi è piaciuta molto l'impostazione della storia, con la citazione in corsivo allineata a destra. Il lessico è semplice, ma di molto impatto. Ideale per la situazione che hai narrato. Nulla da dire a riguardo.
Hai usato il tema della pioggia non solo come evento atmosferico in sè, bensì come causa scatenante di tutta la vicenda che ha irrimediabilmente coinvolto la ragazza. Quella pioggia che un tempo era amica e compagna di avventure e che invece ora la tradisce, ferendola e portandola alla morte. E la protagonista se ne rende conto: "
Stronza. Ecco quello che sei."
Per quanto riguarda l’ attinenza alla poesia, hai ripreso le parole della citazione che hai scelto, attribuendole a determinati momenti della storia. Una scelta davvero azzeccata, a mio parere.
Ho trovato la protagonista molto ben caratterizzata: sta morendo, l'ha capito subito, e quindi è già rassegnata all'idea. Questo sentimento, unito al dolore e alla rabbia per quello che sta succedendo, si avverte durante tutta la lettura.  
In definitiva la tua storia mi è piaciuta, e molto anche.
Complimenti e grazie per avermi fatto leggere questa meravigliosa perla che mi è entrata dritta nel cuore.

 

   
 
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