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Autore: Love Today    12/12/2010    4 recensioni
Bella Swan ha 24 anni ed è convinta che la sua vita sia un totale disastro. Un giorno Bella si risveglia in un letto di ospedale convinta di essere sempre la stessa persona, ma dopo un occhiata allo specchio ritrova davanti sè una sconosciuta; una 28enne sicura di sè con un fisico perfetto, un posto di lavoro sicuro ed un marito bellissimo. Com'è possibile tutto ciò? Il fatto è che Bella dopo aver sbattuta la testa su un marciapide non ricorda più nulla della sua vita negli ultimi tre anni. Riuscirà a ritrovare la memoria?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Buonasera...
Stasera vado un pò di fretta quindi non mi metterò a blaterare.
Semplicemnete in questo capitolo c'è la descrizione della casa di Bella e David quindi se volete farvi un idea di come me la sono immaginata guardate questo video: http://www.youtube.com/watch?v=0K3qMJJ6wEg 
Poi volevo ringrazio ancora le persone che stanno seguendo la FF.
Vi lascio al capitolo, alla prossima. Francesca.



 






 

La Nuova Vita

 
Dev’essere il karma. Forse è vero che quando una persona nella sua vita fa sforzi su sforzi, alla fine riesce sempre a raggiungere il propri risultati.
Infondo si sa, la scalata della vita è sempre dura, ma dall’alto la vista è splendida.
Ora sono nell’auto di mio marito, precisamente un Merchedes presuppongo che sia anche appena comprata poiché riesco ancora a sentire l’odore di pelle nuova sui sedili.
La macchina è grande e comoda. “Quasi quasi, mi faccio un sonnellino.”
Chiudo appena le palpebre e David mi richiama chiedendomi se non mi sento bene, ma lo tranquillizzo all’istante.
Dopo una decina di minuti di viaggio David entra in un garage sotterraneo, parcheggia l’auto e mi invita a seguirlo per i corridoi fino ad arrivare davanti le porte di un ascensore.
Era strano perché non c’erano pulsanti, per aprire le porte bisognava inserire una carta magnetica cha portava direttamente all’appartamento. Le porte dell’ascensore si riaprirono al 32esimo piano precisamente nella “mia casa”. È di gran lunga di sopra a tutte le mie aspettative. Immaginavo che fosse bella ma non fino a questo punto.
È luminosissima e dalla vetrata del salone si può avere una vista mozzafiato del panorama New Yorkese. Ero innamorata delle luci di New York i primi giorni dopo il trasferimento ricordo che né io né Alice riuscivamo a dormire e rimanemmo a fissare fino all’alba il panorama che ci offriva il nostro piccolo appartamentino.
Faccio una piccola piroetta per poter ammirare il soggiorno spazioso al cui lato c’è un tavolo di vetro con sedie da design moderno. Al centro ci sono due divani color grigio perla e alcune sedie rivestite dello stesso materiale con cui sono fatti i divani su una parete c’è un grosso TV al plasma e vari console per video giochi e altri aggeggi tecnologici.
Mi ci accomodo su uno dei divani immaginando me e David la sera a vedere DVD oppure a chiacchierare abbracciati. “Ohh che bella visione.”
- Allora…- dice David mentre si siede al mio fianco – ricordi qualcosa?-
- No, ma non immaginavo che fosse tutto così bello.-
- Vogliamo continuare a fare il giro della casa?- si alza dal divano porgendomi una mano e mi porta nella cucina, nel bagno dove c’è una doccia che potrebbe ospitare minimo cinque persone lì dentro.
Poi mi porta nella nostra camera da letto. È arredata con colori molto tenui e tranquilli c’è il letto al centro della stanza e poi un divanetto posto poco più lontano, anche questa stanza, come tutte le altre è illuminata naturalmente da una vetrata e per avare la giusta intimità ci sono delle tende.
- Vieni ti mostro il tuo luogo preferito.-
Non capisco le sue parole ma lo seguo in un’altra stanza accende e la luce e rimango senza fiato.
- E’ il tuo armadio*- dice semplicemente David.
Ci sono abiti su abiti, in ogni cassetto c’è qualcosa di firmato.
Ho anche un cassetto pieno zeppo di occhiali da sole, poi scarpe e naturalmente borse di qualsiasi dimensione.
Penso a quello che avrà fatto Alice la prima volta che ha visto l’armadio, sarà sicuramente svenuta, è più grande della mia vecchia camera da letto.
- Ohmiodio. Sono tutti miei? Di tuo non c’è niente.-
- Già. Lo sai che abbiamo un animaletto.-
- Davvero?-
Uhh sì, io adoro gli animali chissà che sarà.
Mi porta di nuovo in soggiorno accende la TV e mi mostra Penny un animaletto tutto peloso, bianco e vaporoso e io lancio un urletto di gioia.
- Ma che carino!- lo osservo mentre gioca con un gomitolo di lana. – Cresce?-
- No, rimane cucciolo per sempre. Ora ti mostro il mio.-
Punta il telecomando e sullo schermo appare l’immagine di un enorme ragnetto peloso.
- Che schifo levalo.-
- Come? Tu lo adoravi.-
- Forse l’incidente mi ha provocato un aracneo fobia.-
- Forse…- dice chiudendo il televisore e riprendendo il soprabito che aveva lanciato sul una sedia. – Senti Bella, io ora devo fare un salto in ufficio. Ma sta arrivando Jessica a tenerti compagnia. Se hai bisogno di qualcosa mi invii una e-mail con questo.- dice porgendomi un telecomando. – Ha sottocontrollo tutta la casa, dal riscaldamento, alle luci…-
Un piccolo sorriso ironico spunta sulle mie labbra – Abbiamo una cosa robot?-
- E’ in questo che consiste la vita stile attico.-
- David, prima che vai devo chiederti una cosa.- faccio una piccola pausa, mi sento fortemente in imbarazzo a chiedere queste cose. – Chi è Jessica?-
- E’ la moglie di Mike, un mio socio in affari, ed è la tua migliore amica.-
- Migliore amica? Impossibile, la mia migliore amica è Alice, al massimo Angela o Rosalie.-
- Chi? Mai sentite nominare.-
Come? – Non importa David lo capirò da me. – dico scuotendo il capo.
- Più tardi arriva Gianna, la domestica e forse portano la tua auto nuova, non lo so mi devono far sapere. Ti mando una mail in qualsiasi caso.-
Lo accompagno fino all’ascensore. – Grazie David, per tutto questo che stai facendo per me.-
- Grazie a te per essere di nuovo a casa.-
 
Sono sola nella mia casa coniugale. Mi guardo di nuovo intorno osservando tutte le opere d’arte c’è addirittura l’armatura di un samurai poi pezzi d’arte moderna, foto ed altro e mi rendo conto che non c’è nulla in tutti questi oggetti in cui mi riconosco davvero. Dov’è sono finita la mia collezione di bicchieri strani?
Mi avvicino alle grandi finestre e osservo la città ai miei piedi poi prendo il cellulare e invio un invio lo stesso messaggio alle mie, spero ancora, amiche.
 
Hey, sono Bella. Sono di nuovo a casa. Chiamami appena puoi, non vedo l’ora di riabbracciarti.
 
Lancio il cellulare sul divano. E mi volto per andare a prendere qualcosa da mangiare e mi volto e trovo in frantumi un vaso blu che era messo un tavolino poco lontano dal divano.
- Che cavolo!!!- Grido cercando di raccogliere i pezzi da terra senza fare altri danni.
- Merda! Sono entrata da nemmeno due ore in questa casa e già sto facendo danni!-
Devo eliminare le tracce del danno, dov’è potrà mai essere in una casa del genere una semplice scopa? O qualsiasi cosa che le assomigli?
Vengo interrotta da un bip elettronico. Alzo di scatto la testa.
Il mio sguardo cade sullo schermo dove c’è scritto:
COME VA?
Omiodio, la casa mi parla!!!
Mi sento come in un vecchio episodio dei Simpson, in cui la casa è totalmente comandata da un computer, che tenta di uccidere Homer…
Oh mamma, forse vuole uccidere anche me. “scappa Bella, scappa!” comanda il mio istinto di sopravvivenza.
Un altro fastidioso bip e sullo schermo si aggiunge un'altra scritta:
AMORE, SONO DAVID =)
Haaa, ma è lui, forse ha messo qualche telecamera per controllare che non faccia danni in sua assenza…
VEDI CHE PUOI RISPONDERE…
Noto la tastiera a muro al cui fianco c’è un piccolo mouse bianco.
Clicco su rispondi e digito una risposta:
 VA TUTTO ALLA GRANDE! HO SOLO DISTRUTTO UN VASO CHE NON MI SEMBRA PRESO AD UN MERCATINO… MA PER IL RESTO TUTTO BENE…
Forse è meglio affrontare la cosa a gradi la seconda parte è meglio comunicargliela a casa.
Premo in tasto invio con su scritto solo:
TUTTO BENE.
Posso sempre evitare di dirglielo, non so come potrebbe prenderla. Potrei cercare un vaso simile su e-bay e comprarlo non penso che se ne accorgerebbe.
Però… il mio matrimonio è appena cominciato, non mi sembra il caso di mentirgli già!
Digito un nuovo messaggio sulla tastiera con scritto:
HO ROTTO UN VASO BLU. MI DISPIACE TANTISSIMO, SONO UN DISATRO TOTALE, SE SARA’ NECESSARIO NE COMPRERO’ UNO NUOVO.
Attendo in ansia la sua risposta… è possibile che a David non piaceva o di poco valore.
Che ne posso sapere io?
E se a David piaceva? “Oohh mamma che ho fatto!”.
Mi getto sul divano sconsolata aspettando la risposta di David.
Il fastidioso bip avvisa l’arrivo del messaggio.
NULLA DI GRAVE. STA TRANQUILLA.
Sospiro di sollievo e i miei muscoli si rilassano.
GRAZIE!
NON ROMPERO’ PIU’ NULLA. PAROLA DI BELLA SWAN.
 
BELLA, VEDI CHE IN PRIMO POMERIGGIO ARRIVERA’ LA MACCHINA NUOVA. NON FARTI PROBLEMI E’ TUTTO PAGATO.
IO HO DA FARE. A DOPO.
Macchina nuova? Chissà che modello ha scelto.
VA BENE. UN BACIO.
Spengo il televisore e in quello stesso istante suonano al citofono. Deve essere la mia nuova migliore amica… Jessica.
 
Pochi minuti dopo le porte dell’ascensore si aprono e mi mostrano la figura magra di Jessica. Indossa un pantalone nere con dei tacchi vertiginosi, una camicia semplice i capelli castani raccolti e il resto del volto è coperto da un paio di occhialoni Chanel.
- Ciaooo Bella.- il suo urletto mi trafora il timpano. – Come stai???
“Grazie Jessica, all’età di 60 anni ti addebiterò l’apparecchio acustico che sarò costretta a portare a causa della tua voce stridula.”
- Non male.-
- Ohh, cara, hai una faccia. Dovremmo organizzare una bel week-end in un centro benessere con le altre, ti farebbe bene.-
- Entra- le dico invitandola a non restare sull’uscio di casa – Ti offro qualcosa, che ne so un caffè un…-
Alla parola ceffè quasi mi ride in faccia – Bella, io non bevo caffè, lo sai bene.-
- Ohh scusami, sai ho perso la memoria.-
- Ohmiodio.- Jessica si copre la bocca con la mano. – Me lo aveva dettoDavid ma pensavo che scherzasse…-
- invece no… tu per me non sei nessuno, la tua faccia non mi dice niente..-
Jessica sta rielaborando le informazione che le ho appena dato poi ricomincia a parlare.
- Che incubo. Questo vuol dire che dovrò informarti su tutti i gossip della città e ce ne vorrà di tempo..-
- No.- la interrompo. Sicuramente mi rifilerà una specie di puntata di “Beautiful” e io di quella soap opera non la sopportavo. – Che ne dici se iniziamo con una cosa più semplice? Tipo come ci siamo conosciute?-
- Semplice.- dice alzando le spalle – Eravamo ad un cocktail per il lancio di una casa fatta dalla società di tuo marito. È stato lui a presentarci ha detto “Lei è Bella” e io “Che piacere!” è successo tutto così.-
- Interessante.- introduco l’argomento amiche – Senti Jessica, ma noi usciamo anche con Alice ed Angela o Rosalie.-
- Chi e chi???- Cosa? Ha avuto la stessa reazione di David. Com’è possibile che non conoscano le mie migliori amiche, soprattutto Alice.
Io e lei progettavamo il nostro futuro. Sognavamo essere le damigelle l’una dell’altra, camminare con i pancioni per Central Parck e di far crescere i nostri figli insieme e tante altre cose, perché?
- Quindi andiamo la sera nei locali a prendere cocktail?-
- Ma che Bella! Sono due anni che ti frequento e non ti ho visto mai toccare un cocktail. Tu e David siete fissato con il vino e lo champagne e il…- Jessica nota la mia faccia sconvolta e si ferma. – Forse ho esagerato con le informazioni?-
- No, lascia perdere. È importante che riesca a ricomporre il puzzle della mia vita, quindi le tue informazioni sono di aiuto.-
- Che ne dici di fare un po’ di sano shopping.-
- Sarebbe fantastico.-
- Allora andiamo.-
- Aspetta un attimo, Isabella Marie Swan, tu vuoi uscire con la tuta?-
“Cos’ha di strano?” penso portando lo sguardo verso la mia tuta. Non è poi così male è viola con qualche richiamo d’argento sulla maglia e sui pantaloni e rispetto alle tute che indossavo nel 2009 questa è decisamente meglio.
- Fila nell’armadio.- mi ordina Jessica cercando di sembrare cattiva.
Jessica mette la mani all’interno dei cassetti e ne caccia una t-shirt bianca con degli strass e un pantalone stretto che mette in risalto il mio nuovo, e sodo, fondoschiena.
Poi si sposta verso la scarpiera e quando capisco le sue intenzioni, un brivido di paura mi attraversa la schiena.
Jessica prende un paio di scarpe tacco 12 e me le porge.
- No, io quelle non le metto. Io odio passeggiare con i tacchi, sembro stupida.-
- Cosa? Tu vivi sui tacchi, quando li indossi acquisti una sicurezza unica da far impallidire anche una modella!- afferma sicura. – Quindi mettile e sta zitta perché camminare sui tacchi è come imparare a pedalare...- mi fa sedere sul divano al centro della stanza e mi costringe a levare le scarpe una volta messe mi invita ad alzarmi – Non lo si scorda MAI.-  Inizio a camminare con grandissima sicurezza tra la cabina armadio e la camera da letto.
- Hai visto come non barcollo dico verso Jessica che sorride e mi dice: Visto?-
 
Per le strade di New York è la solita vita monotona di sempre, chi corre da una parte, chi da un’altra e mai nessuno che si fermi a riflettere e chiedersi “Hey ma, dove sto andando sul serio?”.
Jessica mi trascina in più negozi e in qualsiasi parte persone che non riconosco mi accolgono con calore abbracciandomi e offrendomi acqua tonica. Mi mostrano modelli su modelli di vestiti tutti rigorosamente di alta moda e Jessica prendere tutto ciò che secondo il suo parere “mi sta di incanto” in pratica metà negozio e naturalmente ci abbina anche gli accessori perfetti. Una volta alla cassa quasi mi viene un colpo sentendo che la cifra totale raggiunge le quattro cifre.
Dopo aver fatto shopping il mio stomaco inizia a brontolare, quindi Jessica mi invita a pranzo promettendo che avrebbe offerto lei tutto.
Io mi prendo una bella bistecca mentre Jessica una bella insalata.
- Potremmo andare a pattinare a Central Park dopo pranzo che dici?-
- Sì sarebbe bello.- dico addentando un pezzo di bistecca.
E così facemmo. Di solito la pista di pattinaggio veniva aperta verso novembre ma negli ultimi anni avevano deciso di aprirla a metà ottobre.**
Il paesaggio in questo periodo è quello tipico dell’autunno i colori predominanti sono il rosso e il marrone che in qualche modo riscaldano, anche se c’è un venticello gelido che soffia da nord.
Facciamo una breve fila e poi ci infiliamo i pattini ai piedi ma poi mi rendo conto che un piccolo dettaglio mi è scappato: io non ho mai pattinato!
Jessica si sta per alzare ma io la blocco – Hemm, non sono tanto sicura di saper pattinare.-
Lei sgrana gli occhi. – David non ti ha mai portato?-
- Forse.- dico imbarazzata.
- Non ti preoccupare è facile.-  
Quando la lama entra in contatto con la superficie liscia e gelida inizio a barcollare.
- Trova il baricentro Bella.- mi rimprovera Jessica continuando a sorreggermi.
Un passo, dopo l’altro e tutto inizia a diventare più facile, Jessica molla la presa e mi lascia e io contenta le dico:- Ce l’ho fatta vedi?-
- Vedo. Io mi allontano un secondo. Non combinare guai.- si avvia dall’altra parte della pista e io mi lancio al centro della pista senza timore. I pattini grattano il ghiaccio liscio lasciando qui e là qualche graffio.
Continuo a pattinare felice come una pasqua ma poi noto un uomo dai capelli rossicci in jeans che sta parlando al cellulare ed è fermo, poco distante dal muretto. “Ohoh Jessica non mi ha detto come  frenare… Merda!”
Il ragazzo si volta verso la mia direzione e il sorriso che aveva sulle labbra muore appena vede che sono diretta proprio verso la sua direzione.
- Frena.- Mi urla, paradosi le mani davanti al corpo.
- Cavolo- urlo cercando
Non riesco a fare nulla e mi ritrovo stesa sul ghiaccio con quel tizio sotto di me.
- ohh cavolo! Che figura, scusami!- dico mentre mi metto in ginocchio e provo ad alzarmi ma ricado come una pera cotta di nuovo sul ghiaccio.
Il tizio atleticamente si alza e mi solleva da terra.
- Tutto bene?-
- Sì è che sono un imbranata poi ultimamente è tutto così strano, veda, ho fatto un incidente e perso la memoria…-
Alzo lo sguardo e vedo il tizio fissarmi come se parlassi una lingua straniera. Ha un viso bellissimo, ora che ci faccio caso occhi verdi, i capelli chiari sparati d’ovunque. Forse ha la mia stessa età, al massimo ne avrà 30 di anni.
- Sai, ho avuto un incidente stradale.- cerco in qualche modo di giustificare la mia imbranataggine.ù
- Bella lo so che hai avuto un incidente.- ha una voce particolare molto intensa.
- Aspetta un attimo! Tu mi hai chiamato per nome. Ci conosciamo noi due?-
Il volto del tizio cambia di nuovo espressione ora è sconvolto.
– Ti ricordi di me?- mi chiede improvvisamente.
- Mmh no.- dico stringendomi nelle spalle come a giustificarmi. – Non voglio essere scortese, ma non ricordo nessuno che ho conosciuto negli ultimi tre anni. Né della mia vita e nemmeno di mio marito! Ci credi?-
Sorrido ma il tizio non ricambia e non esprime comprensione. Anzi sembra irritato.
- Cos’hanno detto dell’amnesia?- chiede – I tuoi ricordi sono persi per sempre?-
- Possono tornare in qualsiasi momento, ma può essere anche che non ritornino più… Però ho incontrato persone molto disponibili ad aiutarmi. Mio marito poi.. mi sta aiutando molto. È un marito perfetto!-
Sorrido di nuovo, ma nulla. – Tu come ti collochi nel quadro?-
Il tizio non risponde. Guarda a tutt’altra parte come se non ci fossi.
Non capisco quale sia il suo problema.
Infine abbassa la testa e mi studia di nuovo, la faccia contratta in una smorfia addolorata. Soffre davvero, ma perché?
- Devo andare.-
- E’ stato un piacere conoscerti, anche se non ci siamo proprio conosciuti, ma hai capito cosa intendo.-
Gli tendo la mano, ma lui la guarda solo poi aggiunge – Ciao Bella.- mi volta le spalle e si avvia verso l’uscita.
- Ciao…- gli grido alle spalle. Che tipo strano. Non mi ha neanche detto come si chiami.
  


*: l'armadio di Bella:  http://i54.tinypic.com/dzugqf.jpg 
**: me la sono inventata di sana piante questa notizia xD

  
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