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Autore: tinta87    12/12/2010    1 recensioni
"A volte il passato ritorna... E quando ritorna per G Callen, è pericoloso... Quando 2 gemelli sanguinari arrivano a LA e portano scompiglio in città, G scopre di essere il vero obiettivo. Sia lui che il team sono in pericolo, perchè c'è qualcuno disposto a tutto pur di trovare e catturare Callen.." Storia scritta a 4 mani insieme a Susan
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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capitolo II OP

Capitolo II




Callen si ritrovò a terra. Il colpo di Sam era stato così ben calibrato che G perse i sensi per qualche secondo, stordito dalla botta. Hetty si chinò immediatamente su di lui.
“ Sam prendi del ghiaccio: subito!” ordinò all’agente. L’ex - Seal si avviò velocemente nel corridoio, incontrando Kensi e Nate.
“Dire ve l’avevo detto mi pare scontato, no?” disse la ragazza
“Questa me la farà pagare..” rispose Sam ormai alla fine delle scale.
“Chi gliela farà pagare? Callen o Hetty?” chiese incuriosito Nate.
“Entrambi?!?” rispose sorridendo Kensi.

“Signor Callen tutto bene?” chiese Hetty sfiorando lo zigomo destro del suo agente, visibilmente arrossato.
G, al contatto,  si scosse, mugugnò qualcosa e si girò su un fianco portandosi una mano sul livido dicendo stizzito: “Questa me la paga…”
“ Mi dispiace signor Callen non volevo distrarla…ma comunque siete degli incoscienti!” concluse Hetty, sottolineando l’ultima parola. Kensi e Nate lo raggiunsero, aiutando G a rialzarsi.
“Stai bene?” chiese Kensi

“Si” rispose visibilmente seccato Callen, tenendo la mano sullo zigomo colpito. Sam arrivò con il ghiaccio e lo porse al collega “ Scusa” le disse come un bambino che ha combinato qualche guaio.
Nate non trattenne una risata ma fu subito gelato da uno sguardo penetrante di Callen e da una gomitata di Kensi. G prese il ghiaccio dalle mani di Sam e se lo portò al viso; gemette un po’ al contatto e si rivolse ad Hetty: “ Come mai sei salita di corsa prima? Cosa è successo? “
“Fatevi una doccia! Tra dieci minuti in sala operativa” concluse la piccola donna, in un tono tutto fuor che rassicurante. Raggiunse di nuovo il suo ufficio, lasciando i suoi uomini perplessi.

 

Sam si stava legando una scarpa mentre Callen si abbottonava l’ultimo bottone della camicia blu. Tra loro regnava il silenzio; non si erano ancora rivolti parola. Sam aspettava che fosse il collega a parlare, sapeva di aver colpito duro, ma d’altro canto, sapeva anche che non poteva essersela presa così tanto per un piccolo incidente. Appoggiò il piede sulla panchina dello spogliatoio e guardò G sistemarsi il colletto. Cavolo lo zigomo si era davvero arrossato, avrebbe portato il segno del pugno per qualche giorno, oddio, forse, un po’ incazzato lo era, però era troppo scuro in volto per avercela davvero con lui. Alla fine Hanna prese la parola: “Hai intenzione di giocare al gioco del silenzio ancora per molto? E’ così che me la vuoi far pagare per il pugno?”
G gli rivolse un’occhiata: “Te la farò pagare, ma non ora…così mi sottovaluti” aggiungendo un mezzo sorriso.
“Allora cos’hai?” chiese Sam, allargando le braccia
“Stavo pensando a cosa potesse essere successo, al perché Hetty sia così preoccupata..”
“Già..non ne ho idea, e la cosa non mi piace per niente.”
“Sei pronto?”
“Si” rispose Sam
“Mi congratulo con te …6 minuti, un record” disse Callen uscendo dallo spogliatoio, seguito dal collega.


Raggiunsero la sala operativa.  Il resto della squadra era in attesa. Eric aveva il suo notebook tra le mani, aspettando istruzioni. Hetty non era ancora salita. Nel frattempo i due agenti entrarono nella stanza ed il tecnico informatico non riuscì a non trattenere una risata che fu subito stroncata da un’occhiata di Sam.
“Hetty?” chiese Callen.
“Proprio dietro di lei Signor Callen”
G chiuse gli occhi e si spostò per far passare la direttrice alle operazioni.
"Prego" disse G. Hetty inclinò il capo e si avvicinò allo schermo.
"Eric" e il ragazzo fece apparire delle immagini sullo schermo. Sembravano i resti di un bar, ma era difficile dirlo visto che era completamente distrutto. Del fumo usciva dalla vetrina a pezzi e davanti all'edificio passavano poliziotti a tranquillizzare la gente intorno.
"Questa mattina il 'Red Chain' è saltato in aria... O almeno così credevano i poliziotti".
G fissava le immagini con attenzione. "Ci sono parecchi fori di proiettile... Vicino alla porta" e con il dito ingrandì l'immagine, così che fosse possibile vedere i fori.
"Uhm... C'è stata una sparatoria?" domandò Kensi.
"Sì... Mi hanno informata che sono morti due marines, il sergente Stent e il sergente Jensen. La telefonata che ho ricevuto veniva dal signor Deeks... Signor Hanna, signor Callen e Kensi... Andate sulla scena del crimine" ordinò Hetty.
I tre annuirono e uscirono.
"
Signor Beal, signor Guetz... Trovate più informazioni possibili su questi due marines"
Nate e Eric annuirono e si misero all'opera.





Kensi scese dall'auto e i suoi occhi cercarono Marty, in mezzo a tutto quel viavai di gente.
"Wow... Ce n'è di gente" commentò Sam. "Marty dov'è?"
G indicò Deeks vicino al nastro che delimitava la scena del crimine.
"Ciao, Deeks!" lo salutarono.
Quello si girò e sorrise.
"Ciao! Da quanto non ci sentivamo? Tutto a posto?"
Kensi fece spallucce. "Insomma..."
"Che ti è successo alla guancia, Callen?" domandò curioso Marty, indicando lo zigomo destro di G.
"... Incomprensioni sul posto di lavoro" fu la succinta risposta di Callen. "Allora, ci vuoi dare i dettagli di questo casino?"
Marty fece strada ai due agenti e li portò all'interno del bar. L'interno era ancora integro (più o meno), il fumo si era diradato, ma la scena davanti ai loro occhi fu terrificante.
Un marinaio (se fosse Stent o Jensen non potevano dirlo, visto che la faccia era coperta di sangue e polvere) giaceva in una pozza di sangue, la mano destra mozzata qualche metro più lontano, che impugnava ancora una pistola.
"Oh, porca t---" incominciò Kensi, mettendosi la mano davanti alla bocca.
G fissava la scena: oltre alla mano tagliata, il corpo era sta crivellato da una marea di proiettili... Fino a quel momento ne aveva contanti 25.
"... Hai la dinamica dell'assassinio?"
"Il barista, che si sta tenendo l'anima con i denti, ci ha detto qualcosa" disse Deeks, tirando fuori un foglietto. "Stamattina, verso le 6, il bar era vuoto. All'improvviso sulla porta si sono materializzati due ragazzi, maschio e femmina, gemelli mi hanno detto. Entrambi avevano i capelli scurissimi e gli occhi altrettanto scuri... Ma la loro carnagione era pallidissima. Avranno avuto tra i 18 e i 25 anni. Si sono avvicinati al bancone e hanno chiesto se in quel bar ci andavano marines. Il barista era poco convinto ma ha risposto di sì... I due avevano uno strano accento dell'est... Comunque, si sono seduti al tavolo in fondo" e Deeks indicò un tavolo senza una gamba al fondo della stanza. "E sono rimasti in silenzio fino a che non sono entrati Stent e Jensen"
Sam si piegò sulle ginocchia e guardò gli occhi sbarrati dell'uomo senza mano. "Marty, scusa se ti interrompo, ma l'altro dov'è?"
Deeks distolse lo sguardo dal pezzo di carta e disse:"Di là... Nel retro, ma è meglio... se non lo vedete... La vista ha provocato 4 conati di vomito"
G si diresse verso la stanza e aprì la porta. Gli altri lo seguirono e si bloccarono all'entrata, scioccati.
Un uomo era legato alla sedia. Le gambe erano piene di fori di proiettili e aveva tagli ovunque, ma la parte più spaventosa era la testa: quelli che sembravano chiodi erano conficcati nella testa del poveraccio.
"Q-quelli sono... chiodi?" domandò inorridita Kensi.
"Sì... E il medico legale ha detto che dalla quantità di sangue... Glieli hanno conficcati nella testa mentre era ancora vivo"
G fissava la scena e non proferiva parola. Perchè non ce ne erano.
"Torna al racconto, Deeks" disse Sam, facendo un passo nella stanza.
"Uh, sì... Dicevo, che appena sono entrati Stent e Jensen, i ragazzi si sono alzati e si sono diretti verso i due. Hanno sorriso ai due e il ragazzo ha tirato fuori un macete più grande di me... Sembra un film dell'orrore" aggiunse Marty, grattandosi la testa. "Comunque, il poveraccio di là ha tirato fuori la pistola, ma il ragazzo gli ha mozzato la mano. L'altro tira fuori a sua volta la pistola, ma la sorella del ragazzo tira fuori un B.A.R"
"Un che?" domanda confusa Kensi.
"Fucile automatico della Browning" rispose Sam. "E' stata un'arma molto apprezzata durante la Seconda Guerra Mondiale e tuttora è ritenuto una delle armi americani migliori. Ma è enorme! Hai detto che lo maneggiava la ragazza?"
"Sì e anche con destrezza... Hanno maciullato il tipo di là e poi si sono divertiti con questo... Il barista ha lesioni al polmone destro e alla gamba... Il ragazzo ha tentato di tagliargli la gamba con il macete, poi ha deciso di lasciarlo perdere... Hanno sparato nel bar finché non hanno finito le munizioni. Hanno lasciato un messaggio, comunque"
I tre si voltarono verso il poliziotto.
"Un messaggio?"
"Sì"
"Per chi?"
Deeks tirò fuori un biglietto chiuso in una busta per le prove e lo mostrò ai tre. C'era solo un'unica lettera: G.
Sam e Kensi lanciarono uno sguardo a Callen che fissava il biglietto.
"Non sono certo che sia indirizzato a te... Ma te l'ho mostrato per sicurezza"
"Sai che fine hanno fatto?"
"Sono saliti su una macchina... Una Mercedes metallizzata... Senza targa"
Sam si passò una mano sulla fronte e lanciò un altro sguardo al povero marine legato alla sedia.
"Hai detto che erano dell'est?"
"Sì, l'accento era dell'est... Usavano parole tipo -Bunaseara-, -Sora Mai Male- e -Fratti Mai Sol-"
"Che diavolo di lingua è?" domandò Kensi. "Sam?"
"Mai sentita"
"Callen?"
G non rispose, fissava ancora il biglietto. Kensi gli toccò la spalla e lui si riscosse dai suoi pensieri.
"No, non ho mai sentito parole del genere"
Marty fissò i tre e alla fine disse:"Chiunque siano... Non hanno solo qualche rotella fuori posto, ma sono proprio malati... E' pane per i denti di Nate"
"Sì" rispose piano G e fissò ancora una volta il biglietto.
G... G... G... G...









Continua....

   
 
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