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Autore: Roberta87    12/12/2010    6 recensioni
Salve! mi chiamo Roberta e questa è la mia prima FF! La storia è un'alternativa a Twilight,e vede il suo inizio in una Forks dove Bella risiede da tre anni ed i Cullen non sono ancora arrivati. Troverete il resto della trama nel capitolo "trama ed introduzione". Spero che la mia storia vi coinvolga tanto quanto sta coinvolgendo me!
ESTRATTO DAL CAPITOLO 16 :
[..] Improvvisamente il rumore di un auto ci interruppe. Jacob mi lasciò un ultimo bacio a fior di labbra e tenendo ancora il mio viso tra le mani si voltò verso la strada. Sciolsi l’intreccio delle nostre dita e guardai anch’io. Una Volvo metallizzata aveva appena parcheggiato fuori il mio cortile. Sapevo bene a chi appartenesse quell’auto.
Rimasi un attimo sbigottita, cosa ci faceva lui qui? Cosa voleva?. Voltai ancora lo sguardo verso Jacob, giusto in tempo per vedergli serrare la mascella. Le sue mani sul mio volto furono percorse da una breve scarica di leggero tremore, mentre continuava a fissare l’auto.
« Vieni, Bells. E’ ora di andare. » [..]
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward, Bella/Jacob
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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CAPITOLO 18 – “Un passo alla volta



Tre settimane dopo…..



« Edward Cullen, Angie?! No dico…Edward Cullen?!? » avevo alzato la voce senza accorgermene.
Angela mi aveva tappato la bocca rapidamente, prima che tutto il cortile della Forks High si voltasse a guardarmi.
« Ho capito! » sbuffò esasperata e fece ricadere di nuovo le mani lungo i fianchi sottili.
« Ne sei proprio sicura? Perché, sai, non ti vedo sconvolta quanto me, o nemmeno sconvolta quanto mi aspettassi » incrociai le braccia al petto e pensai che forse dovevo apparirle proprio come una bimbetta capricciosa.
« Il fatto è che….non ci vedo nulla di così sbagliato, Bells. » ammise con lo sguardo rivolto a terra e si sedette sulla panchina a pochi passi da noi.
Sospirai forte per calmarmi, mentre con una mano mi torturavo i capelli. Infondo Angela era la mia migliore amica anche e soprattutto perché la consideravo una ragazza davvero molto intelligente. Quindi di sicuro aveva i suoi buoni motivi per pensarla a quel modo. E, ancora più sicuramente, in quel momento io non avevo la lucidità necessaria per valutare l’episodio obiettivamente.
Così mi rasserenai, era meglio affrontare la cosa con calma, facendomi guidare da lei. Affondai le mani ormai gelate dal freddo ottobre di Forks nelle tasche profonde della felpa e mi abbandonai sulla panchina al suo fianco.
Angela mi guardò di sottecchi e poi, non senza una punta d’imbarazzo, infilò la sua mano nella tasca sinistra della mia felpa e mi prese la mano. Sospirai a quel contatto affettuoso e strinsi le sue dita fra le mie. Gli occhi mi pungevano e mi accorsi della lacrima che mi solcava la guancia solo perché Angie la raccolse con l’altra mano, per poi accarezzarmi.
« Oh Bella, tesoro. » sussurrò ed io la guardai, nei suoi grandi occhi nocciola anch’essi lucidi dietro gli occhiali. « Non devi arrabbiarti con te stessa. Non devi prenderla così. »
« E come dovrei, Angie? » le chiesi con la voce tremante.
« Soltanto per quello che è: un sogno. Niente di più. »
« Si certo, la fai facile tu… »
« Facile, Bells? » rispose brusca e questo mi stupì « Pensi sia stato facile vederti distrutta in queste tre settimane? Pensi sia facile starti accanto, anche adesso, mentre ancora soffri e ti amareggi addirittura per un sogno? » spinse di nuovo su gli occhiali che le erano scivolati lungo il naso.
« No, Angela, no. Scusami. » sbuffai davvero afflitta.
Angela era stata il mio vero sostegno in quelle tre settimane. Soltanto lei era riuscita a tirarmi su quando la voragine che Jacob aveva lasciato nel mio petto pareva allargarsi ed inghiottirmi. Soltanto lei era riuscita a convincermi ad uscire dal letto, a non farmi rammollire sotto bollenti docce infinite, a farmi uscire di casa dopo giorni, a ricominciare anche soltanto a parlare con più di qualche semplice monosillabo.
Angie mi abbracciò forte per un secondo e poi si staccò, aumentando la stretta della sua mano nella mia nel calore della felpa.
« Non scusarti tesoro. E’ solo che vorrei aiutarti a capire che non vale la pena amareggiarsi perfino per un sogno » mi rivolse un debole sorriso
« Angie…quello non è un sogno, ma il sogno. » puntualizzai per l’ennesima volta.
« Che a quanto pare è tornato a farti visita. »
« Ma cambiato » aggiunsi
« Già, cambiato. E per fortuna direi, altrimenti sarei stata costretta a portarti da uno strizzacervelli! »
Mi strappò una piccola, breve risata contagiata dalla sua.
Un po’ di tempo prima, in un pomeriggio a casa mia, per distrarmi dal torpore in cui mi trovavo dopo la rottura con Jake, le avevo raccontato di quel fastidiosissimo sogno che mi tormentava ogni notte nel mese precedente. Poi, forse per clemenza, quello stesso sogno aveva smesso di torturarmi dalla notte stessa in cui avevo parlato con Sam. Non l’avevo più fatto. Le mie notti erano semplicemente diventate buie e senza sogni. Fino all’altra notte perlomeno.
L’altra notte quel sogno era tornato, ma diverso. Era cambiato. Stavolta , mentre camminavo nell’immenso spazio bianco senza confini e orizzonti, cercando di raggiungere una sagoma scura in lontananza….la potentissima luce accecante dietro quella sagoma si affievoliva fino a spegnersi del tutto. Permettendomi finalmente di avvicinarmi senza più intralci alla sagoma, permettendomi di raggiungerla, permettendomi di vedere a chi appartenesse quella sagoma.
Mi ero svegliata di soprassalto quasi immediatamente quando avevo riconosciuto Edward Cullen. All’inizio avevo pensato di ricordare male, così mi ero riaddormentata, e il sogno era tornato. Uguale a poco prima, esattamente lo stesso. Appena la luce svaniva del tutto, mi avvicinavo alla figura ormai identificata come Edward. E nonostante mi fossi risvegliata e riaddormentata almeno cinque volte nella stessa notte, ogni volta che perdevo i sensi mi ritrovavo sempre nello stesso sogno, sempre uguale.
La cosa che mi spaventò di più, fu notare che nel sogno venivo spinta sempre da un istinto più grande di me verso Edward. Inconsciamente, mentre sognavo ero ben consapevole di come sarebbe andato a finire quel sogno, avrei raggiunto la sagoma, avrei visto che era Edward….ma nonostante ciò, nonostante questo sarebbe dovuto bastare a farmi fermare, se non addirittura voltarmi nell’altra direzione, io venivo comunque spinta verso di lui. Mi sentivo profondamente e magneticamente attratta da Edward. E il mio subconscio approfittava dello stato di incoscienza in cui mi trovavo, per abbattere ogni tipo di resistenza nei confronti di Edward e abbandonarsi al richiamo che lui suscitava in me.
« Forse… » Angela mi distolse dal ricordo « …forse vuole dirti qualcosa »
« Chi? Il sogno? » le chiesi
« Beh in un certo senso. Direi più il tuo subconscio. » mi rispose sorridendomi.
« Ci mancano solo queste cose da manicomio, nella mia vita » sbuffai
« Ma quanto sei diventata noiosa! » mi lanciò un occhiataccia « Chi ti dice che non sia una cosa positiva? »
« Non ci vedo nulla di positivo in Edward Cullen, e lo sai benissimo. »
« No, mia cara. Quello che so è che tu non vuoi vedere nulla di positivo in lui. Ti ostini a non parlargli, a non guardarlo nemmeno! E sinceramente non mi sembra un comportamento normale. »
« Non sono mai stata tanto normale »
« Su questo, ma solo su questo, ti do ragione » mi diede una stretta alle dita e mi sorrise, cercando il mio sguardo. Sapevo cosa stava aspettando, e a quel punto, tanto valeva ascoltarla.
« Avanti, Freud. Illuminami sul mio subconscio. »
Angela rise e gongolò di gusto, poi si voltò ancora di più verso di me. Aveva una strana luce folle negli occhi, e questo mi fece capire che stava per spiattellarmi una di quelle sue spiegazioni degne dell’arringa del miglior avvocato di Washington.
« E’ molto semplice, Bells. Quasi elementare direi, e anzi, sinceramente mi sono sorpresa che tu non ci fossi arrivata prima perché…. »
« Oddio Angie! » la interruppi « per favore, potresti evitare di dilungarti su quanto sia stata “elementare” per te questa deduzione e passare a spiegarmela? »
« Bene, ascolta. Tu hai iniziato a fare questo sogno prima che i Cullen arrivassero in città, ovviamente senza riuscire ad identificare quella sagoma in controluce. Poi…improvvisamente, quando Jake sparisce, ecco che riesci ad identificare il “personaggio misterioso”. Ma il punto sai qual è? Che tu hai escluso da subito che in quel sogno ci fosse qualcun altro oltre a te e alla sagoma. » mi guardò sollevando un sopracciglio evidentemente soddisfatta.
« Non capisco dove vuoi andare a parare. »
« Insomma, nel sogno c’eri tu, la sagoma…e la luce! La luce abbagliante, Bells! » era possibile che mi sembrasse ancora più folle?
« Angie, mi stai mettendo paura. »
« Credo che il tuo cervellino abbia subito qualche danno ultimamente. Ma visto che non ci arrivi da sola te lo dirò io. » sospirò vistosamente, quasi infastidita dalla mia mancanza di arguzia « Quella luce, guarda caso, era proprio ciò che ti impediva di vedere Edward. E lo faceva di proposito, perché quella luce abbagliante rappresenta qualcuno. »
« E quel qualcuno sarebbe…. » la incitai a proseguire
« L’unica persona al mondo che definiresti il tuo sole personale. » aggiunse con un tono improvvisamente più sommesso, come se avesse paura di ferirmi anche solo facendo riferimento a lui.
Ed in effetti non aveva tutti i torti. Come ogni volta che si parlava di Jacob il mio stomaco fu stretto in una morsa dolorosa.
« Jake » sussurrai piano.
« Si, Jake. » mi confermò Angela e strofinò il pollice sul dorso della mia mano. « Secondo me tutto ciò ha un significato, Bella. Fin quando Jacob era nella tua vita, la sua forza ti impediva di avvicinarti ad Edward. Ti impediva anche solo di guardarlo meglio, di riconoscerlo e conoscerlo. Semplicemente, ora che Jake non è più qui, puoi finalmente guardare ciò che ti era stato negato fin’ora. » Poteva aver ragione.
« D’accordo Angie, ammettiamo che sia così. Ma perché Edward? Perché proprio lui? »
« Perché non esiste persona al mondo più diversa da Jacob. » mi sorrise piena d’affetto « Tu lo sognavi ancora prima che lui arrivasse a Forks. E’ come se avessi avuto un sesto senso, come se lo avessi aspettato. Come se il tuo subconscio volesse prepararti ad incontrarlo. Oppure, ancora meglio, voleva rassicurarti che quando avresti perso Jacob non saresti stata da sola, ma anzi. Il destino aveva in serbo per te la cura ai tuoi dolori. Qualcuno che rappresentasse una novità, una scoperta, qualcuno che fosse l’opposto di Jacob in tutto. »
Le lanciai uno sguardo implorante. Perché sapevo che aveva ragione. Infondo sentivo che aveva ragione su tutto. Edward era totalmente diverso da Jacob, e io in quel momento della mia vita, per sfuggire al dolore, avevo bisogno esattamente di quello.
« Quindi, tesoro, per favore smettila di ignorarlo. Io non dico che dovrete diventare amici per la pelle, ma almeno prova a prendere da lui soltanto ciò che potrebbe aiutarti a non pensare. »
« Ma a Jacob.. »
« Jacob non c’è, Bella. Se n’è andato. » il suo tono divenne improvvisamente serio « Tu sai quanto anche io gli voglia bene. Siamo cresciuti insieme, noi tre. Ma la mia migliore amica sei tu. E se vederti di nuovo felice, o almeno meno sofferente, significa doverti spingere a fare qualcosa che ferirebbe Jacob….beh, diamine, si, sono determinata a farlo. »
Mi gettai tra le sue braccia come poche volte avevo fatto. Perché poche volte, prima di allora, mi ero sentita così piccola, così bisognosa di una guida.
« Grazie, Angie. Ti voglio bene »
« Anch’io te ne voglio, Bella. »



Le successive ore ed il pranzo mi servirono molto per pensare. Certo Angela aveva ragione, ed io volevo seguire i suoi consigli. Ma una volta scemata l’intensità quasi mielosa di quel nostro scambio di idee, decisi che non sarebbe stato tutto rose e fiori.
Del resto ero ancora assolutamente diffidente nei confronti di Edward, non lo conoscevo affatto. Però in quelle tre settimane ero giunta anche ad un’altra conclusione : se io e Jacob avevamo rotto, non era del tutto colpa sua. In effetti mi aveva soltanto dato un passaggio a casa, e non potevo sapere quanto fosse davvero intenzionale il suo dirlo a Jacob quel mattino. Magari anche per lui non sarebbe stata una tragedia così grande farglielo sapere.
Quindi a conti fatti, decretai che Edward non meritava più il trattamento “fantasma” che gli avevo riservato fino a quel momento, ma comunque sarei stata diffidente. A volte ancora mi saliva l’amaro in bocca quando ripensavo a quel giorno.
Così, quando quel pomeriggio entrai nell’aula di letteratura sperimentale, e lo trovai già seduto al suo posto, mi sforzai di sembrare quanto più rilassata possibile.
« Ciao Cullen » gli dissi.
Edward si voltò come se avesse sentito parlare un morto. Non avevo mai visto nessuno con un’espressione più ridicola di quella, e dovetti trattenermi tantissimo per non ridere.
« Ciao Bella » mi rispose ancora sbalordito, ma quando lo fulminai con lo sguardo si corresse « Ciao Swan » e dal suo volto sparì ogni traccia di stupore, rimpiazzato dal suo sorriso sghembo.
Mi sedetti accanto a lui, posai lo zaino sul pavimento ed aprii il libro di testo.
« Non ci speravo più. » mi disse con un tono di voce dolcissimo, e mi fu impossibile non voltarmi.
E così rincontrai i suoi occhi dorati. L’impatto fu forte, non li incrociavo da più di tre settimane. Non credevo fosse possibile che un essere umano avesse così tanto potere in uno sguardo, o in un sorriso, o semplicemente nel suo volto. Quel ragazzo era ipnotizzante, bastava guardarlo perché ti si svuotasse la mente e ti ritrovassi completamente in balia dei suoi gesti.
E quella sensazione di rapimento era piacevole, ma allo stesso tempo mi infastidì molto in quel momento. Non volevo cadere trappola del suo fascino, non volevo che mi abbindolasse con così tanta facilità.
« Già. » gli risposi, poi aggiunsi determinata « Ma non pensare che la mia sia una resa. Voglio soltanto concederti il beneficio del dubbio. »
« Grazie. Ed io non te ne farò mai pentire, Bel… » lo interruppi bruscamente, parlando con un tono leggermente superiore al suo e fissandolo dritto negli occhi.
« Un passo alla volta, Cullen. Un passo alla volta. »
Mi sorrise, felice come una pasqua, anche se non avevo idea del perché.
« Non te ne farò mai pentire, signorina Swan. Lo prometto. »




Angolo autrice : PER FAVORE recensite !!
   
 
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