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Autore: alyna13    13/12/2010    1 recensioni
Alice, 22enne italiana e la sua voglia di libertà, la sua voglia di mettersi alla prova e di costruire il suo futuro, un incontro casuale nella bellissima new york con un Gerard cantante famoso e probelmatico con un animo tormentato.
insieme riusciranno a trovare la via giusta o.....forse no!!!
questa e la mia prima fan ficton sui MCR e in generale su questo sito spero vi piaccia!
buona lettura
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gerard Way, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 1 A NEW STARTING POINT

20 Ottobre 2006 New York l’aereo attera, guardo l’orologio sono le 14 ora locale, mi avvio a sbrigare tutte le pratiche, riconoscimento, impronte digitali e ritiro bagagli esco dal mio gate che sono già le 15.30.
-perfetto ora non mi resta che trovare un taxi che mi porti alla mia nuova casetta- dico più a me stessa che ad altri, così bagagli alla mano inizio a buttarmi alla ricerca di una qualsiasi macchina gialla ancora libera e fortunatamente ne trovo una dopo soli 5 minuti.
-scusi e libero?- chiedo speranzosa
-certo venga dia pure a me i bagagli- il taxista è un ometto che avrà sui 65 anni ha la pelle ambrata e si sente che è di origine straniera, probabilmente sud-americana.
Una volta raccolti tutti i bagagli si parte -dove la porto?- così io gli allungo il biglietto tutto stropicciato che avevo in tasca
-West village w11th N° 12 perfetto, è una zona carina- mi dice lui rassicurante dopo avermi ridato il bigliettino tutto stropicciato e parte alla volta di Manhattan.
Enrique (così ho scoperto che si chiama il “mio” autista) inizia a raccontarmi un po’ tutto della sua vita, così scopro che è sud-americano per la precisione paraguaiano, che vive nel Queens in una zona molto tranquilla con tutta la sua famiglia e che fa il taxista praticamente da quando è arrivato nella grande mela
-e poi Alice ti dirò hai scelto proprio una zona bella, il West village è una zona molto all’avanguardia è diventata un po’ la zona degli artisti e designer della città, ti troverai bene e comunque siamo arrivati- mi dice lui sorridendomi, così scendo dalla vettura e mi guardo intorno, è tutto davvero bellissimo , i palazzi alti, le vetrine, le macchine che sfrecciano ovunque, le mille luci
–ti aiuto a portare dentro i bagagli- mi urla Enrique così mi avvio anche io al bagagliaio e noto che sono stata brava non ho portato molte cose
–allora a che paino è la tua casa?-mi chiede il mio “aiutante” –al 6 piano, la porta che da sull’altro lato- il palazzo non è molto alto, (per gli standard americano ovviamente), però prendiamo l’ascensore lo stesso, sono troppo stanca per pensare di fare mezzo gradino.
Arrivati prendo le chiavi da sotto lo zerbino, come mi aveva detto la donna che me lo ha affittato e apro , l’appartamento è abbastanza grande e luminoso la vista è spettacolare, da direttamente sull’hudson river, subito appena entrati si nota l’ampia sala tutta arredata in stile moderno con forti contrasti tra il chiaro e lo scuro, subito a destra vi è la cucina piccolina ma graziosa e con tutto l’occorrente e invece alla sinistra del salotto vi è un piccolo corridoio con tre porte una a destra che è una camera dove vi era un piccolo divanetto e un puff e in un altro angolo un ferro da stiro, diciamo che è una stanza lavanderia/ripostiglio/relax, mentre nella porta a sinistra una bellissima camera da letto con un armadio molto grande e un letto matrimoniale e per finire il tour la porta infondo al corridoio porta al bagno piccolo ma accogliente munito sia di vasca che di doccia…
UN SOGNO!


P.d.V. Gerard

E oggi rinizia un’altra fottutissima mattina, la sveglia suona ma la lancio lontano , oggi ho voglia di cazzeggiare, oziare in casa, vegetare…insomma avete capito la mia voglia di fare qualche cosa di costruttivo rasentava lo 0. Dopo non so quanto decido di alzare per lo meno la faccia dal cuscino giusto per guardare l’ora
–perfetto sono le 10 e non so che c***o fare- esclamo con una voce totalmente apatica, mi alzo e vado in bagno giusto per darmi una sistemata, la casa è una totale merda, anche perché faceva tutto Elizabeth, la mia “amatissima” ex che visto il mio andazzo da mummia vivente ha deciso saggiamente di piantarmi in asso, dopo averi ovviamente spillato un po’ di soldini , insieme a un aitante aspirante avvocata dell’upper east side di Manahattan, mentre io povero pirla sono qui a marcire nel mio attico.
Dopo essermi dato una ripulita vado in cucina, peggio di un campo minato, dove cerco qualche cosa di commestibile, ma la ricerca è totalmente vana così saggiamente decido di andare allo starbucks che è a due minuti a piedi.
L’aria di fine ottobre è frizzantina e mi punge sulle guance, passo vicino a una farmacia e sull’insegna luminosa posta fuori dall’entrata leggo 20 ottobre 2006, tra 3 giorni uscirà il mio album The black parade, opera che rispecchia totalmente il mio modo d’essere e vivere, album che risveglia le mie domande più frequenti e le mie paure… Solo a sentire questi pensieri mi faccio paura da solo.
Dopo poco ecco la mia fonte di cibo, solo a sentire il profumino che esce mi viene la bavetta alla bocca così mi ci fiondo dentro –buon giorno a tutti- dico hai miei baristi di fiducia ormai vango qui tutte le sante mattine, oggi c’è Juliette
–eccolo! Mr. Morte pensavamo non arrivassi più- mi dice di rimando lei sorridendomi
–hey vacci piano con gli insulti nanetta comunque gradirei un triplo caffè e una ciambella ricopera di cioccolato al latte- dico io sedendomi al bancone
–subito sua maestà- mi risponde e la vedo trafficare con la macchinetta del caffè.
Dopo 5 minuti ecco arrivare la mia colazione che divoro in un boccone poi pagato esco, ho voglia di fare una passeggiatina per le vie New Yorkesi, così inizio a vagare senza meta, le vetrine, le luci, la gente così indaffarata che corre a destra e a sinistra mi rilassano per me è come vedere un film alla televisione, scruto ogni singolo volto e cerco di leggergli dentro, di capire qualcosa in più di quella persona.
Dopo un tempo indefinito guardo l’orologio sono le 13:00 ma non ho fame così mi avvio vendo central park, nonostante il freddo c’è comunque molta gente così arrivato vicino al laghetto artificiale al centro del polmone verde di New York mi siedo su una panchina, solo con i miei pensieri.


P.d.V. Alice


Dopo aver fatto un tour della casa torno in salotto e dopo aver pagato e salutato Enrique inizio a sistemare le mie cose, almeno il minimo indispensabile.
Mi perdo tra vestiti, foto, prodotti per il bagno…quando guardo l’orologio sono già le 18 e ho la testa come un pallone, vado in cucina e ovviamente le dispense sono tutte belle vuote
 -perfetto e ora che faccio?- mi chiedo abbastanza sconsolata così dopo una riflessione di 2 secondi afferro cappotto e cappello e mi lancio nella frenetica vita della “big apple” alla ricerca di un supermercato carino e economico.
La temperatura si è notevolmente abbassata, ma io non ci faccio poi molto caso camminare per questa città è davvero una cosa favolosa, dopo 10 minuti intravedo sull’altro lato della strada un supermercato carino e abbastanza piccolo così mi ci fiondo dentro.
Corro tra i vari scaffali e rimango impressionata dalle dimensioni “standard” usate negli U.S.A. una cosa incredibile, taniche di olio, confezioni maxi di pasta, patatine da 2 Kg, e poi si chiedono perché sono il popolo con il tasso di obesità più alto!
Finalmente dopo 1 oretta riesco ad arrivare alla cassa, il carrello strapieno anche per colpa delle loro maxi confezioni, pago e me ne torno a casette che sono le 19:30 metto su un po’ di acqua per la pasta e un buon cd…come prima giornata c’è solo da essere soddisfatti!!!

P.d.V. Gerard

Sono perso nei miei pensieri da due orette buone e inizio a sentire il freddo, così mi alzo e mi incammino verso casa ora che arrivo si sono fatte le 16:30, prendo la chiave ma noto che la porta è già aperta così entro cauto e con mia “sorpresa” trovo Frankie e Miky svaccati sul mio divano a giocare alla Wii
-ciao amore mio-
-ciao fratello- mi dicono in coro i due
-ma buon giorno due sfruttatori che non siete altro-
-eddai gee non ti arrabbiare siamo solo venuti a farti un salutino e per avvisarti che domani dobbiamo andare alla Warner che ci devono proporre un po’ di iniziative per farci vedere e promuovere al meglio l’album-
mi spiega velocemente mio fratello mentre il mio caro migliore amico è intento a fare una partita a Super Mario.
-ok per che ora?- chiedo a Miky
-per le 10:00 e vedi di essere puntuale!-
-tranquillo lo passo a prendere io- dice Frankie a mio fratello per rassicurarlo ulteriormente
-bene Gee che ne dici se ordiniamo messicano? Dai ti facciamo un po’ di compagnia?-propone Frankie entusiasto
-ok ora miei baldi uomini fate spazio al re dei video giochi- dicendo questo mi lancio in mezzo hai due e prendo anche io un telecomando della Wii.
È bello avere degli amici veri come l’oro, per sai che in qualsiasi momento loro ci saranno sempre e potrai attaccarti a loro quando pensi di andare alla deriva…
  
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