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Autore: Vale11    13/12/2010    17 recensioni
La caposcuola Hermione Jane Granger aveva molto ascendente sugli studenti di Hogwarts, soprattutto da quando era finita la guerra. E Draco Lucius Malfoy stava cercando di sopravvivere al suo settimo anno. Non è mai stato da lui prenderle e non ridarle, non è mai stato da lui non reagire, non è mai stato da lui starsene buono e subire. Lo vide voltarsi un momento verso di lei, prima di affrontare le scale che portavano alla torre di astronomia. Lo vide reggersi al corrimano per costringere le gambe ad affrontare gli scalini, il braccio sinistro attaccato al petto. Non lo vide mai abbassare gli occhi.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Hermione Granger, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Molly Weasley non era nuova a praticamente niente. Aveva una nidiata di figli talmente vasta e particolare che non si stupiva più di nulla. Draghi, negozi di scherzi, quidditch, nuore mezze veele, le aveva tutte.
Eppure.
Eppure c’era qualcosa che la turbava, in quel Natale. Qualcuno.
Un qualcuno che aveva quasi ucciso Ron, avvelenandolo per sbaglio. Un qualcuno che aveva permesso che Silente morisse. Anche con tutte le complicazioni del caso. Un qualcuno che aveva per padre l’uomo che aveva reso la vita di Arthur al ministero più difficile di quanto avrebbe dovuto essere, e per zia la donna che lei stessa aveva ucciso. Un qualcuno che aveva fatto si, in fin dei conti che Bill si portasse quelle tre cicatrici in faccia.
Eppure.
Eppure quel qualcuno adesso stava con Hermione, ed Hermione non era sicuramente stupida. Tutt’altro. E se Hermione diceva che Draco Malfoy era cambiato, o chissà cosa, magari era vero. E se lo dicevano addirittura Harry, Ron e Ginny se ne sentiva quasi convinta. E se Harry l’aveva addirittura invitato per Natale, magari un motivo c’era. Magari.
Controllò la temperatura del forno, giusto per essere sicura di non bruciare il pranzo. Sarebbero stati in parecchi, Kreacher impazziva in cucina già da un po’.
Eppure.
 
Draco Malfoy era sicuro di averne passate di tutti i colori. O quasi di tutti i colori. Una discreta fetta dello spettrometro, comunque.
Eppure.
Eppure mentre finiva di abbottonarsi la camicia e si arrabattava a ricontrollare di aver preso tutto si rendeva conto che mai, mai si era trovato in una situazione simile. Forse nessun Malfoy si era mai trovato in una situazione simile. Anzi. Sicuramente nessun Malfoy si era mai trovato in una situazione simile. E altrettanto sicuramente, nessun Malfoy era mai stato come stava lui ora.
Aveva quasi paura.
Anzi. Aveva paura senza quasi.
Eppure.
Eppure, magari, anche gli altri Malfoy prima di lui avevano avuto paura, e non l’avevano dato a vedere. L’avevano nascosto, da bravi lord quali erano, per difendere l’orgoglio di una casata talmente vecchia da perderne di vista sia le radici che l’umanità.
Magari.
 
Hermione Jane Granger non vedeva l’ora di essere a Grimmauld Place. Avrebbe rivisto i suoi genitori, tutta la famiglia Weasley. O quasi.
Eppure.
Eppure non riusciva a non preoccuparsi per Draco, che aveva evidentemente deciso di non tirare più su la testa dai lacci della sue scarpe, trovandoli improvvisamente così interessanti da reclamare la sua totale attenzione.
Draco, che si era abbottonato la camicia con precisione quasi maniacale. E che ora si stava scrutando nello specchio come se sperasse di veder comparire qualcun altro. Come se volesse che nello specchio ci fosse qualcun altro.
In sintesi, come se volesse essere qualcun altro.
 
Forse, se somigliassi meno a mio padre, i problemi diminuirebbero.
Aveva anche i capelli più lunghi, anche se li portava molto più disordinati di quanto Lucius Malfoy avrebbe mai apprezzato.
Draco Malfoy, dopo quell’uscita cerebrale, considerò seriamente di punire la sua idiozia impiccandosi con la cravatta.
Scordandosi che non se l’era messa.
“Draco, sei pronto?”
 
Hermione lo guardò, piegando la testa di lato come faceva tutte le volte che aspettava una risposta.
“Si. No. Aspetta.”
Gli sorrise, quando vide che si ricontrollava per l’ennesima volta.
“Ehi. Ehi.”
Gli prese le mani, che stavano correndo di nuovo a controllare i bottoni perfettamente allineati.
“Draco, guardami. Guardami. Sei perfetto”
 
Quando lo dice così, rischio di crederci.
Quasi non se ne accorse, quando si smaterializzarono davanti al numero 12 di una via sperduta in mezzo a Londra.
 
Molly Weasley non era nuova praticamente a niente. Aveva combattuto per i suoi cari, la sua famiglia, i suoi figli. Non si stupiva più di nulla.
Nulla.
Eppure.
Eppure, quando aprì la porta di casa Black, ormai Potter, rimase incastrata in un paio di occhi talmente chiari da sembrare trasparenti, che si spalancarono quando la videro avvicinarsi.
“Signora Weasley, io…”
 
Buon Natale, signora Weasley!
È così che si fa, è facile. Sillabe. Attacca le sillabe.
E dillo!
 
“Signora Weasley…”
Molly lo guardò curiosa, poi si rese conto di quanto fosse a disagio.
 
Draco Malfoy, sono il tuo cervello, e ti ordino di dirlo.
Taci cervello, zitto.
Avanti!
Draco riaprì la bocca, la richiuse, prese fiato. Sentì Hermione passargli una mano sulla schiena.
E riuscì a dire una cosa sola.
“Mi dispiace tanto, signora Weasley”
 
Molly Weasley non era nuova praticamente a niente.
Quasi niente.
Mi dispiace tanto, Signora Weasley.
C’era una tale profondità in quegli occhi che capì subito perché Hermione li aveva scelti. Perché aveva scelto lui. E non poté biasimarla. E vedendo quanta paura c’era dentro, e quanti pochi chili c’erano fuori, riuscì a pensare solo a quante fette di torta rifilargli nel piatto per fargli prendere un po’ di peso, mentre gli sorrideva invitandolo ad entrare.

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ECCOCI!
Scusate l'assenza, ma ho avuto parecchio da lavorare. Comunque!

Ecco a voi il mio ultimo parto. Cesareo. Patitissimo. Una fatica cane, ho un sonno che schianto e un mal di schiena feroce...però ve lo volevo scrivere, ergo l'ho scritto. E poi volevo infilarci di mezzo Molly, che è uno dei miei personaggi preferiti. -anch'io voglio cucinare a bacchettate. anch'io!-

Vi amo e vi adoro come la pappa col pomodoro. E la pizza.
E, visto che siamo in tema, il pandoro!

  
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