Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: Parsifal    13/12/2010    1 recensioni
Un giorno di pioggia, un ubriaco che perde il controllo della macchina, un ragazzo che sta attraversando la strada.
L'urto è tremendo e la corsa in Ospedale salva la vita al ragazzo, ma non le sue gambe.
Inizia qui questa mia piccola fic che raccoglie la testimonianza di un ragazzo a cui è davvero accaduto tutto questo.
Spero che vi piaccia, lui ne sarà felice.
Buona lettura
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Un giorno

Iniziò tutto un mattino di primavera.

Uno di quei mattini dove la pioggia faceva da padrona e ogni cosa era grigia.

Dalle nuvole, al poco cielo ancora libero, alle gocce di acqua che cadevano senza sosta rendendo grigia la città.

Mi incantai a guardare i disegni dell’acqua sul vetro di casa mia… e mi resi conto che anche una cosa apparentemente detestabile da una buona fetta dell’umanità come è una giornata piovosa e grigia, può essere affascinante.

Le scie d’argento che quelle gocce lasciavano su quella superficie trasparente sembravano tanti ricami intessuti da mani abili che non permettevano di guardare cosa ci fosse al di là di quel vetro…facendoti tuttavia intravedere quello che la tua memoria ricordava.

Migliaia di gocce che si intrecciavano veloci, rincorrendosi.

Giocando, vivendo anche fuori dalla nuvola che le proteggeva.

Per un breve momento.

Guardai il letto dove ero inchiodato da undici mesi… se fosse stato al di là di quel vetro avrei potuto immaginare…avrei potuto barare con la mia memoria e convincermi che il letto, la camera, i fiori sempre freschi sul comodino…non esistessero.

Piccolo inganno per…perché?

Ecco l’ironia della cosa.

Ironia che la mia mente sempre vigile non poté non cogliere.

Ogni più piccola forma di vita animale, vegetale… perfino una goccia d’acqua …lottava.

Lottava ogni giorno per affermarsi.

Lottava ogni più piccolo istante per cogliere quella particella di vita che gli permetteva di andare avanti.

Di affermarsi di nuovo nel grande e immenso ciclo vitale che Dio aveva creato perfettamente.

Come ogni cosa attorno a noi.

E io che cosa facevo?

Me ne stavo li a recriminare su un’ ubriaco che mi aveva falciato le gambe.

Su quei dannati pezzi di plastica che mi avrebbero permesso di camminare come un’ invalido.

Come quell’invalido che in effetto ero.

E’ così che lottavo?

E’ così che cercavo in tutti i modi di vivere ancora?

Nonostante tutto?

Nonostante le mie gambe che non c’erano più?

E il mio stupido orgoglio di uomo?


Sono passati undici mesi di nuovo.

Da quel giorno in cui guardai le gocce di pioggia ricamare la mia finestra sono passati undici incredibili mesi.

E oggi mi sposo.

Il mio prete mi ha chiesto di scrivere una preghiera per ringraziare Dio del dono che mi ha fatto.

Sul momento l’ho guardato, incredulo…e poi ho guardato le mie gambe…e di nuovo lui.

Senza scomporsi minimamente invece, il Don mi ha detto guardandomi direttamente negli occhi:

- non credi di avere due buoni motivi per ringraziarlo?-

Io ho guardato ancora le mie gambe…pensando che mi stesse per prendere in giro.

Ma lui ha continuato imperterrito:

-Per Angela, la ragazza che ti ha sopportato in questi anni e che è riuscita a superare le tue barriere…e per queste due gambe di plastica che ti permettono di andare avanti lo stesso. Senza di loro saresti ancora immobile a letto…-

Si.

Ho molte cose per cui ringraziare Dio.

Due gambe finte, una fidanzata vera che mi ama nonostante me.

E le gocce di pioggia che mi hanno fatto capire quanto è grande il Tuo amore per me,

Signore di tutte le creature che popolano la terra.

Anche di quelle con due gambe finte.

Ma un cuore vero.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Parsifal